Gian Antonio Stella ci
offre un saggio di “alto” giornalismo in data trentuno gennaio
2013... L'articolo fa capolino sulla destra della prima pagina con un
titolo ben visibile, seguono poche righe e poi si viene mandati a
pagina 7.843. si tratta del “Corriere della sera”, testata che
secondo me, troppo spesso, non ama avere a che fare con la realtà.
Leggiamo il titolo
dell'articolo: “Bocciare il merito. La scuola non cambia mai”.
Quel che ne deduce la
stragrande maggioranza dei lettori, che non va certo ad approfondire
leggendo tutto l'articolo che si trova imboscato nelle retrovie, la
maggioranza dicevo, comprende che la scuola, questa curiosa entità,
non ne vuole sapere di selezionare il merito. Proviamo a pensare al
comportamento del lettore medio … legge i titoli, forse i
sottotitoli e “sfoglia alla buona” trattenendo il respiro per
l'economia che fa soffrire, cerca un po' di sangue e delitti in
genere, fino ad approdare allo sport, col quale chiunque può far
l'intenditore.
Ebbene, leggendo solo il
titolo dell'articolo di Stella, non si comprende se si boccia il
merito in relazione agli studenti o agli insegnanti. Essendoci la
parola “boccia” che in questo caso si pensa derivi da una
coniugazione del verbo bocciare, si pensa agli studenti, ed infatti
sento qualcuno, al caffè, che maledice il fatto che si promuova con
troppa leggerezza. Io, forse con sorpresa di Gian Antonio Stella,
l'articolo l'ho letto e scopro che tratta del concorso per
abilitazione degli insegnanti. Sembra che molti, troppi candidati,
abbiano sbagliato domande banalissime e il ministero abbia provveduto
a creare delle specie di abbuoni di qualche decina di domande, anche
perché diversamente i presunti ventimila da selezionare sarebbero
stati, forse, una decina. Metto dell'ironia, perché diversamente non
saprei come reagire a quel che ho letto. Forse questo giornalista
abita su Marte e scende sul pianeta Terra assai di rado e quindi
fraintende.
Sembra che il problema
della scuola sia la meritocrazia e l'ignoranza degli insegnanti e
infatti in prima pagina Stella si domanda se si sarebbe disposti a
dare i propri figli in mano a gente del genere …
A me è capitato di insegnare e i problemi della scuola li ho visti, diciamo da dietro le quinte. Per questo mi permetto di dire la mia. È vero che nella scuola c'è dell'ignoranza, ma uno stato che ha accettato l'elezione del “Trota” a consigliere regionale e non ha fatto una sommossa per destituirlo, solo per citare un esempio, dimostra di prediligere la soluzione della pagliuzza nell'occhio dimenticando la trave che sta schiacciando le reni e che promette morte.
Parlare di merito in
Italia poi mi sembra letteralmente scemo. Qui nulla funziona per
merito. Dal papa che si portò da casa uno scultore mediocre solo
perché era compaesano (Paolo sesto e mister Manzù), alla sinistra
che ricicla il fascista Guttuso, santifica il mediocre scultore
Mastroianni, zio del più celebre, e meritatamente, Marcello che ebbi
l'onore di conoscere …) e, come tutti i partiti in Italia,
elargisce raccomandazioni ai “lecchini” e ai parenti senza porsi
la domanda se si tratti di persone capaci … Domanda da un miliardo
di euro: ma cosa c'entrava la Gelmini con la scuola? In grazia di
quali competenze fu fatta ministro? Fu l'obbedienza cieca il suo vero
incarico. “Tieni, firma qui”. E il suo incarico era finito.
Questi sono solo alcuni
esempi, ma ognuno di noi ne può confezionare a quintali, estraendoli
dalla propria memoria personale. Se poi, come nel caso mio si è pure
laureati (io ne ho tre e quindi ho prelibatezze da tre dipartimenti
diversi...), allora di notiziole aberranti se ne conoscono
un'infinità e a raccontarle non si stupisce più nessuno. Anzi, si
annoia l'uditorio perché sai che tutti sanno.
