tag:blogger.com,1999:blog-22623560450852298872024-03-09T18:47:33.056-08:00IL PIACERE DI LEGGERE E SCRIVEREleggere e scrivere in ambito letterario. Nessuna scuola può insegnarlo. Si tratta di un'esperienza interiore alla quale ci si deve lasciar andare. Abbiamo un tesoro di coerenza e sensibilità in noi, si tratta di sapere come farlo sgorgare, come favorirlo. Potrebbe rivelarsi in un'espressione artistica diversa da quella letteraria, ma è secondario. L'importante è che accada. Con le arti ben fruite, si impara a fare e questo, appaga profondamente....
mail personale graziekafka@gmail.comUnknownnoreply@blogger.comBlogger194125tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-7736818171078348422022-08-11T03:11:00.007-07:002022-08-14T07:04:44.424-07:00"LA FLAGELLAZIONE" di Piero della Francesca<p><span style="font-size: large;">Un altro saggio su questo argomento ... un altro fra centinaia, diranno in tanti, ma ho un preciso motivo per aver deciso di scriverlo. Di solito aggiungo "nel mucchio" del mondo solo quando ritengo di aver qualcosa da dare. </span><span style="font-size: x-large;">Ho letto quel che altri pensano di quell'opera e ritengo che predomini un errore nell'interpretazione di un particolare, che per me invece è chiarissimo e da questo si stratificano le complicazioni interpretative. Mi riferisco ai piedi scalzi del personaggio centrale della parte destra della composizione. </span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6HbGk5cK4vXpS_uNzq5iWBacADdnUGAf-NR-lImMdZv7bu2M6dx5xnIX7hJD_7khXS73FS3FZNSU6b3EFSDG9ndFr84qyZiUuRBgvUV5TkH8YCtm_rSM2BkZPFqtzzwtSmsjYm02joF63cLLjMRvh37dHNA7Nq2qcfp8_zoGFIeS3wktmCTJEomSz/s3513/20220811_092925.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1212" data-original-width="3513" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6HbGk5cK4vXpS_uNzq5iWBacADdnUGAf-NR-lImMdZv7bu2M6dx5xnIX7hJD_7khXS73FS3FZNSU6b3EFSDG9ndFr84qyZiUuRBgvUV5TkH8YCtm_rSM2BkZPFqtzzwtSmsjYm02joF63cLLjMRvh37dHNA7Nq2qcfp8_zoGFIeS3wktmCTJEomSz/w640-h220/20220811_092925.jpg" width="640" /></a></div><span style="font-size: x-large;">Nel medioevo e quindi anche nel Rinascimento che si pone sia come sua fine che contemporaneamente come l'inizio di qualcos'altro, l'abbigliamento aveva un significato diverso da quello attuale, talmente diverso da riuscire difficile abituarsi a quella per noi inusitata forma mentale anche quando se ne prende atto dalle leggi suntuarie e da validissimi studi sulla storia dell'abbigliamento. Per esempio, quando si riceveva un incarico anche non di rilievo a questa corrispondeva si un contratto, ma anche un abito. A noi ne rimane traccia nel vocabolo "divisa" che ci fa venire in mente ormai solo i militari. </span><p></p><p><span style="font-size: x-large;">... poi ... come è fondamentale per l'arte europea medievale e rinascimentale avere a disposizione un testo lapidario, un florario e un bestiario per cogliere il livello simbolico di piante animali e pietre, così serve, una certa conoscenza di storia dell'abbigliamento. In più, è una miniera sorprendente utile una certa overdose di cultura generale. Un esempio; sempre per Piero, la "Morte di Adamo" di Arezzo risulta incomprensibile se non si conosce l'opera di Jacopo da Varagine e una bella dose di mito da "pescare certamente in Ovidio ma non solo, perché altrimenti i due personaggi sulla estrema sinistra, Ercole e Alcesti, rimarrebbero enigmi. </span></p><p><span style="font-size: large;">Descrizione dell'opera</span></p><p><span style="font-size: large;">Immaginiamo che dalla bocca del personaggio barbuto posto in primo piano nella parte destra del dipinto, parta la classica nuvoletta dei fumetti. La nuvoletta non contiene parole come oggi, ma una immagine che rappresenta quelle parole. Nella nuvoletta poniamo il quadrato a sinistra che contiene la flagellazione, colonne incluse. </span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><span style="font-size: large;"><br /></span><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbxQaJaw5KnwBwVvILvob0wJ-Zf1_H86TYJUjWyQzRGAS4OWGsvJqVQUef5Wb75c_Pep9fkycAjg8AcYpmsxM-LqZ3_qZrlL3XJQ9YEhLUpavrz_tmNft6EXX9CO1tIK12LNyMS3wbCF8jZCJRPs3ntBZGY_D7_e8F-uql1yHUN4UXehs2C5LjknmW/s188/20220811_143148.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="188" data-original-width="166" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbxQaJaw5KnwBwVvILvob0wJ-Zf1_H86TYJUjWyQzRGAS4OWGsvJqVQUef5Wb75c_Pep9fkycAjg8AcYpmsxM-LqZ3_qZrlL3XJQ9YEhLUpavrz_tmNft6EXX9CO1tIK12LNyMS3wbCF8jZCJRPs3ntBZGY_D7_e8F-uql1yHUN4UXehs2C5LjknmW/w565-h640/20220811_143148.jpg" width="565" /></a></div><br /><p><span style="font-size: large;">Definisco immediatamente i tre personaggi in primo piano a destra poi spiegherò perché la penso così. Il barbuto con gli stivaletti chiari, Giovanni VIII Paleologo, la figura centrale scalza, un angelo, la persona a destra Giovanni Bacci. </span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj11YSMPsl3DYYNQnZ7q4AJXECKt0WlhlSU0HjnN798-YDrMaZF0dP5XZKNawS4d51QEGsij8Jk2maG8EV5mTu4kIOnPVUsd7sEc-azHTmjnZEU_pdy0lgM3PWGCKpA1uql4EmdsAMSFd5Li7kqtRKSpmXeivAwHfC67cxgLFL3i7VuD_SLGVYd14XW/s3068/20220811_143218.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3068" data-original-width="2301" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj11YSMPsl3DYYNQnZ7q4AJXECKt0WlhlSU0HjnN798-YDrMaZF0dP5XZKNawS4d51QEGsij8Jk2maG8EV5mTu4kIOnPVUsd7sEc-azHTmjnZEU_pdy0lgM3PWGCKpA1uql4EmdsAMSFd5Li7kqtRKSpmXeivAwHfC67cxgLFL3i7VuD_SLGVYd14XW/w480-h640/20220811_143218.jpg" width="480" /></a></div><span style="font-size: x-large;">Cosa significa la parte sinistra che ho posto nel fumetto? ... "leggo" le immagini e le trasformo in parole: Cristo = il Cristianesimo (ortodossi + cattolici) viene flagellato dai turchi (i due personaggi di schiena). La persona seduta è l'imperatore Giovanni VIII Paleologo che nell'opera è quindi rappresentato due volte, a sinistra col cappello imperiale, a destra senza perché così si può realizzare un dialogo alla pari. Poi chiarisco bene. L'edificio vuol dire, come in un rebus, Impero romano (d'oriente); si tenga conto che le insegne imperiali del celebre impero romano le aveva il trono di Costantinopoli poi, per parentela finirono a Kiev, poi Mosca e infine San Pietroburgo ... "zar" è la contrazione di "Caesar" ... </span><p></p><p><span style="font-size: large;">I turchi sono due e di spalle. Li si riconosce uno per il turbante e l'altro per il curioso copricapo blu e rosso. Vi è una terza persona che vediamo in viso e che allunga la mano verso il nodo nascosto dei polsi di Cristo. Questi è un romano, servo di Pilato che in questo rebus ha l'aspetto di Giovanni VIII. </span></p><p><span style="font-size: large;">Trasformazione dell'immagine in parole: gli INFEDELI STANNO FLAGGELLANDO IL CRISTIANESIMO ED IO, (GIOVANNI VIII imperatore romano), NON SONO IN GRADO DI DIFENDERLO. AIUTATEMI. </span></p><p><span style="font-size: large;">Alcuni studiosi hanno interpretato lo scranno sul quale il Paleologo siede, come un faldistorio (seggio mobile pieghevole utilizzato dal vescovo nelle situazioni ceimoniali in cui, essendo prevista una sistemazione laterale rispetto all'altare, non è possibile utilizzare la cattedra fissa posta in fondo all'abside). Si tratta invece della sella curulis, altrettanto pieghevole ed utilizzata solo ed esclusivamente dall'imperatore romano. Se quella rappresentata nel quadro non è troppo somigliante da come oggi sappiamo che fosse, è perché al tempo di Piero si sapeva che era pieghevole e poco più (l'imperatore era anche soldato e portarsi in giro un trono era lievemente scomodo come andare a funghi con i tacchi a spillo....). Quindi ... sella curulis = imperatore. </span></p><p><span style="font-size: large;">Differenza di copricapo nelle due rappresentazioni del Paleologo. Non si poteva parlare con l'mperatore se era in trono. in questo caso era una ostensione, veniva mostrato. I riti di corte bizantini erano veramente particolari ed in occidente si conoscevano. Nella rappresentazione del Paleologo nel lato destro egli non è a capo scoperto perché sarebbe un atto di umiltà che lui rivolge solo alla divinità e ai santi. Ha quindi un copricapo fiorentino e non ci sono gradini che lo innalzano. Abbiamo da sinistra, un ortdosso (Giovanni VIII) un angelo (valido per ambedue le versioni del cristianesimo, e un cattolico romano (Giovanni Bacci). Concentriamoci ora su loro tre. Il Paleologo sta parlando, è concentrato e ha le labbra socchiuse. </span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisXuDLDWY1iak2PLMFIaFlP7ZqBB5zQPg4QLJdfAaHMGfbEhU0-n3aQ-Ejwy6_ZL7tzzSBwRWOsy5hXZaO8AT6983LC5OmvAh-V5E8HwOffiFs8D9y02QT0tgbue-pkVaBCvD1ptuRuklR09pXTk1OetewyEAKyZdRSs369ZG5MdpfiM1N5byPMUfm/s3546/20220811_143443.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3546" data-original-width="3072" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisXuDLDWY1iak2PLMFIaFlP7ZqBB5zQPg4QLJdfAaHMGfbEhU0-n3aQ-Ejwy6_ZL7tzzSBwRWOsy5hXZaO8AT6983LC5OmvAh-V5E8HwOffiFs8D9y02QT0tgbue-pkVaBCvD1ptuRuklR09pXTk1OetewyEAKyZdRSs369ZG5MdpfiM1N5byPMUfm/w554-h640/20220811_143443.jpg" width="554" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsrU-7IaUE3oj1W2fU_mm1tZd9VrjiCRCQZK6mUg8iE9tVikRPcc6I4pd5MlaBjabGGltNgZUz9vobAh4oMTmU1OXaEnh_V1BrEf2ipbddrfjTbYp5vTeNKaQYoVTmWpB79O6ait-aHov2hkHVn0nGdSW-TTXul6gXESwxX48rangUU9D-IyXZPnkM/s3257/20220811_093654.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2007" data-original-width="3257" height="394" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsrU-7IaUE3oj1W2fU_mm1tZd9VrjiCRCQZK6mUg8iE9tVikRPcc6I4pd5MlaBjabGGltNgZUz9vobAh4oMTmU1OXaEnh_V1BrEf2ipbddrfjTbYp5vTeNKaQYoVTmWpB79O6ait-aHov2hkHVn0nGdSW-TTXul6gXESwxX48rangUU9D-IyXZPnkM/w640-h394/20220811_093654.jpg" width="640" /></a></div><span style="font-size: x-large;">Veniamo al metalinguaggio. Le mani si muovono per rinforzare il parlato. Osserviamo ora le mani di Giovanni Bacci. Oreciso che per comprenderle serve un buon ingrandimento che ho qui allegato.</span><p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ-IqrowMU17a7VYG4OgP5ahEDFYOmTjsSf3BRxnUyTtR0rzO2laW22wQ4nzaS9iVbF-0CW9IYaEnPJDGXKliCS2Ezy_M-kU2-h7QOP430rzd7cT0KQZacT59aUVp8xoa9iNd_16BFYfYqvzTQJO0hjrrEv0AWeqsy6RZK1XhTuh1v-TUshpWA3v1Q/s1952/20220811_143859.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1886" data-original-width="1952" height="618" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ-IqrowMU17a7VYG4OgP5ahEDFYOmTjsSf3BRxnUyTtR0rzO2laW22wQ4nzaS9iVbF-0CW9IYaEnPJDGXKliCS2Ezy_M-kU2-h7QOP430rzd7cT0KQZacT59aUVp8xoa9iNd_16BFYfYqvzTQJO0hjrrEv0AWeqsy6RZK1XhTuh1v-TUshpWA3v1Q/w640-h618/20220811_143859.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWRtrBNuWkfPpQVAGX3MivPRcYZ8-U1Ob0pkGduRduM8Elv4-RZ7MmG97y2kNbM2YgcXZMglnC0STydOMLMx1m5jA0wYA9lE7caDVXAXwcdCtBniHxyfMRkwGQWXoppYzRKjwIDyjyglEaZkbtK5Jq6TI7pt6RxWKIcYeG8POk3t5Hx2X_lfP2VQ4D/s4128/20220811_093519.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4128" data-original-width="3096" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWRtrBNuWkfPpQVAGX3MivPRcYZ8-U1Ob0pkGduRduM8Elv4-RZ7MmG97y2kNbM2YgcXZMglnC0STydOMLMx1m5jA0wYA9lE7caDVXAXwcdCtBniHxyfMRkwGQWXoppYzRKjwIDyjyglEaZkbtK5Jq6TI7pt6RxWKIcYeG8POk3t5Hx2X_lfP2VQ4D/w480-h640/20220811_093519.jpg" width="480" /></a></div><span style="font-size: x-large;">Ha i pollici all'interno della cintura che è sotto una discreta panza. Tipico atteggiamento di chi è concentrato e disposto all'ascolto quindi in attesa. Ora l'angelo: per noi che osserviamo il braccio sinistro è lungo il corpo, inerte, quindi senza messaggio. </span><p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhps4BjYTltfXQNeYWQHNkC1PbRcTvAuHRZqK0NMSE7xR3E95qJ_lcGpwAcx4crV8TqchpbSdnN1P1GrNhvluncuM_Ej6cRHmeNxQqcZMUMQUrl361VKE5-jJ33jJKrKgpRqiWO7ENLMdhTzyRMQr_Hmmgm8xd4UcMXgLBg_KikKMgpoisZ-Lz7E5o9/s4096/20220811_143622.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4096" data-original-width="2930" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhps4BjYTltfXQNeYWQHNkC1PbRcTvAuHRZqK0NMSE7xR3E95qJ_lcGpwAcx4crV8TqchpbSdnN1P1GrNhvluncuM_Ej6cRHmeNxQqcZMUMQUrl361VKE5-jJ33jJKrKgpRqiWO7ENLMdhTzyRMQr_Hmmgm8xd4UcMXgLBg_KikKMgpoisZ-Lz7E5o9/w458-h640/20220811_143622.jpg" width="458" /></a></div><span style="font-size: x-large;">Il piede corrispondente è indietro. Il lato destro, posizione attiva, mano sul fianco che aiuta a rendere la postura eretta e da idea di azione.</span><p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVyUZE9gEpPp0UqlYlbALybYRpzxqIUwXo9SOcwK0US_EmheDiUL3pYtdbmgbmDl8LXbUgdeFXsb21Wm4nbTUUGAeA7vp0JuWVafVoJQG-CyzASOUnWCteOwoumwqYaEpHB5CUyIRU9GIlf_tg7vGcPsh8GUgh8jPNCKIbWgngX8rIPsNofln1jHn1/s3068/20220811_143218.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3068" data-original-width="2301" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVyUZE9gEpPp0UqlYlbALybYRpzxqIUwXo9SOcwK0US_EmheDiUL3pYtdbmgbmDl8LXbUgdeFXsb21Wm4nbTUUGAeA7vp0JuWVafVoJQG-CyzASOUnWCteOwoumwqYaEpHB5CUyIRU9GIlf_tg7vGcPsh8GUgh8jPNCKIbWgngX8rIPsNofln1jHn1/w480-h640/20220811_143218.jpg" width="480" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil04MkSr1Aqw9V2WGKFhY8js0DSSLgj6GoygpBjxaxcVxNxEIrog8Va2pMWt_-mX10z30KTE0qjJOMG4seuGpVZJekrtul34tnTVu1GFGeuVShd1IkPPHMdIgE4tokgfA1K_0KjwLjXKpI4O9BLuQt4Y6RVCb6yOmgvd7eCJof-DHVLRvXDUtEX5GS/s3513/20220811_092925.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1212" data-original-width="3513" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil04MkSr1Aqw9V2WGKFhY8js0DSSLgj6GoygpBjxaxcVxNxEIrog8Va2pMWt_-mX10z30KTE0qjJOMG4seuGpVZJekrtul34tnTVu1GFGeuVShd1IkPPHMdIgE4tokgfA1K_0KjwLjXKpI4O9BLuQt4Y6RVCb6yOmgvd7eCJof-DHVLRvXDUtEX5GS/w640-h220/20220811_092925.jpg" width="640" /></a></div><span style="font-size: x-large;">Piede destro in avanti quasi a contatto con quello di Giovanni Bacci. Si coglie comunque immediatamente che l'angelo è più vicino al cattolico ... e in questa opera nulla è dato al caso. La lettura immediata è che l'angelo appoggia il cattolicesimo che non deve scendere a compromessi con gli ortodossi ma comunque riassorbirli (= unificare le due chiese) e aiutarli. Piccola precisazione: l'esito del Concilio di Basilea-Ferrara-Firenze (sedi cambiate per sfuggire alla peste) fu quello di unificare le due versioni del cristianesimo, ma senza modifiche fastidiose per i cattolici. Di fatto erano gli ortodossi ad essere in braghe di tela ... accadde poi che quando i documenti del Concilio arrivarono a Bisanzio, i religiosi ortodossi lo rifiutarono sdegnati. </span><p></p><p><span style="font-size: large;">Perché sono sicuro che il personaggio centrale sia un angelo?</span></p><p><span style="font-size: large;">Perché non è possibile essere scalzi se si ha un vestito così raffinato. Scalzi o con gli zoccoli erano i poveri e basta. Quell'essere scalzi ha evidentemente un livello simbolico. Immaginiamo di osservare realmente quel dialogo. Si vedrebbero solo il Paleologo, Giovanni Bacci e lo sfondo cittadino e si udirebbero le parole ma non si vedrebbe la scena della flagellazione che le rappresenta. Ora immaginiamo che la Divinità ci dia un potere dei suoi ed ecco che vedremo l'angelo che come un ambasciatore appoggia la posizione cattolica per conto nientepopodimeno che del Grande Capo Assoluto. Gli ambasciatori divini hanno bisogno di parlare ? no. influenzano gli eventi per mezzo di visioni (Mosè di Michelangelo) o portando i contendenti sulle sue posizioni spesso senza che questi nemmeno si rendano conto di essere guidati. </span></p><p><span style="font-size: large;">Perché ritengo che il personaggio all'estrema destra sia Giovanni Bacci?</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfjMPjP0WIwus4YVoV85tzbYhzWKJ3-jL1ktAwg3kOvjuhXzNxvsqcj_Alku4LzVS9R19QJgGwIU8xVZebPF7LqFG_TN6o349XFBiBSZX7_zihyZHEJTHaurYKMPf94S6fFdpCoCLjZfJCp1hgXlrcUPcjP_we2Q4b-0i_m5Wv5UGNZue2L0DqCo74/s2220/20220811_093011.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2220" data-original-width="1848" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfjMPjP0WIwus4YVoV85tzbYhzWKJ3-jL1ktAwg3kOvjuhXzNxvsqcj_Alku4LzVS9R19QJgGwIU8xVZebPF7LqFG_TN6o349XFBiBSZX7_zihyZHEJTHaurYKMPf94S6fFdpCoCLjZfJCp1hgXlrcUPcjP_we2Q4b-0i_m5Wv5UGNZue2L0DqCo74/w532-h640/20220811_093011.jpg" width="532" /></a></div><span style="font-size: x-large;">La somiglianza con altri ritratti, il ruolo avuto al concilio di Basilea-Ferrara-Firenze, l'amicizia col Bessarione, la stoffa non italiana (broccato a melograni) rivestita di pelliccia, lusso estremo che il Bacci poteva permettesi, lui ricco commerciante aretino la cui famiglia commissionò le storie della vera croce in san Francesco, ma che di fatto rappresentava un incarico. Non si trattava di un commerciante comune ovvero semplicemente ricco. Il Bacci vestiva così perché si trattava della sua "divisa" del momento. Non dimentichiamo l'esigenza di vestire in certi modi già presente nell'antica Roma, per rendere immediatamente esplicito il ruolo che si svolge. Si noti che sulla spalla non in vista pende una fascia rossa. Egli aveva evidentemente un incarico all'interno del Concilio e per questo Piero lo scelse nella rappresentazione. Perché lui e non altri? Perché si conoscevano, si stimavano profondamente ed avevano molti amici ed argomenti in comune, in più era una delle star del Concilio di cui si voleva parlare. Trovo non sia assurdo considerarlo anche il committente.</span><p></p><p><span style="font-size: large;">Il falso problema della doppia rappresentazione del Paleologo ... è appunto falso. Osserviamo il già citato affresco della morte di Adamo e vedremo Adamo due volte ... perché accade nel caso della morte di Adamo? Perché senza soluzione di continuità partendo da destra, abbiamo quattro scene; tre di queste sono parte della trama come descritta da Jacopo da Varagine e la quarta è un'aggiunta simbolica (Ercole e Alcesti = prova mitica della possibilità di tornare dal segno di morti = resurrezione) che apparentemente sembra far parte della terza. Ne la Flagellazione di Pietro abbiamo dunque un dialogo contemporaneo al pittore a Giovanni Bacci e all'imperatore, nella scena destra, e il contenuto del discorso dell'imperatore trasformato in immagine nella parte sinistra.</span></p><p><span style="font-size: x-large;">Piedi nudi? Come mai questa scelta?</span></p><p><span style="font-size: x-large;">Corrisponde al nudo in generale come dimensione divina mutata dal mito. Si osservino il "concerto campestre" di Tiziano (Giorgione?) e "amor sacro amor profano" di Tiziano. I nudi ... divinità. Nel primo le muse, nel secondo Venere. La nudità definisce il divino. In quei quadri stiamo osservando delle visioni in atto. </span></p><p><span style="font-size: large;">Angelo senza ali ... ma è possibile?</span></p><p><span style="font-size: large;">ja !!! vedere nel Giudizio Universale di Michelangelo e valutare anche le interpretazioni bibliche che all'epoca del primo rinascimento si nutrivano ormai anche delle interpretazioni ebraiche. Nella Bibbia i vari -el, Gabri-el, mich-el, erano angeli e le ali sono un modo pittorico per rappresentare la loro capacità di volare. Servono le ali per volare? direi non sempre ... io quando prendo l'aereo non indosso ali, le ha comunque il mezzo che mi permette di volare e quindi con un atto di fantasiapotrei rappresentarmi con ali di aeroplano ... le ali sono semplicemente simbolo della capacità di volare o meglio, passare dalla dimensione divina quella umana e ritorno. </span></p><p><span style="font-size: large;">Un esempio pittorico simile nel qualcun concetto viene rappresentato con un artificio ... Assunzione della Vergine in cielo. Spesso dentro la tomba aperta si vedono fiori. Ma cosa si voleva rappresentare con quei fiori? un profumo ... poichè le tombe dei santi appunto profumavano e spesso per questo le si riconosceva fra molte. provatevi ora a dipingere un profumo ... </span></p><p><span style="font-size: large;">Ebbene, l'angelo di Piero non è appena giunto e ripartirà subito come quello dell'annunciazione che doveva lasciare un breve messaggio, attendere un ancor più breve risposta e portarla al Grande Capo. L'angelo di Piero è presente al Concilio e come quello di Anatole France ne "la rivolta degli angeli", probabilmente le avrà messe in un armadio. Immaginate di arrivare in moto con tuta e casco a Milano e poi a sera sapete già che dovrete andare alla Scala. Vi cambierete o ci andrete con casco da coleottero di design e tutona stile bebè spaziale? ... vi cambierete ... non c'è dubbio ... le ali servono per volare, e in quel frangente il suo lavoro di manipolazione dell'esito del concilio che non sarà breve ... non le richiede. Un'altra osservazione sul presupposto angelo .... ha decisamente la faccia da angelo ... in più tre angeli della Madonna Williamstown vestono nel medesimo modo e quello a destra pure nel medesimo colore. Deduzione ... quello era il look da angelo secondo Petro de Burgo (foto subito sotto)</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbaZjC87fmUn40ZyO3-o2zUcmqa7d9vSepKNM36JCj7fucFl-z6lwWDdRbeXz5yKhqD2-oS6eqi06d_srApmOMZkOhDd55DptAncJoGB6TpbbC9jqHoQIZditPNl0e4CCuEPGh2uZYm0rQ9gIGv7GY5f2hflkkLM_MpZgRQ-cgJkLNKooyYNWDd2AV/s342/250px-Piero,_madonna_col_bambino_e_4_angeli,_clark_art_institute.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="342" data-original-width="250" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbaZjC87fmUn40ZyO3-o2zUcmqa7d9vSepKNM36JCj7fucFl-z6lwWDdRbeXz5yKhqD2-oS6eqi06d_srApmOMZkOhDd55DptAncJoGB6TpbbC9jqHoQIZditPNl0e4CCuEPGh2uZYm0rQ9gIGv7GY5f2hflkkLM_MpZgRQ-cgJkLNKooyYNWDd2AV/w293-h400/250px-Piero,_madonna_col_bambino_e_4_angeli,_clark_art_institute.jpg" width="293" /></a></div><br /><span style="font-size: large;"><br /></span><p></p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFGO3bq1v762m78O_q6_85UQs30s9NYze-V8svNN-_6sGjvHqCMInsTnTGJpV0hVmzKx-Mxk1aUCBev4ZhL_VE6N4xUMpsPq3pYGKQwgZxQY8Ur-U0UjXmPYn2TMop6WmxypOssoYcs_sCjZWyolIklOiSvYGtWOzBtvg-uFHipaRyhni_m_pwzNSI/s3343/20220811_143502.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3343" data-original-width="3072" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFGO3bq1v762m78O_q6_85UQs30s9NYze-V8svNN-_6sGjvHqCMInsTnTGJpV0hVmzKx-Mxk1aUCBev4ZhL_VE6N4xUMpsPq3pYGKQwgZxQY8Ur-U0UjXmPYn2TMop6WmxypOssoYcs_sCjZWyolIklOiSvYGtWOzBtvg-uFHipaRyhni_m_pwzNSI/w588-h640/20220811_143502.jpg" width="588" /></a></div><br /><span style="font-size: large;">Se osserviamo gli angeli della Natività della National Gallery di Londra ...</span><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYaa-pqAg6IStFxNKf3yI51Uyiz6h2mvVajIJ_8q5Q92E5iPaUIssALhn5S9KBDLM-CcWncFv38_UdWO2pwOnu3Hfy-SS1PKUGwjyft94l78n2i4ERIXrmBdVH2dyB69WEPBDWsR9II3KjDbluC19yzO25oq9L2OlNkvWEPn3MPurKOI9Ne-ubmaC-/s979/20220814_152020.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="979" data-original-width="720" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYaa-pqAg6IStFxNKf3yI51Uyiz6h2mvVajIJ_8q5Q92E5iPaUIssALhn5S9KBDLM-CcWncFv38_UdWO2pwOnu3Hfy-SS1PKUGwjyft94l78n2i4ERIXrmBdVH2dyB69WEPBDWsR9II3KjDbluC19yzO25oq9L2OlNkvWEPn3MPurKOI9Ne-ubmaC-/w470-h640/20220814_152020.jpg" width="470" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd39DZVpqzGYjWtS0oWBHd9foaZP8IvrmOE2xB7nX_F_-k5J2UKR3190Gf-9xdhJN7Ev4A2j2_J70PJulutjWJjSAoB_TJJPICz56U1WQvqJzdm7_m4Xx6PbC9_aPrVePwkWvcF9XAKFoDWMvVdrjx5lJzobYBVLtMcHdrFijn_rkv_BKex14d1fND/s978/20220814_152009.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="978" data-original-width="720" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd39DZVpqzGYjWtS0oWBHd9foaZP8IvrmOE2xB7nX_F_-k5J2UKR3190Gf-9xdhJN7Ev4A2j2_J70PJulutjWJjSAoB_TJJPICz56U1WQvqJzdm7_m4Xx6PbC9_aPrVePwkWvcF9XAKFoDWMvVdrjx5lJzobYBVLtMcHdrFijn_rkv_BKex14d1fND/w472-h640/20220814_152009.jpg" width="472" /></a></div><br /><span style="font-size: large;">(Dei 5 rappresentati ho scelto quelli più esterni perché evidenziano quel che sto dicendo), vedremo che, senza ombra di dubbio non hanno ali. Come spiegare questa scelta di Piero? Osserviamo per esempio che, nella Madonna di Senigallia, in quella di Williamstown e nella pala di Montefeltro di Brera (quella famosa con la pectinidae e la perla che pende (non un 🥚 di struzzo...🤭 come nella pala di san Zeno ...) Maria non ha l'aureola ... sommiamo ⚓ un altro particolare particolare che spiego con una domanda: sempre nella pala di Montefeltro i quattro angeli hanno le ali?</span></div><div><span style="font-size: large;">Le noteremo solo se le cerchiamo .... e son ridotte alla parte più alta che svetta di un minimo nei soli due angeli di sinistra. </span></div><div><span style="font-size: large;">Il punto è il seguente. Piero della Francesca stava trasformando un poco alla volta le scene sacre in scene che somigliassero sempre di più alla quotidianità. Maria sarà sempre più simile a noi comuni mortali, Gesù bambino sempre più un bimbo reale e non celestiale. Un altro particolare che troviamo per esempio nella pala di Montefeltro</span></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZYUB5akQyELrxNd3DZn3xqLIvipQLafMdRFqMJhURQgXFqd9aW-4otvBLYqQ4KLvUK2n_ZdiJLzP5D6L2036HDBMhLXBqXWSPzsWgdopFiePVQM2RgBDL6B1-FHW5o1C0qnNFIUTQEeNclSp7977nb3RrZt0rqka8NLRl6rv265CkGYaFmD-eOjvn/s2788/20220814_155738.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2788" data-original-width="2714" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZYUB5akQyELrxNd3DZn3xqLIvipQLafMdRFqMJhURQgXFqd9aW-4otvBLYqQ4KLvUK2n_ZdiJLzP5D6L2036HDBMhLXBqXWSPzsWgdopFiePVQM2RgBDL6B1-FHW5o1C0qnNFIUTQEeNclSp7977nb3RrZt0rqka8NLRl6rv265CkGYaFmD-eOjvn/s320/20220814_155738.jpg" width="312" /></a></div><span style="font-size: x-large;">e in quella di Senigallia </span></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO_YKiUlvKauj8EFh8FtMYMz1PqsEidledK90AmscX_aGHwDfpIyKOg4jyzWyGY8vQ1gkFccF0rYUa05s0n_Neqn-psTvjkdkFU82azcr6EY7plY-Aiibynr7TnKd8AHhKwcCdTr_i0cr0kqZy5JzbRFliZUOEgxTifaWXR11b43ZBffI3XSvvS7q4/s2168/20220814_155815.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1566" data-original-width="2168" height="231" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO_YKiUlvKauj8EFh8FtMYMz1PqsEidledK90AmscX_aGHwDfpIyKOg4jyzWyGY8vQ1gkFccF0rYUa05s0n_Neqn-psTvjkdkFU82azcr6EY7plY-Aiibynr7TnKd8AHhKwcCdTr_i0cr0kqZy5JzbRFliZUOEgxTifaWXR11b43ZBffI3XSvvS7q4/s320/20220814_155815.jpg" width="320" /></a></div><span style="font-size: x-large;">ci dimostra questo intento, e mi riferisco al corallo al collo del sacro bambino. Questo oggetto non è un simbolo della passione di Cristo. Era un amuleto molto in uso in Campania (aveva questo ruolo ⚓ ai primi del XX° secolo), che si diffuse in tutto il sud e nel centro della penisola. Qualcosa di addirittura non cristiano poiché g</span><span style="font-size: x-large;">ià nell'antica Roma lo si usava per i bimbi per proteggerli da incubi, crisi epilettiche e per aiutarli durante la crescita dei primi dentini ....</span></div><div><p></p><p><span style="font-size: large;"><br /></span></p></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-12212568192778455492022-08-10T05:08:00.228-07:002023-01-25T12:34:00.079-08:00MEDITAZIONE SU "LOLITA" DI NABOKOV<p><span style="font-size: large;">L'otto agosto di questo torrido 2022, mi son svegliato da sogni inquieti ma non mi ero trasformato in un mostruoso insetto. (si badi, <span style="color: #2b00fe;">trasformato</span> perché die Verwandlung non vuol dire la Metamorfosi. Il bel pasticcio fu prodotto da intellettuali, non certo da artisti ... il titolo, "la metamorfosi", poi alla seconda riga del racconto troviamo il verbo verwandelt = trasformato, che è stato tradotto in modo corretto. Ma trasformazione e metamorfosi, alla pelle nervosa, quasi di cristallo e sensibilissima di un'anima sveglia ... fa venir brividi assai diversi ... e alcuni "geniacci" volevano pure tradurre verwandelt con metamorfosato, vocabolo che chiaramente è la masturbazione mentale di una nullità. Del resto si sa che l'artista vive, soffre e scrive o dipinge o compone ecc, mentre il critico come l'avvoltoio si nutre del corpo esausto dell'opera grande che ha un tale potere, se letta da persone leali, da aiutare a definire la realtà, a renderla sopportabile ...)</span></p><p><span style="font-size: large;">Ebbene, mi son svegliato verso le sei di mattina. Lolita, il mio tredicenne beagle, mi ha dato il buongiorno come solo lei sa fare e ci siamo preparati per la consueta passeggiata nel bosco poiché causa l'ora, il clima è ancora paradisiaco.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGK_yj9MARk1h9onwA5nK3wbwpVtKV87cWurxX40atnlxRNdIVB8ukehQd2XA1Xbv5EJ5KT5qdSX6SF0oSr6dvRFqmYvEsJkuVZ5IPANvXzyBUXz647NVZqCFllBZh_nBitN-opVVJOhXcqhCcGdxEUKDGn5K9umr1huKngLh3w_I4jbRu_J96bnmw/s1162/20220810_191126.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1162" data-original-width="720" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGK_yj9MARk1h9onwA5nK3wbwpVtKV87cWurxX40atnlxRNdIVB8ukehQd2XA1Xbv5EJ5KT5qdSX6SF0oSr6dvRFqmYvEsJkuVZ5IPANvXzyBUXz647NVZqCFllBZh_nBitN-opVVJOhXcqhCcGdxEUKDGn5K9umr1huKngLh3w_I4jbRu_J96bnmw/s320/20220810_191126.jpg" width="198" /></a></div><span style="font-size: large;">Poi la vecchia cucciola, si è dimostrata più pimpante del solito e allora l'ho caricata in auto e ci siamo recati al mio bar preferito. Dai tavoli esterni si vedono le navi passare. Dopo aver visto da fanciullo i giganti del porto di Amburgo e Kiel diretti in Sudamerica e grandi come solo nelle favole è possibile, eccomi felice di barchette che ad Amburgo sarebbero forse scialuppe di </span><span style="font-size: x-large;">salvataggio. </span><p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiymZYR7fjHVolSQnYBpr0TutJqn1UjL42V08E8IFy5vHWDUYzXaBXN2ce9hFRQj1v-BiZKcBTeDR2-8IzJouejKRbYHQXVfAFvxQ9Q4Iyo8v3QcZTrY5qncaGCmW21s6qZhJuXYYqOyMIX4BB6TTllRfva8t3tb-ZQhMho3eHYfuT1xbcbmge_0IpD/s4128/20220810_080951.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3096" data-original-width="4128" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiymZYR7fjHVolSQnYBpr0TutJqn1UjL42V08E8IFy5vHWDUYzXaBXN2ce9hFRQj1v-BiZKcBTeDR2-8IzJouejKRbYHQXVfAFvxQ9Q4Iyo8v3QcZTrY5qncaGCmW21s6qZhJuXYYqOyMIX4BB6TTllRfva8t3tb-ZQhMho3eHYfuT1xbcbmge_0IpD/s320/20220810_080951.jpg" width="320" /></a></div><span style="font-size: x-large;">Che emozione quando da Catania arriva la nave carica di container che sembrano tanti lego colorati e il paesino, che si chiama Porto Corsini per una ventina di secondi va quasi completamente in ombra. In quel frangente che raramente mi è capitato di gustare, il mio ritorno ad un momento dell'infanzia era completo e mi son ritrovato sempre ad indugiare sorpreso che pa' non fosse seduto di fianco a me sorridente della mia fatale meraviglia.