sabato 26 gennaio 2013

meditando su un bell'articolo di Mattia Feltri.


Questa mattina, 26 gennaio 2013, sfogliando con la solita rassegnazione qualche quotidiano, ho letto un articolo piacevole. Si tratta esattamente di un reportage. È su “La Stampa” a pagina nove. Chi lo ha scritto si chiama Mattia Feltri, figlio dell'altro Feltri ben più noto. Io, che son accanito contro la mala abitudine italiana nota già dall'antichità col nome di nepotismo e attualmente chiamata familismo amorale dalla sociologia, riconosco in questo caso una genuinità che merita rispetto. Il padre, quando leggeva i primi articoli del figlio, gli disse: “non arriverai più in la dell'Eco di Bergamo”. E il padre sbagliò, poiché era ed è assai diverso dal figlio e eccetera eccetera.

L'articolo ci parla in modo assai colorito dell'assemblea dei soci del monte dei paschi di Siena (minuscolo voluto). Scopriamo una senesità piacevole, che ci fa sorridere e “sentiamo” che nelle sue radici riposa una bellezza che non è solo legata al vernacolo, all'insultare in rima eccetera. Tutto delizioso e godibile, ma penso che Mattia Feltri avrebbe avuto dell'altro da dire. In quel palcoscenico non si è solo visto e sentito qualcosa di simpatico e degno di sorrisi e risate. Qualcos'altro è accaduto e immagino il giornalista che deve trattenersi, purtroppo, dal poter trarre ben altre deduzioni.

Mi vien da proporre qualcosa. Siamo in un età di mezzo, sotto l'aspetto della diffusione dell'informazione. Siamo quasi tutti un po' cartacei e un po' informatici. Mi sarebbe piaciuto trovare alla fine dell'articolo, il suggerimento di un “luogo” sulla rete, nel quale Mattia Feltri avesse continuato non solo a farmi sorridere, perché si sa che nella faccenda del monte dei paschi e di quel buco che sembra essere di settecento milioni di euro, da ridere c'è ben poco. Il quotidiano, quello cartaceo, ha il problema della lunghezza degli articoli ed lo si potrebbe risolvere così. Un'età di mezzo applica una soluzione di mezzo.

Veniamo al problema dell'assemblea. A quello che non fa ridere. Dal secondo dopoguerra la città è in mano alla sinistra. ok. Ma chi glieli ha messi? I senesi medesimi. Il legame fra il cumune di Siena e la banca è strettissimo? Ebbene, votando diversamente qualcosa avrebbero potuto fare. Come si spiegano sessantasette anni consecutivi di un legame così poco sano, poiché il rapporto banche politica non piace a chiunque sia dotato di un minimo di coerenza …

E' il solito male italiano. La raccomandazione che porta ai posti importanti chi non ne è all'altezza.
E partiamo con gli esempi.
E' necessario fare una premessa e spiegare con qualche esempio come il rapporto fra dirigenza e base sia malato per non dire inesistente.

Partiamo da quel che è accaduto e accade da anni in un'industria italiana. Non faccio nomi, mi interessa in concetto, poi questo, s assorbito può essere terapeutico. In questa industria, che assume due volte all'anno degli stagionali alle sue catene di produzione, hanno imbullonato lo strumento che rileva le presenze, ad una delle macchine della produzione che è rumorosissima. Si tratta di inserire una scheda quando si arriva e quando si finisce il turno e, nella pausa, marcare entrata e uscita. Il problema che l'avvisatore dell'operazione avvenuta, è acustico, ma il suo bip è totalmente assorbito dalla macchina della linea produttiva. A fine mese molti, troppi stagionali, si ritrovano in busta paga tante ore in meno poiché risulta per esempio che son entrati in pausa come spettava loro a metà servizio, ma non son più rientrati. Alcuni risulta addirittura che hanno saltato intere giornate di lavoro. Sistematicamente questi stagionali si lamentano. I capireparto dicono di rivolgersi alla dirigenza. Questi lo fanno ma non vengono mai ricevuti. Se insistono troppo, non verranno richiamati all'ondata successiva di assunzioni stagionali.