Questa è l'Italia.
Quel che tutti sappiamo, e
lo sanno bene anche all'estero, è che qui la meritocrazia non
esiste. Il male è talmente radicato da essere spesso inconsapevole.
Ricordo che di recente, una persona importante mi ha raccontato che,
laureatosi e specializzatosi il figlio, aveva pensato di inserirlo
nella dirigenza di una certa azienda che stima. Questa aveva
organizzato una mostra d'arte in una città italiana che presentava
opere di artisti stranieri viventi di una certa nazione affascinante
che non nomino. Ebbene, questa persona, per favorire il figlio, ha
deciso di comprare varie opere. Il piano è riuscito? Non lo so
ancora. Ho provato a far notare che non mi sembrava bello agire così,
che secondo me ad un figlio si devono dare gli strumenti
intellettuali e poi invitarlo a gettarsi nella mischia. Non ha
capito. Era tutto normale, e io penso all'artista che ha scoperto di
aver venduto molte opere e non sa che la qualità sua non è stata
minimamente compresa. E si pensi che si tratta di un genitore molto
benestante che può permettersi, a differenza di molti altri, di
sostenere i fallimenti e le attese del figlio, prima che questo
approdi ad una carriera decente.
Per me era ed è aberrante
che quel genitore non sia minimamente consapevole che quel modo di
agire ha qualcosa di sporco. Se tutti fanno così cosa accade? Questo
mi domando; e la risposta è sotto ai nostri occhi. Basta guardarsi
intorno. E si arriva fino al paradosso estremo del camorrista che
deve subire un intervento e dice che non vuole andare in quel certo
ospedale perché il chirurgo non gli ispira sufficiente fiducia.
Qualcuno gli chiede perché e lui risponde “Gliel'ho messo io ...”
Veniamo ora alla
meritocrazia nella scuola. Io penso che in un'Italia ridotta così,
sia impensabile, e non solo nella scuola. Se la mentalità generale è
quella della raccomandazione, del nepotismo e dello scambio di
favori, e sappiamo che è così, allora il problema non ha soluzione.
Quindi, caro Gian Antonio Stella, inutile sparare sulla scuola! Mi
permetto poi di domandarle: “Lei, vivendo in Italia, queste cose
dovrebbe saperle bene … oppure davvero vive su Marte! Se così è
la invito a trasferirsi in Italia per una quindicina di giorni ...”
Ho sentito dire di tutto
sulla meritocrazia e su come istituirla. Nella scuola si era anche
pensato di incaricare della selezione i presidi … immagino il
far-west che ne sorgerebbe. Purtroppo, per la scuola come per il
resto, una soluzione non c'è, e non ci sarà mai se non si provvede
prima di tutto ad un cambiamento di impostazione morale, cosa che in
Italia considero impossibile. Il figlio del politico Bossi, il
celebre “Trota”, è solo un simbolo. Lui rappresenta una nazione
di trote che possono solo far danni. Se nei posti giusti si mettono
le persone sbagliate, come si può sperare che facciano cose sensate
se non per caso? Un altro esempio di italianità schietta è
Schettino. La sua vicenda è talmente ridicola e tragica da non
meritare troppa meditazione. Rappresenta comunque il comportamento di
tanta gente che, a differenza di lui, non crea un'azione stupida, che
immediatamente uccide, ma in modo indiretto, crea disagio,
complicazioni, banalità eccetera.
Veniamo ora alla
competenza degli insegnanti. Gian Antonio Stella ci chiede se siamo
disposti a dare i nostri figli in mano a incompetenti. Questa frase,
che è letteralmente una fucilata, sembra non tenere conto di cosa
sia, attualmente l'insegnamento.
