mercoledì 29 luglio 2015

In onore di Sebastiano Vassalli

In Italia, viventi, stimavo tre scrittori. Ora due. Uno era ed è, perché chi raggiunge certi livelli merita l'eternità della memoria ...., Sebastiano Vassalli. Nel trio, viventi e in forma, come qualità della loro produzione, Erri de Luca e, non ultima, Paola Capriolo.
Di Vassalli, amavo prima di tutto "Un infinito numero", questo viaggio di Mecenate col suo segretario Timodemo e Virgilio, attraverso l'Etruria in disfacimento fino alla natia Arezzo. Un viaggio nel tentativo di comprendere il senso della fine e la fonte di un inizio. Grande libro, grande storia, scritto bene, cosa attualmente rarissima, e pieno di gentile sensatezza. Nella piccola e lussuosa valigetta che mi segue nei miei viaggi (non i miei abiti, ma questi capolavori, meritano giacigli di incantevole artigianalità ...), c'è posto anche per "Marco e Mattio", un libro che inizialmente non ho amato ma che, col tempo, avendomi "perseguitato", riproponendomi immagini spesso forti e spesso poetiche, pian piano è maturato in me ... anzi   ... son maturato io con lui. Una per tutte, ed è poetica. La descrizione del mercato delle merci a Rialto. Zola nel "Ventre di Parigi" descrive l'arrivo del personaggio su un carro di verdure, al grande mercato che è appunto il ventre della città, ma Zola, in quanto naturalista, costruiva, non si lasciava andare alla descrizione se non con l'intelligenza, e si sente. Libro scritto da un intellettuale ... ma, come da sempre asserisco, per fare un'pera letteraria non deve essere l'intelligenza a parlare, ma la sorgente dell'io che è in fondo a noi stessi, a tutti, e che solo percorrendo la lunga via del silenzio, si può sentire. Basta un battito d'ali di farfalla per non coglierla più con chiarezza, confondere le parole e con esse il senso. E' questo forse quel che il figlio di Vassalli Hermes detto Marco, no ha compreso? Mi duole l'intervista che ha rilasciato su "LLa Stampa" di oggi. I figli dei grandi non hanno mai vie di mezzo. Esempi: La figlia di Guareschi che esagera e considera il padre un genio assoluto oltre qualsiasi vivente e forse in grado di spodestare Dio ... Lo dico con ironia allegra. L'ho conosciuta e ho apprezzato, prendendola in giro, questa devozione. Suo padre comunque fu un grande. Fesso chi esaurisce la sua immagine con la saga di Don Camillo! Il figlio di Nabokov, cantante lirico che iniziò la carriera nello stesso istante-concorso di Pavarotti, ma su due scale diverse. Stimava profondamente il padre, un padre che era una maschera anche con se stesso ... ma comunque lo stimava perché anche con la maschera rivelava come Fellini, il volto. E Poi, viventi, il rispetto immenso del figlio di Botero per il padre! e di certi odii, alcuni che ho visto da vicino, preferisco tacere. Il punto è che i figli degli artisti solitamente o amano