</span><p></p><p><span style="font-size: large;">Dunque. Arrivo, parcheggio, Lolita scende ed entriamo nel locale che sul lato dell'ingresso è tutto vetri. Dentro, vicino alla cassa, c'è un barboncino grigio scuro che è una elegante bomba di vitalità. Lolita è un'anziana signora tranquilla. Ama relazionarsi ma con calma, quindi fa la ritrosa. Io accarezzo il barboncino che è così morbido che sembra sciacquato con un ammorbidente di alta qualità e la signora mi conferma che è stato lavato da poco. Mi chiede il nome della ritrosa Lolita, lo dico e spiego che l'ho chiamata così perché quando, all'età di tre anni l'ho salvata dalle grinfie di un cacciatore di cinghiali, sembrava una cucciola. I bambini del vicinato non credevano alla sua età e allora Lolita, come uno dei soprannomi della celebre Dolores Haze, mi sembrò il nome adatto, perché per me era irresistibile la sua dolcezza e stavamo andando in simbiosi. Mentre parlavo avevo notato, appoggiati i gomiti al bancone, una personcina con pantaloncini corti non aderenti a fiori sull'azzurro e un top, non troppo corto della medesima mussolina romantica e leggera. Nel sentire il nome Lolita si è girata e guardava un po' il cane e un po' me. Aveva occhiali particolari, colorati, abbastanza appuntiti sulle tempie e ho detto senza quasi pensarci. "e tu hai degli occhiali da Lolita" anche se, ho poi pensato, nel celebre film secondo me mal fatto, sono rossi e a cuore e nella realtà del romanzo sono neri. Lei ha risposto "peccato che non abbia più l'età per essere una lolita ..." ho sorriso sconcertato. lei è uscita con la sua colazione in mano e io ho atteso la mia al banco. Ho sempre la risposta pronta. In questo caso mi aveva bloccato la sensazione che la ragazza, chiamiamola Laura in omaggio a Petrarca, avesse torto. Non essendo in grado con certezza assoluta di poterle fare il dono di riabilitarla al rango di Lolita, ho taciuto, ma il cervello, come il fastidio crescente attorno ad una nuova carie, si faceva sempre più pressante offrendomi la sensazione di certezza, ma appunto senza ricordare di porgermi la prova. Mi son seduto e la vedevo davanti a me. Si, lo era, ed essendo accaduto due giorni fa, lo è ... ancora; devo riuscire a dimostrarglielo, mi son detto. Mi alzo e svanisco verso sinistra in direzione del molo per dare a Lolita il piacere di un'altra breve passeggiata e a me l'occasione di ammirare ancora, il capolavoro delledera su un muro bianco.</span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4-lZr_gYk6-2nr9LQ2zRkVAjaG5VUeh1MY0sxT6LNncfhpq4AhmqHrRbGgCn3tc82z6gDfupjHY2MRbiPWV4yHWLk_nBonpAG1J4nBdN6YLJV_QC-_HmzBUXqKXomiTrneAM9hYMwRGbsHWXHnM3mOEQVYIh_YfYNzMtBXjCygyIc9LHybgd8-L3O/s3256/20220810_173840.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="3256" data-original-width="2637" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4-lZr_gYk6-2nr9LQ2zRkVAjaG5VUeh1MY0sxT6LNncfhpq4AhmqHrRbGgCn3tc82z6gDfupjHY2MRbiPWV4yHWLk_nBonpAG1J4nBdN6YLJV_QC-_HmzBUXqKXomiTrneAM9hYMwRGbsHWXHnM3mOEQVYIh_YfYNzMtBXjCygyIc9LHybgd8-L3O/s320/20220810_173840.jpg" width="259" /></a></p><p><span style="font-size: x-large;">Ora si mescolano nella mente due pensieri, quello che dominava fino alla risposta di Laura era la mia interpretazione de "la flagellazione" di Piero della Francesca sulla quale stavo studiando e meditando da giorni. Poiché spesso mi si mettono in ordine i fatti e i sensi mentre passeggio con Lolita nel bosco e penso ad altro, nell'occasione a questo caldo afoso che mi rende faticoso anche pensare ... poiché, stavo dicendo ... che la mattina spesso fa doni di pensieri nuovi e sorprendenti, ero preso da una leggerezza deliziosa che prelude di solito ad una comprensione profonda dell'argomento al quale ho dedicato le mie energie o all'illusione di questa. Ora invece la flagellazione di Piero svaniva di fronte al sottile dispiacere di Laura, dispiacere che sapevo di poter dimostrare che era sbagliato. Mentre torno dalla medesima strada, la scorgo in bicicletta, la saluto dicendo ciao Lolita! come per dimostrarle senza argomenti che ancora lo è, e lei ha risposto sorridendo e con un bel gesto della mano. Siamo arrivati a casa e ho preso l'edizione più vecchia che ho di "Lolita" (Mondadori, 1958 traduzione di Bruno Oddera) </span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaiJEumMl6s3Corn6EeUsx9UF0j5AhSdHmW2DVK-86HIuunLkjGdVX3WwE9QukwxIbaIfQ1-FPHj7Nm17MKdiWN4ipxEZEczxrUm3uBVKsx6GBvjPHUvgLeH1xk8a2fs_vb7bTlmGklQaAu8xGbzCrtvO1zrUtxxNFJnwpZqfbZHSUPnVNMwXaZPPz/s1083/20220810_174039.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1083" data-original-width="720" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaiJEumMl6s3Corn6EeUsx9UF0j5AhSdHmW2DVK-86HIuunLkjGdVX3WwE9QukwxIbaIfQ1-FPHj7Nm17MKdiWN4ipxEZEczxrUm3uBVKsx6GBvjPHUvgLeH1xk8a2fs_vb7bTlmGklQaAu8xGbzCrtvO1zrUtxxNFJnwpZqfbZHSUPnVNMwXaZPPz/s320/20220810_174039.jpg" width="213" /></a></div><br /><span style="font-size: large;"><br /></span><p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhotur7_WJ3-33DPrYu0Pno6kqMNrNBkzVKHSGwt1p4YQ-cOXhQzvzEpum8cWMFZIO-PIQXPddhnW1t1DBCA_3oPq06UmPldwOJSA4wZgADoTEGhRIHeETrG2oG_UdslRjtk3_ocZSMnwzvo3KDJ5OQbgolq4HCCaRSagX-hY5DypSK-x5PmY-sxyoR/s720/20220810_174120.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="508" data-original-width="720" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhotur7_WJ3-33DPrYu0Pno6kqMNrNBkzVKHSGwt1p4YQ-cOXhQzvzEpum8cWMFZIO-PIQXPddhnW1t1DBCA_3oPq06UmPldwOJSA4wZgADoTEGhRIHeETrG2oG_UdslRjtk3_ocZSMnwzvo3KDJ5OQbgolq4HCCaRSagX-hY5DypSK-x5PmY-sxyoR/s320/20220810_174120.jpg" width="320" /></a></div><span style="font-size: large;">e ho iniziato a leggere, dimenticandomi di tutto, compresa la salutare ed abitudinaria esigenza del corpo che ogni mattina dopo il cappuccino si fa urgente. Ed ecco che a pagina 28 del libro, ma di fatto la dodicesima facciata, trovo la risposta che riabilita Laura: prima il protagonista ci dice che le ragazzine, alcune ragazzine, fra i nove e i quattordici anni, hanno "una natura non già umana, ma di ninfa (vale a dire demoniaca)" e quel termine, demoniaco, riappare a pagina 29 e in forma mascherata in un altro punto in cui le chiama figlie di Lilith, la prima moglie di Adamo che di fatto era un demone. </span><span style="font-size: x-large;">Sempre a pagina 29 ecco la salvezza di Laura! Leggiamo : </span><span style="color: #ff00fe; font-size: x-large;">(citazione n.1)"ma tutte le ninfette sono comprese entro questo limite di età? No certo. Se così fosse, noi che sappiamo, noi solitari vagabondi, noi ninfolettici, saremmo impazziti da un pezzo." </span><p></p><p><span style="font-size: x-large;">Aggiunge poi, udite udite! (</span><span style="color: #6aa84f; font-size: x-large;">citazione n.2) "La bellezza non è affatto un valido criterio di scelta; e la volgarità, o almeno ciò che determinate persone così definiscono, non compromette necessariamente certe caratteristiche misteriose, la grazia torbida, il fascino elusivo, mutevole, struggitore e insidioso che distingue le ninfette dalle loro coetanee, incomparabilmente più legate al mondo spaziale dei fenomeni sincroni che a quell'isola immateriale immersa in un tempo incantato in cui Lolita si trastulla con le sue simili"</span></p><p><span style="font-size: large;">... e a questo punto il corpo mi ha sgridato facendomi notare che se non avessi voluto compiere i miei doveri naturali nei suoi confronti, avrei dovuto rinunciare al lassativo cappuccino. Quindi, ho obbedito alle leggi della natura e poi ho preparato la Moka per un altro caffettino e, col profumo di caffè nel naso e il corpo tornato strumento silente, ho ripreso i ragionamenti e la lettura.</span></p><p><span style="font-size: large;">Ci serve per ora la citazione n.1 ... Perché l'età conta poco e nel frattempo Humbert ci dice che l'ètà giusta per essere lolita è fra i nove e i quattordici? perché, secondo me in quella fascia di età la bambina cambia nel corpo e scopre, spesso con vergogna e fastidio, altre volte con gioia, di essere soggetto di sguardi a causa di quei cambiamenti. Premetto, mi sembra doveroso, che non rientro nella categoria del personaggio del romanzo di Nabokov, a me non basta un corpo che cambia, cerco un pensiero che non può ancora sussistere in quelle fasi della crescita in cui si è prima di tutto, sia ninfe che fauni, delle sgangherate bombe emotive. Quante volte ti dirà una ragazzina che ha voglia di piangere ma non sa il perché .... esiste comunque qualcosa di magico in quel momento di metamorfosi ma lo è solo per noi adulti che osserviamo, vocabolo esatto in questo caso quello della metamorfosi, perché si passa da esserino brucoso che poi si imbozzola, per finire la sua parabola nella forma di una farfalla stupenda si badi, per i sensi, un momento magico che divenne per me esprimibile a parole da quel giorno in cui salii sul vagone di un treno e mi trovai davanti una forse dodicenne bellissima e pensai di getto "sembra un futuro angelo, peccato che diventerà solo una donna". Solo una donna ... non si pensi che io intenda sminuire il femminile. Nulla può la bellezza di un essere umano nei confronti di un angelo che, come la luna si colora dei riflessi del sole, brilla della luce riflessa della divinità con la quale passa il suo tempo. Lo stesso Luchino Visconti disse, durante un festival del Cinema a pellicola conclusa da poco, del bellissimo ragazzino che recitò in "La morte a Venezia", che ormai era già vecchio, ed intendeva dirci che era ormai troppo grande per essere angelicale e ormai sulla strada sbagliata ovvero quasi uomo. </span></p><p><span style="font-size: large;">Esiste quindi secondo me un momento in cui si sembra, agli occhi degli adulti, di alcuni adulti, un angelo. Ovviamente non capita a tutti, e per il fanciullo/a, oso pensare che si tratti di quella fase assurda in cui da te iniziano a pretendere cose da piccolo uomo o piccola donna, perché così ti vedono, e invece dentro, nella tempesta (ormonale) si è bambini che davanti ad una domanda troppo grande preferiscono prendere un peluche e stringerlo forte. Succede agli adulti di cogliere queste sfumature ... troppo tardi, quando li sfiora l'angelo della morte ... allora capiscono quante cose credevano di aver capito e si apre un mondo gentile ... e purtroppo sentono essere sull'orlo del baratro. Baratro si, ma non per tutti. I duri di cuore, solo dalla propria morte sono profondamente scossi, ma per pochissimi altri, anche quando la notturna ala sfiora qualcuno che conosciamo, si innesca un meccanismo di umiltà e di qualcosa che si situa ben oltre il pensiero e le capriole della logica, gabbia quest'ultima che non differisce dalla ruota del criceto ... </span></p><p><span style="font-size: large;">Ebbene Laura, potresti essere ancora una Lolita, te lo confermo, ma ricorda che lo sei forse per qualcuno, che il lolitismo è nella mente di chi ti guarda con un eccesso di pensiero, non meno dannoso dell'esagerare coi bicchieri di vino, e per spiegartelo bene devo utilizzare la seconda citazione e misurarla su di te. </span></p><p><span style="font-size: large;">Il tuo modo di vestire ... non è finto. Sei tu, ci stai bene dentro. Non è una maschera, un giocare ad essere quel che non sei o un seguire la moda che equivale ad un brillare falso di idee non tue. Certo è che ai sensi, quelli della carne, fai un certo effetto, se si è slegati dal pensiero. Per me, per esempio, sei ben oltre il tuo corpo, sei tutta in quella nostalgia di non poter più essere una lolita, che per te, immagino, sia una dimensione mista di stato mentale e fisico in cui ti sentivi accesa, come una stella, e ora percepisci in te una vitalità che ti sembra minore, ma che secondo me è solo diversa. La vita sai, con gli anni si fa più faticosa non perché il corpo invecchia, quello per te avverrà più avanti. Tu per ora vivi in quello stato che sembra eternità e che inizia alla fine dello sviluppo del corpo e dura di solito una ventina d'anni. Ogni giorno il corpo ti sembra identico. Funziona e ti sembra normale che la sua capacità, la sua prestazione sia costante oggi come due anni fa, e sei talmente abituata al suo ottimo funzionamento che ti senti viva non quando muovi gli arti, come m'insegna Lolita (il cane) ogni giorno, ma quando i sensi o la sensualità ti scuotono come una nordica bandiera. Poi accadrà sai, che diventerai consapevole del suo rallentamento ma con calma, fra anni. Posso dire che da poco ne so qualcosa, ma non si vive male questo tempo successivo se nel frattempo si comprende che la vita osa ben oltre la corporeità. Ricorda, per me prima di essere una ventenne o una trentenne sensuale, sei quella frase. Se ti fa effetto il numero degli anni che cresce semplicemente per la corposità del dato ... non temere. Conobbi Boris Pahor che a cento anni aveva ancora la mente sveglia di un ragazzo e noi siamo la nostra mente prima di essere corpo o corpo più mente ... tu sei quella frase per me, te l'ho già detto, e medita ... quando pensi ad una poesia, il fatto che l'autore sia morto da secoli o abbia settant'anni o solo venti non influenza la ... bellezza che nasce da quella dimensione eterna dell'essere, l'unica vera, che si posiziona ben oltre il pensiero e il tempo che in fondo son sinonimi. </span></p><p><span style="font-size: large;">Ora veniamo a quel che la seconda citazione chiama volgarità o grazia torbida. Non l'avevi nella posa sciolta, mentre sedevi sola davanti al canale del porto e alla tazza vuota e nemmeno nello sguardo, ma poi ti ho vista con una sigaretta in mano, non una di quelle confezionate, e in essa ho "sentito" quel torbido poiché strideva quell'oggetto fumante sulle tue labbra. Lolita che fuma, un'eterna bambina che fuma! ma fumare lo vedo da adulti anche se so che non è vero ... e qui le vie tortuose della fantasia individuale inquinata dalla morale esterna, inizia ad immaginare mondi anche se di poco, più contorti del proprio, per il quale la dose d'indulgenza per sé stessi è sempre superiore di quella che usiamo per gli altri ... perché osare il fumo per molti è una piccola perversione ma anche e soprattutto l'inizio di una scala di trasgressioni. Per me il fumo è semplicemente non volersi bene. Immagino la cassa toracica come una scatola di cielo e rondini, ma se si fuma ecco che diventa un grigio paesaggio industriale nel quale un cane randagio urla la sua fame ingiusta al vento. Eccola secondo me la tua grazia torbida, in quell'osare consapevole e noncurante il fumo che un poco ti spegne dentro o che rappresenta una debolezza che ci si concede, nonostante la sua negatività, per bilanciare un peso della vita.</span></p><p><span style="font-size: large;">Ora torno a Nabokov. La sua opera migliore é secondo me "Un mondo sinistro", titolo tradotto in modo assurdo. "Bend sinister" è l'originale e intende la banda a sinistra dell'araldica. Banalizzare non diventerà mai un'arte. "Cari" critici ... che peste vi colga! "Lolita è comunque un buon romanzo anzi, buonissimo. Certo che se lo legge un moralista nulla si salva. La mia edizione nell'interno di copertina pretende di giudicare e in effetti lo fa e chi giudica è morto anche se non lo sa ancora: "Lolita è un romanzo della decadenza del costume contemporaneo".... Ergastolo please ... e in galera in compagnia di Wanna Marchi ed Emilio Fede per espiare corposamente! Lolita è la descrizione di un'avventura individuale e tragica!! Ma quale collettività decadente! Un tredicenne vive il suo primo amore che si chiama Annebelle. I cuori sono appaiati, combaciano, e i corpi ci stanno provando. arrivano li ... sulla soglia del piacere condiviso ma dalla finestra della villa qualcuno chiama e Annebelle il giorno dopo partirà e morirà di febbri in Grecia. Il ragazzo vivrà nel ricordo di lei. La cercherà in ogni ragazza, ma cresce e si arriva al limite della morale in cui una tredicenne è un reato per una persona di venticinque anni più vecchia. Ed ecco che la trova; il suo vero nome si cela dietro a quello di Dolores Haze quindi mai lo sapremo. Alle pagine 62 e 63 della edizione citata possiamo leggere il primo incontro del lento Humbert con Dolores. "... e poi, senza alcun preavviso, un'onda turchina mi si gonfiò sotto il cuore e, dalla stuoia posta in un laghetto di sole, seminuda, inginocchiata, nell'atto di voltarsi su un ginocchio, mi sbirciò al di sopra di un paio di occhiali scuri, il mio amore della Riviera." Eccoci ... lui non vede Lolita, lui vede Annebelle reincarnata e un passo successivo ce lo conferma: "Riconobbi il piccolo neo marrone scuro sul suo fianco." Questa conferma la ritroviamo anche nell'eccellente "tetralogia del mare della fertilità" di Mishima. Quali illusioni prendono il via per alcuni nei che furono nel medesimo punto di qualcuno del passato... Mishima e Nabokov nell'aldilà che si son meritati, sono sorpresi ora e lo so che l'uno stasera leggerà il libro dell'altro ... Torniamo al primo incontro: "Un fazzoletto nero a pallini annodato al petto celava ai miei invecchiati occhi di scimpanzè, ma non allo sguardo dei ricordi di adolescente, i seni giovanili che avevo accarezzato QUEL GIORNO IMMORTALE." Ecco che di nuovo, per la terza volta, quel primo incontro rivela Annebelle reincarnata e non Lolita e appare l'immortalità alla quale basta purtroppo togliere una t per scadere nel banale.</span></p><p><span style="font-size: large;">"... quell'ultima, folle, IMMORTALE, giornata dietro "Roches Roses". I venticinque anni che avevo vissuto dopo di allora si ridussero a un punto palpitante e svanirono." Ecco ... il tempo si contrae. L'incontro di venticinque anni fa ora è appena accaduto e quel che accadrà da ora in poi è la continuazione della storia con Annebelle. </span></p><p><span style="font-size: large;">Una illusione infinita per un cuore spezzatosi a tredici anni. Ecco cos'è Lolita. Il libro risulta essere un dattiloscritto che Humbert Humbert ha lasciato al suo avvocato il quale può decidere cosa farsene. Verrà pubblicato e noi leggeremo. Il moralista condannerà e qualcun altro coglierà il dramma senza via di scampo. Perché Humbert ha deciso di scrivere? Non per il perdono, ma per far sapere che il dramma nell'esistenza può assumere forme veramente dilanianti alle quali non si riesce e non si può, porre rimedio. Essere uccisi? se qualcuno avesse compreso, effettivamente questo gesto avrebbe reso refrigerio al povero Humbert, ma suicidarsi no, non avrebbe avuto senso perché anche Annebelle sarebbe morta (si muore completamente quando più nessuno ci ricorda) ... perché tu sei lo scrigno del ricordo ... unico al mondo in cui lei brilla ancora ... in cui la gemma inestimabile che fu Annebelle, continua a sopravvivere, ad esistere. </span></p><p><span style="font-size: large;">Cos'è questo libro? il ricordo eternato, nonostante la crosta purulenta della morale esterna, di un amore grande, spezzato sul nascere.</span></p><p><span style="font-size: large;">Ora una considerazione personale. La storia di Annebelle è troppo fine, troppo sensibile ... per non essere realmente accaduta. Annebelle è quindi veramente esistita. In modo irrazionale ne ho avuta la certezza quando ho passeggiato per Abazia, luogo che vide Wladimir Nabokov bambino. Li accadde, ne sono inspiegabilmente certo. Le loro orme, il loro eterno passeggiare mano nella mano lo vedo ogni volta che raggiungo quel lido. Spesso siedo al Caffè Wagner. L'albero che brilla fra i tavoli che guardano il mare in direzione di Fiume e delle due isole, quell'albero, che con lo scricchiolare dei rami al vento, mi ha raccontato che lo vide bambino. Mi alzo la mattina presto anche ad Abazia, ma con un motivo in più. Passeggio da solo con carta e penna, Nabokov mi raggiunge, non dice nulla e sorride. Guarda spesso l'orologio perché la sinuosa Annebelle ama dormire, poi ... ecco che appare sulla Promenade, stupenda come solo nei sogni... Wladimir mi fa l'occhiolino, mi tocca una spalla poi la raggiunge e gioioso anche nel passo e ogni giorno, per sempre qui, si fonde con lei, in lei, </span><span style="font-size: x-large;">nell'alba.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCgT0mWr-k9gnSxE0UOXEm6-TWUAMk6UezgdXyx0z_B9jt9iR7PppVtytRWODXPKVay2dB1VyGNJ5ZJU6RVwqGt55QJGbD4eGMQJAQYRY6XOgZgQDoeI6Y2p5tKq95V3kpStJ3cd3wmmj_SAIoFJCNpGPRrzFRJuI0gvBFOqJ-23-FRXNsfxegAlSB/s799/20220810_174106.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="799" data-original-width="720" height="309" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCgT0mWr-k9gnSxE0UOXEm6-TWUAMk6UezgdXyx0z_B9jt9iR7PppVtytRWODXPKVay2dB1VyGNJ5ZJU6RVwqGt55QJGbD4eGMQJAQYRY6XOgZgQDoeI6Y2p5tKq95V3kpStJ3cd3wmmj_SAIoFJCNpGPRrzFRJuI0gvBFOqJ-23-FRXNsfxegAlSB/w279-h309/20220810_174106.jpg" width="279" /></a></div><br /><span style="font-size: x-large;"><br /></span><p></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-74188210024093264282022-02-04T12:56:00.010-08:002022-03-05T09:00:41.264-08:00ABENDGLOCKEN<p><span style="color: #0b5394;">Ho pubblicato questo brano senza offrire al lettore una guida. È accaduto perché dopo la scrittura, che è avvenuta di getto, di solito sono esausto. Come ho avuto occasione di spiegare altrove, quel che scrivo (in ambito letterario) non è pensato. Sgorga e basta. É come se per me esistessero ancora le Muse oppure, per chi non mi stima, si potrebbe pensare che mi capiti quel che accadeva agli antichi (fino all'Iliade che risulta essere l'ultima) e che è così ben descritto ne "Il crollo della mente bicamerale" di Jaynes. </span></p><p><span style="color: #800180;">Nel caso di questo scritto, che secondo me non può essere definito diversamente poiché è un po' poesia ma non lo è, un po' è prosa ma sa di poesia ... , nel caso di questo scritto dunque, è accaduto che la solitudine cercata e prolungata, in una stanza disadorna (un letto per via dei miei problemi alla schiena, Lolita che è il cane e alcuni libri) mi ha portato ad una sensazione di rallentamento del tempo non mio (quello dell'orologio) fino ad una immobilità totale di esso ... e dal tempo immobile così raggiunto nel quale ero immerso mi sentii alleggerito ... ed ecco che le pulsazioni del cuore che per via dell'annullamento del tempo esterno, divennero udibili ... le ascoltai commosso ... ecco il mio orologio pensai, che accelera o rallenta a seconda di quanta emozione spendo. E m'ingegnai di rallentarlo, fino a spegnerlo che non è morire, ma fermare, fermarsi veramente. L'ho fatto altre volte e non ho più timore... ed ecco che una voce si fece sentire, non localizzabile, incorporea per un attimo. Nel frattempo nella mia anima ora veramente ricettiva e immobile poiché le emozioni si erano non pulsavano più, nella mia anima che mia non è ma è un frammento di un tutto positivo, la mia anima dunque, sentii "Hotel Supramonte" di de André e il tempo divenne "... un signore distratto, un bambino che dorme ... poi come una preghiera sorse il canto Abendglocken nella versione di Rebroff che è la mia preferita (</span><span style="color: #01ffff;">youtube: Ivan Rebroff 3:37 minuti)Abendglocken).</span><span style="color: #800180;"> Ad esso seguì dopo un silenzio meraviglioso, Casta Diva cantata dalla Callas (</span><span style="color: #01ffff;">youtube: Maria Callas sings "Casta Diva"(Bellini: Norma act 1. Recorded live at the Palace Garnier on the 18th of December 1958. Minuti 7:13).</span><span style="color: #800180;"> Se il brano di Rebroff mi estraniò dal mondo (il greco, l'orfico entusiasmo = uscire da sé stessi perché possa il dio entrarvi), quello della Callas, esattamente quello del 18 dicembre del '58, mi purificò per la sofferenza che vi colgo. Guardatela. Era all'apice della carriera esteriore, la dea, una delle dee, la più raffinata senz'altro della sua epoca, ma... aveva lasciato il marito per quell'Onassis che di elevato aveva solo il conto in banca e il nome ... sapeva di aver perso nell'unica battaglia terrena in cui vincere, o almeno non perdere, aveva un senso. Guardatela, elegantissima (di Dior forse l'abito), diamanti grossi come noci che sfavillano, lo sguardo del teatro, lo sguardo del mondo per mezzo della neonata televisione ... eppure sconfitta ... sola ... e canta Casta Diva col cuore in mano. Io ci vedo questo e mi strugge sempre poiché di solito soffro più della sconfitta degli altri che non delle mie ... le altrettanto irrimediabili mie ... </span></p><p><span style="color: #800180;">La inconsapevole sacerdotessa Maria Callas, una volta che Ivan Rebroff spazzò via le emozioni del presente, la Callas dicevo, sbriciolò i sedimenti del passato. Ora ... arrivarono Roberto Murolo e Mia Martini che cantano insieme </span><span style="color: #01ffff;">(Roberto Murolo & Mia Martini CU'MME' (remastering) wra videomovie minuti 4:25)</span><span style="color: #800180;">. Roberto Murolo, anziano, sereno, che trasmette la tranquillità di una vita spesa bene e dice parole che invitano ad andare oltre e poi lei Mia, che si sapeva che stava male dentro ... e urla quasi "come si fa a dar tormento all'anima che vuol volare" e lo dice in napoletano, in dialetto, in una lingua popolare che sa di cugini, parenti, vicini di casa, di odor di basilico ... e questa canzone portò via quel che Maria Callas aveva scalfito. Ora Tarkovskij apparve, seduto sull'ultimo letto a Parigi, col passerotto in mano che spontaneamente lo aveva cercato, quel Tarkovskij per me espressione di perfezione col suo Cinema/Poesia. Mi bastò il suo sguardo mentre dalla mano il passerotto/anima, vola via ... ed ecco che delle emozioni, anche delle passate, non rimase più nulla. In quel vuoto completo dell'io apparve un uomo magro, una visione in bianco e nero ... ed era Kafka alla Galleria Golz che legge invitato, "Ne la colonia penale" che considero uno dei suoi irraggiungibili capolavori. E poi lui, Kafka, svanì e apparve quella voce che mi parlò. Quando ebbe terminato, quasi gridando, provai una sensazione fisica, come di farfalla posata, la medesima che forse un paio di lettori ricorderanno, del primo bacio, della prima infatuazione descritta in un racconto. Quella sensazione provata vuol dire che stavo tornando, regredendo, alla fisicità. Gradualmente stavo tornando al mio tempo interiore gestito dal cuore, e in quel frangente non ancora carnale, per quanto ormai imperfetto, chiesi "chi sei", prima che mi dissolvessi, frantumassi, nelle asperità monotone del tempo estetiore. Pensavo fosse Kafka a parlarmi e per un attimo lui apparve, ma poi si trasformò in Rebroff, in de André, nella Callas in Murolo poi in Mia poi in Tarkovskij e infine colsi un viso multiplo che tutti li contienva in un unica visione inesplicabile. Eccomi qui pensai, ecco il volto di Dio, influenzato da Swedenborg, che conobbi ragazzino da una poesia di Borges. Per questo mistico svedese non esistono l'inferno o il Cielo (Paradiso) ma la contemplazione del volto di Dio che è sofferenza per i reprobi e serenità per i salvati ... ed in quella immagine, somma di umani eccezionali, ognuno un frammento consapevole del Tutto, in quella somma .... ho intuito per un attimo, il volto premiante di Dio. </span></p><p> Ed ora lo scritto...</p><p>Ebbro di silenzio, da giorni rinchiuso da me stesso in una stanza, sapevo di dover attendere e resistevo e poi, quando il tempo per me non era più nulla e la fame e la sete si erano spente nutrendosi di sé stesse ... ecco che nella penombra un'ombra si muove.</p>
Anche il respiro ho lasciato e nulla mi sfugge, sensibile ormai come gli dei.<br />
L'enigma che ho dentro ecco ... <br />
si scioglie in parole non dette che partono da quel punto inesistente posto fra cuore e mente che è il sofferto premio di pochissimi. Ecco cosa disse:<br />
"Tu ricordi lo so, con stupore, quel che accadde quella sera d'inverno alla galleria Goltz a Monaco. Fu l'ultima volta che degli umani insieme, quel piccolo gruppo d'inconsapevoli eletti, uscirono da da sé stessi e si colmarono di stupore immenso. Accadde che un uomo magro che fra gli antenati, da parte di madre, aveva per guida un santo chassid, accadde che quell'uomo magro vestito di scuro, nascosto nell'ombra, con un filo di voce lesse parole che aveva scritto, parole indicibili ... come le note sensibili di Chopin appena udibili, perché dalle dita non note ma l'anima era uscita. Così l'uomo nella penombra, lui stesso li sconvolse ... fu l'ultimo ricordalo! Come Orfeo col gruppo d'inconsapevoli iniziati ... resi sacri da quella che pensavano fosse solo una pubblica lettura letteraria"... <br />
<br />
Io ascoltavo la non voce che da nessun luogo riempiva la stanza chiusa da me stesso dall'interno. Capivo ... e capivo anche che quella mente, fattasi voce inesistente ... era in me, e fino in fondo mi conosceva. <br />
<br />
"Ascolta e non pensarmi!" disse,<br />
"tu hai provato qualcosa di simile ma in estrema solitudine, e così gli altri non potranno mai capire. Prima con de André poi con Rebroff e Callas, ... e un'ultima volta in canto prima di chiuderti qui dentro, con una inno alla vita cantato da un vecchio felice e da una donna sofferente che la vita se la tolse per uccidere quel che la offendeva nella mente ... poi infine ... al culmine, ecco immagini di Tarkovskij e il passerò ultimo. Eri commosso e ti sei chiuso qui per capire. A Monaco invece svennero, lasciarono la sala, pochi resistettero. Le parole sussurrate dall'uomo in penombra furon sconvolgenti ... parole che al massimo oggi sarebbero considerate sconvenienti. Ora ascolta ... tu solo che hai saputo creare il grande silenzio che permette di sentire tutto e di sentirmi ... ebbene ascolta!<br />
<br />
Senza arte, senza poesia<br />
la vita è un dono da buttare via ...<br />
Senza il dubbio di Dio <br />
non può esistere un briciolo di io<br />
... e con la perfetta razionalità <br />
si resta sempre senza umanità.<br />
<br />
Cantalo ti prego, che il tuo tempo ha fame e sete e ha dimenticato il sentimento.<br />
Cantalo tu a chi pensa di guarire accumulando!!!"<br />
<br />
Le ultime parole le disse quasi urlando ... poi più nulla. E nemmeno il nulla ormai c'era. Qualcosa mi sfiorò la guancia come farfalla posata. Un attimo e se n'era andata. In quell'attimo di un tempo senza tempo, dopo il tocco leggero ... ecco che tornai alla carne e sangue che son io e chiesi timoroso ... "sei tu?" Fuori dalla stanza sentii cantare ... "comme se fa' a da' turmento all'anema che vo' vulà..." , ma quella voce non piangeva più quelle parole. Le cantava ora e sorrideva. <br />
Ora, che il presente sempre mi raggiunge ... dicevo ora ... apro la porta ... è sera sul mondo ... sono tentato di richiuderla e dire che mi arrendo ... ma ora so e non devo essere egoista.<br />
"Ma" ... ripeto ... "sei tu?" ...<br />
La voce risponde un sì di marmo.<br />
Il Virgilio che fu di Dante guida, il mio Virgilio ... Kafka ... in un lampo di buio mi si mostra, arcangelo infinito ... ma si trasforma ed è Andrej e poi Maria e Ivan e Fabrizio e poi Roberto e infine Mia. Tutto è accaduto in quell'ombroso batter d'ala di quella inesplicabile falena.<br />
Questo attimo eterno che ho vissuto ora lo scrivo qui in questo quaderno e mentre esco volontariamente dal mio eremo per me per noi... Rebroff canta.<!--/data/user/0/com.samsung.android.app.notes/files/clipdata/clipdata_220204_215433_193.sdoc--><div><br /></div><div>(Scritto oggi fra le 12 e le 13)</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-42443955012088212402021-01-08T02:18:00.001-08:002021-01-08T02:18:15.344-08:00NICOLA SAMORi': L'ULTIMA CENA<p> <br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3J1CESqZYG4bZJlEK3RKuHT_cwKSEnuGjf3fbF9LRssLpn2XXtP_ZPf8sUZ3uATjjXEI8MHNtFMD042e7wNsFzKGZ-V5TYbsBu2XNghopPpDv6KE7IkS7OYZvEubsXJZEspsGGY3P70c/s920/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="920" height="496" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3J1CESqZYG4bZJlEK3RKuHT_cwKSEnuGjf3fbF9LRssLpn2XXtP_ZPf8sUZ3uATjjXEI8MHNtFMD042e7wNsFzKGZ-V5TYbsBu2XNghopPpDv6KE7IkS7OYZvEubsXJZEspsGGY3P70c/w606-h496/1.jpg" width="606" /></a></div><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Il
mio personale rapporto con le opere di Nicola Samorì è sempre stato
controverso. Stima assoluta, ma … lo vedevo deragliare
costantemente, come Damien Hirst, (che per me è solo un fenomeno
commerciale), in direzione dell'annientamento del corpo .., e
percepivo il nulla successivo, l'annientamento dell'io come angoscia.