Quel che racconto non è uno scherzo. Quando ne parlai con un amico che ricopre il ruolo di dirigente in un'altra azienda, mi fece il seguente ragionamento: immagina di avere sulla scrivania due caselle, una per i problemi da risolvere e una per i problemi risolti. Ebbene, al dirigente interessa che la seconda casella sia sempre vuota e il modo più rapido e semplice è fare in modo che la prima casella, quella dei problemi da risolvere, non riceva nulla …

Direi che il messaggio sia chiaro, e la sua conferma la possiamo avere dal servizio postale italiano. Mi è capitato di notare in uno di questi uffici un problema evidente e di semplice soluzione. Ho chiesto alla signora allo sportello perché non mandano delle lettere alla direzione spiegando il problema e consigliando delle soluzioni. Mi hanno detto che lo hanno fatto, ma non hanno mai risposto.

Veniamo ora, per esempio, al ministro Profumo. Lui in quel ruolo è il dirigente maximo ma, e so che molti se lo sono domandato: cosa c'entra lui con la scuola? Cosa conosce dei suoi problemi? La sua ignoranza, nel senso di colui che ignora, si è presto dimostrata abissale. Che la scuola italiana sia stata ridotta ad un'indecenza è risaputo, ma sembra anche che molti non conoscano l'entità del problema. Un esempio per tutti. Di recente un insegnante elementare mi parlava dei problemi che deve affrontare. Ad inizio anno hanno ricevuto settanta rotoli di carta igienica per circa duecentocinquanta studenti. Lo capisce chiunque che la fornitura è insufficiente. Mi ha detto che i gessetti per la lavagna son terminati dopo un paio di mesi e ogni insegnante si arrangia comprandoli personalmente. La carta per le fotocopie è terminata da un pezzo ed è stato molto gradito un mio dono immediato di alcune risme che avevo in casa. Il riscaldamento viene spento o abbassato al temine delle lezioni e così le riunioni si tengono con sciarpa guanti eccetera. In altre scuole il riscaldamento è addirittura spento perché mancano i soldi. Non vado più a fondo nella descrizione. Penso che basti …. e il ministro Profumo? Con questo campionario di problemi sii vanta di voler informatizzare le iscrizioni... ma, se le statistiche ci dicono che sei genitori su dieci non hanno ancora un computer a casa, non è forse insensato proporla in modo così radicale? ma a lui la realtà non interessa. Il giorno nel quale queste iscrizioni son iniziate, si è parlato nei media, di un successo. Solo dopo qualche giorno qualcuno ha fatto notare che i collegamenti internet per le iscrizioni non funzionavano e in più sul modulo, si erano dimenticati, le situazioni assai comuni dei genitori separati e divorziati e di ragazze madri e ragazzi padre (si dice così? Comunque ci siamo capiti) costringendo i genitori a pellegrinaggi costosi sia economicamente che per il tempo sprecato. La sensazione che se ne trae è di un'armata brancaleone di dirigenti che si accontenta dell'apparenza di un buon agire …

Se, come ho detto all'inizio di questo scritto, siamo, a livello di comunicazione, in un'età di mezzo, non aveva più senso proporre ambedue le soluzioni? Internet per chi è in grado e cartaceo per gli altri. Il risultato è un caos che viene nascosto o minimizzato. File alle segreterie delle scuole che per ora son finite in nulla e son da ripetersi perché il collegamento necessario per iscrivere i figli, appunto non funziona, ore sicuramente non retribuite a questi dipendenti di segreteria che, dopo esser stati ridotti notevolmente di numero, si ritrovano a vivere un'atmosfera sempre tesa con un'agitazione che rovina i nervi e logora decisamente troppo. L'idea del ministro era di snellire? Buona, a parole, ma … della realtà non si rende conto. È una tradizione poi quella del ministero della pubblica distruzione assegnata a incompetenti. Se si pensa alla Gelmini … Mattia Feltri potrebbe scrivere un reportage assai più colorito di quello che ci ha confezionato per il monte dei paschi... ci potrebbe chiedere, per iniziare, alla Guzzanti e lei ci rivelerebbe (lo ha già fatto, ma quel che ha detto è stato troppo ignorato) cosine sorprendenti, e questo solo come antipasto.

Se parlo della Guzzanti qualcuno dirà immediatamente che sono di sinistra. Lo ripeto per l'ennesima volta. Mi tengo fuori dal gioco politico. Il punto è che in Italia, se si vuol annusare qualche verità, si deve ascoltare un comico. Non è bello che accada. È un sintomo di estremo malessere e sembra che in questo senso non sia interpretato.

Per quel che riguarda lo scollamento fra la base e la dirigenza, ognuno di voi, se ci si sofferma un attimo, di esempi ne troverà una marea.