Caro Stella, i ragazzi che
un professore si trova davanti, non hanno bisogno solo di sapere se
Garibaldi va collocato prima o dopo le guerre puniche. Capita che a
sedici anni non sappiano allacciarsi ancora le scarpe, e glielo
insegnerai, perché il professore di oggi è un essere umano che
agisce su altri esseri umani con un'umanità che prima avrebbe dovuto
essere elargita dalla famiglia. Ci si mette poi il fatto che per
insegnare bene sarebbe il caso di avere una ventina di studenti al
massimo. Così hai venti singoli coi quali rapportarti. Se sono di
più, diventa un gruppo indistinto e, insisto, serve tanta umanità,
per insegnare attualmente e la devi rivolgere all'individuo, non al
gruppo. La materia per la quale si è assunti per insegnare è purtroppo
solo una parte del discorso.
Coraggio Gian Antonio
Stella! Per te oggi è un grande giorno! Stai scoprendo che l'acqua
calda è calda!
E ora ti farò scoprire
che l'acqua fredda è ...fredda!
Cosa vuol dire insegnare!
Non certo trasmettere nozioni! Se riesci a far amare una materia ai
tuoi allievi questi, una volta terminato il loro ciclo di studi,
ameranno …
lo so, caro Gian Antonio
Stella, che sto esagerando. Che quel che ho detto per te è quasi
incomprensibile. Ma prova a pensare … è faticoso ma scoprirai un
piacere nuovo che è sicuramente meno invasivo delle sensazioni che
puoi trarre da una cena, ma col tempo rende migliori. La cena invece
va … nel water.
Altre considerazioni sulla
scuola.
Una persona si laurea e
poi si specializza e poi fa la ssis, ora soppressa (ora resuscitata
come tfa. … Ma le sigle non erano appannaggio delle dittature?),
che è un biennio universitario nel quale promisero un posto di
lavoro che poi non è stato assegnato, e poi ora, il concorso … e
poi? Ma si deve dirigere l'economia del pianeta o insegnare a una
ventina di studenti? Consiglio di proseguire la selezione con una
corsa campestre una gara di nuoto e una prova di cucina!
Mi sembra anche il caso di
premiare in qualche modo chi ha scelto di proseguire studi che costano tantissimo. Se è vero che aumenta il valore dello stato se aumentano i laureati,
per quale motivo non deve essere remunerato un poco di più chi
quel sacrificio l'ha fatto? Nella mia mentalità non si pone il
problema di chi non può permetterselo. Io, con un nulla totale come
destino, ci son riuscito; è questione di volontà e di crederci.
E Poi ...
Anche un imbecille sa che
la politica economica italiana ha deciso di non rispettare
l'insegnamento. Tagliati fondi su fondi al punto che la carta
igienica manca e anche i gessi eccetera. In compenso, per dare idea
delle logiche stupide, si son inviati schermi multimediali chiamati
lim costringendo maree di insegnanti a fare corsi per poterli
utilizzare e che giudico men che insensati. Perché? Perché in
classe hai una generazione digitale e già un bambino delle
elementari sa fare. Se tu docente non sei capace, ti basta dire con
uno studente di gestire la lim che non è altro che un ipad gigante e
in una settimana hai imparato. Ci si mette pure il fatto che non
sapere usare una lim attualmente equivale a non saper usare nemmeno il
telefonino, poiché il funzionamento è simile pure a questo …
quindi, che senso hanno quei corsi? Quale speculazione celano? Mi si
può obiettare che i corsi insegnano ad imparare a preparare le
lezioni con l'ausilio di quel supporto, ma … se lo si sa già usare
… che senso ha?
Ha provato, caro abitante
di Marte, ad immaginare perché si è scelto di tagliare i fondi alla
scuola? Ammetto che lei ha già dato quel che poteva nel tentare di
comprendere quel che ho scritto finora. Facciamo così. Si fermi qui
per oggi e il resto lo legga domani, con cautela …
Il motivo è il seguente.