Non potevo accettare una mostra nella quale si ripetesse come un
ossessione questa visione angosciante. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">(un
esempio per me parallelo è Giorgio Morandi. Le sue opere … ne vedi
due o tre e sei a posto. Se ne vedi una fila, ovvero un'intera
mostra, ti trasmettono un disagio notevole nella loro ripetitività e
questa diviene l'argomento, l'enigma che lo riguarda. Quando lo feci
notare ad un critico questi mi rispose che le bottiglie non erano mai
nella medesima posizione … risposta appunto da critico la cui
moglie di solito è sempre incinta. Per me era invece evidente che in
Giorgio Morandi, nel suo io profondo, ci fosse qualcosa di
irrimediabilmente bloccato. Opere di indubbio valore … ma quella
ripetitività per me è un sintomo … immaginatevi a fare sempre lo
stesso gesto. Se compiuto di rado chi lo vede lo collegherà ad un
senso, se accade spesso diviene un tic, qualcosa che sfugge all'io
consapevole e che rappresenta un disagio secondo me enorme. L'unico
vero cambiamento che mi sembra di aver colto nell'opera di Morandi è
la seguente. Sfogliate velocemente un catalogo con le sue opere
disposte in ordine cronologico e noterete che da una visione nitida
si giunge a qualcosa di ancora definito, ma sempre più direi …
annebbiato). </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Avrete
compreso che questo testo è indubbiamente eretico per i benpensanti
(= versione ufficiale dell'interpretazione dell'arte che di fatto è
per un 99,98 % marketting ... e vi invito a soppesare attentamente
l'aggiunta della t che, anche se sembra, non è casuale), ma posso
permettermi anzi devo … ignorare come verrà considerato questo
scritto perché mi considero (e ormai non è solo un fattore
soggettivo) un artista. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><u>Artista</u>
= umano che percepisce qualcosa che non va e sente sgorgare immagini
che rappresentano il suo disagio. Successivamente le elabora
tecnicamente. Più le elabora … più si allontana dall'idea pura,
originaria. Arte totale è quell'idea pura resa nella materia (in
forma di parole, note o colore poco importa, basta che sia
percepibile ai sensi) che può di conseguenza essere trasmessa ad
altri. Suo linguaggio, il simbolo (della razionalità non v'è
traccia, fra un attimo spiego). Se un'opera parte dalla negatività
colta nell'esistenza, può comunque conquistare una visione positiva
che inconsciamente viene elaborata dall'io interiore. L'io interiore
se ne frega (è volgare ma ci sta …) dell'io conscio. Io per
esempio mi son posto per anni la domanda del significato del racconto
“Il cacciatore Gracco” e poi un giorno di giugno, di mattina
presto, mentre passeggiavo col cane in un bosco, improvvisamente ecco
la soluzione … questo vuol dire che il mio io interiore ha una sua
esistenza e delle sue esigenze e solo ogni tanto e di rado, l'io
conscio e quello interiore (inconscio è brutto … lo lego a
incosciente!) agiscono in consapevole armonia che … l'io interiore
può rivelarsi … ed è un momento sublime.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><u>Il
critico</u> = Savinio disse … “nessuno ha mai fatto un monumento
a un critico” … e mi sembra che la sua massima sia ancora valida.
Il critico è un essere razionale, quindi non ha nulla a che spartire
con l'artista. Cerca di capire, ma utilizzando il metodo sbagliato
che è appunto la razionalità. Potrei usare un'immagine un po' forte
… si, oso … il critico è l'avvoltoio che si nutre della carne
eterna dell'io interiore dell'artista. Ho già spiegato la situazione
nel mio scritto su Harold Bloom. Potrei essere ancora più eretico e
preciso … non avvoltoio ma antropofago, cannibale quindi, che si
nutre dell'io interiore di un artista poiché non trova il suo …
amen. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Meditazione
non trascendentale. Un critico parla bene di te … se lo paghi. Un
artista fa l'opera perché non può, non è proprio in grado di farne
a meno. É sufficiente questa considerazione per farmi rifiutare
completamente il ruolo del critico. Già Diderot qualche annetto fa,
fece notare che ci sono due visioni dell'arte, quella degli artisti e
quella degli altri … per me, secondo me, deve esistere
l'organizzatore, l'intervistatore (ovvero colui che fa domande
all'artista se questo a voglia di parlare) e nient'altro. Quanto
sarebbero più graditi al pubblico cataloghi nei quali il critico
tace coi suoi paroloni autoreferenziali e invece si fosse un dialogo
e Samorì per esempio esprime assai chiaramente i suoi contenuti,
caso raro in un artista del suo livello …</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Serve
invece l<u>o storico dell'arte o della letteratura ecc</u>. Se il
tempo e lo spazio dell'artista son diversi dalla realtà del
fruitore, (per esempio un artista fiorentino del cinquecento,
osservato da uno statunitense attuale) allora serve raccontare
qualcosa. Anche il sociologo potrebbe dire la sua, ma sempre per
descrivere il contesto e … basta. Se si agisse così di Duchamp
Wahrol ecc non rimarrebbe nemmeno la polvere e l'Arte con la A
mjuscola tornerebbe a far capolino nella miseria quotidiana di questa
epoca.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Perché
ho dato queste definizioni prima di procedere nello scritto …
perché ci son sempre due soggettività che si confrontano quando si
ragiona. Se io non rivelassi qualcosa di me stesso, sarebbe sleale.
Le variabili sono due, io che scrivo e tu che mi leggi, e come tali
devono esser messe in gioco. Il mio pensiero può non piacere …
liberissimi di pensarlo … e già a questo punto dello scritto, o
anche già molto prima … potreste aver deciso che non è il caso di
proseguire nella lettura. Il critico si pone invece come divinità
che impone perle di saggezza indiscutibile. Un ritorno dell'antico e
odiato concetto di autorità … “Lui lo ha detto!”</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Aggiungo
di me un particolare che può essere utile per quel che intendo dire
sull'opera di Samorì … Ho l'impressione che lui viva nella
dimensione di un animismo antropologico mentre io vivo in un animismo
assoluto.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><u>Animismo
antropologico</u>: ogni essere umano ha un'anima … anzi potrebbe
averla, Sicuramente ce l'ha Gesù per Samorì e per milioni di
persone.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><u>Animismo
assoluto</u>: la natura è polvere. Essa prende delle forme perché
un'anima da dentro tirne stretta quella polvere-materia. Cnseguenza …
ogni oggetto e ancor di più ogni essere vivente, non essendo polvere
e avendo una forma … Ha un'anima. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Io
sono animista assoluto e la mia vita si presta spesso a situazioni
comiche. Per esempio quando è ora di cambiare la macchina per me è
una tragedia e con l'ultima vari amici mi hanno fatto le
condoglianze. Altro aspetto non secondario. Se ho un oggetto che non
mi serve sento la sua sofferenza perché non sta vivendo. Penso
allora alle mie conoscenze e se a qualcuno serve glielo dono. Non lo
faccio per quelle persone, ma per l'oggetto e la gente fatica a
comprenderlo e si sente in debito, cosa che mi imbarazza assai.
Vedete … di nuovo non pontifico come fanno i critici, ma offro la
mia soggettività che entrerà in collisione (positiva) con l”ultima
Cena” di Nicola Samorì e un'opera è una particella, in questo
caso consistente, di un io. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Veniamo
all'opera. Il personaggi (gli Apostoli) sono sgranati. </span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFxLU9ZWwz6QBmM0eAkCruecZJJAL0X8X1JHqWSCcuTfc-dNqWws3RTAXFJfjKe7x5uRX6CRhq6aMnVPslBWHAvGgqseV0bPIMJMjRABArzTFaS3IafUjA-PzwP1kTO8S86eCJxwpuWDM/s731/5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="731" data-original-width="513" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFxLU9ZWwz6QBmM0eAkCruecZJJAL0X8X1JHqWSCcuTfc-dNqWws3RTAXFJfjKe7x5uRX6CRhq6aMnVPslBWHAvGgqseV0bPIMJMjRABArzTFaS3IafUjA-PzwP1kTO8S86eCJxwpuWDM/s320/5.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDIabQus7ClgdzhqexBn8jopjw1Ra7BQjYFbv3ornQ0UixDGkNSAHWOo4cXc0FcXmmTux7bNiQmr9jsbzp7eAQ1trz0w5BNI8GZJzgbZZtSiyLQieHJMll6WvK7vwb_jYbcQnaJeHDcOs/s738/4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="738" data-original-width="478" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDIabQus7ClgdzhqexBn8jopjw1Ra7BQjYFbv3ornQ0UixDGkNSAHWOo4cXc0FcXmmTux7bNiQmr9jsbzp7eAQ1trz0w5BNI8GZJzgbZZtSiyLQieHJMll6WvK7vwb_jYbcQnaJeHDcOs/s320/4.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Si sente che
son umanissimi esseri fatti di materia (polvere eri e polvere
tornerai). La loro friabilità, il loro esistere, è fragile, sembra
che basti un colpo di vento per ridurli in quella polvere-materia che
diviene tale perché l'anima se n'è andata. Poi osservate Gesù. </span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmJYtyn44nSDJhLAYvSAWyNhlI21r2L12ABBqD9ERtaVj3sOUULWoKV8hvMlldt9ap0lPCWUYA2RNYR96wNxureunoafp9-YctTP7P0KVUZ1I0YisaGrBhnza_48aHHKjErcZu_2aKsPY/s743/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="743" data-original-width="588" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmJYtyn44nSDJhLAYvSAWyNhlI21r2L12ABBqD9ERtaVj3sOUULWoKV8hvMlldt9ap0lPCWUYA2RNYR96wNxureunoafp9-YctTP7P0KVUZ1I0YisaGrBhnza_48aHHKjErcZu_2aKsPY/w316-h400/2.jpg" width="316" /></a></div><br /><p style="margin-bottom: 0cm;"><br /></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Il
corpo è lo straccio in fondo, un residuo che appunto, in quanto
materia, diverrà polvere … </span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7Ju5YeeA8DvhPBQrNqfDwDc2EXWdQxuCxcY5cAW9kDRdOysjilh4pACR5NXDnHER95NFjQme2IFHCOIATRb5USWSmLjdl9F4YAIhi2MD08r5ftITpf6O5PNfHZp9bToR_brRmXBDOZVY/s720/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="467" data-original-width="720" height="260" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7Ju5YeeA8DvhPBQrNqfDwDc2EXWdQxuCxcY5cAW9kDRdOysjilh4pACR5NXDnHER95NFjQme2IFHCOIATRb5USWSmLjdl9F4YAIhi2MD08r5ftITpf6O5PNfHZp9bToR_brRmXBDOZVY/w400-h260/3.jpg" width="400" /></a></div><br /><span style="font-size: medium;"><br /></span><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Ma quel che rimane quando il corpo si
deteriora è luce! Quindi l'anima in questo solo caso si rende
visibile e ciò che visibile è conferma sensoriale per noi
umanissimi umani. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Vedete
… se studiate Hume dai testi di filosofia, scoprite un ateo. Se
invece leggete le sue opere vi rendete conto che lui ci dice che i
sensi e la ragione non servono con la Divinità. Con essa serve solo
la fede. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Ora
… l'opera di Samorì che mi era sembrata per anni bloccata in una
ossessione della decomposizione e del nulla che ne consegue, rivela
una soluzione. La fede va oltre all'angoscia della morte, la risolve.
Non so dire se sia giunto col tempo a questa concezione oppure se ci
è arrivato a suon di sana e robusta sofferenza. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Mi
è stata offerta varie volte la possibilità di conoscerlo o almeno
incontrarlo ma … è in fondo necessario. So che è un solitario e
lo sono abbastanza anch'io? Ci tengo invece a vedere, a “vivere”
le sue opere, particolarmente ora che ho colto una soluzione
“luminosa”. Da sempre l'anima è luce e il fatto che lui abbia
ottenuto il suo effetto con una lastra di metallo non mi tange.
L'artista può usare qualsiasi cosa. Nemmeno m'interesso di questo.
Lui ha le sue tecniche, le sue strategie. A me, a noi, deve
interessare il messaggio e in questo caso siamo secondo me, davanti
ad una delle opere più valide degli ultimi anni. Il resto della
mostra alla fondazione Stelline l'ho trovato men che penoso
(ricordare la frase di Savinio ...) … ma basta un'opera per
illuminare un viaggio in questo caso a Milano, come basta una pagina
di valore per trasformare una giornata uggiosa e “sentire” che
forse vale la pena di esistere ...</span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-18391535588577075982020-12-27T02:06:00.004-08:002021-03-26T12:03:48.618-07:00A proposito di una raccolta di poesie di Massimiliano Pradarelli<p> </p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Lo
chiamo Pradarello, non Pradarelli, chissà se se ne è mai accorto.
In italiano la tendenza dominante dei cognomi è in -ini, -ni, -i;
ovvia l'origine toscana. In Piemonte domina la o, ad esempio
Ferrero, ed è Ferrari, con la i in Emilia Romagna ecc.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Pradarello
è il cognome giusto, è anche l'dentificativo giusto. Si chiama
Massimiliano. Nome non diffusissimo ma, immaginiamo un giorno di
festa e la piazza di una cittadina … se grido Massimilianoooooo! Ho
la certezza che non si girerà una sola persona. Ricordo quando a
Napoli gridai fra la folla Gennaroooo! Si girarono un centinaio di
persone. La presero sul ridere ed iniziarono a chiamare altri nomi.
Rocco risultò essere il secondo, un santo che a Napoli ebbe un
destino strano come in fondo si può dire di quel popolo, sicuramente
geniale (basti pensare ad Eduardo e Totò e … alla pizza) ma anche
irriverente in modo quasi comico anche col sacro. Tanti anni fa,
poiché il Vesuvio non sembrava più un pericolo mentre la peste
anzi, le pesti, imperversavano e il buon Gennaro era ideale contro le
eruzioni, lo destituirono e ne gettarono la statua in mare. Non sto
scherzando … è la storia che ogni tanto sa avere umorismo. Misero
al suo posto san Rocco, protettore degli appestati e in effetti, per
quell'aspetto le cose andarono meglio, che san Gennaro pensava solo a
o' Vesuvio. Ma poi il vulcano si svegliò, girarono con san Rocco ma
lui alla montagna assassina non dedicò mai attenzioni e così …
finì in mare pure san Rocco, cercarono di recuperare la statua
dell'altro santo che non si fece trovare, ne prepararono una nuova
che fecero girare nei luoghi in cui la lava minacciava da vicino le
case e … miracolo, la pietra incandescente si fermò. Quindi …
secondo me, una religiosità un tanto al chilo. Quel che ho
raccontato sembra una digressione, si potrebbe pensare che intendessi
farvi sorridere, ma ricordate … e proseguiamo nelle meditazioni. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">…<span style="font-size: medium;">.
Quindi da anni lo chiamo Pradarello, e ora che l'ho reso unico (solo
lui si girerà a quel richiamo e non membri della sua famiglia o
omonimi o parenti), vi dico che mi ha donato un libretto.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Titolo,
“<u>Ecco, improvvisamente le lacrime</u>”. Valutiamo il titolo
...</span></p>
<p align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Analisi
non razionale (assurdo in termini per gli intellettuali, ma sensato
per chi mastica e vive nei simboli): <span style="text-decoration: none;">Ecco</span>.
<u>Ecco qui</u> … per esteso. Il qui e ora reso anche nel
linguaggio popolare. “Ecco fatto!” = fatto ora. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Poi
segue la parola “<u>Improvvisamente</u>” … Di nuovo il fattore
tempo. Deduco che qualcosa accade, con una certa dose d'imprevisto
per chi osserva la scena (immagino il Pradarello che quelle parole le
pensa mentre qualcosa gli sta accadendo). Dunque, il qui e ora
concreto, seguito da una precisazione che ci informa che il qui e ora
è saturato da un evento imprevedibile … e l'evento consiste in
“<u>piccole lacrime</u>”. Piccole, per lacrime, è raro per non
dire rarissimo, mi da l'idea di un dolore che la dignità vuol
contenere … ma non ce la fa, oppure? Non so ... tengo presente che
ho scritto queste righe, compresa la descrizione che segue della
copertina, prima di aver aperto il libretto. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">La
copertina mostra una foto in bianco e nero, un paesaggio innevato con
alberi. Ma … e l'inverno rappresentato non è un rafforzativo di un
certo modo inconscio, ma collettivo di percepire il tempo? Certo.
Quando nevica il tempo rallenta. Quando ha nevicato il tempo si
ferma, il paesaggio si fa immobile. L'inverno se rappresentato con
paesaggi senza umani e oltre il resto con alberi scheletriti che
hanno perso le foglie, rappresenta il tempo immobile … e il tempo
immobile è l'assenza di tempo. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">E
ora il collegamento cruciale … sotto il titolo in neretto, schivo
ma ovviamente leggibile, il sottotitolo: “Lectio divina tra
quotidianità e poesia”. Appare il divino … e questo, già lo so,
allontanerà il lettore superficiale. Il senso del sacro, l'essere
credenti, non è di moda. La filosofia per esempio, si è fatta laica
contro la volontà generale che non lo è. Del novecento per esempio,
certi filosofi non appaiono nei libri di testo … o sei laico, o
fuori … non esisti. E sfido i prof di storia dell'arte a
comprendere Kandinskij, che non stimo, senza conoscere Rudolf
Steiner. Sfido Il surrealismo (quello finto di Breton e non quello
vero di Savinio) a muoversi nella sua irrealtà intellettuale
dimenticando Gurdjeff , Ouspenskij ecc, e le sedute spiritiche e le
fattucchiere. Si son nutriti di sacro! Sacro spesso un tanto al
chilo, è vero, come quelle persone che buttarono san Gennaro a mare
perché l'utilitarismo selezionava nella loro mente anche … i
santi. Ma che ci sia una spinta verso il laicismo da parte di pochi
laici, negando l'evidenza del sacro che le gente vive, spesso suo
malgrado, ecco … questo non si può, non si deve dire. Ricordo
Tonino Guerra che dalla cimetta di Pennabilli diceva di sentire in
certe giornate solitarie d'inverno dal suo giardino, Dio che tossiva
… ed era un comunista, che per vergogna del comunismo militante si
definì comunista zen, Un paradosso in fondo, perché il comunista è
un materialista (Dio non esiste), e la filosofia zen, gira intorno a
un non detto che è il senso del sacro che è una sensazione che
capita di provare anche a chi non si è mai posto, sulla divinità,
domande chiare. Io stesso, travolto dalla vita, per anni mi rivolsi a
Dio solo come all'ultima possibilità prima della sconfitta ma … un
giorno, dopo aver letto passi eccezionali da libri che amo,
passeggiando col cane, mi sedetti in riva ad una palude e …
improvvisamente mi resi conto, fu un attimo, che tutto aveva un
senso, che tutto era sintonia e che a noi sfugge perché camminiamo
nei secondi, in un succedersi scabro di attimi. Cos'era quella
sensazione? Era la divinità che si annuncia? Era il suo preludio?
Quel che so è che quella sintonia col tutto, col vento, col
fenicottero stupendo (anche se vestito di un inelegante abito rosa),
col battito del mio cuore e di quello del mio cane e del pianeta e di
tutto … in quell'attimo, quella sintonia mi ha tranquillizzato. Non
si pensa la divinità, la si intuisce … e poi vi è il miracolo. Mi
diverto a chiederne una definizione. Sospendete un attimo la lettura
e provateci per favore. Fatto? Ecco la mia versione: un fatto al
quale la scienza non sa dare risposta … ma non mi fermo qui. Spesso
in un futuro prossimo o distante, la scienza ha poi spiegato. Il
miracolo ha una caratteristica in più … non è comunicabile. Ti
accade qualcosa di strabiliante? Ecco … è solo tuo. Se lo racconti
non verrai creduto. Tutto qui … e negare che accade è banale come
gettare san Gennaro.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Dunque.
Apro il libro, lo leggo tutto di sera, con calma e con una matita in
mano. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">La
prima, forse la più bella, ci spiega qualcosa del titolo. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Ecco,
improvvisamente</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">piccole
lacrime</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">nel
tuo volto bianco e delicato</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><i><span style="font-size: medium;">Mia
dolcezza</span></i></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">perché
piangi?</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Non
sai che il Signore</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">nostro
l'Altissimo</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">ne
chiederà conto?</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Torniamo
a noi. Ho rispettato tutto, le maiuscole e la forma grafica. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Se
ci fermiamo qui abbiamo un dubbio: o un bambino o una donna. Le righe
successive, semplici e chiare, ci dicono che è una bambina.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Consiglio
di rileggere togliendo la penultima riga, Quel “nostro
l'Altissimo”. Si “sente” così qualcosa di immediato, di
semplice, che profuma di casa, di vita quotidiana. Quel “non sai
che il Signore ne chiederà conto?” lo si ricorda nelle nonne e non
solo, spesso appariva nelle risposte per far comprendere che la
responsabilità di una frase o di un gesto non era solo nei confronti
dei presenti o di chi subiva l'azione, ma sopratutto … nei
confronti del Signore. Questo è un dato di archeologia recente che
si ritrova nel linguaggio. Mio padre in Tirolo, nel primo dopoguerra
(aveva cinque anni nel '45) si svegliava tutti i giorni alle cinque.
Alle cinque e mezza con la famiglia era in chiesa; breve funzione,
poi a casa, colazione e poi nella vita. Le Case Sante ne erano il
fulcro. Costruite dai paesani (piccolo era il borgo che se andavi un
po' veloce in auto nemmeno lo notavi), consistevano nella chiesa, la
scuola, la casa del prete e il cimitero. Non erano del comune, ma dei
paesani che dedicarono delle domeniche pomeriggio per costruirle. E
la vita quotidiana iniziava col sacro. Il mezzodì lo decideva il
prete con le campane e non con l'orologio … il tempo era di Dio e
non del mercante. Se il parroco si era fermato a far due chiacchiere
in osteria (di un mio parente … solo tre cognomi si intrecciavano
nel borgo), ecco che il mezzodì era alle dodici e dieci. Tutti a
casa, preghiera paterna sul pane con un pensiero, ancora nel '45
anche per il buon padre Franz Josef) e via a nutrirsi. E poi chi al
lavoro e chi ai giochi e quando il prete suonava per il vespro ecco
che la comunità tutta si riuniva nella Casa Santa nota a noi come
chiesa. Si pregava, ed era un atto collettivo. Si passava poi insieme
a salutare i morti che, sistemati in terra sul retro, ben separati
dal resto da un muro di pietre ben costruito, sembravano di fatto in una
barca di pietra che contenesse chiesa e cimitero e che in un giorno
del giudizio imprecisato, si sarebbe staccata per volare in cielo.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Accadeva
settant'anni fa … accadeva ieri. Lo ricordo anch'io negli anni
ottanta del novecento questo modo di vivere, che sopravviveva ancora
e non solo nei vecchi. La mattina in chiesa ci si contava, ci si
rinfrancava nello scoprire che si era tutti presenti, vivi. Ricordo
anche la vecchia misteriosa alla quale i paesani si rivolgevano per i
loro malanni, e solo se lei non riusciva, si andava diffidenti dal
medico … correvano gli anni ottanta … quarant'anni fa, un ieri
che anche le parole di quella poesia ancora portano in sé …</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">“<span style="font-size: medium;">non
sai che il Signore ne chiederà conto?”</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">ma
… c'è qualcosa che interrompe questo reperto e intende completarlo
…</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Non
sai che il Signore</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">nostro
l'Altissimo</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">ne
chiederà conto?</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Quell'aggiunta,
quel “nostro, l'Altissimo” ci pone davanti ad una certezza
assoluta. Per l'autore, non esiste il dubbio di Dio. Tutto si basa su
questa certezza.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"> <span style="font-size: medium;">Curiosa
è l'ambiguità che ne segue. Dio ne chiederà conto per punire o per
lenire? Ne chiederà conto al padre o alla bambina? </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Questa
calcolata ambiguità ci mostra la divinità come misteriosa, spesso
incompresa nel suo agire. Nelle poesie che seguono, ci son
descrizioni della vita che è divisa in due luoghi netti: la famiglia
come un rifugio esente dal male perché il padre terreno, il poeta,
consigliato dal Padre celeste, veglia, e il mondo esterno luogo in
cui si scatena la battaglia e … per i fatti sgradevoli che vi
accadono, rende incomprensibili i piani della divinità. Tracce del
dio ebraico, intransigente, che si mescolano col cristianesimo fatto
di perdono. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Il
finale di una poesia a pagina 49, ce lo conferma …</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">… <span style="font-size: medium;">Chiunque
il male </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">avrà
fatto</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">gettato
nel fuoco</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">divorato
(almeno per un minuto...)</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">E
tutti</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">sicuramente
</span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">salvati</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Nel
fuoco almeno per un minuto mi fa sorridere. Una divinità non
risponderà mai al male con il male. Se qualcuno, dal nulla ha creato
sofferenza, punire come fanno gli uomini (e celano questo loro
assurdo dicendo che agiscono secondo giustizia), genera altro male,
altra sofferenza. Ma il Pradarello è umano, dimostra di sapere che
non è in grado di reggere a certe malefatte semplicemente col
perdono. Una passatina sul fuoco, rosolarli un attimo … qualcosa di
romagnolo, di simpatico come questo popolo e questa lingua, che
brilla d'ignoranza ma ha un discreto cuore … e infatti, dopo aver
messo i cattivelli nell'angolo dietro alla lavagna con le ginocchia
sul mais … ma per un solo minuto, ecco che tutti torneranno al loro
posto, perché appunto un Dio grande, un Dio vero, è perdono. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Il
bello di queste poesie è che spesso l'inizio è laico e talmente
semplice … da stupire, ma si ricordi quel che disse Jorge Luis
Borges … “la poesia semplice, di una semplicità che cela una
segreta complessità …</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">e
infatti …</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">“<span style="font-size: medium;">Vorrei
cercare</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">sempre</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">di
non farmi influenzare dalla massa</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">spegnere
la tv e …”</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">e
poi un'azione, una meditazione, un tentativo di mantenersi integri
nonostante i fatti e le bugie evidenti del mondo esterno.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Un
altra osservazione e poi il silenzio, perché mai si deve rivelare
troppo di un'opera …</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">I
bambini ... si coglie che per l'autore essere diventato padre è
stato un evento travolgente.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">“<span style="font-size: medium;">Vita</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">che
torna alla vita</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">senza
tempo</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">nell'universo.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Forza
nella debolezza.”</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Invertendo
il “polvere sei e polvere tornerai”, sconfiggendo la morte
...ecco spiegato quel che si riceve con la paternità … in due
parole. La debolezza dell'essere umano, e la sua forza di durare non
in paese, o sulla terra, ma nell'universo, termine che ha la capacità
di farci sentire infinitesimi, assurdi, insensati, fragili.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Vedete
… attualmente una coppia raramente pensa a procreare. L'amore è
visto come una compensazione, un donare reciproco fra due persone.