questi ingombranti genitori, oppure li odiano, che equivale ad amare maldestramente. Chi ha odiato esseri simili, avranno non pochi rimorsi, e mi dispiace. Un talento artistico non è un ostacolo, non se ne deve essere gelosi. Quelle immense solitudini sui libri, sono viaggi nella mente di un insegnante che si è fatto eterno e che da quelle pagine insegna, confida. Mai è solo chi è con un libro di Borges, di Kafka ... o di Sebastiano Vassalli.
Mi dispiace poi che la critica, anche con Vassalli, si semplifichi la vita identificandolo con un'unica opera. "La Chimera è interessante", ma non è un suo capolavoro. Sta di fatto che nella nostra epoca più che nelle precedenti, è sempre latente il desiderio che una storia sia in fondo vera, che ogni nome ne nasconda uno veramente esistito, e così per i fatti, trasformando la lettura in banale voyeurismo. "Cuore di pietra". Storia di una casa che si trova in un paese ne grande e nemmeno piccolo, è stato identificato con la Novara adottiva dell'autore e la casa con casa Bossi dove egli abitò. Fatiche inutili. Di recente ho sentito i tentativi di comprendere cosa fosse esattamente dal punto di vista entomologico, il bagherozzo del celebre racconto di Kafka ... non è necessario. Equivale a perdersi in particolari secondari, oserei dire una forma della stupidità. Non è che cambi il significato se si trattasse di un cervo volante o di un maggiolino, e ... si badi bene, non ho scelto due bestiole a caso, ma la critica, questa finzione a stipendio di università e testate, deve pure campare!
Di quel libro "Cuore di pietra", storia di una casa che si può dire che ha visto l'Italia, ho anche sentito dire che sarebbe stato saggio imporlo come lettura nelle scuole. Ottimo! un buon sistema per fare odiare un testo e un autore. Ma ve li immaginate i cancheri che si è preso Manzoni per il suo celebre romanzo? E' amato solo da chi lo ha letto prima di affrontarlo con rigide insegnanti che smontavano tutto e lo rimontavano pretendendo che la bellezza sopravvivesse a tale autopsia! mai il corpo sul marmo dell'obitorio è la persona che incarnò. Ne è solo il simulacro! Si salvino i libri dall'obbligo scolastico! Per far amare si deve mostrare che si ama sinceramente. tutto quel che diventa dovere diventa disturbante! un buon libro "Cuore di pietra". Una bella favola che un padre o una madre o una nonna (se si smettesse di sbattere in ospizio la memoria di un popolo!!!!) dovrebbe dimostrare di amare, tenerlo sul comodino e ogni tanto leggerne una pagina. Un bambino di dieci anni, figlio dei miei vicini, vedendo spesso "L'amico ritrovato sul mio tavolo", incuriosito, lo ha quasi rubacchiato per leggerlo. Essere tentatori con caramelle di elevato sapore spirituale! Addormentare i figli con Boccherini produce meno cretini che introdurli nella banalità con un d'Alessio per esempio. E' semplice.