Se vendo una mela ricevo immediatamente i quattrini. Se vendo
cultura, il beneficio non è immediato. Si deve poi aggiungere che
chi è benestante manda i figli alle scuole private e attualmente,
chi ha sgovernato l'Italia, rappresenta solo il ceto abbiente. Mi
riferisco a Monti (e prima di lui Berlusconi, Fioroni...),
ovviamente. Non per niente questo essere ha ben pensato di tagliare i
fondi alle scuole pubbliche e di foraggiare le private … e quel
ceto è quasi tutto isolato in un suo mondo. Mandano i figli alle
private, è ovvio … cosa può quindi interessare a loro di un mondo
di persone, che anche se sono la stragrande maggioranza, viene
percepito solo come traffico per strada? Che si leggano il capitolo XXV di "Suite francese" (Irene Nemirovskij) e comprenderanno le conseguenze di una parte di popolazione deculturata!
Certo che, caro Gian
Antonia Stella, anche io mi deprimo per l'ignoranza dilagante e mi
sorprendo per quella di chi è pagato espressamente per combatterla …
ma … cosa pretende da una categoria che è stata umiliata in tutto?
Ha dei dubbi su queste umiliazioni? Ebbene provi ad insegnare, provi
il precariato e anche l'insegnamento di ruolo e quella gratificazione
che dovrebbe arrivare anche dallo stipendio e si goda dopo, quella
massa di incompetenti che si lamenta del fatto che i professori
insegnano solo diciotto ore alla settimana! Ma si crede che
l'insegnamento consista solo in diciotto ore? Chi è quell'essere che
arriva a dire cose simili? Sicuramente un altro abitante di Marte! E
non mi riferisco solo a riunioni e correzione di compiti! Ma ci si
rende conto che ogni studente è un'anima e che relazionarsi con un
adolescente è di una complessità inaudita?
A me non interessa fare il
Robin Hood e tifare per i non benestanti. Non si pensi questo. Mi
piacerebbe semplicemente vedere che chi ha delle capacità possa
ricevere lo spazio che merita e che … chi scrive sui giornali lo
facesse con un minimo sindacale di competenza. Che ne pensa di
dedicarsi al calcio? Li la competenza non è mai servita. Prevedo per
lei un grande futuro perché ha dimostrato di saper agire su
quell'emotività da bar sport di provincia che è lo zoccolo duro
della Gazzetta dello sport e della cultura italiota. Ci pensi: domandare se si darebbero i
figli in mano a insegnanti così? Una bomba emotiva. Bravo.
Complimeti. Emilio fede docet!
E poi...
Non basta sapere la data
della scoperta dell'America per costruire un uomo. Non basta nemmeno
sapere cos'è un bond o l'indice mib.
E ora una lezioncina di
filosofia semplice semplice.
A cosa aspira l'uomo? Alla
felicità, che è assai difficile da definire. Sicuramente spesso,
troppo spesso, si confonde l'essere contenti con l'essere felici …
e contento è il consumatore, non l'uomo ...
E la felicità, si badi
bene, non è una dimensione personale, ma collettiva.
Se io sono felice in un
mondo che sta male, la mia felicità viene offuscata. Questo
corollario viene sistematicamente ignorato in una cultura occidentale
decisamente individualista. Quando sento dire da un allievo della
Bocconi che il suo desiderio fra vent'anni è di guadagnare il
corrispettivo degli attuali settemila euro al mese, penso che è
stato creato un mostro …
Insegnare, non esiste cosa
più difficile. Mi vien quasi da dire che scegliere di farlo sia un
atto di estrema immodestia. E serve anche tanta esperienza. Tanta,
tanta umile esperienza …
E, caro Gian Antonio
Stella, assaggiare la logica del badile, della fatica. Lei ha
dimenticato, della vita, questa lezione. Le basta mandare in ferie la
cameriera-badante e per una quindicina di giorni lavare, stirare,
spazzare eccetera. È un modo come un altro per riappropriarsi della
vita. Io lo faccio. È una lezione di umiltà che mi porta a non
dimenticare mai di rispettare il lavoro degli altri, anche il più
umile, e questo glielo devo dire perché è evidente che questo
contatto con la vita, non solo dell'insegnante, le manca e la riduce
a una cosa strana, distante … marziana.