Una volta, e per alcuni ancora oggi, nella cultura occidentale, così
avanzata, così estrema, spesso così semplicemente e
irrimediabilmente consumista ed economista (bilanci bilanci e
bilanci, al punto che ti cureranno solo se …) nella cultura
occidentale dicevo, se ci si amava, l'apice era il figlio. Ora è
l'orgasmo … non commento, ma ci si pensi....</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">E
per il resto la parola al lettore …</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-83154930675439122112020-05-06T14:37:00.001-07:002020-06-28T09:45:44.152-07:00LEONARD COHEN : "Happens to the Heart"<br />
<span style="font-size: large;">Vidi il video, e quindi ascoltai la canzone casualmente, appena uscì su youtube, circa sei mesi fa. Non è certo l'unico lavoro di Cohen a commuovermi ... anzi, per essere precisi, questo lavoro, lavoro di gruppo come poi spiegherò, va oltre. </span><br />
<span style="font-size: large;">Ricordo Quando dal vivo alza gli occhi verso la videocamera e dice, con decisione e timore, con un soffio di voce "i'm your man...", un attimo indimenticabile.</span><br />
<span style="font-size: large;">Ricordo "Dance me to the end of love" nel video collegato forse arbitrariamente, ma comunque per me con fascino, con il magistrale tango danzato da Al Pacino nel film "Profumo di donna", un brano che sembra superato, già vecchio appena nato e invece tocca il cuore. Insomma, Leonard Cohen ha lasciato e lascia il segno. </span><br />
<span style="font-size: large;">Il video dal titolo, "Happens to the Heart", l'insieme che esso è ... quindi testo, musica e immagini, è un mix capolavoro che mi sento in dovere di spiegare.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Vedete, noi usciamo da un'epoca assurda nella quale per esempio nel cinema, sembra su una moda lanciata dalla Francia, si dice che il film è sempre e solo del regista. Ma ... per esempio "La notte" di Antonioni, sarebbe comunque un capolavoro così potente senza Ennio Flajano e Tonino Guerra? Non credo. E film come "I vitelloni", "La dolce vita" ... cosa rimarrebbe senza Flajano? Si pensi solo al primo titolo. I Vitelloni. Essendo Fellini di Rimini, tutti, pensano che il termine sia riminese, e invece lo troviamo tuttora nel dialetto pescarese. Sta per vudellone, budellone, ovvero colui che passa la vita al bar a far niente (la parte di Sordi nel film). </span><br />
<span style="font-size: large;">Altre opere sono collettive, ma ce le fanno passare come atto creativo di un singolo. Altro esempio, il video "Correre" che sembra essere di Anastasio, e invece è firmato con uno pseudonimo; William 9, e non so altro.</span><br />
<span style="font-size: large;">Con Cohen, ed esattamente con quel prodotto formato da testo musica e video che conosciamo col titolo di "Happens to the Hearth", la firma del poeta copre tutto e invece la musica dovrebbe essere di Adam, il figlio, e il video ideato e realizzato da Daniel Askill. Se l'insieme è un capolavoro (io la penso così...) nato dopo la dipartita del poeta, le sue parti non lo sono meno. Ottimo il testo, ottima la musica e il significato del video che va forte, va da solo, anche per chi non comprende le parole comunque semplici. Daniel Askill ha detto: "Volevo realizzare qualcosa che parlasse della vita di Leonard"... "poi aggiunge "Cohen come monaco zen" ... </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Iniziamo l'analisi tenendo conto di un aspetto del lavoro artistico che di solito viene trascurato. L'opera, quasi sempre, è almeno in parte, misteriosa anche per colui che l'ha creata. E' nata partendo da un'idea più o meno chiara? ok, ma poi è accaduto qualcosa che ci sorprende. Spesso l'artista si domanda, al termine dell'atto creativo ... ma cos'ho fatto! Lo accetta. E' uscito dalle sue mani, è parte di lui, ma quell'opera contiene anche parti di lui che non conosce. Noi siamo solo parzialmente consci. Essere artisti è prima di tutto scoprire se stessi con l'opera. Rido gajamente di chi non la pensa così. La definizione di artista cambia ad ogni epoca ed attualmente secondo me è questa. L'artista osserva la sua creazione, che è una parte di lui, e comprende sempre qualcosa in più di quel grande mistero che è l'io per noi stessi. Si arriva ad un limite, per esempio con Kafka, nel quale la visione diviene chiara, completa (dall'incontro con Dora Dymant) e la sua letteratura non ha più senso per lui perché tutto è stato compreso e non c'è più sofferenza. Ora è tutto chiaro, ora son giochi intellettuali ... ormai Kafka, verso la fine, era come il Buddha, immobile nella malattia, sulla panchina di un parco a Berlino intento ad inventare una favola per una bimba che aveva perso la bambola, ora poteva anche morire ... perché morire ... non era più morire.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Ed ora il video, che appunto secondo me non è del tutto chiaro al suo autore ... ma anche a tanta gente. Ho verificato quel che dico anche pubblicamente, su varie centinaia di persone.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhC8R9KSqFS684A_t8fjrtdpyKHFF-LXO1W1XVIEk8N8AD-n9zg0IHTbBPIBCVd4-X99QvQ97DvvB-wB-CqnA9xGGEezLx3WXLppNoZN9uBtuj2-MZ6TtaQR8er6OQXOlttLj4yTcjj15g/s1600/Screenshot_20200506-154635_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhC8R9KSqFS684A_t8fjrtdpyKHFF-LXO1W1XVIEk8N8AD-n9zg0IHTbBPIBCVd4-X99QvQ97DvvB-wB-CqnA9xGGEezLx3WXLppNoZN9uBtuj2-MZ6TtaQR8er6OQXOlttLj4yTcjj15g/s640/Screenshot_20200506-154635_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Un uomo col cappello visto da lontano che cammina in un bosco.</span><br />
<span style="font-size: large;">Prima associazione ... Leonard Cohen portava sempre il cappello, non so se portava anche il cappotto o l'impermeabile.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoMQeJ9G60JCge8E-Zm5uhKHZtUWS70tUGs3mOPIMZEn6RcUkSqEYN9BhowgWqIHHBDtRMX37DT6z5pyMCZFLt1qtr1tVeyRLYMyr_GunyA6u6PpuB9uXUClDe1H8Ku9H_iv8Nh5jLOYM/s1600/Screenshot_20200506-154711_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoMQeJ9G60JCge8E-Zm5uhKHZtUWS70tUGs3mOPIMZEn6RcUkSqEYN9BhowgWqIHHBDtRMX37DT6z5pyMCZFLt1qtr1tVeyRLYMyr_GunyA6u6PpuB9uXUClDe1H8Ku9H_iv8Nh5jLOYM/s640/Screenshot_20200506-154711_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">La macchina da presa lo raggiunge. Un volto serio, un ragazzo, carnagione chiarissima. cappello, impermeabile e camicia bianca.</span><br />
<span style="font-size: large;">Mio pensiero ... Leonard era scuretto ... l'opposto ... questo è sicuramente biondo ...</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghmgusVDO-cOBSkBlsdWBTL9U5wnVUtsGjEzOB0lAUjSQgejqw_xmO87A6syEtZL33nOOxYhS44f6Sh6vQw0vFn9EAugS_wtCMbQJ_EOU4LkbDqQ2Zzy4t9uS4cBdJkyo39LoWgDWQPso/s1600/Screenshot_20200506-154719_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghmgusVDO-cOBSkBlsdWBTL9U5wnVUtsGjEzOB0lAUjSQgejqw_xmO87A6syEtZL33nOOxYhS44f6Sh6vQw0vFn9EAugS_wtCMbQJ_EOU4LkbDqQ2Zzy4t9uS4cBdJkyo39LoWgDWQPso/s640/Screenshot_20200506-154719_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Toglie l'impermeabile e lo getta ... è un gesto apparentemente senza senso. Perché gettarlo.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMFGiOXk5XvCC4C4Z7moQlRyjibhaywFFUUSR25UUr7uQFpLohmSZXg9ilAZn2_1gOalxdIBX3PFqJcLBqTXH-dKlA1jdJxIYImnNMcKBtyPiqSwk8iqArh3kVt_ziuOoAMCaESTrTNrE/s1600/Screenshot_20200506-154815_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMFGiOXk5XvCC4C4Z7moQlRyjibhaywFFUUSR25UUr7uQFpLohmSZXg9ilAZn2_1gOalxdIBX3PFqJcLBqTXH-dKlA1jdJxIYImnNMcKBtyPiqSwk8iqArh3kVt_ziuOoAMCaESTrTNrE/s640/Screenshot_20200506-154815_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Toglie il cappello ...</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEuo8RRCyoNWBMs2v-0AYER5sMTIBTG2VEzRHIFUrSdrjXKVLf8mp0h_JModmJF1Pbp88xjjsHzTO2cchIs7dMDXIU4IApTZpt2-M_HutR10DJZh7H-DsebrkHt_2EtVOBqc31OXrvSYE/s1600/Screenshot_20200506-154856_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEuo8RRCyoNWBMs2v-0AYER5sMTIBTG2VEzRHIFUrSdrjXKVLf8mp0h_JModmJF1Pbp88xjjsHzTO2cchIs7dMDXIU4IApTZpt2-M_HutR10DJZh7H-DsebrkHt_2EtVOBqc31OXrvSYE/s640/Screenshot_20200506-154856_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">... e lo getta. </span><br />
<span style="font-size: large;">Ora non ho più dubbi. Mi sto inoltrando in una dimensione simbolica. Già gettare l'impermeabile nella realtà quotidiana avrebbe avuto senso se inteso come gesto di stizza, di rifiuto ... ma sommato al gettare il cappello....! Ho avuto un periodo breve della mia esistenza nel quale mi ero affezionato ad un berretto da baseball, quando dovevo andare a teatro, vestito elegante, mi sentivo nudo senza. Quindi quel gesto, gettare il cappello, per una persona (Leonard) che era abituata a portarlo sempre ... no ... non è più realtà, razionalità ... è simbolo. </span><br />
<span style="font-size: large;">E già intuisco chi è quel ragazzo bianchissimo e biondo ... è un'anima ... si ... </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtsUBz6qB-eqLT8-4ZSRd-1l9iJ2P5SdGT5SGDVz7e5494tREY6igCQwoZy0hRpQnilnGodNOL_q_jZPsFsY1__xko_2qf0YZ_dexRPJM6fz1MRwJ5YkY4axsqTWD9VFK3839b0KZyM2M/s1600/Screenshot_20200506-154903_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtsUBz6qB-eqLT8-4ZSRd-1l9iJ2P5SdGT5SGDVz7e5494tREY6igCQwoZy0hRpQnilnGodNOL_q_jZPsFsY1__xko_2qf0YZ_dexRPJM6fz1MRwJ5YkY4axsqTWD9VFK3839b0KZyM2M/s640/Screenshot_20200506-154903_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Via la giacca, e si capisce che è una donna. Non dal viso, ma dal seno che si intuisce. Ora ... la mente razionale rettifica la sensazione iniziale e dice ... ragazza. </span><br />
<span style="font-size: large;">Sul piano simbolico no, non basta.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Mi spiego: All'inizio si ha un'idea maschile, quando vista di schiena, nella distanza, viene colta la prima sagoma. Penso che in quel frangente nessuno abbia dubitato del fatto che si trattasse di un maschio. L'inquadratura frontale non fa cambiare idea ... fino alla camicia ...che rivela il seno, ma per un attimo.</span><br />
<span style="font-size: large;">Il livello simbolico mi fa dire che non è né uomo ne donna, è un essere umano. Toglie pure la giacca e la getta ... si intuisce che toglierà tutto. Perché lo fa ?</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt4LKxYZdeOO8FX7qi32aSGXIWh2VvHrF9Axk7j7EwRrektW7X6DqccHiOZTBtP9OCDVreWajbCvBphADywUl18181BLZdzAEnFkgKHGlGYKJPrIgrhP2rGBw_xkk_V_IiClo82hKshy4/s1600/Screenshot_20200506-154927_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt4LKxYZdeOO8FX7qi32aSGXIWh2VvHrF9Axk7j7EwRrektW7X6DqccHiOZTBtP9OCDVreWajbCvBphADywUl18181BLZdzAEnFkgKHGlGYKJPrIgrhP2rGBw_xkk_V_IiClo82hKshy4/s640/Screenshot_20200506-154927_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Lo sguardo da serio si fa triste ... sbottona la camicia ... e la getterà.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVIJK0X05GJgPc6ktKN3WQJZFmwkNbQJrDLEgZLoI-kmFgv05VO-dCQGxFvOhW7MomfuEi4AyrDfc_X_CzqwkFZpkb1osN_LG-obu4mPqfHDVI5cSC6zUo6JDhwvrH6P-utUEA8ZWPSlo/s1600/Screenshot_20200506-155011_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVIJK0X05GJgPc6ktKN3WQJZFmwkNbQJrDLEgZLoI-kmFgv05VO-dCQGxFvOhW7MomfuEi4AyrDfc_X_CzqwkFZpkb1osN_LG-obu4mPqfHDVI5cSC6zUo6JDhwvrH6P-utUEA8ZWPSlo/s640/Screenshot_20200506-155011_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Poi la canottiera, e nel frattempo i razionali hanno avuto altre conferme del fatto che è una donna.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAymWjboXsNoMa6xAt84HnrToKwmEH3CSDN3imR8Zf_ZmNFYvPADIPjWsG-OOPEQ-ffKHzj7uitlMlunC58sV965g4EA6pcANzyDvspbCn9kvHevaZ6W3zimFDdgnliaVMXcYsV6IrSBw/s1600/Screenshot_20200506-155128_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAymWjboXsNoMa6xAt84HnrToKwmEH3CSDN3imR8Zf_ZmNFYvPADIPjWsG-OOPEQ-ffKHzj7uitlMlunC58sV965g4EA6pcANzyDvspbCn9kvHevaZ6W3zimFDdgnliaVMXcYsV6IrSBw/s640/Screenshot_20200506-155128_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Non vediamo volare via pantaloni, calzini, indumenti intimi e scarpe, ma comprendiamo che è nudo/a, nel bosco. Ora, non è più un bosco, ma la natura, il cosmo, ... e comprendo che i vestiti erano il corpo e l'anima se li è tolti rimanendo nuda. </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3DPPMYD62ND7h9kXBwhGW14ZQ2zJNaaUB3pAAsr3FPNNkbWm3JBIvgHps7aXBP6c1lSEqQXt_YHvWhjcWwLJERV_7E104e9C-1P_I-zN6dlYpjakWExBObMwcTwlaUuAwRaIJhCT3iUs/s1600/Screenshot_20200506-155130_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3DPPMYD62ND7h9kXBwhGW14ZQ2zJNaaUB3pAAsr3FPNNkbWm3JBIvgHps7aXBP6c1lSEqQXt_YHvWhjcWwLJERV_7E104e9C-1P_I-zN6dlYpjakWExBObMwcTwlaUuAwRaIJhCT3iUs/s640/Screenshot_20200506-155130_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Ora lo stato d'animo evolve: dalla serietà è passata alla tristezza. Ora arrivano lacrime e disperazione. L'anima disperata.</span><br />
<span style="font-size: large;">E sul piano simbolico è tutto chiaro. L'anima, fin quando è stata nel corpo ... ha vissuto per il corpo e immaginato il dopo, ma del dopo non sa nulla. Ora, persa nel cosmo inspiegabile, nel quale ogni direzione sembra identica e il paesaggio invariabile, qualcosa deve accadere ...</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHG2ZdxHETYjMmzICB1JU3SUyeCBcxyA2gwmdzeBMYf0kaZaLGxSaT4FeLp95wD810QE4vuT12P53TJkAo8ug6u7x-zQEg4xLX1_Np0j4Q24AfZi8VrD2MQJ5QKSuuDevPTceSeI1nbYw/s1600/Screenshot_20200506-155158_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHG2ZdxHETYjMmzICB1JU3SUyeCBcxyA2gwmdzeBMYf0kaZaLGxSaT4FeLp95wD810QE4vuT12P53TJkAo8ug6u7x-zQEg4xLX1_Np0j4Q24AfZi8VrD2MQJ5QKSuuDevPTceSeI1nbYw/s640/Screenshot_20200506-155158_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">disperazione ...</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4W5s0RmWi_ImDYgnF6sYi0nfoECLXy3u0L61PXk1KIS5n9kPLpguo54GU8hW06gi9us4aPP0cZSwwIFYOPAKcgop1BopymbFFI5UeiGMi91_bAibTwqD-9NILz43tl6JPz7aRjrTvppE/s1600/Screenshot_20200506-155209_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4W5s0RmWi_ImDYgnF6sYi0nfoECLXy3u0L61PXk1KIS5n9kPLpguo54GU8hW06gi9us4aPP0cZSwwIFYOPAKcgop1BopymbFFI5UeiGMi91_bAibTwqD-9NILz43tl6JPz7aRjrTvppE/s640/Screenshot_20200506-155209_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">vede qualcosa ...</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKIZkM0YfgH9iGKK1T9aBSV4D4tEvdjzadwo_TKKYY4EUaEy2wBl-y7IlfP5MQfF5gIlMKO4kCSV2Nmw3_VRdjm-OdaFbpHU6SAn7wF1-f0Fn-ViOMz4ChWcFCq9EPLyu50kjgyzwhzHc/s1600/Screenshot_20200506-155225_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKIZkM0YfgH9iGKK1T9aBSV4D4tEvdjzadwo_TKKYY4EUaEy2wBl-y7IlfP5MQfF5gIlMKO4kCSV2Nmw3_VRdjm-OdaFbpHU6SAn7wF1-f0Fn-ViOMz4ChWcFCq9EPLyu50kjgyzwhzHc/s640/Screenshot_20200506-155225_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">una persona vestita di scuro, sembra un religioso</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmI7gCl8XWDtyooccE0-hqCEIg_LceJYvPbAvXnOCZo4Fj7g8j6lDqAxesXdRuHkXRxoO2GwkS7Uk61_rFdapzCpZ0JdRZd3ecrshdtfB7pOC0p9Sx0quDH6MtNSyFkL2niJ0P3gKiMNE/s1600/Screenshot_20200506-155234_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmI7gCl8XWDtyooccE0-hqCEIg_LceJYvPbAvXnOCZo4Fj7g8j6lDqAxesXdRuHkXRxoO2GwkS7Uk61_rFdapzCpZ0JdRZd3ecrshdtfB7pOC0p9Sx0quDH6MtNSyFkL2niJ0P3gKiMNE/s640/Screenshot_20200506-155234_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Lo ricopre con un mantello </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYeulkVolIwdQGcddmSVcdRGXrH20LBazhphMvEtAi5aXJ-pWVJSXsgDsqXpqsM55iwETGv9p4nMn92Tk_mEmABegpw8AmVqbbMuHRmPzs_ZSniamJc4ajd8evS2IUiewv9_Y5bE-tOhg/s1600/Screenshot_20200506-155257_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYeulkVolIwdQGcddmSVcdRGXrH20LBazhphMvEtAi5aXJ-pWVJSXsgDsqXpqsM55iwETGv9p4nMn92Tk_mEmABegpw8AmVqbbMuHRmPzs_ZSniamJc4ajd8evS2IUiewv9_Y5bE-tOhg/s640/Screenshot_20200506-155257_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">e gli indica una direzione. L'anima è ricoperta, quindi protetta ...</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg7JmdnI1Wj43uyO81ui8KkXHjwyw7m40HYzOxU0Ck92ouXV6_qbBa2CPV0_BPiju5ZAOlin-i_ZflmWVdee2ir4zGkivp-W02hd-Umhyphenhyphen1uSgyGZkzp1nd1jPPK5elAc6RZ1t_kW1Y-ZM/s1600/Screenshot_20200506-155303_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg7JmdnI1Wj43uyO81ui8KkXHjwyw7m40HYzOxU0Ck92ouXV6_qbBa2CPV0_BPiju5ZAOlin-i_ZflmWVdee2ir4zGkivp-W02hd-Umhyphenhyphen1uSgyGZkzp1nd1jPPK5elAc6RZ1t_kW1Y-ZM/s640/Screenshot_20200506-155303_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Si nota sul viso una lacrima, rimasta dalla disperazione vissuta qualche attimo prima. Ora inizia un altro tipo di mistero. Quel che sembra un caos cosmico, non lo è. Esiste una via anche nel caos, e una via equivale ad un senso. </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9dq_TCmWkZReX8_fWGhd_xhVRtJiWB7DtFhhgo_7Wl5D9pxvj6K4OCormRekUC_x0wC4X0Jsx4ni1MXSiZB1q_bq6EDJaS7BHWc3fnJPQ8ac0DsTXqtcvG_017g9AzIL6o5cEdFE_cRk/s1600/Screenshot_20200506-155323_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9dq_TCmWkZReX8_fWGhd_xhVRtJiWB7DtFhhgo_7Wl5D9pxvj6K4OCormRekUC_x0wC4X0Jsx4ni1MXSiZB1q_bq6EDJaS7BHWc3fnJPQ8ac0DsTXqtcvG_017g9AzIL6o5cEdFE_cRk/s640/Screenshot_20200506-155323_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="font-size: large;">il paesaggio si dirada</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9rveJ3X0T0Pzgs-lC4jih-sWsPtpT5CljyDwy59lzYs1-aXy4IQvggNno21zKQR_iNaIsNA4bufrGBYPE0nFsLVqwleQ0swSquXTrOyjTg-Uq52RaAL7tW95wWd5NHRemqPjq2ZEWd1w/s1600/Screenshot_20200506-155406_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9rveJ3X0T0Pzgs-lC4jih-sWsPtpT5CljyDwy59lzYs1-aXy4IQvggNno21zKQR_iNaIsNA4bufrGBYPE0nFsLVqwleQ0swSquXTrOyjTg-Uq52RaAL7tW95wWd5NHRemqPjq2ZEWd1w/s640/Screenshot_20200506-155406_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">si apre in un panorama che corrisponde all'infinito e non si può più proseguire. Ma ora non esiste più la disperazione ... e chi non può proseguire ... </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4kZHyjvzTTfnTqSMMEq0eaD9RWXuyD1J-ryOLCCyHCsKrLY460NTgS56VkUSm9uaAojlOyXNUWYV8gmYgWTk7hOuH6L8MtarcxdvhNiKwxnpMuIejl6FV6YA7WfTG1PycFiYqt1ma1fI/s1600/Screenshot_20200506-155416_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4kZHyjvzTTfnTqSMMEq0eaD9RWXuyD1J-ryOLCCyHCsKrLY460NTgS56VkUSm9uaAojlOyXNUWYV8gmYgWTk7hOuH6L8MtarcxdvhNiKwxnpMuIejl6FV6YA7WfTG1PycFiYqt1ma1fI/s640/Screenshot_20200506-155416_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: large;">si siede ... il paesaggio alla fine è sempre il medesimo ... quindi ...</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2k7ntXmoYMVfBHEJLotu-0tM41Nysm3fURt_yoBLWmGLyfMWtCKUHuaqdl6CRgjGPDPYfSgJMQ3S84aijlu-8veRCcmEEaU-fCVIcAsFtlPMTZ_DY3ALXIlJS8KQ6EMvR3NOd-nlLBn4/s1600/Screenshot_20200506-155422_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2k7ntXmoYMVfBHEJLotu-0tM41Nysm3fURt_yoBLWmGLyfMWtCKUHuaqdl6CRgjGPDPYfSgJMQ3S84aijlu-8veRCcmEEaU-fCVIcAsFtlPMTZ_DY3ALXIlJS8KQ6EMvR3NOd-nlLBn4/s640/Screenshot_20200506-155422_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">dopo averlo osservato a sazietà ...</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLhGymhH55hJUe_bdwWOqv8ZluYWXgprRMgWlKgk7dlAGV-hL1aK3S21X8x8SqT6hp70HQ66DYodqyoyKsmrVBQDpqTAkKmBvgJnO3oFTD-hafEu7Di9sRiSENDffLK8z7gCaPzktid9w/s1600/Screenshot_20200506-155424_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLhGymhH55hJUe_bdwWOqv8ZluYWXgprRMgWlKgk7dlAGV-hL1aK3S21X8x8SqT6hp70HQ66DYodqyoyKsmrVBQDpqTAkKmBvgJnO3oFTD-hafEu7Di9sRiSENDffLK8z7gCaPzktid9w/s640/Screenshot_20200506-155424_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">l'anima, ormai sicura della protezione divina, di un divino che intuisce ma anc</span><span style="font-size: large;">ora non conosce, chiude gli occhi.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Questa azione è importantissima. Anticamente i ciechi avevano il compito divino di guardare nell'interiorità, di ascoltare le muse, che dalla divinità ricevevano l'ordine di comunicare certi messaggi agli uomini. E' riduttivo pensare solo ad Omero, l'artista cieco per eccellenza. Abbiamo tracce anche più recenti, quasi fino ai giorni nostri. Nel volumetto "Costantinopoli", Arsenij Tarkovskij racconta di un cantore cieco visto al mercato in un paese della costa nord del mar Nero, siamo ai primi del novecento. La gente si avvicinava, lo ascoltava e lasciava dei soldi ... si badi bene, non un'elemosina. Ne "La tregua", lo narra Primo Levi. Indro Montanelli, in esilio in Albania decide di andare a conoscere "il cieco", il grande poeta. Dopo un pajo di giorni faticosi in groppa ad un asino, lo incontra: "ma non sei cieco!", "Qui si chiama cieco il poeta ..." e siamo se non erro, negli anni trenta del novecento.</span><br />
<span style="font-size: large;">Chiudere gli occhi per noi, in una quotidianità fatta di orologi impegni lavoro e lavoro e ancora lavoro ... è dormire, è sonno, riposare, staccare un attimo.</span><br />
<span style="font-size: large;">Per chi ha tempo, per chi ha deciso di avere tempo, per chi ha deciso di non correre come questa epoca ti chiede, e si ferma a ... pensare, per chi osa questo, chiudere gli occhi è pensare, concentrarsi ... e così il pensiero diventa meditazione che pian piano va da sola e ... </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbLWtDshiNi33h119x_i_DLtmXaWZ0vph-9X-XE55CYszb7bz9YW_zlpXCBpDINfOkdWbCYjPOiBEZRrZUpHJbXpNqF-5AjujlfBqFIZv2Rh8yLp96l-4mfob2Ow4h_2zteGBSCvLd0zM/s1600/Screenshot_20200506-155442_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbLWtDshiNi33h119x_i_DLtmXaWZ0vph-9X-XE55CYszb7bz9YW_zlpXCBpDINfOkdWbCYjPOiBEZRrZUpHJbXpNqF-5AjujlfBqFIZv2Rh8yLp96l-4mfob2Ow4h_2zteGBSCvLd0zM/s640/Screenshot_20200506-155442_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">qualcosa accade ... chi dal pensiero passa alla meditazione e si </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: large;">lascia andare, si stacca dalla corporeità ... e simbolicamente lievita in una dimensione che ha qualcosa di divino.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUACT3MZMePWl2s_QjeltEqiw-z0O9n8trb-9jer8DAPBzVrNf7P1uhWYKyruym-1u6YRuYlzH5bAGiQA4E_rFK6_-Z5c-06EZyGmkgqGobHnmu0thHVSPLziVKh1zeK6mZb-TPohQVYk/s1600/Screenshot_20200506-155446_YouTube.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUACT3MZMePWl2s_QjeltEqiw-z0O9n8trb-9jer8DAPBzVrNf7P1uhWYKyruym-1u6YRuYlzH5bAGiQA4E_rFK6_-Z5c-06EZyGmkgqGobHnmu0thHVSPLziVKh1zeK6mZb-TPohQVYk/s640/Screenshot_20200506-155446_YouTube.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Perché la scelta della levitazione come simbolo della spiritualità raggiunta ... </span><br />
<span style="font-size: large;">Chiedetelo ad Inarritu che la "usa" in "Birdman", o a Paul Auster che ne fa una chiave fondamentale in "Mr Vertigo", o a Sorrentino che ne "La grande bellezza" ... ecc</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">La nostra epoca ha scelto questo simbolo per rappresentare la spiritualità raggiunta. </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">FINE DELLA DESCRIZIONE</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Fate caso ora come la musica si leghi magistralmente alle immagini amplificandone il significato, e il testo, che cita Gesù, Marx, quindi religione e ideali sociali, e la vita quotidiana, tutto si lega e si ha ... il capolavoro.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Perché ho scritto questo pezzo. </span><br />
<span style="font-size: large;">Perché mi son reso conto che questa opera non è stata compresa. Eccesso di raziocinio? (ho mostrato dove le vie della ratio e della sensibilità si separano ...). Penso di si ...</span><br />
<span style="font-size: large;">Nella nostra vita quotidiana la sensibilità è un ostacolo. Chi fa più facilmente strada nella vita? ... immaginiamo una parità di possibilità e raccomandazioni, talento e ricchezza fra due concorrenti ... colui che è freddo, amorale ( = senza una morale) va più lontano. La vita quotidiana è così, e seleziona i più freddi, quelli che una persona non la amano ma credono di poterla comperare ... per esempio. Ricordo negli USA le pubblicità della persona socialmente arrivata ... col bicchiere di superalcolico in mano, il sigaro e la biondona di fianco ... e il macchinone e la casona e ... la solitudine che troviamo nei quadri di Hopper (per esempio il tuffo in piscina). Tutto, tranne la solitudine, la trovate nelle loro pubblicità ... e la solitudine la vedete in riva ai bar, sui metro ...</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">E invece qualcuno che resiste c'è, e non lo fa ipocritamente. Vedete ... a lungo andare la maschera diventa il volto e chi la indossa ... essendosi dimenticato di togliersela tanti anni fa, non sa più nemmeno di averla.</span><br />
<span style="font-size: large;">Ci sono artisti che giocano coi simboli ... per esempio Sorrentino ...</span><br />
<span style="font-size: large;">Altri, come Leonard Cohen e Paul Auster ... non sanno fingere e pagano con la vita, soffrendo anche nelle opere, sbagliando, ma lasciando una scia luminosa di sensibilità che, se colta ... si fa contagiosa.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Amen</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>Unknownnoreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-43495741697546591642020-04-19T10:17:00.006-07:002023-02-12T09:38:37.471-08:00W.G.Sebald - tre capolavori <br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7x8uBUkZaXNRSguni-V1KFM1_tQNSZHRWd7KQSI7tFZkjq_W1cMBM7VAw-JjuDCFMRqmecfkOOqEex4Dgtdh4jGsR0wFma1XtbUCJrZlFB8janwmN0FsYsgsip0-cC7aq8OTuAejeS3c/s1600/20200419_134843.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="938" data-original-width="1600" height="372" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7x8uBUkZaXNRSguni-V1KFM1_tQNSZHRWd7KQSI7tFZkjq_W1cMBM7VAw-JjuDCFMRqmecfkOOqEex4Dgtdh4jGsR0wFma1XtbUCJrZlFB8janwmN0FsYsgsip0-cC7aq8OTuAejeS3c/s640/20200419_134843.jpg" width="640" /></a></div>
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<span style="font-size: large;">Ho incontrato l'opera di Sebald per caso solo nel 2018 in primavera e questo mi rattrista. Se io, incallito lettore, ci son capitato davanti e in un mercatino dell'usato, incuriosito, lo ammetto, dal fatto che fosse tedesco, immagino la quasi impossibilità di queste opere di giungere alle mani di una persona che potrebbe aver la vita piena di altre faccende sensate e necessita di un qualcosa che seriamente elargisce consigli di lettura.</span><br /><span style="font-size: large;">Presi in mano il libro, si intitolava Austerlitz, l'edizione era del 2002, aveva quindi diciassette anni. Lessi il poco che diceva la biografia, nato 1944, deceduto 2001, qualcosa di vago sui suoi studi a Norwich e decido, anche se non sono troppo convinto, di acquistarlo. I dubbi mi venivano dal fatto che ho pensato che si trattasse dell'ennesima descrizione-narrazione della celebre battaglia napoleonica. Le mie conoscenze storiche mi han dato la certezza che fra il narrato ufficiale anche dell'epoca, che è propaganda, e il fatto realmente accaduto, così come i miei studi me lo hanno rivelato (insisto du questo aspetto...), corresse un abisso. Non ero disposto a "spendere il mio tempo" in una ennesima versione di quel fatto. Fu comunque il prezzo, che aveva già subito un ribasso per mancanza di un interessato, come mi hanno detto che accade dopo due mesi di giacenza, fu il prezzo dicevo, a farmi pensare che per cinquanta centesimi potevo ben correre il rischio. Male che vada dopo poche pagine lo avrei relegato nello scatolone dei libri che poi porto a casa di un amico affetto da mania di accumulazione libresca non selettiva.</span><br />
<span style="font-size: large;">Arrivato a casa, del mucchio che avevo comperato, scelsi proprio questo "Austerlitz" per primo, perché ero già rassegnato all'idea che me ne sarei dovuto liberare in quanto saggio storico non interessante. Ma ... ho iniziato la lettura e ho capito subito che Napoleone e la battaglia non c'entravano per niente. Austerlitz è il cognome di un tipo che la voce narrante ha incontrato casualmente in varie occasioni in Belgio. Primo incontro ad Anversa nel 1967. Le prime pagine erano interessanti e la descrizione della sua visita al nocturama di quella città, mi ha dato da pensare, come l'aggiunta di foto integrate col testo</span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbC-_cDmp0U57aCllUrrpNjBxQMWe-0LEawe8IQl9dJWSHxP3q6p2A7z2GPwCFrnwaTE1NcMI5xKcle4fSDnCYqejj0_JZQJluYNDUJTSz8XkmyzhxCW1HxN39CG02tXV0vOA00r-Ph1s/s1600/20200419_173755.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1296" data-original-width="1600" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbC-_cDmp0U57aCllUrrpNjBxQMWe-0LEawe8IQl9dJWSHxP3q6p2A7z2GPwCFrnwaTE1NcMI5xKcle4fSDnCYqejj0_JZQJluYNDUJTSz8XkmyzhxCW1HxN39CG02tXV0vOA00r-Ph1s/s320/20200419_173755.jpg" width="320" /></a></div>
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<span style="font-size: large;"> ... la sensazione era di profondità, ma non immediatamente abissale. La dimensione "sensibile" era stata appena sfiorata, la tempesta emozionale o quant'altro fosse nella mente dell'autore era stata scansata, ma ebbi la sensazione di un semplice rinvio. Si immagini una sonata in cui un tema già all'inizio viene appena accennato; una volta che abbiamo intuito che ha possibilità espressive interessanti, l'attenzione si fa totale. </span><br />
<span style="font-size: large;">Avevo tempo e per me un libro di 315 pagine, se merita, è questione di un giorno di immersione ... ed ecco che a pagina 133 inizia un crescendo irresistibile ... sono concentrato al massimo, vibro, mi lascio coinvolgere, poi travolgere e ... a pagina 151, arrivato al punto con le seguenti parole ... "... per così dire alla vigilia della morte." mi resi conto che ero commosso al massimo grado. Chiusi il libro, diedi un po' di cibo al cane e poi con lui m'inoltrai nel bosco. Ero agitato, soddisfatto, stremato. Avevo letto qualcosa di eccezionale e quando mi capita per un po' di tempo il cervello si blocca e non posso far nient'altro che esistere fisicamente. Ho camminato così, sospeso anche da me stesso, per un'oretta e poi, una volta rincasato, ho guardato quel libro con un rispetto tale che per quel giorno non son più riuscito a toccarlo. Non ero in grado di pensare, di elaborare, ma agii e telefonai al mio libraio di fiducia. In "bottega" non aveva nulla di Sebald, e ordinò qualche titolo. La mattina seguente, dopo la rituale passeggiata canina, decisi di ricominciare da capo la lettura e di andare più lentamente. Da quando internet è diventato facilmente raggiungibile, il mio modo di leggere è cambiato. Quando si cita qualcosa che non conosco, un monumento, un evento, un personaggio, ecco che sospendo la lettura e mi informo. Ho iniziato osservando la stazione di Anversa, che viene accuratamente descritta, poi quella di Luzern con immagini dell'incendio che la voce narrante racconta di aver visto, eccetera. Passai poi al tribunale di Bruxelles e a tanti particolari che mi fecero comprendere meglio la situazione ... fino alla Liverpool Station di Londra. Rivissi la salita emozionale che inizia a pagina 133 e di nuovo mi arenai in quel punto di pagina 151 ... ma ora, poiché si trattava di una rilettura, la mia reazione fu più contenuta e colma di un'ammirazione che per autori recenti ho provato raramente, ed esattamente con: Coetzee ("Vergogna"), Auster ("mr Vertigo", "Ho creduto che mio padre fosse Dio"), Paola Capriolo ("Una luce nerissima"), Sebastiano Vassalli (Un infinito numero").</span><br />
<span style="font-size: large;">La lettura completa fu portata a termine in serata e ad oggi che son passati dieci mesi da quella prima volta, Austerlitz l'ho letto quattro volte perché penso che un capolavoro deve essere letto e riletto per esse interiorizzato. La prima volta si scopre la trama e si vive la grana grossa di un'emotività scomposta, poi ci si muove fra sensi e sfumature fino a "sentire" non tanto la struttura, che comunque è un piacere ma di natura intellettuale, fino a "sentire" dicevo, il motivo profondo che ha spinto l'autore e scrivere l'opera. </span><br />
<span style="font-size: large;">La vera arte non è commerciale. Fai l'opera, che sia letteraria o musicale o pittorica nulla cambia, fai l'opera dicevo, perché è impellente per TE la necessità di liberare quella parte di TE che ti pesa, che non ti lascia in pace. Quando sento parlare di arte commerciale (Andy Wahrol conió questo non sense) rido amaramente. L'arte non ha nulla a che fare col commercio. Se poi in un secondo tempo accadesse che l'opera fosse in grado di arricchire editori e autori, ben venga, non guasta, ma è un effetto secondario come la neve in un giorno di primavera ad Osaka mentre passeggio fra ciliegi in fiore ... quella neve ci sta, rende tutto più ... completo, ma lo sappiamo che sono i ciliegi in fiore il motivo che ci ha portato li nella speranza godere, di comprendere una sensazione antica.</span><br />
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<span style="font-size: large;">Lo scorso anno (2019), seduto in una serata estiva assai torrida a Panicale, con conoscenti provenienti da vari stati nordici, e fra i quali i tedeschi abbondavano, quando mi chiesero, come spesso accade, cosa avessi letto di bello di recente, al mio nominare Sebald, mi guardarono sorpresi. Non sapevano niente di lui. Diedi tre titoli: "Gli anelli di Saturno", "Migrazioni" ed "Austerlitz". Mi dissero che erano veramente sorpresi e li comprendevo. Sapevo che molti di loro erano lettori seri ed affidabili. E vien da pensare con stupore ... com'è possibile che gente attenta alle arti, di Sebald non sappia niente!</span><div>