Vassalli ha dimostrato di amare la vita continuando a scrivere e dicendo spesso quel che pensava e spesso rispondendo alla volgarità col silenzio. E nella nostra epoca non sentire un silenzio che è una vera lezione è cosa di ogni giorno.

Disse in un'intervista: "Credo di avere fatto alcune cose buone e anche ottime, che però non hanno avuto un successo clamoroso e non possono averlo perché l'umanità è un mare dove i movimenti avvengono in superficie. Più si scende in profondità, più tutto sembra (ma non è) immobile."

Belle parole che contengono rassegnazione. Io la penso in un modo più diretto, più duro e so, per vie traverse ma non troppo, che in fondo, anche lui ...
Attualmente le cose buone e ottime fanno paura. Il mondo attuale, dall'illuminismo in poi, si è incaricato di dimostrare che ogni morale è soggettiva, che si tratti di io collettivo o individuale poco importa. accade così che chi approda a dei principii che considera degli a priori, dei fondamenti dell'esistenza, viene annullato dai media. Non è più necessario uccidere. E' sufficiente ignorare. Dici una verità scomoda? Allora non esisti; e se per caso sei già noto, ti annullo ignorandoti.
Esempi tristemente poco noti. Annamaria Ortese. Con "Poveri e semplici" e a sua continuazione "Il cappello piumato", mise a nudo la completa ipocrisia già nel 1952, del partito comunista italiano. Lei, comunista idealista, nonostante la mano protettiva di Bacchelli e l'amicizia della Maraini, ha vissuto da profuga, da eremita, da esiliata in patria, per anni. Una volta defunta, osannare è facile ...
Mario Tobino. "I tre amici". Medesima lezione e medesima sorte.
Curzio Malaparte che tifò Mussolini e poi, quando capì che si trattava del narcisismo di un solo uomo lo ridicolizzò guadagnandosi una stanzetta all'hotel Regina Coeli e il confino. E la sua opera, al di là delle parti, ci dimostra la sofferenza per una violenza epocale che ha minuziosamente vissuto.
E la genialità di Giovanni Papini! che mi fu resa nota da Borges, perché in Italia, un simile talento è stato dimenticato.  e l'elenco potrebbe diventare lungo fino alla noja. Italia!
La migliore letteratura europea del novecento che nemmeno il suo popolo conosce!
La sinistra in Italia ha occupato i posti della cultura ma ha prodotto apparenza. Quanti artisti attualmente sulla cresta artificiale di quell'onda, continuano a "mangiare" e a produrre banalità terribili!
E Vassalli non aveva peli sulla lingua. Spesso si rifugiava appunto nel silenzio, per non compromettere non il suo destino, ma quello delle sue opere.
E poi quest'anno la candidatura al Nobel proposta dall'Università di Goteborg!
E una volta il Nobel era un onore incommensurabile. Quando Steinbeck lo vinse disse "ora non mi resta che morire". Ma oggi? Pamouk per esempio non è uno scrittore ma un intellettuale e in fondo un buon Nobel per la pace. Altro che letteratura! e spesso accade appunto che di un doppione del premio per la pace, si tratta. E poi ... mai candidato de Andrè, il mostro sacro della poesia italiana del dopoguerra! Gli intellettuali sinistrati dicevano all'epoca che non era possibile. Era un cantautore e non uno scrittore. E poi anche lui alla sinistra andava stretto. Non obbediva. "La buona Novella" veniva trasmessa dalla radio Vaticana. Per i sinistrati era veleno! poveri e stupidi. stesso destino accadde a Luchino Visconti. "La terra trema", tratto da "I Malavoglia", si vide tolta la sponsorizzazione (= contanti) perché non portò alcune correzioni dettate dal partito. Visconti li aveva di suo (la Carlo Erba era di famiglia per intenderci), ma il Vaticano allentò i cordoni della borsa. Perché? perché ne valeva la pena. semplice.
Ora hanno candidato Vecchioni e sono d'accordo, ma vedo purtroppo che come Benigni, si sta trasformando in artista ufficiale, artista di stato. Etichetta squallida, robina per cerimonie. Tristissimo. Anche se per l'opera lo merita. Benigni invece, da attore caratterista specializzato nel fare il toscanaccio, dopo aver fatto da spalla ad un geniale Troisi purtroppo deceduto, si è ritrovato la strada spianata. scusate, il partito ... e gli costruiscono spettacoli intorno e premi. Ricordo a New York quando uscì Pinocchio in poche sale. si diceva che Bin Laden, se voleva nascondersi nella Grande Mela, avrebbe potuto recarsi ad una proiezione di quel film, nessuno lo avrebbe visto, per tacere degli ebrei lievemente arrabbiati, ma dai media risultò successo di pubblico ...
Tranne Vecchioni quindi, l'Italia ultimamente ha candidato polli di batteria di partito o intellettuali. Mai artisti. Ci voleva Goteborg per capire che Vassalli reca onore alla sua patria? Ma Vassalli era un uomo con le idee chiare. Intervistarlo era abbastanza rischioso. O diceva quel che pensava oppure taceva e quel silenzio dava fastidio. E questo tutt'ora è l'artista. La coscienza di un popolo, di un continente, di un'epoca e si sa che la nostra ha distrutto gli specchi e non vuole fare i conti ... col cuore.
E Nonostante tutto, nonostante questa sua Italia sgangherata Vassalli, che apparteneva all'epoca che considerava il Nobel una consacrazione, ha ricevuto la candidatura, ma non dal suo popolo. Questa è contemporaneamente una ferita e un premio. Un Invito all'Italia ad aprire gli occhi, a smetterla con clientele, amici degli amici e altre forme di ipocrisia.

Buongiorno all'eternità, Sebastiano Vassalli. Grazie di tutto. Grazie per avere resistito e continuato a scrivere. Grazie. Ciao