Uno dei più grandiosi, rivelato di recente, riguarda la fabbrica della fFiat che produce il nuovo modello della cinquecento elle in Serbia. Gli operai son trattati come schiavi. Qualche giornalista che si è recato sul posto, lo ha scoperto. Quando ha tentato di intervistarli, non c'è riuscito. Si rischia di perdere il posto. Ecco un altro esempio di dirigenza assurda che rivela oltre il resto la consapevolezza di agire in modo più che scorretto. Si tratta di reati, ma non accade nulla.

e veniamo all'altro Profumo, quello che ha presieduto all'assemblea dei soci ... come ha potuto accettare un incarico puzzolente nel senso che la collusione bancha-politica è chiara e squallida senza attenuanti? come ben si vede, si tratta sempre di questione morale e io, un incarico che giudico immorale, scorretto, non lo accetterei mai.

Ve ne racconto un'altra. Uno studente universitario vede delle situazioni aberranti che certi docenti non si curano minimamente di celare. Cerca di parlarne col rettore. La segretaria gli dice che ora non ha tempo e non può fissargli un appuntamento. La situazione è tuttora in corso … da due anni.

Bene, anzi male. Dopo aver fatto notare questo grande problema del quale mi sembra esista ben poca consapevolezza almeno mediatica, veniamo ad un altro punto.

I soci del monte dei paschi si lamentano. Ma ha senso chiedere l'onestà degli altri quando si sa di non esserlo? È sufficiente pensare a quei sessantasette anni di governo della sinistra sulla città, per sentire puzza di bruciato. L'italiano ama un sistema fintamente morale, ma di fatto laido, basato su nepotismi, raccomandazioni eccetera.

Sarebbe carino che questo popolo iniziasse a rendersi conto che la sua disonestà, anzi, slealtà, anche sulle piccole cose, ha un prezzo che prima o poi si paga.

Chiudo con l'ennesimo esempio. Li adoro perché hanno la capacità di far toccare con mano la situazione.

Sono a Milano. Salgo su un tram semivuoto e cerco di timbrare il biglietto, ma la macchinetta non va. Vado verso il fondo e provvedo con l'altra. Prima di arrivare a Cordusio, la mia meta, il mezzo si è riempito. Ora accade che tanti provano a timbrare e quando vedono che la macchinetta non funziona, si mettono serenamente il biglietto in tasca. Solo una ragazza attende la fermata successiva e, poiché non è riuscita a raggiungere l'altra macchinetta passando fra la folla, scende, rientra dal fondo e fa il suo dovere. Tempo che son arrivato alla mia fermata finale, altri quattro giovani hanno agito così. Ho compreso che tutti coloro che hanno son scesi per risalire e poi timbrare, sono universitari. Età della prima ragione per quasi tutti e forse per questo, età di rabbie. La gente col biglietto vergine ri intascato era mediamente dai quaranta in su.

Quella che vi ho raccontato non è una invenzione. È l'Italia, che anche nelle piccole cose, agisce scorrettamente e poi si lamenta che un castello di scorrettezze alle quali appunto non manca di partecipare, crolli rumorosamente. Il “buco” del monte dei paschi ne è un esempio: l'incompetenza di troppi ministri e onorevoli è parte integrante di questo crollo continuo. Si costruisce con materiale non adatto. Ecco il punto. Non adatto prima di tutto moralmente. Questo è il grande problema italiano che travolge anche la sua capacità di bellezza, fatta, per esempio, di tendenze molto più marcate che altrove alle varie arti. Ma l'artista, che deve partire da una base di onestà, almeno nei confronti di se stesso, è un nemico da annientare per esempio ignorandolo e facendolo passare come un po' pazzerello, in un contesto nel quale l'onestà è solo un'apparenza...

Una bellezza nella diversità linguistica italiana per esempio. Ogni luogo qui ha un caratteristica e un “colore” che sono una miniera. Si deve partire dal basso, dalle fondamenta per costruire. Questo accade per lo scrittore, per il musicista, come per il vero dirigente e questa Italia tagliata in due, con una base che viene semplicemente usata e maltrattata, non può avere un futuro decente.

Questo penso che Mattia Feltri lo sappia bene e lo immagino appunto che si trattiene controvoglia dall'indagare le mille sfumature della seduta dei soci di quella riunione del monte dei paschi. Ma dalla lettura della sua facciata di ironiche informazioni è come se questo materiale inespresso tentasse di far capolino fra le righe ... ma di leggere fra le righe ormai non lo insegnano più e un giornalista per sopravvivere, la realtà non sempre può offrircela nuda e cruda.



ciao

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