<span style="font-size: large;">E questa domanda me la son fatta non solo per Sebald ma anche per gli autori che ho citato prima, ovvero, Coetzee, Paul Auster, Paola Capriolo e Sebastiano Vassalli. Il primo mi risulta che sia letto all'estero e molto lo deve a quel propulsore commerciale che si chiama Nobel. Paul Auster è indubbiamente letto negli USA dove abita, ma forse dovrebbero leggerlo di più, e in Italia per esempio, mi son reso conto che è quasi sconosciuto. </span><br />
<span style="font-size: large;">Vassalli, in grazia di un premio Strega assegnatogli anni fa, è noto per un'opera gradevole ma che non è la sua migliore e, vittima della sua morte, attualmente è nell'oblio. La Capriolo mi risulta sia viva e schiva, ma quasi completamente sconosciuta. </span><br />
<span style="font-size: large;">Come può accadere che la qualità nasca e nessuno ce la offra? e nessuno ci dica guarda che si tratta di un gioiello? ma ... la critica, l'editoria ... sono impazziti? non si rendono conto che la qualità, quella vera, quando si mette in moto, se un poco la aiuti rende veramente tanto e ci rende veramente, ma veramente migliori ... più sensibili? Si pensi al mio solito esempio, al solito Franz Kafka. Kurt Wolff, il suo editore, pubblicò le sue prime cose. Tirature da mille copie che non furono nemmeno esaurite ... ma, chi aveva i suoi diritti ... quanto è ingrassato nel novecento! Saper cogliere la qualità dovrebbe essere un vantaggio per il commercio, una vera rendita e, per me prima di tutto e per gli individui tutti, un'occasione rara di crescere in sensibilità. Spesso mi son sentito dire che la nostra epoca non ha più grandi scrittori ... impossibile. Manca l'onestà di chi sceglie e che ritiene che, se si è potenti o ricchi (non sono sinonimi ... la ricchezza è il potere dei poveri, il potere dei veri potenti è stabilire le leggi) qualsiasi cosa che farai sarà considerata saggia. Ma per esempio Lorenzo il Magnifico ... era un'eccezione, non la regola. Per comprendere un artista serve ... un altro artista e Lorenzo lo era. L'epoca d'oro della Einaudi per esempio, terminò con Pavese. Coloro che coprirono successivamente il suo ruolo non valevano un suo dito ... eccetera.</span><br />
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<span style="font-size: large;">Propongo ora brevemente una chiave di lettura. Per comprenderla è necessario aver letto tutti i tre testi visibili nella foto che apre questo scritto. </span><br />
<span style="font-size: large;">Si immagini una persona immortale. Per essa tutto è transitorio. Impossibile legarsi ad una persona, ad un luogo. Tutto sarebbe un incessante divenire ... intollerabile, e i legami, col territorio, con una casa e anche solo con un oggetto, e pure con una persona, divengono insensati. La vita umana, causa la sua brevità, sembra esclusa da questa sgradevole sensazione che io interpreto come la solitudine estrema. Ma ecco che Sebald ci dimostra che anche nel tempo della vita di un essere umano, questo divenire che lui addensa nel vocabolo "distruzione" e che siamo soliti non percepire, è invece tangibile e altamente destabilizzante. Non la morte diviene il problema esistenziale, ma questo divenire che accade tramite distruzione e rinascita continui, che si tratti di una città, di una vita individuale, di un paesaggio. Un passo notevole è in "Gli anelli di Saturno" a pagina 276, cercare su internet "great storm of 1987" e si rimarrà colpiti da quel che accadde. La voce narrante alla finestra della sua casa in East Anglia. Si alza un vento fortissimo. I vetri sembrano non resistere. Chiude gli occhi e ... dopo poco quando li riapre, tutti gli alberi davanti al suo sguardo oltre il vetro indenne, e poi, scoprirà, nella regione, son caduti, silenziosamente sradicati, piegati pian piano, senza tonfi, senza rumori drammatici ... senza dramma. Il caso mi offrì una coincidenza ben strana. Lessi quelle pagine pochi giorni dopo la caduta degli alberi sulle alpi venete e trentine. Era il primo novembre del 2018 ... Vissi sia dal vero nel mio tempo presente, che nella letteratura, quella sensazione di fragilità direi cosmica, che Sebald descrive come parte costituente ormai consapevole dell'umanità e del pianeta. Tutto cambia incessantemente... l'assenza di un minimo di stabilità, sia nella natura che nelle costruzioni dell'uomo che questi tre libri descrivono, (come la cattiveria dell'Uomo raccontata e non giudicata nella disavventura di Roger Casement che equivale alla continua distruzione di un mondo moralmente accettabile), tutte queste insicurezze ... e pur si vive, ... e pure ... Sebald ebbe il coraggio di diventare padre ... nonostante la sua sensazione angosciante di un divenire distruttivo ebbe il coraggio di esistere con una consapevolezza, con un senso della vita, assai arduo da sopportare. </span><br />
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<span style="font-size: large;">... e Sebald, che pure è morto troppo presto, scivola via e apparterrà ai pochi che avranno dalla loro la incomprensibile legge del caso.</span></div>
<br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-40711828151373011272020-04-19T04:17:00.006-07:002022-01-13T13:41:45.849-08:00FRANZ KAFKA - "IL CACCIATORE GRACCO" : una chiave di lettura<br />
<span style="font-size: large;">L'estate scorsa, ricordo che era una mattina di giugno, mi inoltrai nel bosco col cane. Era ancora fresco e camminare era un piacere. Non pensavo a nulla di particolare … sarei arrivato dopo circa tre chilometri, al solito bar, mi sarei seduto ad un tavolo esterno condividendo la brioche con Philly (cane), e incantandomi come un bambino ad osservare le navi che entravano nel porto, spesso talmente grandi da mettere in ombra tutto il paesino. Mi godevo la sensazione puramente psicologica, per nulla reale, di fresco che questi giganti del mare lasciavano al loro passaggio. La nave container che giungeva da Catania … chissà se era la sua mattina … ed ecco che nella mente fa irruzione la soluzione … Ecco "il cacciatore Gracco" compreso!!! Il primo pensiero fu per Sebald che, come me, dedicò anni per comprendere. Il libro "Vertigini" racconta di questo sforzo in cui si concentrò su un aspetto biografico che assillava Kafka: il matrimonio ... ma più del matrimonio un altro livello dell'esistere era ormai consapevolmente ed irrimediabilmente suo.... </span><div><span style="font-size: x-large;">Quella mia comprensione fu un evento così inaspettato che rimasi sbalordito. Camminai silenzioso e intimorito, meditando e rimeditando quel che dal mio emisfero destro era uscito. </span><div>
<span style="font-size: large;">Kafka era malato. Ormai sapeva che per lui non ci sarebbe stato scampo. Se si è malati terminali, si sa che è finita e si può anche prevedere con buona precisione, per quanto tempo si sarà ancora nel mondo dei vivi. Ma … e questo pensiero la mia mente mi donò quella mattina … <u>se si è malati in modo irrimediabile, si è sì vivi, ma non si è più nel mondo dei vivi come gli altri. Si è sulla barca della morte ma ancora fra i vivi</u>. Ecco tutto, ecco il significato che mi era sempre sfuggito. Quel racconto lo lessi la prima volta che avevo quindici anni. Mi sorprese la scrittura assai semplice; questo aspetto sempre sconcerta il lettore inesperto. Dietro alle "cose" semplici sembra che non ci sia nulla di più di quel che vedi … o leggi … ma ero già appassionato di Borges e ricordo e ricordavo queste sue parole a memoria. "Scrivere in modo semplice è una meta. La semplicità della grande letteratura contiene in sé una segreta complessità" … e Kafka è sempre semplice in modo disarmante. Si può aggiungere un aspetto che complica il suo specifico tipo di semplicità. Nella sua opera, ogni parola, ogni aggettivo, tutto, è calibrato con precisione. Nulla, assolutamente nulla, è li per caso. Tutto è in funzione del significato. Se si pensa che un racconto così concepito sia più semplice da comprendere o anche solo da leggere, ci si sbaglia … e questo l'ho compreso da anni. Nel linguaggio parlato, quello che usiamo con gli altri ma anche con noi stessi, manchiamo di quella precisione … e in fondo nella quotidianità non è necessaria. Ricordo per esempio un fatto capitato in Umbria; quell'unica persona che faceva i biglietti e anche da guida in un ottimo museo di cose etrusche, spiegava con una esattezza impressionante e un alone di freddo lo circondava. Dopo aver sentito descrivere vari oggetti, feci una domanda. Mi disse con un moto a fatica trattenuto di stizza, che me lo aveva già detto prima. In quel momento sentii che quell'alone di freddo si era trasformato in incapacità affettiva, in solitudine … e che, con un cervello dotato di una leggera forma di autismo, quella precisione, si trasformava, lo trasformava, in un essere che sembrava inarrivabile per perfettibilità, ma anche per nulla meritevole di una sana invidia di quelle che ti fanno venir voglia di migliorare. Gli feci presente che lui era ad un livello elevatissimo e assai raro. Mi disse che se non ero preciso non voleva dire che lui era migliore … (sottinteso, non ti stai sforzando abbastanza, non fai sul serio ecc). Verso la fine della visita si scusò. Mi disse che gli avevano fatto notare varie volte che era troppo preciso e questo infastidiva i visitatori … gli strinsi la mano e lo ringraziai, aggiungendo che era stato la miglior guida che avessi mai avuto.</span><br />
<span style="font-size: large;">Ecco quel che ci accadrebbe se decidessimo di utilizzare un linguaggio necessario e sufficiente, come si direbbe in matematica. Si risulterebbe freddi, anaffettivi, irraggiungibili sì, ma con nessuno che desidererebbe raggiungerci.</span><br />
<span style="font-size: large;">In letteratura, come nelle scienze invece, si può. E Kafka aveva studiato accuratamente una scienza umana, il diritto, che fa un uso molto preciso del linguaggio e spesso, nonostante le attenzioni dei giuristi, rimane un velo di ambiguità che complica le interpretazioni perché la lingua, creatura umana, è per quanto si lotti, perfettibile ma imperfetta . </span><br />
<span style="font-size: large;">Kafka aveva poi scoperto lo strano rigore degli studi ebraici nei quali si era inoltrato. Il suo nonno materno, calato nell'ebraismo fino alla santità, faceva il bagno purificatore tutti i giorni nel fiume … anche da vecchio, con la sua fluente barba bianca, scendeva alla Moldava, rompeva il ghiaccio e si purificava, in un paesaggio di kavke infreddolite, l'uccello al quale il grande scrittore doveva il cognome e che il padre, per allontanare l'aura ebraica ed attirare più clienti in negozio, trasformò da kavka in Kafka. Questa amorale occidentalizzazione fece soffrire una generazione di giovani ebrei non solo a Praha, ma lì particolarmente. Praha fu sempre il subcosciente di Wien, ed ecco un esempio: Quando Mozart ebbe ultimato il "Don Giovanni", l'imperatore non acconsentí che fosse rappresentato in quella città che aveva la corte, poiché un dramma che avesse per soggetto la scandalosa immoralità di un nobile, portata all'estremo come in quel caso, era fastidiosa ... </span><span style="font-size: large;">per un nido di nobili. La prima avvenne a Praha ... e fu un successo. Torniamo al nostro scrittore: Franz Kafka era più mondano, più vivo, almeno all'inizio della sua esistenza, di quanto ce lo facciano apparire le biografie. Giocava a tennis, girava in moto (gliela prestava lo zio scapolo e medico) ed ebbe varie storielle con ragazze. Poi la sua esistenza si scontrò con la amoralità del mondo che lo circondava ed iniziò ad andare, con delicatezza, controcorrente. L'apice dell'amoralità fu comunque toccata da un fratello della madre, Joseph Loewy, che si imbarcò nel 1891 per il Congo, allora proprietà personale del re del Belgio, e partecipò al massacro che venne attuato per produrre gomma e legname. Un caso simile a quello di Eichmann, che personalmente non aveva ucciso nessuno, ma collaborò in un sistema che uccise. Riceverà direttamente dalle mani di re Leopoldo la medaglia d'oro dell'ordre du Lyon Royal. </span><br />
<span style="font-size: large;">Notate una casualità. Loewe vuol dire leone in tedesco, e Levi (tribù con oneri sacerdotali) si germanizza prendendo le sembianze, Loewy, del leone. Il premio ricevuto ha come simbolo un leone di ben altra natura, vorace e sensibile solo ai bilanci. Joseph Loewy, non può non aver visto i mucchi di mani che vennero tagliate ogniqualvolta gli schiavi del Congo non avessero raggiunto la quota di produzione programmata … e quella generazione di ebrei praghesi, sapeva molto, forse non tutto, ma giunse al punto di non accontentarsi più del brillio dell'oro nelle banche. Rallentarono il ritmo delle loro esistenze ormai dedite solo all'incremento del guadagno secondo l'insegnamento della generazione di padri .... a</span><span style="font-size: large;">nzi, dei nonni, e si rivolsero alla religione ormai perduta ed incomprensibile. Si pensi che per gli ebrei praghesi, Gregor Samsa, il protagonista de "la metamorfosi" era una ben precisa persona che vedevano vagare per Praha; si trattava del fratello dello scrittore Jiri Langer. Di famiglia distinta, prese il treno e si inoltrò ad est. Cinquecento chilometri in quindici giorni per arretrare di cinquecento anni e toccare con mano la vita che vissero i suoi antenati. Una vita che al primo viaggio non sopportò. Tornò alla capitale frastornato ma poi, al secondo tentativo riuscì a rimanere e visse la realtà chassidica dei rabbini magici, una dimensione che possiamo comprendere leggendo certe opere di Isaac e Joshua Singer. Tornò a Praha col caffettano lungo, i cernecchi e vegetariano. Era il reietto per la sua famiglia, una vergogna per tutti i padri, indicato con riprovazione per strada e un esempio di coraggio per i coetanei ... era il primo vagito di una rivoluzione giovanile generazionale vera, che noi conosciamo in modo superficiale e folkloristico per i soli eventi del '68. Questo pensavano i praghesi ebrei, che Gregor fosse la storia simbolizzata e ridotta all'osso, di quel loro insopportabile reietto che osava riesumare una dimensione morale altamente condannante poiché dimostrava che i valori originari erano stati barattati con un'apparenza sicuramente linda, ma basata su una insensata accumulazione.</span><br />
<span style="font-size: large;">Un Kafka che, come Paulo Coelho, decise di andare più piano della sua epoca, che volle tanta azione del pensiero (Coelho si identificava serenamente in una lumaca), andò ben oltre quel che gli ebrei praghesi videro col suo Gregor Samsa concretizzato in un'avventura individuale ... ma anche con Carl Rossman e con il cacciatore Gracco andò oltre e si fece parabola. Dai diari (vado a memoria perché non li ho qui con me …): "Lavorare: togliere ogni giorno un pezzo di carne ad un corpo capace di felicità … scrivendo". Sognava la liberazione da quella schiavitù temporanea che era ed è, il lavoro dipendente. La malattia gli donò questa possibilità, ma lo mise anche sulla barca dei morti. Vagare su di essa … e il dialogo con le persone si fece finto, insensato, irreale. Che dire al sindaco di Riva se nulla era più misurabile col medesimo metro esistenziale? Poteva solo raccontare del suo viaggio. </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">Trovo sia molto importante comprendere come sono arrivato alla soluzione di questo racconto-enigma che, fateci caso, una volta risolto sembra di una semplicità disarmante al punto che è lecito domandarsi perché non ci si è arrivati subito.</span><br />
<span style="font-size: large;">Da anni non ho dubbi sulla qualità di Kafka. Se questo dato non è mai in discussione, allora la mancata comprensione era da imputarsi ad un mio limite. Questo ragionamento mi ha fatto perseverare nella lettura e rilettura dell'opera di Kafka e, molto spesso, anche tre volte all'anno, di certi racconti che per me sono un capolavoro di profondità e semplicità, due mete che mi affascinano. Nella mia mente quindi, la domanda sul senso di quel racconto, fu ripetuta talmente tante volte da essere diventata, inconsciamente, un'esigenza fondamentale. La parte destra del cervello, si sa da anni, lavora spesso da sola; come un angelo custode vive con noi, ma va oltre la quotidianità. Mentre passeggio col cane e ho la sensazione di donare al mio corpo un momento lievemente ginnico, e di riposare la mente in vista del ritorno a casa e dell'immersione nello studio quotidiano, mentre penso e vivo questo, una parte di me, che posso considerare come un crogiolo, raccoglie tutto, lo misura, lo confronta, e mi offre le soluzioni che con più urgenza chiedo … anzi, che con profonda verità so chiederle.</span><br />
<span style="font-size: large;">La mente spesso fa così. Fior di scienziati raccontano di essere giunti a soluzioni importanti in grazia di una visione improvvisa o di un sogno. Kekulè sognò un serpente che entrava nell'esagono del benzene e vi si adagiava in forma di cerchio. Poincaré raccontò in pubblico durante una seduta della Societè de Psycologie quanto segue … "... i casi della giornata mi fecero dimenticare il mio lavoro di matematico. Giunti a Coutances, prendemmo un omnibus per andare da qualche parte. Nel momento in cui posai il piede sul predellino mi venne l'idea, senza che nulla dei miei pensieri precedenti le avesse apparentemente aperto la via, che le trasformazioni che avevo usato per definire le funzioni fuchsiane, erano identiche a quelle della geometria non euclidea".</span><br />
<span style="font-size: large;">Gauss, riferendosi a un teorema di aritmetica che si era sforzato inutilmente di dimostrare per anni, scrisse: "la soluzione del problema mi si presentò come una folgorazione improvvisa. Io stesso non so dire quale sia stato il filo conduttore che collegò ciò che già sapevo con ciò che rese possibile il mio successo".</span><br />
<span style="font-size: large;">Einstein raccontava che spesso le soluzioni gli apparivano nitide alla mente mentre si radeva e in conseguenza della sorpresa spesso si tagliava.</span><br />
<span style="font-size: large;">Ed ora concludo gli esempi con Helmholtz: le soluzioni più interessanti "... arrivarono improvvisamente, senza alcuno sforzo da parte mia … amavano presentarsi nella mente specialmente mentre camminavo senza fretta su colline boscose in una giornata di sole". </span><br />
<span style="font-size: large;">Si noti quanto il caso di Helmholtz assomigli al mio … Ognuno di noi ha un momento della giornata nel quale si rilassa, o crede di farlo, ma accade solo parzialmente. Ma io, a differenza delle persone che ho portato ad esempio, non sono uno scienziato. Mi muovo forse spesso in quei settori della mente che qualche peccatore in superbia ama definire scienze umane. Penso ad Heidegger che camminava nei boschi e, in chiave umana e non scientifica, consciamente e inconsciamente, elaborava una strategia dell'esistere. Penso a scrittori che si svegliano con un sogno appena sognato e talmente vero per loro, nel senso del significato profondo, che basta trascriverlo il più fedelmente possibile … oppure quel giorno che, leggendo un testo di storia medievale sulle vie di pellegrinaggio, mi domandai come si potesse rendere nuovamente importante, nella nostra epoca, quel camminare antico, e mentre bevevo il caffè che mi ero appena preparato ebbi un'idea che si chiama ora "Dieci quaderni".</span><br />
<span style="font-size: large;">Ci basta un esempio semplice, quotidiano, per comprendere come funziona il nostro cervello in queste situazioni. Capita a tutti di aver dimenticato per esempio una parola, mettiamo per esempio il nome di una città, e lo sappiamo che se ci intestardiamo a ragionarci su non si arriverà a nulla. Se invece pensiamo ad altro ecco che improvvisamente quel nome, che in noi era depositato ma irraggiungibile, appare. Proust stesso nella sua mirabile Recherche, ci descrive una situazione simile. Il sapore dell'infuso di tiglio, sommato ad un boccone di madeleine appena arrivato a contatto con le papille gustative, innescò qualcosa di indefinito che dal profondo non riusciva a salire. Bevve ancora e diede un secondo morso al dolce e ancora niente, allora decise di pensare ad altro perché spesso questo aiuta, ed ecco che … appare il giardino di zia Leonie la domenica mattina prima della messa e … tutto il mondo del ricordo.</span><br />
<span style="font-size: large;">Con "Il cacciatore Gracco" la mia mente ha agito proprio come accadde ad Helmholtz, ma il suo mondo è scienza, il mio è morale. A lui servono esperimenti e calcoli, a me, come ad Heidegger o agli Scrittori, serve un'esperienza vissuta ed elaborata. </span><br />
<span style="font-size: large;">Nel caso specifico di questo racconto due sono le esperienze vissute ed elaborate. Una mia malattia recente che ho vissuto minuziosamente, e la dipartita di una persona cara.</span><br />
<span style="font-size: large;">Mi si potrebbe far notare che a molti queste disavventure son capitate e che forse è qualcosa di mio, di personale, che fa la differenza … e io penso che non sia così. Davanti alla malattia vissuta e vista vivere, e davanti alla morte dell'altro, è fondamentale elaborare, soffrire. Trovo che da sempre, tante persone davanti a certe esperienze pensino solo a dimenticare, a scappare ... e non rielaborano ... ma tutti potrebbero. Non dico che meditando, certi fatti acquisiscano un senso, ma almeno si impara, e a me sembra sia accaduto, ad accettare. Chi non elabora vive nel presente o al massimo proiettato nel futuro. Leggere il Cacciatore Gracco è l'esperienza davanti alla morte non imminentissima, ma ormai fattasi concreta, irrevocabile, di un essere umanissimo abituato a meditare, e l'ho potuto comprendere meditando sulla mia esperienza. Io considero i grandi scrittori come compagni di viaggio dei quali il corpo è assente, ma il pensiero mi guida, mi aiuta nelle rielaborazioni del vissuto ... consigli di un amico della cui saggezza non dubito.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Grazie .... Kafka</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;"></span></div></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-54649929142073516532020-02-12T00:22:00.001-08:002024-02-25T04:07:38.758-08:00I GABBIANI DELLE 17 (racconto)<span style="font-size: large;">Il mio primo datore di lavoro fu Remigio. Meglio dire compagno ... di lavoro, poiché era grosso, gentile e talmente accomodante e sereno che stavo meglio con lui che a casa. Me l'ero trovato da solo quell'impegno estivo. Facevo la prima superiore, non amavo ancora in modo così totalizzante la letteratura e desideravo fare qualcosa che mi portasse qualche soldino in tasca. Remigio gestiva un bar vicino al molo, non ricordo più quale nome avesse allora e non so se quello attuale sia il medesimo. Mi ricordo che entrai, molto intimidito. Erano presenti vari signori, alcuni assai distinti, e aspettai con la scusa di un caffè, che all'età di quindici anni proprio non mi piaceva ma faceva adulto quindi dovevo resistere ... e dunque aspettai, e quando capitò il momento in cui rimanemmo soli, azzardai la richiesta. Un leggero sorriso e poi mi disse "vieni qui, vieni dietro al banco. Io non sono così alto. Grosso si ma alto no!" Vidi così che la parte dietro al bancone era rialzata e mi fece sorridere. Non ero Pinocchio con Barbablu ora, ma un ragazzetto di fronte ad un gigante buono e che ci teneva a farlo capire. Stetti dietro al bancone un'oretta. Mi spiegò alcune cose poi mi disse "vai a casa, dì che hai trovato lavoro e vieni domattina. Io apro alle cinque, ma tu vieni alle otto ... anche alle nove se non riesci ad alzarti presto!" Il giorno dopo ero li alle cinque e fu un gioco, quel lavoro, che durò una stagione. Mi ricordo che Remigio amava una certa birra, la Monchshof, e che se c'era la moglie non la toccava perché lo sgridava per via della pancia che era effettivamente grandiosa. Appena lei spariva, prendeva una di quelle birre. Erano 33 cc, poca roba per due bicchieri, ma mai beveva da solo. In un pomeriggio il rito poteva ripetersi anche cinque o sei volte. La birra non mi piaceva, quella parte laterale della lingua che apprezza l'amaro in me non era ancora attivata ma ci tenevo a sembrare uomo ... arrivavo a casa brillo e divertito e riuscivo sempre ad non fare capire niente alla Grande Madre Terribile. </span><br />
<div>
<span style="font-size: large;">Ma con Remigio il ricordo più bello è quello dei gabbiani. C'era un tipo molto elegante che aveva un tre alberi che sembrava un vascello d'altri tempi che si chiamava Bampuschka. Ricordo il nome perché per me quella barca era un oggetto che dal mito si era stabilito nella realtà. Mi ricordava Colombo e Drake che alla mia età non eran storia ma favole d'avventura. Avevo già conosciuto gente ricca, ma lui, il tipo elegante, fu il primo che conobbi, che non si curava di nasconderlo, ed era simpatico. Trattava me ragazzino da piccolo uomo. L'umorismo che aveva con gli altri, che erano adulti, non cambiava con me e mi invitò anche su quella barca per me magica.</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">Remigio e Gianni, che si faceva chiamare Jo solo da Remigio e me e in segreto, come a dire che solo con noi sarebbe stato se stesso, quasi ogni pomeriggio mi chiedevano "ci riesci da solo al banco per un attimo?" e senza attendere risposta, perché erano certi che ero in grado, si infilavano nella porticina di fianco alla Faema e attraversando il piccolo magazzino raggiungevano, attraverso una seconda porta assai sgangherata, uno spazio aperto nel quale troneggiavano una lavatrice scassata nella quale spesso dormiva un gatto, poi cassette piene di bottiglie vuote e delle reti da pesca. Portavano con loro le brioches rimaste dalla mattina e si sedevano su due cassette, sbriciolavano e lanciavano, e dal nulla, dal vasto cielo azzurro apparivano i gabbiani che docili come galline, mangiavano a sazietà. Avevo capito già da un pezzo che Remigio ordinava più brioches proprio per rendere legittimo quel momento che capivo e non capivo. Un uomo ricco e adulato quindi potente e un gigante buono che conosceva tutti ed era appagato, passando da due porte attraverso il mondo intermedio dello scalcinatissimo magazzino, entravano per una mezz'oretta, in una dimensione senza tempo. L'unica cosa mobile era il verso dei gabbiani che non sapevano tacere. Spesso li osservavo, se il lavoro me lo permetteva e li vedevo immobili, come allucinati, seduti sulle loro cassette anche quando le briciole erano terminate, e i gabbiani ora silenziosi e immobili, uno spesso sulla spalla di Remigio, fermavano il tempo. Un luogo irreale, più vero della vita. tutto immobile ... e tutto diventava eterno. Io furtivo tornavo al banco e appunto capivo e non capivo. </span></div>
<div>
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">Son passati quarant'anni. Il bar lo gestisce il figlio di Remigio che almeno nell'aspetto somiglia a suo padre ma ha meno pancia. Non entro mai quando ci passo davanti, perché ho timore di trovare tutto troppo diverso dal ricordo. </span><br />
<span style="font-size: large;">Curiosamente oggi non ho il cane. Devo andare in banca, è troppo caldo e quindi non posso lasciarlo in macchina e, quando ho finito con gli impegni decido di passare da dietro, da quella stradina che stradina non è e da tutti è considerata una scorciatoia o un posto in cui si potrebbe parcheggiare la macchina. Lo spiazzo è ancora uguale. Erbacce, vecchie casse ... la lavatrice scassata non c'è più ma è il "luogo", lo sento. Mi sento pronto per essere trasportato in quel tempo ... ma non ho la brioche, mi dico. Vado in un bar li vicino, da Ivana, ne prendo tre e torno. Quel retro, da appunto su una stradina sgangherata nella quale non passa più nessuno, perché il ristorante di Filippo che sta di fronte, roba da fighetti, in cui mangiò anche il principe di Monaco, è tristemente chiuso e l'alternativa da percorre per pedoni e macchine, è più ridente, perché mostra le pescherie, i pescherecci e l'acqua del canale marino. Siedo su una cassa, il muro bianco e screpolato di fronte, il silenzio ... mi sento bene, tolgo una brioche dal sacchetto e la sbriciolo. Lancio ... e non accade nulla. Quasi mi assopisco e un'ala mi sfiora il viso ... davvero ... eccone uno, e poi un altro e commosso vedo tutto, tutta la vita, la mia, la tua, nell'eterno ritorno dei momenti belli, rarissimi ma inscalfibili, e finalmente comprendo Jo e Remigio, divintà bonarie della mia prima adolescenza ... li comprendo ora e li eterno, li premio della loro gentilezza verso il ragazzino che conobbero e rispettarono, con questa manciata di parole. Ora, come loro, calmati gli ardori, la fretta dell'esistere per avere, che non m'interessa più da un pezzo, sono uno di loro ... accolto dai gabbiani.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">(Scritto di getto dalle 8:30 alle 9:30 del 12 febbrajo.</span><br />
<span style="font-size: large;">Forse è il caso di dire che è tutto vero? In un'epoca in cui le coincidenze sono considerate solo ... coincidenze, oppure come nel caso di Paul Auster, L'unica traccia, per lui sufficiente, del divino, meglio ricordare all'incredulo che esistono segni che toccano il cuore, esistono momenti in cui si può sospendere il tempo e andare oltre a tutto, oltre alla banalità del quotidiano ... )</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-26985585279867886232020-01-22T00:31:00.004-08:002021-03-19T07:13:07.442-07:00Consigli di lettura di alcuni scrittori di origine ebraica ad un conoscente<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Ciao ... Volevo dirti alcune cose su Canetti ... regalare un suo libro secondo me non è sufficiente ... serve qualche parola di presentazione ...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Era nativo
di Ruse. Se cerchi il paese così com’è scritto su “La lingua salvata”, mi
sembra Ruschuk, non lo troverai mai. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Ebreo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sefardita, parlava in casa lo spagnolo antico
ai primi del novecento, conobbe l’ebraico per fare il Bar Mitzvah. Essendo nato
in una città di confine, conobbe il bulgaro perché lingua di Ruse, ma anche il
romeno perché era necessario. Faceva parte dell’Impero Austro Ungarico quindi
il tedesco, lingua letteraria per eccellenza, era fondamentale anche per
accedere a una parte consistente dei quotidiani. Siamo a cinque lingue … per un
bambino. Arriva la sesta, l’inglese, quando col padre si sposterà in Gran
Bretagna. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Quel che ho
scoperto successivamente vivendo, è che effettivamente un ebreo medio conosce
minimo tre o quattro lingue. In più la tradizione letteraria (non religiosa) è
fortissima. Solo il Russo, che si identifica nell’essere ortodosso e nel
conoscere la sua cultura artistica, ci si avvicina mantendendosi comunque ad
anni luce di distanza dall’ebreo dotato di famiglia allargata, fenomeno che
accade assai spesso. Ti faccio un esempio. Detto con umorismo, eccoti un
denominatore comune fra terroni ed ebrei … immagina un figlio che dice con la
madre “mi piacerebbe studiare ad Halle” … vedrai la madre meditare un attimo e
dire “abbiamo un cugino del nipote dello zio del nonno che ci abita, non è un
problema! Un ravennate, quando ha un parente che abita lontano è a …
Bagnacavallo. Su questo si basa la forte mobilità di ebrei e abitanti del sud
Italia, poiché spesso spostarsi si riduce alle sole spese di viaggio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Canetti poi
aveva un Talento quasi unico. Amava ascoltare e usciva spesso col solo intento
di trovare qualcuno, anche casualmente, che gli raccontasse qualcosa. Era il
suo modo di vivere, di sentirsi vivo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Come ti ho
accennato, come scrittore (che secondo me è colui che inventa come per esempio fece Kafka ne "la metamorfosi", era una schiappa. Non si rassegnava a questo e spesso col rifilare il
suo romanzo da leggere a questo e a quell’altro, risultava fastidioso … ma come
non perdonare una persona che, se avevi necessità, e a tutti capita, era
disposto ad ascoltarti anche per tutta una notte! <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Massa e
potere è interessante ma, come hai potuto constatare, la sua dimensione ideale
è il raccontare anzi, raccontarsi. Conosco altri casi. Primo fra tutti Thomas
Bernhard e anche in questo caso si tratta di una serie di libri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Posso
citarti un altro caso veramente interessante: Oliver Sacks. Anche lui ebreo, di
Londra, racconta se stesso prima di tutto in “Zio Tungsteno”, poi prosegue con
“In movimento” al quale aggiungerei il diario di “Oxaca”. Anche in questo caso,
nel primo volume, hai il racconto veramente ben scritto, di un bimbo ebreo che
cresce in una famiglia allargata in un’epoca che vede solo famiglie nucleari
con i nonni ormai incarcerati negli ospizi (mettere in galera la memoria! Folle!)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">“Alla corte
di mio padre” e “nuove storie alla corte di mio padre” di Isaac Bashevis Singer
offre invece uno spaccato interessante, sempre in forma di racconto di quel che
accadeva in via Krochmalna a Varsavia. Isaac vinse il Nobel per la letteratura
ma ci tenne a dire che il vero grande era il fratello. Ho verificato ed è vero.
Joshua Singer con, per esempio “La famiglia Karnovskij”, “Acciaio contro
acciaio” e “La famiglia Ashkenazy”, per mezzo dell’invenzione letteraria, sa
colpire mente e cuore come ormai per mezzo di un romanzo mi accade raramente. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Questi
consigli di lettura possono riempirti la prossima estate … Per me viaggiare
ormai è più affascinante per mezzo della lettura o rilettura di un capolavoro
che non col vero viaggio. Ormai l’ovunque si assomiglia troppo … ovunque, e solo
un io interiore secondo me, o l’affetto di un cane, possono ancora
sorprendermi. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;"><br /></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Dimenticavo ... è importante </span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Sto tentando di non dire più "ebreo". È più corretto dire "di religione ebraica". La parola "ebreo" purtroppo, nella percezione comune, ha più un valore di razza; dato assurdo, poiché una persona di religione ebraica o di origini ebraiche è di aspetto identico al nostro. Alla massa però basta questo ragionamentoche non va oltre la superficie problema. Per esempio un nero ... è differente solo per il colore della pelle, ma umanamente e per capacità intellettive, è esattamente come noi ... quindi per chi ama pensare sul serio, nemmeno l'aspetto esteriore può essere una discriminante e non può quindi rappresentare un dato per definire una razza. Un cocker e un san Bernardo, per tutti sono della stessa razza, ovvero cani. Per quelle medesime persone che hanno questa visione peraltro corretta su due cani così radicalmente differenti, può curiosamente sembrare ovvio che un particolare minimo come il colore della pelle sia sufficiente per considerare una persona come appartenente a un'altra razza. ... aggiungo per chiarire meglio, che nessuno dubita che un cocker fulvo e uno nero siano comunque due cocker o chevdue cani di diverso colore siano comunque cani .... la razza è quella umana ... e basta.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Quindi, se per esempio devo parlare di Freud, per essere corretto dirò che era ateo proveniente da una famiglia ebrea praticante. Per Isaac Singer dirò che era di origine polacca e di religione ebrea e praticante. </span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Come si può comprendere facilmente, noi ereditiamo una lingua che aveva in sé la certezza che l'ebreo fosse radicalmente diverso dagli altri uomini. Se fai un salto a Brixen al museo vescovile, vai a vedere i piccoli e antichi presepi! Se noi oggi abbiamo, pastorelli e contadini, una volta c'era anche l'ebreo come personaggio, ed era immediatamente riconoscibile dai tratti somatici. Naso a becco, magrissimo, carnagione color mattone, orecchie grandi, che si "frega" le mani, e sguardo rapace ... si era creato un irreale cliché esteriore e quindi ritenevano giusto dedurre che un ebreo era ebreo al di là della religione. Lo dimostra anche la storia dei Maranos, persone di religione ebraica che per salvare la pelle o non morire di fame, si convertirono. Essi erano per l'epoca comunque e sempre ebrei, quindi dotati anche di un determinato carattere che li rendeva comunque e sempre riconoscibili. Il dato non era reale ma non serve una realtà differente se in mente hai uno schema. </span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;">Vedi ... dalla lingua, così come tutt'ora la usiamo, anche se non vogliamo, trapela ancora la traccia di una teoria della tazza. Per questo cerco di dire "di religione ebraica" e non "ebreo"</span></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-72683131129002702892019-04-27T07:58:00.002-07:002019-09-07T10:05:08.262-07:00Anastasio : "Correre"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />
<br />
Leggere per cortesia dopo aver visto il video:<br />
Rumore, vita quotidiana. Il figlio seduto sul letto di fianco ad una donna che poi comprenderemo essere la madre<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEja4_qtk7KlWhZRe3nJKBVLALUDufPWCiY-OTevYGkjoCpir0gCSuaePQH13xV1OI5_Z_L8xx31e4lrSBKX9DhG0yUxeuq7WJaN_6Gf99Znp2Py-ZwLZqMf8daQSbM4aQDN7bZcmAxL_pA/s1600/a+a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEja4_qtk7KlWhZRe3nJKBVLALUDufPWCiY-OTevYGkjoCpir0gCSuaePQH13xV1OI5_Z_L8xx31e4lrSBKX9DhG0yUxeuq7WJaN_6Gf99Znp2Py-ZwLZqMf8daQSbM4aQDN7bZcmAxL_pA/s640/a+a.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
Rumore per venti secondi<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq1e_smLKCl5JTtyDT4cVNbbjtV56Bkh_7HLXxG3DKYBl6_V2G87ErTaX77b21pP0umwrgXKJjVLmAeWHCdbiZpOZrrsrjGxPGhQy-g6pidAnXoIUPPPfHHo1W-2FMmy66QD9JkEJzAcQ/s1600/a+b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq1e_smLKCl5JTtyDT4cVNbbjtV56Bkh_7HLXxG3DKYBl6_V2G87ErTaX77b21pP0umwrgXKJjVLmAeWHCdbiZpOZrrsrjGxPGhQy-g6pidAnXoIUPPPfHHo1W-2FMmy66QD9JkEJzAcQ/s640/a+b.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
rumore ...<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioqoowIudZQd_rQbsRgwDg9p-BoWl25827vFBca3pbST817xguAu6x0G_La7NclWTo1tiuBbdLEEEgqIQw4yKnLnRWBBoMdMashV1XsceECe0cv9QT6hspDrt2b9Afl1iO2R6gco4lGU4/s1600/a+c.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioqoowIudZQd_rQbsRgwDg9p-BoWl25827vFBca3pbST817xguAu6x0G_La7NclWTo1tiuBbdLEEEgqIQw4yKnLnRWBBoMdMashV1XsceECe0cv9QT6hspDrt2b9Afl1iO2R6gco4lGU4/s640/a+c.jpg" width="640" /></a></div>
Il ragazzo pensa, non casualmente il gesto che rappresenta il pensare ricorda vagamente le mani giunte del pregare<br />
.... rumore ...<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpgXrRE2H-wwO6ryvLXq3R2Rm_Un3MMWnTLNoJtW_gFjIppx2avix5SgLOzfB7sFmI7edqkq_s8w1kW1Fu3yAFIts3zoKiOs7S9ZETsBQgx9dp1jStodNjK1oxZbEhuFU2I_ZejvOPGQQ/s1600/a+d.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpgXrRE2H-wwO6ryvLXq3R2Rm_Un3MMWnTLNoJtW_gFjIppx2avix5SgLOzfB7sFmI7edqkq_s8w1kW1Fu3yAFIts3zoKiOs7S9ZETsBQgx9dp1jStodNjK1oxZbEhuFU2I_ZejvOPGQQ/s640/a+d.jpg" width="640" /></a></div>
Nell'inquadratura è solo.<br />
... rumore ...<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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la macchina da presa va su un signore anziano coi capelli bianchi. anche lui pensa. Il suo sfondo è più chiaro quindi ... per lui è mattina, mentre per il ragazzo lo sfondo è scuro, per lui è notte, la notte del pensiero che gira in tondo, che non porta a nulla. Il vecchio, esprime certezza. Ha capito e sta pensando alla stessa faccenda che impegna il giovane. Ora, non importa considerarlo il padre, ci sta ma è limitante. Abbiamo un ragazzo con la madre (e le immagini successive ce lo confermeranno), e un uomo anziano che secondo me vive altrove e da solo. secondo me se lo leggiamo così è più completo perché rappresenta meglio il destino del ragazzo. mi spiego; se non hai un futuro non ti sposi, non ti accade niente, quindi soli soli soli ... e varie scene del video sono costruite sull'idea di solitudine.<br />
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... poi silenzio ...<br />
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Il gesto rappresenta qualcosa di laico. "Ok, ho capito. stropiccio gli occhi per svegliare del tutto la mente" (non il corpo poichè abbiamo visto che non dormiva) "e... spiegare quel che ho capito"<br />
<br />
... il pianoforte ... e dal secondo 28 l'orchestra (questo schema è antichissimo: lo definisco la creazione di Shiva. è presente nella musica dal neolitico. Rumore, ritmo e poi voce e quest'ultima intesa come senso diviene sentimento)<br />
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Il ragazzo ora è steso come l'uomo anziano. Pensa, buio intorno ... buio interiore.<br />
al secondo 28 Massimo Olcese (l'attore anziano, inizia a recitare ma la voce è quella di Anastasio)<br />
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L'anziano inizia a descrivere la realtà come l'ha vissuta (quella realtà che il ragazzo giovane deve ancora comprendere. E' evidente che il giovane ha compreso che qualcosa non va, ma non lo sa ancora definire. La voce del vecchio ... chi conosce il cantante sa che è quella di Anastasio e che il ragazzo giovane è Anastasio ... mettetevi per un attimo nei miei panni. Non lo sapevo ... lo scoprirò alla fine. così secondo me l'interpretazione è più pulita.<br />
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<br />
Il testo. sullo sfondo le parole del vecchio che ... riguardano anche il ragazzo. Ora ... io immagino che il vecchio sia il nonno del ragazzo, quindi la terz'ultima generazione scopre come la sua vita è stata massacrata e resa insensata . Correre e soddisfarsi con le compere.... La generazione dei genitori, la penultima, è tutta nella figura immobile, completamente resa passiva, della madre. Prima la vediamo dormire. Lei sola ci riesce, ma è il sonno di chi si è definitivamente arreso e che nel finale vedremo ipnotizzata davanti alla tivù.<br />
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<br />
Punto interessante. Appaiono tre nomi. Da destra, Mario Rossi. il messaggio è chiaro, una persona a caso. segue il cantante nel ruolo del giovane, dell'ultima generazione, che ha appena parlato in pubblico quindi è protagonista ancora inconsapevole del meccanismo descritto dal vecchio. Terzo nome. WILLIAM9. ne parlerò alla fine.<br />
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Ed ecco l'ultima generazione davanti all'uditorio vuoto. Lui ha parlato ma non c'è nessuno per rispondere, per spiegare<br />
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<br />
e ora il vecchio in mezzo ai giovani, nella medesima situazione dei giovani. Tre generazioni davanti al medesimo atto distruttivo ... la vita ridotta a correre e all'essere soddisfatti con le compere<br />
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<br />
tutti uguali, tutti banali, telefonino alcol, le donne sullo sfondo che nemmeno ci si accorge che esistono (= la sensualità ridotta a sessualità. niente seduzione, direttamente l'orgasmino)<br />
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<br />
la terzultima generazione seduta al bar che beve<br />
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L'ultima generazione seduta al bar che beve<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidUJ1RA9v7VqsdXPeLUMHMfvwW5L1Z4bNWXYK-putRCoEkCYhTIIKyZlNRFs0gTpWcjKzgoHAT9gFtFW_pfu3gs-OySJqKC_yrtKioQp7DB-8KQ-t9VmVIwFORXSCQcdKhNb5a3pRBxBw/s1600/a+r.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidUJ1RA9v7VqsdXPeLUMHMfvwW5L1Z4bNWXYK-putRCoEkCYhTIIKyZlNRFs0gTpWcjKzgoHAT9gFtFW_pfu3gs-OySJqKC_yrtKioQp7DB-8KQ-t9VmVIwFORXSCQcdKhNb5a3pRBxBw/s640/a+r.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
immagine stupenda da vedere e rivedere. Lo sguardo... porta a spasso il cane ... perché ...<br />
perché non sa che fare<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFZBxBza48AWqav_Yyl36WySYWa_kItQ3L15TSwU0DO32MpCjFuqhak-VrCSGOcr1bVTQ7MJZNN9yjWYQNnfrsG86LRegyb_T5-LRmO3R3ThEUfdpya7zkFxMq6uyPkbKDMtkuQWGQuQU/s1600/a+s.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFZBxBza48AWqav_Yyl36WySYWa_kItQ3L15TSwU0DO32MpCjFuqhak-VrCSGOcr1bVTQ7MJZNN9yjWYQNnfrsG86LRegyb_T5-LRmO3R3ThEUfdpya7zkFxMq6uyPkbKDMtkuQWGQuQU/s640/a+s.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
lo sguardo ... di chi non sa che fare ... e nel frattempo la vita passa.<br />
La vita è quel che vivi mentre attendi di fare dell'altro ... questo si diceva anni fa. ora la vita non è nemmeno questo ... è riempire un vuoto totale e totalizzante di senso<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_44A0gus73iRRcKGtCHHyOr1h4nPN17lcvjz7Oti0j8yfJl-SbO2XWiAnUqRvPDk6eL2aIT8RTdsBzcaBwlhv5ZEqW5oJOI8wRuBy6thSPMChyAA-lF7kytlwTts8Hg9tt23VmCfW86I/s1600/a+t.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_44A0gus73iRRcKGtCHHyOr1h4nPN17lcvjz7Oti0j8yfJl-SbO2XWiAnUqRvPDk6eL2aIT8RTdsBzcaBwlhv5ZEqW5oJOI8wRuBy6thSPMChyAA-lF7kytlwTts8Hg9tt23VmCfW86I/s640/a+t.jpg" width="640" /></a></div>
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tre forme di incomunicabilità. La madre immobile nella sua sconfitta, l'ultima generazione in alcuni suoi elementi ... pensa, mentre altri elementi si accontentano. fine quindi della famiglia come baluardo e luogo educativo fortificante. Ora è un'altra versione della solitudine.<br />
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Verità ... opinione ... appena un assaggio di cosa non va. se si dice di più diventa politica, complottismo ecc. ... così è sufficiente per contenere tutta la crisi di un'epoca che sta annientando moralmente tre generazioni<br />
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Solitudine in famiglia<br />
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solitudine totale e ... il rischio di alcol e droga. Un esempio. Non potevo mai recarmi a Oxford dall'Europa, il venerdì sera. I taxi erano presi d'assalto dalla popolazione che si riversava a bere ovunque ... si potesse farlo. La Gran Bretagna ubriaca dal venerdì pomeriggio (giorno di paga) alla domenica sera. Questo problema nazionale non è percepito come tale e infatti ... non ne sentite mai parlare. Accade anche in Russia, USA, Scandinavia, Islanda (per arginare il problema dell'alcol hanno progettato campi da calcio...), e ora anche italia ma per ora solo al nord e comunque non ancora ai livelli degli stati elencati. Rimane l'alcol mentre meditiamo, ma essendo il meccanismo troppo grande per noi ... rimane la sconfitta ed essa ha tante forme ugualmente aberranti. Per me non è diverso l'alcolizzato da chi si "beve" la de Filippi<br />
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per le ultime tre generazioni, i luoghi dell'oblio artificiale sono i medesimi...<br />
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la sensazione che i vecchi ... i pensionati, se la passino meglio dei giovani ... la viviamo<br />
... educati a vivere in bilico, quindi il precariato, termine che puzza di politica, ma abbiamo capito, esiste qualcosa per non dire qualcuno (non uno solo si spera) che ha reso tutto precario per renderci schiavi a poco prezzo.<br />
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Dio, per l'occidente cristiano, è l'ultima spiaggia. ci si va quando ti dicono che hai un cancro, quando il mondo ti sta crollando addosso ... e basta. Accade di andarci anche quando non hai risposte e la vita ti scivola via senza essere vissuta<br />
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questo pensiero molecolare senza legame. Niente più famiglia, tutti individui che si soddisfano con le compere quindi consumatori ... aggiungo un particolare. Non dobbiamo possedere case, appartamenti, perché ci legano ad un luogo. tutti in affitto e andare ovunque come molecole impazzite ... per sopravvivere. Ma sradicare equivale ad alienare ....<br />
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Immagine importante. Le generazioni si confondono. se li incontrassi velocemente per strada stando per esempio sul marciapiedi opposto, non li distinguerei più di tanto. Tre generazioni fuse nel look, nell'annullamento<br />
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qui il testo diventa chiaro, direi troppo, ma ogni parola colpisce comunque perché sappiamo che questo stiamo vivendo.<br />
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La madre/automa completamente assorbita dai media e da essi gestibile (la penultima generazione ...)<br />
Ora la voce di Anastasio torna ... ad Anastasio ... Il pensiero del vecchio e quello del giovane diventano uguali. il giovane ha compreso, ma davanti ai media non è fagocitato, ma consapevole e dice quella frase finale ripetuta che rappresenta il crollo di ogni valore morale. Spesso non abbiamo fatto carriera perché abbiamo preferito rispettare i nostri principii morali che sono la base del nostro io. se scendi a compromessi , da quel momento sarai un ipocrita nei confronti di te stesso, sarai inaffidabile anche con te stesso, e questa situazione ora si sta smascherando.<br />
Per esempio nel caso Weinstein. Produceva fil decenti, indecenti e idioti (da cassetta) selezionava le attricette portandosele a letto. Ok, un porco, ma loro potevano dire di no! lo hanno detto anni dopo con le tasche piene dei soldi che lui ha fatto guadagnare a loro. Se ho dei principii, mi puoi chiedere di venire a letto con te in cambio della carriera. Se dico di si ho perso esattamente come Weinstein, quelle attricette non sono meno immorali di lui. Avrebbero dovuto dire di no e scegliere un'altra vita, una vita con principii, ma valendo attualmente più i soldi della propria dignità ...<br />
ecco che possiamo cantare<br />
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PUOI ESSERE QUELLO CHE VUOI, BASTA SCORDARTI DI QUELLO CHE SEI<br />
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Veniamo ora a WILLIAM9. Cosa vuol dire "un film di William9?"<br />
tiro a indovinare ... meditando<br />
Su youtube trovo un video nel quale Anastasio re interpreta Generale di de Gregori. Da fucilazione. da galera, da esilio. sento altri brani nei quali c'è il suo zampino. modo di cantare sempre uguale, stereotipo rap ...<br />
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OK, le idee non possono essere sue. conosco solo un altro caso simile. Dacia Maraini. Marianna Ucria è bello, ma tutto il resto è improponibile. il tempo mi darà la soluzione?<br />
In questo ipotizzo che William9, che appare in forma di nome due volte nel video e nella seconda ci dice che il film è suo ... ecco, per me questo tipo è il fenomeno che si cela dietro a questa stupenda canzone. Ha detto ad Anastasio di rappare meno, HA fatto un video talmente significativo che penso sia sensato ritenerlo autore anche del testo.<br />
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Ho ragione, ho torto? e chissenefrega<br />
l'importante è che questa canzone esiste e che un talento, per ora occulto vaga secondo me per le vie di Roma.<br />
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-77266899857886179452019-04-27T03:47:00.000-07:002019-04-27T06:13:18.344-07:00Coez : "è sempre bello" - voglio andare al mareUltimamente nella musica pop sta accadendo qualcosa di interessante. Premetto che in arte non credo negli -ismi, nelle correnti, ma negli individui e che le case discografiche, da Barnum in poi, non son dedite nemmeno al marketing puro, che già è grave, come se noi fossimo felici solo coi business riusciti (ne ho conosciuti di ricchi, con vite squallide, poverissime, e solo con oggetti altisonanti di zeri), non al puro marketing dicevo, ma al marketting (basta una t aggiunta e ben calcata, mi raccomando .... e si apre un mondo) che pensa al guadagno enorme subito bruciando in un'unica operazione l'artista spesso finto, costruito gonfio di ghostwriter. E se l'artista fosse vero? lasciatelo cantare (in galera Toto Cotugno o Cutugno, non mi ricordo, che sa cantare ma canta robaccia). Si, lasciateli cantare, coi loro errori e le loro bellezze, e se per due anni non hanno idee no stategli col fiato sul collo. Le idee non vengono quando vuoi ma quando pare a loro e le scadenze sono un delitto per l'arte. Qualcuno, questa volta bravo, diceva, sono solo canzonette, in fondo per essere ignorato e quindi più libero, ma i mercanti quando entrano al tempio (= arte) non hanno rispetto e applicano la medesima tecnica di vendita per un pannolino , per un romanzo ... per una canzone. Qualcun altro ... bravo ... disse e cantò, ma cosa vuoi che sia una canzone, disinnescando una bomba che pochi capiscono ma tutti vivono. La canzone, se fatta bene, è poesia in musica. De Andre, de Gregori, Vecchioni e non solo, i maestri di una generazione, e la nuova avrà i suoi, li sto vedendo fiorire. Chi grande, chi medio, chi piccolo ma dignitoso, in mezzo al ciarpame che non distingue il rumore dalla musica, e l'imitazione da un io creativo, in mezzo al ciarpame, se si cerca, qualcosa di utile si rimedia sempre. Se poi il ciarpame son libri. film e canzoni, ecco che quel che si trova nutre l'anima, ci conferma spesso una consapevolezza, un non ne posso più che in noi non ha ancora forma ma con quell'opera la prende.<br />
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Prima di parlare di Coez devo spiegare come secondo me va vista/ascoltata oggi una canzone. </div>
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Il Video, quando uscì come prodotto al quale chi canta doveva addattarsi, fu visto come una costrizione. All'epoca si ascoltava coi dischi e l'immagine in musica era solo canzonissima o san Remo (non li ho vissuti ma qualcosa ho studiato). la tivù divenne sempre più importante e l'immagine che il cantante creava (o chi per lui) diventava influente anche per la comprensione del testo. MAdonna e LAdy Gaga (born This Way per esempio) spesso hanno prodotto canzoni che si fruiscono e comprendono completamente solo se si ascolta il brano mentre si vede il video. ecco cosa accade oggi. Spesso video e testo si fondono in un prodotto unico. De Andre, Vecchioni De Gregori e la loro grande generazione, vanno ascoltati, non visti. Quelli di oggi spesso, non sempre se li ascolti solo ... ti perdi molto.</div>
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E ora Coez</div>
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Non lo conoscevo ma ascolto e chiedo ai ragazzi cosa ascoltano, lo faccio spesso, e poi scopro. Vivo senza tivù da più di vent'anni quindi la dimensione emotiva del quì e ora finto reale non mi turba....</div>
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Se di Coez si ascolta solo la canzone sembra un brodino un po' melenso, una robina italiana con un due per cento di rap diluito in melodia con rima cuore-amore ... ma se ci sommi il video ... allora ci siamo e diventa interessante.</div>
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Prima immagine. Un cielo pieno di Mongolfiere, un mare che forse è primavera o forse autunno, ed è un tramonto o forse un'alba. </div>
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Un ragazzo da solo in quella spiaggia. Ha la giacca a vento quindi freddino ma non so ancora che stagione è. Vi dico già che non si capirà ma non è necessario. E' semplicemente quel momento dell'anno nel quale la spiaggia non brulica di corpi sensualità e happy hour.</div>
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Il parlato è un po' astratto e comunque l'insieme descrive un presente che quel ragazzo sta vivendo, un presente che fa il possibile per essere ottimista</div>
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Eccomi ... dei luoghi comuni imposti ... Mc Donald, la coca cola ... roba non buona mche che fa moda e son multinazionali ... la vita che ti vogliono imporre. se vivi quella vita che ti confezionano sei figo? sei qualcuno o uno strumento? oppure come dice Anastasio ... devi soddisfarti con le compere? ... </div>
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e l'ultimo fotogramma, il panino che viene spezzato ...</div>
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Si conclude con una coppia che se lo divide. Dalle multinazionali con i loro prodotti immagine, alla semplicità, alla verità dell'esistenza con un panino, con una pizza, con un gelato ...</div>
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Perché parliamoci chiaro ... io ho documenti italiani ma non mi sento italiano e comunque la cucina italiana è eccezionale. Mc Donald e la coca cola, simbolo dei questi cibi industriali sono spazzatura in confronto e le multi lo sanno. Infatti a livello di dis- Unione europea (ente creato da loro per loro) impongono incessantemente leggi e leggine spesso occulte per sfavorire il prodotto nazionale, locale, di nicchia. La sapevate che ormai, con la legge che ti appoggia, puoi produrre cioccolato senza cacao e formaggi senza latte? ma ... che cioccolato è se non c'è cacao! non merita il nome di cioccolato!!! e il formaggio senza latte poi!!! che schifo ... ma tutti più o meno consapevolmente quella roba l'abbiamo già ingerita ...<br />
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E ora Coez (o chi per lui perché è probabile anche che si tratti di una sana collaborazione) fa una cosuccia veramente interessante. Utilizza gli stereotipi del rap nero americano (video inguardabili a base di Ragazze belle ma volgari (quindi brutte), oro moda kitsch ecc, li utilizza dicevo ma ne dimostra, sempre con delicatezza altrimenti i pesci grossi ti mangiano ... ne dimostra la vuotezza.</div>
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Ecco i soldi, gli anelloni d'oro e i bracciali ...</div>
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Appare la pizza a sconfiggere le multi del cibo e vedrete più avanti il protagonista con le Sergio Tacchini, dignitose ma non modaiole, che spengono le Nike (altra Multi fastidiosa e globalizzante). Dimenticavo, la scena si allarga e lui magna la pizza con una morettina da favola (sembra non italiana, non c'è razzismo nel senso che il problema non si pone in quanto il razzismo esiste solo per chi è razzista). è la ragazza dei sogni, quella reale, quella vera, quella con la quale si condivide il panino ecc è altrettanto bella ma non mostra come in alcuni fotogrammi fianchetti sexyssimi da adolescente che farebbero resuscitare un morto con mutandine da Lolita ... quello è di nuovo quel fare il verso per poi distruggere la finzione, l'esteriorità un tanto al chilo del rap americano da cassetta.</div>
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qui non c'è niente da dire, Ci sta essere il cielo sotto il sole ... ma devi essere il cielo per qualcuno ... anche dio creò il mondo per solitudine. Creò prima la Torah (il suo pensiero) e col suo pensiero dialogò e decise di creare l'Uomo, l'altro, perché da soli non si è niente (Ginzberg, "le leggende degli ebrei" primo tomo). ci si riflette sempre nello sguardo di un altro. Si scopre di esistere solo nello sguardo di un altro ...</div>
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Ed ecco la lei vera e carina che oscilla sulla mulatta ideale (presa dai video rapper ma ingentilita, tolta la patina di volgarità poiché in italia la bellezza, quella vera, la si cerca perfino quando al supermercato si sceglie la carta igienica) e due tamarre modaiole che frappoco vedremo</div>
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Ecco il confronto, labbra sensuali ... e una lei vera, quotidiana e ... carina, che mangia qualcosa di slegato dalle multinazionali, un semplice gelato. Quel furgoncino che li vende è semplicità, è vicino di casa, è la vita vera come lalavanderia in cui vai con lei per lavare qualcosa e approfitti di un momento da soli per ammirarla e baciarlain quell'ambiente per nulla ambizioso ... niente lungomare di Riccione o via dei Condotti o altro di altisonante</div>
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E un'immagine come questa, il suo profilo sul cielo luminoso anche se ha le nuvole ci insegna che la bellezza dobbiamo saper riconoscerla e non si cela solo nel preconfezionato, nell'ambito ...</div>
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Osserviamo ... come in altri momenti del video è sempre no logo. Solo le scarpe per due volte mostrano la firma e accade per uno scopo ... nullificarle. Tu se per quel che sei non per quel che hai o ostenti ... si ricordino le signorine che se hai una Kelly notano quella e non te. Gli oggetti troppo rumorosi ti mettono in ombra ... vieni dopo, ed automaticamente ti fanno i conti intasca ... e anche se sei carina ti sei giocata una parte della tua poesia (se ce l'hai). Questo cale anche per lui. Non si deve essere un collage di griffe. Così si diventa vittime del sistema, ti fai mangiare la personalità dai tuoi oggetti, dai tuoi oggetti, dai tuoi accessori. Sei se hai uno sguardo e hai uno sguardo se hai ... anche piccolo piccolo ... un pensiero</div>
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Un gesto quotidiano no logo, distante dalla folla (mare d'autunno o primavera in un giorno nuvoloso e forse pioverà ...) ... solo così vedi totalmente lei, vedi totalmente lui, e notare l'assenza degli auricolari. Anche il mare ha un sussurro o un urlo che affascina oppure raramente un silenzio che quando è veramente silenzio senti il battito dei cuori, del cuore</div>
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Ed ecco un'immagine della nostra epoca. Dietro un vetro, la vita è fuori. qualsiasi cosa sia la vita ... è comunque oltre quel vetro</div>
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e quello sguardo che pensa, che cerca di capire ... e capire qualsiasi cosa, qualsiasi situazione è sempre anche un po' capirsi</div>
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e quella mano che simbolicamente inizia l'osare, il vivere non è diverso dalla bambina che guarda fuori dalla finestra col ginocchio sulla sedia di Balthus che non osserva un mare ma una natura boschiva, in fondo la medesima faccenda, con una vita da vivere che deve accadere là fuori</div>
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E a cosa pensa quella ragazza che guarda oltre il vetro? in un ambiente di vita sospesa, ai margini, a ridosso delle immondizie, del nulla, nel medesimo rosso della ragazzina del quadro di Balthus, appare una bimba che fa qualcosa che non comprendiamo. E' l'anima indifesa ma che sa di desiderare e rappresenta per la prima volta con un simbolo universale ed elementare quel desiderio incomprensibile che prenderà forma in un altro essere</div>
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La ragazzina è l'anima che si esprima, che canta con un disegno, quel che sta sorgendo nella ragazza che osserva dalla vetrata. Un trittico, tre vetri, il centrale lo sappiamo ... è il dialogo spesso inconsapevole con Dio</div>
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Ed ecco cosa potrebbe offrire la vita se ti fermi alle apparenze ... il solito "già visto" del rap nero made i USA...to e abusato. una macchina sportiva di lusso ... chissà di chi sarà ...</div>
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Look vistoso, si trucca, mentre la ragazza di tutti i giorni ha un viso acqua e sapone, bella anche senza artifici. Chanel diceva che il trucco serve per mascherare i difetti. Frase anticommerciale, perché lei faceva sul serio e ora le sue idee, colassate in un marchio che fa marketting, sono morte. Se hai una giacca Chanel sparisci in essa, sei la giacca, non sei più tu ...</div>
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Le tamarre modaiole sono due. Apparire ... non essere. Look esagerati, gli occhiali e sappiamo che è nuvoloso, sta per piovere, quindi sono un atteggiamento, una maschera, e quel ridere ... e ridere di cosa !!!! della soddisfazione di essere un collage di apparenze, di multinazionali ecc che si sono mangiate il tui io</div>
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E poi appare lei, vera, senza trucco, senza marche, in un ambiente semplice</div>
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ed eccola la vita ... quella che ha senso desiderare</div>
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<br /></div>
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ed ecco la serenità che non si comprende nella copula, ma nel gioco. Togli ad un animale il problema del cibo e della tana e ... giocherà con chi ha intorno ... indimentica</div>
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bili i video degli orsi bianchi ... ricordate?<br />
<br />
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<br />
<br />
e si passa ad un volto semplice (era meglio evitare gli occhiali ma nessuno è perfetto ... )<br />
<br />
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<br />
ed ecco un altro momento quotidiano ... e si vedono le Sergio Tacchini ... non Fashion Victim ... se proprio c'è la marca che sia dentro all'abito, per se stessi ... o minuscola ...<br />
<br />
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<br />
Se esisteva la ragazza iideale, la tamarra e quella carina e vera, se esistono i prodotti delle multinazionali del cibo e poi la pizza e il panino ... non poteva mancare una alternativa della Ferrari ... un Volvo Famigliare vecchio modello che ha per me il sapore di surf e mare, di vacanze con amici stracarichi di zaini e bagagli ecc ... ma è anche una comoda alcova ... Perché stare scomodi come i nostri antenati (genitori) che riuscivano ... non so come ... ma riuscivano, a fare sesso in una cinquecento! e lei è li, e lui ... e non serve una Ferrari ... anzi ... vi garantisco ... (esperienza insegna) che per certi giochetti è veramente scomoda ... e il mio cane anche m'insegna ... che non le interessa niente se è una Ferrari o una Panda, l'importante che ci sei, che ci sono, che ci siamo, che stiamo insieme ... questa è la vita ....<br />
<br />
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<br />
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<br />
E poi in un locale ... e lei china lo sguardo dopo un tuo sguardo ... roba vera. Vita vera. Se ho messo tanti fotogrammi è perché il messaggio in uno sguardo esiste ... e qui è reso bene<br />
<br />
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</div>
<br />
... e loro non ridono più ... perchè se dai apparenza riceverai apparenza ... se mostri solo il corpo non meravigliarti se poi vorranno solo il corpo ... ecc<br />
<br />
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<br />
<br />
Finale del video ... ora sono in due a guardare oltre il vetro la vita ... la vita naturale ...<br />
<br />
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<br />
<br />
<br />
Le mani ...<br />
<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy13rOH6F8qtrxaya53dpKO2WDTb8ynSFl-Bh3aZQ5oYYfiyHdiycgGhSklazqD1ljy3KWjuY5fbMkAvia_nEUNSfYvwzkOFYirh6oBVT_OKSfz8L62r6TIsV0ishXmuMkNVE7BFhzGBY/s1600/2+coez+penultima.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy13rOH6F8qtrxaya53dpKO2WDTb8ynSFl-Bh3aZQ5oYYfiyHdiycgGhSklazqD1ljy3KWjuY5fbMkAvia_nEUNSfYvwzkOFYirh6oBVT_OKSfz8L62r6TIsV0ishXmuMkNVE7BFhzGBY/s640/2+coez+penultima.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
le mani di due ombre (quindi di due anime, non di due corpi e basta) si toccano e ...<br />
<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQOGtVktgxKurcO5yEw0Im8VZqxa_YdbNmdNMM-QXFn6rOE7iNGL-JeEUj314DOSsVOMUeH-Thh_3XHHgoyhK0z_UkIkmRMEsd4pZGA0V8KbpDBKQlHP4DvkPuP6-vMwhA6FkEssTMSJs/s1600/2+coez+last.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQOGtVktgxKurcO5yEw0Im8VZqxa_YdbNmdNMM-QXFn6rOE7iNGL-JeEUj314DOSsVOMUeH-Thh_3XHHgoyhK0z_UkIkmRMEsd4pZGA0V8KbpDBKQlHP4DvkPuP6-vMwhA6FkEssTMSJs/s640/2+coez+last.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
... e la vita diventa poesia ...<br />
<br />
THE END ...<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh58xVsIVdHXimM8nkT3_Dd1lz3ZXq1S7aLOH1k_QD2RaYMkXbFDbu05dC5DnXcQg0n0iwIVS1lim-QE-S6gNBAHcU9gLCGvIekefgL-ocPmXqeogC4xXWDgCRu7BLY4aOW_mYZUCeZTN8/s1600/coez+a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh58xVsIVdHXimM8nkT3_Dd1lz3ZXq1S7aLOH1k_QD2RaYMkXbFDbu05dC5DnXcQg0n0iwIVS1lim-QE-S6gNBAHcU9gLCGvIekefgL-ocPmXqeogC4xXWDgCRu7BLY4aOW_mYZUCeZTN8/s640/coez+a.jpg" width="640" /></a></div>
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Vale la pena comunque di mettere vicino all'ultimo fotogramma il primo ...<br />
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Canzone più video ... bello, mi piace . Ciao<br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-79143175024448914432019-03-07T05:55:00.001-08:002019-03-07T12:49:54.566-08:00Cappuccetto Rosso e l'astronomia<br />
<span style="font-size: large;">Questo scritto nasce dal voler rendere disponibile una interpretazione della favola forse più celebre al mondo, Cappuccetto Rosso che non è certo una mia scoperta. </span><br />
<span style="font-size: large;">la sorpresa, quando la racconto, è talmente grande che vedo occhi sgranati e sento esclamazioni che mi hanno fatto pensare. Il problema per me si riduce al fatto che amo studiare, ma a differenza della tendenza della mia epoca, non mi limito ad un unico campo, per esempio la storia dell'arte, ma son curioso di tutto. questi viaggi trasversali spesso mi hanno mostrato la possibilità di soluzioni semplici che semplicemente giacevano in un cassetto, per esempio l'astronomia, che un archeologo o uno studioso di letterature antiche , potrebbe trovare decisamente fuori luogo, di nessun interesse per evolvere la sua materia. Herta von Dechend e Giorgia di Santillana per esempio, con "il mulino di Amleto", propongono la teoria che già nel Neolitico, gli umani fossero in grado di cogliete sia le fasi lunari inserite nel ciclo del sole fra i due equinozi, utili per gestire il raccolto e fissare appuntamenti (piccolo anno), che la precessione degli equinozi, detta anche il Grande anno poiché la durata è di circa 26.000 anni. </span><br />
<span style="font-size: large;">si può aggiungere che ben si distinguevano le Stelle Erranti, ovvero quei pianeti che in un cielo che sembrava immobile, vedeva sfilare cinque puntolini dotati di una luce meno glaciale e pulsante delle stelle vere e proprie, più la luna che rappresentava l'argento, e il sole che era l'oro. I due metalli non li ho messi per fare il saputello ... ma ... si mediti. L'oro non ossida, la sua eternità è attributo della divinità e il sole che dona la vita è divinità originaria. L'argento ossida e la Luna si fa scura, in un certo senso si ossida anche lei, non rimane se stessa e rappresenta la ciclicità che è ben diversa dall'eternità pura e semplice del sole che è si anche ciclico ma fondamentalmente immortale. </span><br />
<span style="font-size: large;">Torniamo alle sette Stelle Erranti che secondo von Dechend e de Santillana erano già noti nel nell'età della Pietra ... e ora il linguaggio, quello più semplice e non certo aristocratico, ci serve da fonte archeologica. I giorni della settimana. Ecco il Sole, che sfugge al senso in italiano ma rimane per esempio nel tedesco e nell'inglese; segue la Luna con Lundi, Lunedì, Sunday e Montag (Mond Tag), poi Marte, Mercurio, Giove, Venere e Saturno. un'altra traccia archeologica dell'astronomia nella lingua? in italiano si dice Canicola per intendere il periodo più alto dell'estate; questo vocabolo designa la costellazione Del cane che in quel periodo è ben visibile. </span><br />
<span style="font-size: large;">Per dimostrare poi l'utilità pratica del calendario lunare nella vita quotidiana, si provi ad immaginare un analfabeta che deve recarsi settimanalmente al mercato del paese più vicino e anche al mercato detto anche fiera del capoluogo che potrebbe avere avuto una cadenza stagionale oppure annuale. Ecco che la Luna diventava il fedele servitore poiché il suo ciclo è preciso e computabile, con pochi sguardi anche da chi non sa leggere e ... nemmeno contare. Si tenga poi conto che spesso il giorno di mercato era sotto la protezione del dio Hermes (Mercurio) quindi lo si svolgeva di Mercoledì e fino alla fine della seconda guerra Mondiale, negli stati europei prevalentemente agricoli, ecco che di mercoledì si preparava il carro con i prodotti della stalla e della terra e la pancia per una sbornia in compagnia. </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Ora un esempio che sembra avere poca attinenza: le tecniche di memorizzazione più antiche, non dimenticando che l'analfabeta aveva molta più memoria di noi. Eccone un saggio. Immaginiamo cinque parole che desideriamo ricordare nell'ordine in cui le dirò (parole rigorosamente scelte a caso). <i>verme</i>, <i>auto</i>, <i>cinque</i>, <i>gelato</i>, <i>sole</i>. Se le avete lette e vi dedicate a qualcosa d'altro, quando tornerete a quei vocaboli vi accorgerete di ricordarne al massimo tre. Ebbene, esiste un metodo per ricordarli tutti cinque per molto più tempo ... trasformando le cinque parole in una storia. Eccola: Ho visto un <i>verme</i> che guidava un'<i>auto. </i>Si è fermato in una gelateria, ha mangiato ben <i>cinque</i> <i>gelati</i> e poi si è addormentato al <i>sole</i>. La storia si ricorda meglio se è sorprendente e questa lo è abbastanza. Ora che l'avete letta la ricorderete anche stasera e se domani deciderete di aggiungere altre tre parole, ma in forma di storia, e dopodomani altre tre, ecco che le ricorderete tutte. Se poi ci mettete la rima ... Pensateci. Dante per esempio usava l'endecasillabo e ti rendi conto, quando la riga che stai leggendo è troppo corta o lunga, ma solo se hai esercizio. In più sapevi sempre come terminava la riga successiva poiché la struttura imponeva qualcosa che avevi già letto che avesse in legame con quel che veniva dopo. ecco un esempio semplice: </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">Nel mezzo del camin di nostra vita (già ora posso prevedere che non la seconda ma la terza riga, terminerà in -ita).</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Se la poesia attualmente spesso mantiene il ritmo, non è più per necessità di ricordare più facilmente, ma per gioco intellettuale (che odio) o per puro senso ludico che adoro. </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Torniamo a Cappuccetto Rosso. E ... se fosse una memorizzazione di parole chiave? Se fosse una struttura narrativa con un compito preciso? il fatto stesso che sia molto antica, al tempo del re Sole fu "raccolta", messa per iscritto e si sa che apparteneva al popolo e il popolo, che era legato alla terra non viveva nel nostro tempo che è lineare, ma in quello ciclico della Luna e del Sole (la precessione era un lusso per le caste sacerdotali e per i regnanti). E' capitato ancora a me di conoscere anche in Italia persone che non si ricordavano la loro età e dovevano controllare sui documenti, poiché di fatto la rigorosa data di nascita, nella vita quotidiana non ci serve. è la burocrazya (una volta si scriveva con la i normale, ma viste le sue ultime degenerazioni decisamente patologiche, questa nuova versione con la y mi sembra più calzante) che invece la pretende ma ... al contadino interessa ben altro dal sapere</span><br />
<span style="font-size: large;">esattamente la propria età ecc.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Ora osserviamo questa opera:</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4i6hzzMFoQtAGMPf2rxNjkJIcNfyW49jJ9rWjHFsQtq4nstjHfc6opYBWMFjFKAh9cO-pRnWYV8WluUBUZa0wdBsoKQ5gl5VUJUdgkHwgeGI1AToHFgRs722klSSkHO2iQ3O0zqs1N0A/s1600/beato+angelico+luna+ok.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="539" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4i6hzzMFoQtAGMPf2rxNjkJIcNfyW49jJ9rWjHFsQtq4nstjHfc6opYBWMFjFKAh9cO-pRnWYV8WluUBUZa0wdBsoKQ5gl5VUJUdgkHwgeGI1AToHFgRs722klSSkHO2iQ3O0zqs1N0A/s400/beato+angelico+luna+ok.jpg" width="268" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Vi dico che è di Beato Angelico, (si trova a Berna) quindi scuola fiorentina del quattrocento ma per favore dimenticatelo subito e proviamo a ragionare diversamente. </span><br />
<span style="font-size: large;">Osservate l'opera attentamente considerandola un manufatto di un'epoca nella quale l'agricoltura assorbiva il novanta per cento della forza lavoro umana. osservate senza proseguire nella lettura. Datevi cinque minuti di tempo e poi tornate da me ...</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Fatto? </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">ebbene ... il bambinello ... è a forma di luna, e avendo la curva a destra si tratta del primo quarto di luna nascente ...</span><br />
<span style="font-size: large;">ci siamo? </span><br />
<span style="font-size: large;">Che il mantello azzurro fosse il cielo ci arriva pure Renzi e lo sapevano anche i coetanei dell'artista ma ... e e il vestito rosso? la risposta che si dava .., abito di dolore visto quel che sarebbe poi accaduto al Divin Figlio ... ma ... ascoltate un po' ... nei tempi andati, quando l'astronomia la si praticava solo ad occhio nudo (ultimo fu Ticho Brahe ad Uraniborg), si osservava all'alba o al tramonto. quindi la parte della luna che noi non vediamo, non veniva rappresentata come nera, ma rossa. </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">Osserviamo ora:</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSlEK6rntlJrHQMti6lpkKZlrJHk7B5OsM3pgu2N9hkG5RnI0emnVik0QqMw4YNjP7Hvu27UlrUoSK0WUkRMDqpVmBwIToI83o0auP-AJF6ivhlnhvHqCSKvZKE3B2PGIYXdDmIAXxZr0/s1600/beato+angelico+prado+intera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="716" data-original-width="494" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSlEK6rntlJrHQMti6lpkKZlrJHk7B5OsM3pgu2N9hkG5RnI0emnVik0QqMw4YNjP7Hvu27UlrUoSK0WUkRMDqpVmBwIToI83o0auP-AJF6ivhlnhvHqCSKvZKE3B2PGIYXdDmIAXxZr0/s400/beato+angelico+prado+intera.jpg" width="275" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Quattro opere che mostrano il Bimbo vestito di rosso.</span><br />
<span style="font-size: large;">Immaginiamo ora che il Bimbo nudo sia il primo quarto di luna che si mostra in cielo. Allora se il Bimbo è in rosso vuol dire che siamo nei tre giorni del novilunio, ovvero quando la Luna vecchia (vecchia!!! la nonna di Cappuccetto Rosso!!!) è sparita e la Luna nuova (Che sia Cappuccetto Rosso che "casualmente "ha un cappuccio rosso?).</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Immaginiamo ora Un ragazzino che nel quattrocento entra a bottega per imparare il mestiere del dipintore. Il maestro, dopo anni di ramazza e macinatura di colori lo metterà a dipingere e l'allievo ormai diciottenne chiederà "perché Maestro" il Bimbo lo devo mettere sempre a sinistra della Madonna?" e il Maestro risponderà "per tradizione!" che equivale a dire un bel "non lo so" che di fatto equivale ad un "nessuno nella nostra epoca si ricorda più". Noi comunque sappiamo qualcosa della ritualità religiosa. Essa deve rispettare perfettamente la tradizione perché altrimenti il rito non produrrà l'effetto desiderato. per esempio. Perché mi passi l'Influenza devo dire cinquanta Ave Maria tenendo in mano il rosario e guardando questo ritratto del Bimbo luna ... passa la vicina che è uno splendore, non resisto e la guardo ed ecco che non ho rispettato rigorosamente la tradizione e mi tengo consapevolmente l'influenza con in aggiunta la consapevolezza che è colpa mia che non ho saputo resistere ad una tentazione della carne. La metto sul ridere ... ma era veramente così.</span><br />
<span style="font-size: large;">La tradizione imponeva delle rappresentazioni precise e il presente storico dell'epoca, il cristianesimo di scuola romana, cercava ovviamente di gratificare con un nuovo significato quel che ormai non lo aveva più. Ci si pensi ... il Natale è in fondo una festa astrologica, si tratta del solstizio d'inverno, e se Dicembre di fatto è il dodicesimo mese e non il decimo che la parola Dicembre ci dice, è perché il tempo, il loro tempo ... era diverso dal nostro. L'anno nuovo, nella Firenze del Beato Angelico corrispondeva all'Equinozio di Primavera. Solo su imposizione burocratica divenne il primo Gennajo che astronomicamente non ha alcun senso.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Si pensi ora ad un celebre passo di Cappuccetto Rosso.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;"><span style="color: #cc0000;">Prima fase lunare</span>: Nonna! che orecchie grandi che hai</span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="color: lime;">Seconda fase lunare</span>: Nonna! che occhi grandi che hai</span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="color: yellow;">Terza fase lunare</span>: Nonna! che bocca grande che hai</span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="color: blue;">Quarta fase lunare</span>: e poi la mangia (ovvero ultimo quarto fino alla totale sparizione)</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Veniamo al Lupo. io amo definirlo "una fetta di notte che ha preso vita".</span><br />
<span style="font-size: large;">La prima versione scritta di scuola francese, termina con il lupo dopo aver mangiato la nonna si mangia pure Cappuccetto Rosso.</span><br />
<span style="font-size: large;">Questo finale crea angoscia astrologica. LA domanda è: si ripeterà il ciclo lunare? se ci si pensa è la medesima angoscia degli Aztechi nei confronti del sole ... sarebbe tornato? e via sacrifici spaventosi.</span><br />
<span style="font-size: large;">Il cacciatore, che ritroviamo anche in cielo in forma di costellazione, e una delle sue forme occidentali è Ercole e quella indiana si chiama Krsna ecc, e il cacciatore dicevo, apre la notte, recupera la luna e permette alla vita di vivere un altro ciclo.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Quel "Nonna che orecchie grandi che hai" lo sentite che è un bisogno di memorizzare il fatto che la Luna deve essere interpretata come se fosse suddivisa nella sua vita mensile, in quattro blocchi?</span><br />
<span style="font-size: large;">ma ... se una lunazione è </span><br />
<span style="font-size: large;">28 giorni, diviso per quattro viene sette, quindi quattro settimane ... 12 mesi per 28 giorni ed ecco che ho 336 giorni ... mancano 29 giorni ai nostri 365/6 ... cosa vuol dire? vuol dire che esiste un tempo senza tempo. Un'angst, un'angoscia di fine anno quando si arriva al solstizio d'inverno (notte più lunga e giornata più corta) con la sensazione che la notte si mangi tutto il giorno se ... non interviene di nuovo un Dio a ristabilire il ciclo. </span><br />
<span style="font-size: large;">Ok, ma ... perché dodici cicli lunari non sono 365/6 giorni come l'anno che conteggiamo oggi?</span><br />
<span style="font-size: large;">Astronomia alta, roba da sacerdoti. Il popolo capiva la Luna, Per capire il Sole serviva più preparazione e comprendere che il ciclo solare, cioè da equinozio di primavera ad equinozio di primavera, era di 365/6 giorni era un ordine che veniva dall'alto, di solito dal Papa o comunque dai capi delle varie religioni. Se dodici lunazioni e l'anno solare fossero state identiche come durata sarebbe stato tutto più semplice. Così invece accade che la ciclicità si sposti. provate a verificare. Fate finire l'anno dopo 336 giorni e poi ricominciate. Vi ritroverete la feste del raccolto che in ogni anno sarà in un mese diverso ecc.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Ora noi, anzi voi ... leggete la data sul calendario e l'ora sull'orologio. Immaginate per favore un paesino dell'ottocento della campagna italiana. Il mezzodì lo decide il campanaro ma ... lo chiamano in osteria e si distrae ... suonerà dieci minuti più tardi e per tutti sarà mezzogiorno a mezzogiorno e dieci. Non esisteva il nostro tempo inesorabile e rigido. I minuti servivano a poco. E anche le ore non erano tutte lunghe allo stesso modo come le nostre. Le ore del buio venivano divise per dodici e quelle del giorno pure, quindi d'Inverno un'ora, un dodicesimo della giornata, durava meno delle nostre ore di oggi dettate dalla esigenza di razionalizzare per massimizzare il guadagno ... l'aspetto materiale dell'esistere. Per l'anima, per le stelle ormai c'è poco posto.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Osserviamo ora questa immagine:</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgXnWKuKhlWLgAYafAAlzY7Ie_w7_7KZz-mCaVhKbUq5-_I-z56yr-bGXVDt6oRP59TD6S41SMuoW2XEw83KFslzhVVAhP4wk0b-npHC1DshfZ0JUxDcIoXWq55OraCc_nDWt6RpzLkXI/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="194" data-original-width="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgXnWKuKhlWLgAYafAAlzY7Ie_w7_7KZz-mCaVhKbUq5-_I-z56yr-bGXVDt6oRP59TD6S41SMuoW2XEw83KFslzhVVAhP4wk0b-npHC1DshfZ0JUxDcIoXWq55OraCc_nDWt6RpzLkXI/s1600/download.jpg" /></a></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;">Statuetta di Iside e Toth e di fianco Madonna con Bambino. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;">Penso ci sia poco da aggiungere. Si coglie immediatamente che la "struttura", Bimbo a destra ecc, è la medesima, solo che si va indietro di qualche annetto ... circa tremila ... e la faccenda si fa interessante. Per trovare l'immagine basta digitare su Google</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;">Iside e Toth Madonna con Bambino</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;">e troverete un sito che mi sembra farneticante ... ma in fondo sto folleggiando anch'io ...</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;">Ora ... la Utet ha pubblicato nella collana Strenne Utet, un bel libretto con una ventina e forse più versioni di Cenerentola del Tibet .... Anche questa favola è astrologica ... e non solo questa. Se certe narrazioni si assomigliano in tutto il mondo è perché in fondo descrivevano le medesime situazioni. e poi ... si pensi ai popoli dell'Oceania. Navigavano su barchette di "carta" con una precisione misteriosa ... ma non per loro che il cielo lo conoscevano minuziosamente.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;">Consiglio poi la letture de "La Luna nel bosco" di Giuseppe Sermonti che ho scoperto di recente. Pensate, una fatica per arrivare a scoprire queste cose ... e comprendere che non ho scoperto niente! ho sorriso con piacere. Ho usato la mente, ho capito qualcosa oppure mi son costruito un qualcosa che ha una leggere coerenza e me la faccio bastare ... chissà ... Anche Newton Pensava di avere ragione poi è arrivata Una Pietra (dal tedesco Ein Stein ..) e ora la realtà è sua ... per quanto? e chi lo sa ...</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;">Ma non m'interessa. è troppo bello pensare, amare, ogni tanto mangiare ... morire ... dormire forse ... disse Hamlet. e se morire fosse svegliarsi? e l'oppio del divagare, del pensare e pensarsi procede stupendo ... ma ora tocca al cane ... ha i suoi diritti e vi lascio per la sua passeggiata. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;">Brano terminato alle ore 14:00</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;">dopo la passeggiata con Lolita (i malpensanti sappiano che è un cane ...) mi è venuto in mente che qualcosa invece, l'ho scoperto e riguarda il Beato Angelico. Nulla di eccezionale e comunque la situazione della "scoperta" merita di essere narrata. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;">L'Università italica è nota nel mondo per il suo sistema di raccomandazioni che la sociologia ama definire familismo amorale. Ero a lezione per Fenomenologia degli stile, da un certo Renato Barilli, temutissimo dagli allievi non per stima ma perché (non si dice ma perché ma a me piace ...)lunatico e con un caratterino che la rosy Bindi in confronto è una rosellina di maggio. Ebbene ... Ad una lezione , dopo aver spiegato che il non finito non era caratteristico solo della pittura, ci disse, nella aula ad anfiteatro del 33 di Zamboni street, che per esempio uno dei più grandi scrittori del novecento aveva scritto tre romanzi e li aveva lasciati appunto incompiuti. Ci chiese se sapevamo dire chi fosse. Silenzio. Premetto che io ero un trentenne che aveva già studiato parecchio (Giolitti je t'aime!) e comunque avevo zero timore reverenziale nei confronti di chi sembra ma non è ... ebbene ... Il prof si dimostrò offeso della nostra ignoranza e ci disse che ci dovevamo vergognare ecc. Non ne posso più e alzo la mano: "dica"</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;">"Franz Kafka". Lui con sguardo irritato: "Ma se lo sapeva perché non lo ha detto subito!" ... e io: "perché c'è un problema ... Kafka i romanzi li ha conclusi...". Il professore emanò un Ah! assai sonoro, ci fu un attimo di silenzio e poi cambiò argomento. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;">Con questo personaggio accadde anche quanto segue con argomento il Giudizio Universale del Beato Angelico che si trova al Monastero di San Marco in Firenze.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVE9k5ZWBxQjBLAnxyY6rwU_JuRJEtLMFTWvXPcrfLDGa8yFvmwwUDrpT-5ZOXyqpgr7mBBNgGR4zQ8zlBwuBPGB5A2oardRNRDpcY4lrxl4aD6CHXvCXMK_avKn90GEO122rvGXDV_Uc/s1600/beato_angelico_giudizio.jpg+grande+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="818" data-original-width="1600" height="326" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVE9k5ZWBxQjBLAnxyY6rwU_JuRJEtLMFTWvXPcrfLDGa8yFvmwwUDrpT-5ZOXyqpgr7mBBNgGR4zQ8zlBwuBPGB5A2oardRNRDpcY4lrxl4aD6CHXvCXMK_avKn90GEO122rvGXDV_Uc/s640/beato_angelico_giudizio.jpg+grande+-+Copia.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Barilli ci stava spiegando che in questa opera si poteva cogliere la transizione fra due epoche. Si poteva cogliere la composizione medievale e anche un tocco di modernità con la prospettiva delle tombe nella parte bassa. Ormai consideravo quelle lezioni un dovere ma non una cosa seria e poiché mi ero accorto di un particolare chiesi.... "Ma prof, di solito nei Giudizi Universali ci deve essere anche il piccione! . Lui mi corresse facendomi notare che era una colomba e risposi fra l'ilarità della aula colma, che si trattava di umorismo e comunque li invitavo a dare la caccia al piccione. Tutta l'aula inizia a cercarlo ma non lo trovano. Mi chiede di indicarla e io rispondo che la mostrerò se mi da il suo posto. Mi resi conto che stette al gioco perché ormai rispettava la mia cultura e anche una certa mia stravaganza (infatti il giorno dopo mi chiese di fare una tesi con lui sul rapporto arte letteratura ... ma rifiutai) e mai gli mostrai il piccione. Lo faccio ora anche se immagino che molti ci siano già arrivati da soli---</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Le tombe sono la pinna caudale, il Cristo in mandorla è la testa. i due appuntiti cieli laterali sono le ali. Eccolo il medioevo, con i suoi simboli immensi, che tiene testa alla descrizione della realtà che fa irruzione laicamente con la prospettiva. ecco lo Spirito Santo, immenso che è tutto il Creato.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
buona notte</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
No, un'altra meditazione ho dimenticato. Se fino a più o meno il 1470 predominò la composizione della Madonna col Bambino a destra (per chi guarda), l'avvento del pensiero laico, della magia naturale che divenne poi scienza, rese lecito negli artisti farsi delle domande e reagire quando la risposta era "lo vuole la tradizione". ed ecco che il Sacro Bambino sarà messo a sinistra o al centro ecc. Una particolare composizione, che emula la famiglia imperiale di Bisanzio, vuole la madonna col Bambino centrale in grembo, poiché l'opera rappresentava contemporaneamente la regina madre con l'erede e Maria con Cristo. Ma dalla rinascenza serba, reazione periferica ma potente all'Iconoclastia che si irradiò sia ad oriente che ad occidente ... della Serbia. La tradizione mantenne manto blu, la veste rossa e il bambino-Toth a destra di chi guarda ed instaurò una poco imperiale dimensione affettiva fra madre e figlio ... e finalmente anche l'affetto ebbe spazio nell'arte sacra, per approdare allo sposalizio mistico si santa Caterina del Correggio che mostra una madre sorpresa e gioiosa per la maternità.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
e ora definitivamente a nanna!</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-68055116690000155972019-02-09T04:24:00.002-08:002019-02-09T07:38:36.223-08:00I SOGNI COME "MATERIALE" PER L'ARTE<span style="font-size: large;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Mi viene chiesto spesso
come mi vengono le idee che utilizzo non solo nella scrittura. Ecco
due esempi che partono da due sogni, nei quali cerco di mostrare i
ragionamenti e il modo di agire che … in me si muove. Mi raccomando … i sogni non sono la mia unica fonte. La vita sa offrire situazioni che … se si riesce ad essere semplicemente non solo un essere emotivo ma ricco di due talenti che si costruiscono con l'esercizio, ovvero la passione per l'osservazione e il meditare non solo a caldo sul senso di quanto ci accade … la vita sa offrire situazioni dicevo … che possono essere un punto di partenza interessante. Altra fonte le letture. Un esempio è il caso del racconto "Maritza" … l'idea che contiene, questa scelta fra la bellezza ideale (Venere di Milos) e bellezza reale (Maritza), alla quale il Visconte di Marcellus si trovò legato, mi viene dalla lettura della sua descrizione del ritrovamento della statua. Se si legge il brano si noterà che il "passo" di Maritza, che conclude l'avventura, sembra quasi un cameo gradevole messo li per concludere con un successi grande (portare la Venere a Parigi) e uno minore (vedere Maritza, nota in Europa grazie ad alcuni ritratti fatti da un artista che fu autorizzato a ritrarla dal padre). Quel che ci ho invece "sentito" è la sconfitta, l'errore fatale di chi avrebbe potuto "portarsi via" anche la bellezza reale, quella che potrebbe rendere bella la vita di tutti i giorni. Secondo me il visconte ha mostrato una sua sconfitta, errore, malinconia, capita col senno di poi. Da qui l'invenzione del racconto che rende evidente quel che Marcellus scrisse probabilmente con troppa sottigliezza e che potrebbe sfuggire al lettore attuale. quel ricordo secondo me è una ferita che l'anima salottiera dell'epoca ha trasformato in un evento grazioso e sofferente che secondo me veniva colto in tutta la sua pienezza. Un caso simile ma più esplicito lo si ritrova in "Memorie d'oltretomba" di Chateaubriand quando narra dei suoi incontri con Charlotte Ives … toccante, enorme, ma non delicato come il nostro Visconte e paradossalmente Chateaubriand ha comunque prodotto uno dei libri più importanti e profondi della sua epoca, mentre il Visconte, secondo me offre meno, molto meno … ma Maritza vale quanto Charlotte Ives …</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">FONTI possibili della creatività fin qui elencate: </span><br />
<span style="font-size: large;">Sogni, Realtà e Letture.</span><br />
<span style="font-size: large;">All'ultimavoce, Letture, mi permetto di aggiungere una variante; non si leggono solo i libri, ma anche le persone. La "ricchezza" di Elias Canetti per esempio, questo lui ammetteva, veniva anche dal suo essere un ascoltatore accanito. Se siamo sempre noi a parlare …. di fatto cosa stiamo facendo? due cose: 1) ridefiniamo il nostro io più per noi stessi che per gli altri e quindi l'interlocutore di fatto non ci interessa. Potrebbe essere un cane o una statua e la versione esatta sarebbe lo specchio. 2) accade anche che alcuni di noi propongano al mondo, all'altro, una versione di se stessi che raramente coincide con la realtà. Questa è una necessità, una debolezza che serve per ristrutturare un io che sentiamo avere qualche debolezza.</span><br />
<span style="font-size: large;">Ascoltare invece equivale a crescere. Imparare a fare domande e difendere una propria morale (non vale nulla chi non ce l'ha oppure chi la cambia dopo aver valutato del vantaggio che se ne può trarre), può accadere solo dopo aver ascoltato. La nostra morale non deve essere rigida poiché davanti a nuove nozioni, e alla loro maturazione in noi, è lecito cambiare anche se secondo me alcune norme sono fondanti. per esempio … chiesero ad un rabbino con quale frase si poteva riassumere la Bibbia … lui rispose: "non fare agli altri quel che non vuoi che sia fatto a te" … concordo, e ritengo che questa sia la base della morale associativa, ma altri particolari possono essere posti in discussione, variare, ma saranno briciole in confronto a quel principio che considero fondante.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Aggiorniamo l'elenco:</span><br />
<span style="font-size: large;">Sogno, Realtà, Letture e Ascoltare .</span><br />
<span style="font-size: large;">Atra precisazione per quel ce riguarda il sogno. </span><br />
<span style="font-size: large;">Quel che facciamo da addormentati va indubbiamente bene, ma anche quell'inventare da svegli che di fatto è come osservare la nostra mente che si gira un film che ha noi stessi per spettatori, funziona. Si ricordi che il nostro io può girare solo intorno a se stesso e quindi ogni sua opera parlerà inevitabilmente di sé.</span><br />
<span style="font-size: large;">Si potrebbe obbiettare che anche l'intellettuale gira solo intorno al proprio io e rispondo che non è vero. Egli gira intorno a qualcosa di esterno a lui … la carriera principio motore che non rispetta la regola fondamentale consigliata dal rabbino ... </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">ED ORA DUE SOGNI</span><br />
<span style="font-size: large;">Cercherò di descrivere come li ho "vissuti" e si vedrà, nel primo, che mentre cerco di descriverlo (che equivale a cercare di comprendere) già di fatto diviene racconto, anche se in questo caso di scarsa qualità. Vale semplicemente l'esempio per far toccare con mano il passaggio dall'onirico all'elaborazione.</span><br />
<span style="font-size: large;">Il secondo sogno diviene invece materiale per una elaborazione forse futura, poiché il suo nucleo scotta e non si lascia acciuffare.</span><br />
<br />
PRIMO SOGNO<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Sono al mare con una
donna. La spiaggia è vuota e il mare piatto. Vediamo in lontananza
qualcosa che spunta dall'acqua ad un paio di metri dalla riva. Ci
avviciniamo e ci troviamo davanti ad un fiore enorme, grande quasi
quanto una persona. Ha uno stelo molto grosso, circa una spanna di
diametro, che spunta dall'acqua. La forma è a pannocchia ma non
esattamente. Ha qualcosa di quei tulipani che non hanno i petali
lisci e i colori sono rosso e bianco alternati in increspature e
linee curve. Ci emoziona il fatto che si sta aprendo. Vediamo che
lentamente, ma comunque in modo da essere percepito dai sensi, si sta
aprendo. Osserviamo con attenzione. Non è come quando guardi un
orologio senza le lancette dei secondi che vedi i minuti che sono
avanzati, ne prendi atto, ma di fatto non sei in grado di coglierne il
movimento. Qui vediamo questo lento fiorire e in noi il ricordo di
racconti lontani nel tempo, crea un'attesa silenziosa e direi sacra.
Sappiamo, ce lo hanno raccontato, che quando sarà completamente
fiorito sarà quasi sferico e nel centro si vedrà una luce sottile
ma persistente che tocca il cuore e ti fa sentire vivo non solo
perché hai un corpo. Provo a filmare questo prodigio ma
l'apparecchio non va e in fondo ne sono contento. In fondo lo avrei
fatto per abitudine mentre invece devo concentrarmi e osservare
minuziosamente per arricchirmi, perché comprendo già dai primi
movimenti dei petali in alto, che ne uscirò cambiato. Ma ecco che il
mare si increspa e diventa sempre più tumultuoso. Si formano onde
che scuotono il fiore, ma nonostante questo la fioritura, lenta ma
percepibile, continua. Ora un'onda enorme che non ci aspettavamo,
travolge il fiore, e poi un'altra e un'altra ancora. Eravamo con i
piedi nell'acqua bassa e ci siamo allontanati per non essere
travolti. Osserviamo il fiore ma da lontano la crescita non s coglie.
Passano una certa quantità di onde enormi e poi il mare torna pian
piano calmo. Ci avviciniamo è il fiore, quel che resta del fiore, è
un qualcosa di scomposto, strapazzato che sembra vecchio. Non
cogliamo più quel movimento minimo. Siamo rattristati e guardiamo la
spiaggia che, completamente vuota lascia intravvedere in lontananza
qualcos'altro forse di simile sempre ad un paio di metri dalla riva.
Decidiamo di andare a vedere anche perché non essendoci niente ed
essendo noi due comunque vivi, qualcosa dobbiamo pur fare … e sono
tre fiori, uno più grande di me e due piccoli, se piccolo può essere
un fiore di circa un metro e mezzo. Sono strapazzati, distrutti. Si
vedono gli inizi di decomposizione e nell'acqua qualche brandello di
petalo sembra sciogliersi e colorare l'acqua. Ci avviciniamo,
immergiamo le mani e ci rendiamo conto che effettivamente si stanno
sciogliendo e diluendo. Pensiamo alla loro fine. Se son ormai morti,
la loro radice non farà più forza nel fondo e galleggeranno verso
riva, marcendo, se perdere colore può essere un modo di marcire,
oppure dileguandosi in alto mare, in una sensazione d'infinito che
comunque ci sembra una soluzione migliore della riva. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Ci allontaniamo
sconcertati. Che senso ha tutto questo! E sentiamo in lontananza
delle voci e qualche applauso. Non vengono dalla riva ma dall'interno.
Fra le dune c'è quindi qualcuno. Ci avviamo e spesso comunque
voltiamo lo sguardo verso quei fiori che giovani, son stati
strapazzati dalle onde e ora hanno l'apparenza di vecchi senza aver
vissuto. Ci fanno pena ma non sappiamo che fare. Ci manca la
promessa di quella luce che ci hanno detto essere stupenda. Ed ecco
davanti a noi due persone ognuna con un pallone da calcio. Fanno
acrobazie da giocolieri e il pubblico applaude ad ogni nuova
evoluzione. Lei e io comprendiamo che non può durare; un corpo umano
per quanto snodato, ha pochi movimenti e con una palla può osare
fino ad un certo punto, e anche la forza di gravità detta le sue
leggi. Infatti nessuno dei due osa ripetere lo stesso numero poiché
evidentemente sanno che immediatamente arriverà la noja ad
allontanare il pubblico. I loro giochi son sempre più virtuosi …
ecco, hanno raggiunto il limite, oltre non possono andare, è
umanamente impossibile. Iniziano per forza le ripetizioni e sperano
di attirare il pubblico trasformandolo in una giuria. I due acrobati
compiono lo stesso numero e loro votano, ma nel giro di poco
rimangono da soli con la loro palla che ora calciano con rabbia. Ci
chiedono di guardarli ancora. Siamo rimasti lei e io che davanti alle
loro insistenze ci prendiamo per mano e non sappiamo cosa dire.
Rimaniamo perché ci fanno pena ma loro lo capiscono, si allontanano
e vanno verso l'acqua, tirano al largo la palla e poi la ritirano e
spariscono là in fondo, dove il cielo sembra toccare il mare. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Ora siamo soli. Anche dei
fiori più nessuna traccia. Andiamo a cercare per vedere se almeno è
rimasta una chiazza ma nulla di nulla e nel nulla anche orientarsi è
difficile … direi impossibile. Vediamo in lontananza qualcosa che
solleva tanta sabbia. É una enorme auto color oro. Si avvicina. É
d'oro e brilla in modo insopportabile. Ne scende un tipo che da come
cammina comprendiamo che si considera il non plus ultra
dell'eleganza. Sembra ignorarci ma si è fermato vicino a noi perché
ha bisogno di un pubblico. Dal portabagagli prende un fiore come
quelli che son stati distrutti dalle onde. Siamo meravigliati e
osserviamo con attenzione. Con gesti potenti e l'ausilio di uno
strumento anche lui in oro, lo pianta ad un pajo di metri dalla riva
e poi si allontana. Lo vediamo che si è fermato sulle dune e il
riflesso dei raggi del sole sulla sua auto e sugli abiti lo rendono
insopportabile alla vista. Ci avviciniamo al fiore. É stupendo come
gli altri. I suoi colori sono verde e giallo come uno di quelli
piccoli e si sta aprendo lentamente … ma qualcosa non mi piace.
Forse il pensiero che non è nato spontaneamente ma è stato messi li
da quella persona che non brilla di luce propria e si accontenta di
riflettere. Mi avvicino e mi accorgo che è un fiore artificiale.
Faccio cenno con la mano alla mia lei che si avvicina. Lei ancora
cresceva a quella illusione e ora le mostro il motore elettrico, i
fili di ferro e le plastiche indubbiamente belle ma irrimediabilmente
finte. Ce ne andiamo. Il tipo vestito in oro con la grande auto in
oro non c'è più. Siamo soli. Dobbiamo bastare uno all'altro? Sembra
di si. Dei fiori finti e degli acrobati non sappiamo che farcene e ci
diciamo che in quel vuoto, in quel nulla, nemmeno fare un figlio ha
senso. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Ci sediamo al tramonto
guardando il mare. Possiamo solo attendere i fiori veri. Abbiamo
deciso di preparare una struttura di tronchi per proteggere il
prossimo fiore vero che troveremo, ma non sappiamo come fare. Il mare
è troppo forte e senza pensiero e noi così piccoli … e ci
addormentiamo abbracciati … senza futuro</span></div>
<div style="border-bottom: 1px solid #000000; border-left: none; border-right: none; border-top: none; margin-bottom: 0cm; padding-bottom: 0.07cm; padding-left: 0cm; padding-right: 0cm; padding-top: 0cm;">
<span style="font-size: large;"></span><br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;"></span><br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Com'è nata questa
fantasia</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;"></span><br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Sono partito dall'immagine
di un sogno fatto questa notte, esattamente la notte fra l'uno e il
due febbraio 2019. I miei sogni sono semplici. Intendo nella trama.
Conosco persone che quando mi dicono “ho fatto un sogno!” e
iniziano a raccontare, si scatenano in avventure bizzarre che
riempiono almeno mezz'ora di monologo. Ci credo che sognino così, ma
non è il mio caso. Io ho semplicemente sognato di essere con questa
lei che è in simbiosi con me e di aver visto il primo fiore, le onde
che lo sconquassano bloccandone la crescita, e poi il nostro sguardo
sulla spiaggia interminabile, lievemente curva e vuota. Il resto l'ho
aggiunto come in un sogno ad occhi aperti. Ho immaginato noi due che
ci muoviamo e mi son detto “siam vivi, qualcosa dobbiamo fare
altrimenti che senso ha esser vivi” e accade il fatto dei
giocolieri acrobati. L'invenzione è sì nata da sveglio, ma la
osservavo come se fossi stato spettatore di un film. Non un frammento
di quanto ho descritto l'ho consapevolmente costruito. Questo aspetto
è per me importantissimo. Se costruisco spontaneamente ho la
sensazione di non essere più sincero e … sempre secondo me, la
prima regola di un artista vero consiste nell'essere sincero …
almeno con se stesso. L'atto della creazione è individuale? no.
Anche l'artista è spettatore, seduto in se stesso e osserva spesso
sorpreso, il mondo che in sé prende forma. Per chi stenta a
credermi, che si provi a meditare su quello stato che fa spesso parte
di un momento depressivo e ci accade anche quando muore una persona
cara. Noi siamo presenti ma non viviamo l'evento. Noi, il nostro io,
è dentro di noi che osserva la loro recita e la nostra e questo
accade perché altrimenti il dolore, l'emozione, che è troppo
grande, ci travolgerebbe. Cosa accade a questo punto all'artista?
Egli si trova a disporre di un materiale che prima di tutto lui
stesso deve comprendere … e comprenderlo equivale a capire stessi?
Secondo me è così … e poi deve riordinarlo. Solo ora può usare
la tecnica, il virtuosismo e simili giochi dell'intelligenza che a ma
non affascinano molto. Preferisco l'aspetto primordiale, sorgivo che
ho vissuto nella dimensione che precede sia le immagini che le
parole. Se secondo qualcuno c'è della tecnica in quel che ottengo di
concreto, sappiano che ce la vedono gli intellettuali che, non avendo
altro che l'intelletto qualcosa devono pur fare ... Io non riesco a
limare e contro-limare, Il mio stato è grezzo, per alcuni può
sembrare un non finito. La vivo così e non devo giustificarmi.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Ora … il brano che ho
scritto non è niente di eccezionale. É troppo esplicito. Se a
qualcuno sembra troppo fantasioso posso dirgli che se la vive così
perché mai si è inoltrato per questa via, in sé stesso. Il fiore
altro non è che l'artista che fiorendo produce quella luce che
illumina l'esistenza, unica luce alternativa a quella enorme,
necessaria e lancinante, del sole, luce della natura e per la natura.
La spiaggia è il luogo dell'esistere e il vero mistero sembra essere
quel fenomeno ondoso che distrugge la … luce interiore … che
secondo me solo l'artista è inconsapevolmente in grado di produrre.
Lei e io nella spiaggia-vita siamo attratti da qualunque cosa …
perché si deve pur vivere! Ed ecco il simbolo troppo banale (non
posso farci niente, Di Bulgakov e di Kafka ne nascono veramente
pochissimi) dello sport. Io sono in Europa e qui predomina il calcio.
La descrizione della noia che interviene in quel meccanismo
ripetitivo che è il gesto atletico, per me è reale. Lo sport mi
stanca, sempre diverso di un micron, ma in fondo sempre uguale e
grossolano nel suo intasare il presente di emozione solo emozione …
e basta. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">E poi quell'uomo che è
coperto d'oro e quindi ricco, che vive della luce riflessa del sole
carnale, naturale, che ostenta e si ostenta e sa di non avere un
valore se non ha un pubblico (a differenza dell'artista che in fondo
fa per se stesso, perché non può farne a meno)… e cosa può fare
se non riprodurre artificialmente l'unico rito sensato, quello
dell'arte? Ma riconoscere il valore dell'artista è avvilente per lui
perché vuol dire ammettere che l'artista è superiore a lui ricco
d'oro di luce riflessa. L'arte invece è tutta un'altra faccenda,
nell'egoismo prospera il più furbo e mai il più furbo sarà il
migliore se non per qualche frammento di presente e per quelle
persone che scelgono di vivere di luce riflessa. E quella solitudine
alla fine della descrizione … E lei che ormai non è più una lei
in carne ed ossa … e ora mentre descrivo ecco che continua in me
questa favola di solitudine … e nella notte mi sveglio (ultimamente
sono purtroppo insonne) e lei brilla di luce propria. Lei di fianco a
me che dorme. E sento che è la mia anima, che è parte di me. E mi
commuovo in modo indecente ma vero. Sto fiorendo … si sto fiorendo.
In questa notte del ventunesimo secolo, coi soli raggi della luna che
mi rivelano a me stesso, senza l'oscenità dell'oro riflesso e del
rumore, riesco a calmarmi almeno per un attimo … l'attimo di questa
scrittura </span>
</div>
<div style="border-bottom: 1px solid #000000; border-left: none; border-right: none; border-top: none; margin-bottom: 0cm; padding-bottom: 0.07cm; padding-left: 0cm; padding-right: 0cm; padding-top: 0cm;">
<span style="font-size: large;"></span><br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;"></span><br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Secondo sogno detto del Cinghiale.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;"></span><br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Sono in una città che non
conosco. Una grande città. Ho un enorme cinghiale al guinzaglio. Non
so cosa farne ma se lo lascio libero rischia di essere investito e mi
sgridano perché avendomi visto che lo tenevo io al guinzaglio,
pensano che sia mio. L'animale è veramente enorme e brutto. Fa
quello che gli pare e mi tocca seguirlo dando ogni tanto uno
strattone, che lo contraria senza mai comunque renderlo pericoloso,
perché altrimenti blocca il traffico o il marciapiedi. La
situazione è insopportabile. Quando lascio andare il guinzaglio che
è stranamente lungo qualche metro, il cinghiale va da altra gente ma
tutti lo rifiutano inorriditi e anche impauriti. Anch'io non sono per
niente tranquillo. Si sa che è un animale pericoloso e da questa
situazione non so uscirne. Decido di andare via dal centro anche se
dovrei stare li, non so perché ma è quello il mio posto. Mi
allontano, con qualche accorto strattone lo indirizzo verso la
periferia. Penso che se arriverò ad un bosco si inoltrerà e
finalmente sarò libero di tornare alle mie faccende.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;"></span><br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Fine del sogno</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;"></span><br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Ecco un evento interiore
che non so spiegarmi. É mio. L'ho sognato io. Contiene una parte di
me e se riesco ad interpretarlo avrò a disposizione una informazione
in più … su me stesso. La via per la consapevolezza è lunga.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Questo sogno è della
notte precedente a quello della spiaggia, quindi fra il 31 gennaio e
il primo febbraio 2019. La mattina mi son trovato con i brandelli di
altri due sogni, ma erano talmente impalpabili e sfilacciati che non
sono riuscito a recuperarli. Spesso ho sognato animali. Il caso della
volpe che ha dormito per un certo periodo nel portabagagli della mia
auto che aveva eletto a sua tana, mi guidò in questa direzione e un
racconto che amo, che sento molto mio quello stupendo animaletto me
lo donò inoltrandosi nei sogni. Anche in quel caso vi sono l'animale
e la città, ma in questo caso il cinghiale mi è estraneo. É lui,
questo essere enorme e mostruoso, che mi condiziona e oltre a dover
stare attento a non irritarlo, devo anche studiare il modo di
liberarmene. Il sogno si blocca evidentemente davanti a questa
impossibilità e si sente (almeno lo sento io) che lo stratagemma del
bosco non arriverà a niente. Ora, mentre descrivo la situazione,
invento. Se uno come me arriva in un bosco, si trova bene. Amo i
boschi sopra ogni cosa. Il sogno della mia vecchiaia (chissà se mai
mi sentirò vecchio … è una questione di testa, il corpo non
c'entra) consiste in un bosco di larici un torrente (un musicale Bach che è torrente nella lingua della mia insondabile infanzia) e un
cane. Sono a buon punto … mancano “solo” i larici e il Bach …
ma ho ancora tempo. Torniamo al sodo … se io arrivo al bosco col
cinghiale mostruoso, ho come l'impressione che sarò io a trovarmi
bene, sicuramente più di lui. Ma il bosco è romitaggio, è
solitudine si, ma con equilibrio e bellezza, almeno secondo me. Ma …
se io dovevo assolutamente stare nel centro di una metropoli … vuol
dire forse che avevo delle ambizioni alle quali per colpa del
cinghiale devo rinunciare? Curiosa situazione … So che per un bosco
e la sua saggezza, sarei in grado di rinunciare a molte di quelle
spinte esistenziali che questa vita ti fan sentire necessarie ma che
di fatto non lo sono. Non riesco comunque ad immaginare quel che
accadrebbe nel bosco. Il cinghiale andrebbe finalmente per i fatti
suoi? Non lo so e qui la mia mente si blocca. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Se accade questo, è
spesso mi accade, vuol dire che sto per affrontare un qualcosa di
profondo che condiziona la mia esistenza. So per esperienza che
questo “materiale”, questo sogno, proprio perché va a cozzare
contro qualcosa di enorme dal quale dipende il mio equilibrio, e del
quale non sono consapevole, padrone, so per esperienza che questo
materiale non lo posso utilizzare ora. Prima devo se non capire,
almeno intuire. Qui si cela un aspetto di me che, se riuscirò a
rendere chiaro, mi renderà più consapevole, più padrone del mio
io. Kafka quando scrisse per esempio “Il cacciatore Gracco”,
secondo me agì nel medesimo modo. Aveva l'immagine del morto che
arriva a Riva sulla barca dei morti, ma ormai possedeva anche il suo
senso. Solo in quel momento, con la lucidità ben presente in lui,
acquisiva un senso scrivere. Questo mostruoso animale e la trama
bloccata forse mi verranno rivelati nel senso da altri sogni, oppure
quella parte di mente che ragiona per conto suo quando noi pensiamo
di utilizzarla semplicemente per la quotidianità, quella parte di
mente dicevo, potrebbe comprendere e darmi la soluzione. Succede
spesso. Un esempio simile è il famoso sogno di Kekulè. Egli non
riusciva a comprendere come comporre la struttura del benzene e sognò
un serpente che si inoltrava nell'esagono (che era la parte certa
della struttura) e vi si posizionava all'interno in forma di uroboros
(serpente che si mangia la coda, figura a forma di anello) rivelando
così che alcuni elettroni “vagano” all'interno dell'esagono non
legati a nessuno dei suoi “nodi” angoli di carbonio.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;">Una aspetto certo di questo
sogno è che devo prendere atto di un problema della mia attuale
esistenza che non riesco a risolvere ,,, mami devo fermare qui …
perché se il pensiero diventa razionale la qualità di quel che
otterrò potrebbe essere un alibi e non la realtà. Qualcuno disse e
giustamente che il genere umano non può sopportare troppa realtà …
aveva ragione … ma l'artista non può fingere … almeno davanti a
se stesso deve fare i conti con la realtà in tutta la sua potenza
…</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">---------------------------------------------------------------------------------</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Nell'arte del novecento l'uso del sogno è stato prettamente intellettuale. Il movimento surrealista ha letto Freud and company e ha creato a tavolino certe immagini. Magritte per esempio, fa giochini che hanno del sogno, ma in maniera troppo artificiale. E' come se io vi chiedessi di farmi una immagine onirica e voi col ragionamento mi mettete una mela enorme in una stanza. Sogno è Delvaux. Sogno è Max Ernst, sogno è Savinio. Un errore orrendo del mercato dell'arte che non è interessato a capire ma solo a vendere, è di considerare di valore ogni "cosa" prodotta da un artista. Sarà sempre qualche opera e mai tutta la produzione, a toccare l'anima. E si ricordi che Breton, semplicemente estensore su "le Figaro" del manifesto surrealista, ammise che le idee erano di Savinio il quale rispose che era vero ma che non le avevano capite. Il messaggio di questo grande (fratello minore di Giorgio de Chirico) è per me chiaro. La parte onirica non va pensata, ma deve sgorgare dal nostro profondo. Un esempio semplice che dimostra la paternità della pittura metafisica … leggete "Ascolto il tuo cuore città" di Savinio e capirete per esempio il senso della piazza metafisica: l'uomo fermo nell'atto del sogno … E Savinio ce lo dimostra anche in letteratura con alcuni ottimi racconti e con un romanzo breve: "La tragedia dell'infanzia". </span><br />
<span style="font-size: large;">Nel novecento troppo spesso il sogno è stato pensato e invece deve sgorgare. Salvador dalì per esempio stupì coi comportamenti, con l'abilità del pennello e con certe stranezze come gli orologi liquidi ecc, ma di fatto quest'uomo che fu anche l'ultimo capo dei Rosacroce, mai sì è fatto guidare dal sogno e costruire lo posso accettare solo in un secondo tempo e solo su un "Materiale" sgorgato in noi al di là della nostra volontà. </span></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><span style="font-size: large;"></span><span style="font-size: large;"></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-75641309084827920002019-01-26T09:51:00.001-08:002019-01-26T12:52:19.453-08:00REALTA' E ARTE<br />
<span style="font-size: large;">Da tempo ho le idee chiare sul rapporto arte realtà.</span><br />
<span style="font-size: large;">Spiego qual è secondo me il problema che da Zola in poi fa male alle arti….. Avete fatto caso che se sulla copertina di un libro o la locandina di un film si trova stampato "tratto da una storia vera" l'interesse di solito diventa maggiore che se la scritta non ci fosse? Io trovo sbagliata questa preferenza e ho cercato di meditarla. </span><br />
<span style="font-size: large;">Poiché questa essa non mi attira, ho cercato di chiedere in giro e ho dedotto che i voli di fantasia sembrano a molte persone meno utili della trasposizione di un fatto realmente accaduto. Ma … e la "Metamorfosi" di Kafka o di Apuleio? e "Il Maestro e Margherita" di Bulgakov e "Il naso" di Gogol e "Sogni" di Kurosawa e "Alice nel paese delle Meraviglie" …? (e sappiamo che la lista di opere letterarie e cinematografiche potrebbe essere lunga ) che non utilizzano la realtà ma che stimiamo come capolavori allora … che senso hanno?</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">La risposta che mi sono dato è la seguente. </span><br />
<span style="font-size: large;">l'artista del livello più alto, secondo me, "prende" immagini che gli sgorgano da dentro e che provengono da quel magma che rappresenta il nostro io totale. Una minima parte dell'io è consapevole, e quella si nutre di un tipo di ragionamento che definiamo razionale poiché ci serve per la vita quotidiana e per organizzare pensieri che mirano alla concretezza del fare. L'io totale ha invece un secondo linguaggio, quello simbolico, che può essere studiato e razionalizzato per poi essere usato da intellettuali che giocano a fare gli artisti … dico "che giocano" perché l'Artista , quello Vero, secondo me, potrebbe anche aver studiato i simboli e Jung e Neumann e alchimia ecc, ma "prende", per la sua opera, solo quel che spontaneamente sgorga dalla sua profondità in parte inconsapevole. L'Artista introduce nell'io completo i suoi studi che immagino essere frammenti di senso che poi si mescolano come in un crogiolo che raggiunge alte temperature con la sofferenza interiore. Le immagini non sono gestibili e una volta affiorate vengono, anzi, possono venir organizzate, in strutture altamente intellettuali come per esempio il tipo di rima usato da Dante per la Commedia. </span><br />
<span style="font-size: large;">Il problema per il fruitore che si inoltra in un'opera che utilizza una dimensione diversa dalla realtà, è che dovrà fare i conti con l'incapacità di capire in modo razionale. L'opera che offre simboli di solito ma non sempre, viene intuita e questa parola per me ha un significato enorme. L'io completo, quindi con l'aggiunta di quella parte che "fa di testa sua" e che in modo simbolico ragiona e si esprime (vedi i sogni), un modo che precede la trasformazione del messaggio in una qualsiasi forma di linguaggio comunicabile, l'io completo dicevo, afferra la foresta di simboli o il simbolo unico e in modo non consapevole se ne impossessa. L'opera d'arte di questo tipo (e per me l'unica toccante) ci condiziona, ci cambia, ci fa crescere anche se il messaggio non è stato compreso dalla parte razionale nella quale, troppa gente dimentica, che il suo essere un io non si esaurisce.</span><br />
<span style="font-size: large;">L'opera con la dicitura "tratto da una storia vera", sembra più accessibile al fruitore prima di tutto per questo motivo ed egli aggiunge un alibi che non funziona, ovvero la sensazione che la conoscenza di un fatto reale potrebbe rinforzarlo nel caso che un evento simile capitasse anche a lui. </span><br />
<span style="font-size: large;">Sembra quindi che l'invenzione pura, che invenzione non è perché l'artista "prende" del materiale che sgorga e del quale non è consapevole … possa essere definita un gioco, un lusso per pochi che non sarà utile a colui che deve costruire la quotidianità.</span><br />
<span style="font-size: large;">Fa eccezione la fantascienza che, nonostante abbia quasi conquistato il Nobel con Stanislaw Lem e con Philip K. Dick raggiunto vette notevolissime, prende a man bassa dalla fantasia e non esita anche a pescare nel magma dell'io completo. Perché alla fantascienza non è concesso ma è reso obbligatorio l'utilizzo di dimensioni immaginarie? perché si maschera di razionale e funge da fuga dalla realtà. Tutto qui. </span><br />
<span style="font-size: large;">Un Bulgakov con "Cuore di cane" "Le uova fatali" e "il Maestro e Margherita" invece inquieta, ed è la medesima inquietudine che ci deriva dai sogni che troppo spesso, proprio a causa della loro irrealtà legata alla consapevolezza che da noi sono usciti … ci danno timore. Non inquieta la fantascienza perché esce dalla mente di un alto e ci fa comodo considerarlo border line come si fa con Dick, Ma l'immagine del "mostruoso insetto" che Kafka scrisse, sconvolse la sua epoca non meno di "Nella Colonia Penale" o il brevissimo "L'avvoltoio" che furono da lui personalmente letti in pubblico con esito assai particolare … gente che stava male, che usciva dalla sala sconvolta.</span><br />
<span style="font-size: large;">Accade ancora e non pensavo. Di recente in occasione di una mostra conferenza contro una delle tante guerre che infestano questa epoca di finta pace che Auden definì "l'età dell'ansia", di recente, mi chiesero di produrre qualcosa. Io scrivo, ma un'idea mi frullava intesta (più d'una) e mi son dato da fare. Ho rimediato tre peluche di Winnie the Pooh, uno grande e due più piccoli quasi identici, ho fatto fare una processione a ragazzi vestiti da soldati e tre ragazze giovanissime hanno portato con fatica le croci, vere massicce, pesanti. Seguivano in fondo al corteo tre ragazze con i peluche che ora i soldati prendevano e crocefiggevano. Dalle zampe colava sangue (ovviamente sugo di pomodoro). La scena ha avuto una durata di circa cinque minuti e molte persone son venute a cercare chi aveva avuto "quell'idea". Mi hanno detto che era troppo forte, che non si poteva fare una cosa simile! e io ho risposto che la guerra era molto peggiore e comunque la morte dell'infanzia che avevo rappresentato è secondo me una delle sue conseguenze più folli. Non me lo aspettavo. Da un pezzo l'arte non ha più l'obbligo di essere bella e non era certo bello quel che avevo mostrato come non son certo deliziose le incisioni "I disastri della guerra" che Goya produsse fra il 1810 e il 1820, ma indubbiamente sensate. E comunque ci fu una reazione secondo me spropositata.</span><br />
<span style="font-size: large;">Questa mi ha fatto meditare sulla fortuna dei film Horror. Quello spavento sappiamo che non ha a che fare con la realtà e per questo viene accettato, ma … la realtà, se giunge a noi attraverso i simboli … quella si che funziona.</span><br />
<span style="font-size: large;">Il surrealismo ha "giocato" in modo intellettuale con queste cose. Asserire che l'incontro su un tavolo operatorio di un ombrello con una macchina per cucire produce un senso anche se apparentemente non sembra, equivale a rendere razionale, quindi accessibile all'intellettuale una possibilità di "fantasia fantastica" che prima si poteva vedere solo e non sempre, coi messaggi criptici delle opere alchemiche, Giorgione, Balthus ecc i quali, mettendo insieme particolari che gli esclusi dalla congrega con possono capire, potrebbero provare indifferenza oppure il disagio che si riceve dai propri sogni. Esistono anche esempi stupidi … Dan Brown ne "Il codice da Vinci" fa commettere omicidi ad un albino. Egli gioca sulla rarità di questa condizione non diversamente di "Dracula" di Bram Stoker che fa accadere i fatti in Romania perché all'epoca essa era quasi un oriente misterioso. </span><br />
<span style="font-size: large;">"Non si scrive (o dipinge o compone ecc) per dire qualcosa, lo si fa se si ha qualcosa da dire" scrisse Fitzgerald nei Taccuini … e aveva ragione. L'arte, quella vera, può rendere economicamente, ma non nasce nell'artista per questo. Egli si ritrova fra le mani della mente consapevole un'immagine che rappresenta un senso profondo e scriverla, "gettarla" nell'opera gli da la sensazione, ce ho scoperto essere momentanea, di liberarsi di quel malessere.</span><br />
<span style="font-size: large;">Se quel malessere è almeno parzialmente anche il nostro, è fatta. </span><br />
<span style="font-size: large;">Tutto qui … e non è poco.</span><br />
<span style="font-size: large;">Se la sorgente delle idee è in noi e viene da una parte più vasta del nostro io consapevole, ci sta che Esiodo dia per certo che Non sue ma delle Muse siano quelle immagini e che queste altro non siano che aralde, messaggere che trasmettono quanto la Divinità vuole che si sappia … ma noi, nel ventunesimo secolo … sappiamo che non di Dio si tratta, ma di qualcosa che è in noi che non si controlla. Sofferenza e gioia non si controllano. La sofferenza produce l'opera, la gioia ci fa vivere, spendere la vita.</span><br />
<span style="font-size: large;">Deduco di conseguenza che il prendere idee dalla realtà può essere interessante perché vuol dire che esse hanno smosso il nostro io totale, ma se il prendere dalla realtà non segue questa via, diviene un'operazione parziale, che appartiene solo ad una fetta dell'io, di noi … e non m'interessa.</span><br />
<span style="font-size: large;">Attualmente la scritta "tratto da una storia vera" mi mette a disagio e mi allontana da un'opera. Mi ci vuole molto per tornare sui miei passi e almeno "assaggiare", ma purtroppo quel che sembra arte è solo operazione commerciale, e quasi sempre, anzi sempre, mi rintano disilluso in Kafka, Bugakov, Dick Lem ecc che invece con la vita e anche con l'opera hanno fatto tremendamente sul serio </span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-59357020984231560702019-01-17T10:28:00.000-08:002019-02-09T04:15:22.390-08:00MARCEL DUCHAMP: Cosa ne penso (e premetto che non lo stimo...)<div>
<span style="font-size: large;"></span><br /></div>
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<span style="font-size: large;">Mi chiedono spesso cosa ne penso di questo o quell'artista ... ormai ci sono abituato. So che accade perché vado ben oltre ad un semplice ed umorale "secondo me". di solito mi inoltro in spiegazioni che si basano su fatti che secondo me sono probanti e su principi miei che considero fondamentali. Il fatto che ci siano dei ragionamenti base in me, che già da anni mi hanno aiutato (secondo altri il contrario) a comprendere e a scegliere di cosa nutrire l'anima, è necessario renderlo esplicito. se qualcuno non è d'accordo su di essi, ovviamente il resto avrà, per lui o loro, valore di nulla.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Differenza fra ARTISTA e INTELLETTUALE.</span></div>
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<span style="font-size: large;">ARTISTA: Una persona che per mezzo di una tecnica esprime una sensazione interiore che sgorga incontrollata da dentro. Questa sensazione presuppone un disagio esistenziale. Se sto bene, se tutto va bene, vivo e mi lascio vivere. Se qualcosa non va ecco che in me si forma una reazione alla sofferenza, come la perla per l'ostrica. Per questa definizione, essere compositore, pittore, lavoratore di ferro battuto, ricamatore\trice, scrittore, poeta ecc, è identico. Si tenga conto che per molte, troppe persone, l'artista è colui che produce secondo l'ottica di una Accademia di Belle Arti.</span></div>
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<span style="font-size: large;">INTELLETTUALE: persona che usa la razionalità, il ragionamento. Non si pensi che uno scienziato (matematici inclusi) non "usi" la fantasia; a grandi livelli accade. </span></div>
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<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
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<span style="font-size: large;">L'artista parte dalla sensazione che lo fa soffrire; la prende e la rende concreta, fruibile ai sensi, con una tecnica e per realizzarla utilizzerà intelligenza ed inventiva. L'Intellettuale non è in grado di agire così, ma è più determinato, deciso, metodico. Per lui si tratta di una professione e se ha preso sempre il massimo dei voti in Italiano, per esempio, si sente autorizzato, per esempio davanti all'argomento "violenza alle donne", di dire la sua e, poiché quel che ha scritto è scritto indubbiamente bene dal punto di vista grammaticale (e poi in più potrebbe sfoggiare il filosofese o un altro gergo intellettuale da gente che se la tira e si ghettizza), e ha una immensa fiducia in sé stesso per via dei voti alti presi alle superiori, ecco che trova lecito, ovvio, considerarsi un artista ... e in potenza, come tutti, effettivamente lo è, ma di fatto ... la strada è lunga e purtroppo si basa non su nostre scelte ma su quelle che il destino fa per noi, sommando il tutto ad una attitudine alla sensibilità. Un esempio. Un certo Giacomo Leopardi era un bambino se non erro di appena quattro anni quando gli morì il fratellino. Lo portarono davanti alla salma di questo bimbo che fino a qualche giorno prima condivideva i giochi con lui e accadde che il futuro poeta, davanti a quella immobilità inspiegabile scoppiò in un pianto che durò giorni. Quando terminò non era più il conticino Leopardi quattrenne, ma un essere ipersensibile alla vita poiché in un'età irreale e inconsapevole aveva scoperto la morte. Feci già un esempio simile con Picasso, traumatizzato a 19 anni per la morte di Casagemas della quale si sentì responsabile, e della consapevolezza di dover occultare la sua omosessualità. potrei andare avanti con gli esempi. Ne porto ancora uno solo per dimostrare come le vie del destino siano imponderabili. Alessandro Manzoni era un giovane benissimo imparentato ed economicamente in una botte di ferro. La sua era la classica vita del rampollo sans souci. Fu l'incontro con una tragedia non sua a sconvolgerlo e a renderlo ipersensibile: "Storia de la colonna infame". Rimase così sconvolto dallo scoprire che potessero essere accaduti simili casi d'ingiustizia, che proprio la giustizia divenne il suo tarlo e di fatto è la chiave di lettura dei "Promessi sposi" e della sua esistenza. </span></div>
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<span style="font-size: large;">La morte quindi ... spesso è il trauma che segna, ma non necessariamente solo quello. Accade poi che ci siano persone così insensibili che davanti a certi eventi della vita riescano ad uscirne non in apparenza, ma di fatto, indenni. Non è che io ami chi soffra, ma la spremuta di sofferenza crea bellezza, mentre la spremuta di ragionamento altro non è che un agire su quel che la sofferenza altrui ha prodotto. </span></div>
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<span style="font-size: large;">CONSEGUENZA inattuale e fastidiosa ma che distrugge quasi tutti i volumi di storia dell'arte dall'impressionismo in poi: non esistono gli -ismi. Sono insensate costruzioni intellettuali. Esiste una grande mente che produce un'opera e una miriade di pecore che rosicchiano un frammento, lo osservano alla lente e ... questo ingrandimento ben leccato e confezionato sembra, ma non è, un altro io sensibile. Picasso è il cubismo (e non solo). Monet è l'impressionismo ... e basta. Un esempio. Utrillo, chiamato Litrillo dagli amici perché era sbronzo dall'infanzia, faceva cosine piacevoli ... ma finisce li. Una prova di quella grande farsa che fu il primo celebre -ismo? Leggetevi "Renoir mio padre" uscito in Italia per i tipi di Adelphi. </span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBN9q_e9AOW0d5jLvQ8lvgqJfc6clncid98eNUA_C2ukQQwWryIKrCDF40AdLepYVzxMBuDmywUy85qN9zOKMD824nlF8I0IRJjo3mAedhNDcoIws-Npbg9vanGReBSsvUdVBpWNeh3qk/s1600/renoir+mio+padre.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1" data-original-width="1" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBN9q_e9AOW0d5jLvQ8lvgqJfc6clncid98eNUA_C2ukQQwWryIKrCDF40AdLepYVzxMBuDmywUy85qN9zOKMD824nlF8I0IRJjo3mAedhNDcoIws-Npbg9vanGReBSsvUdVBpWNeh3qk/s1600/renoir+mio+padre.gif" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<span style="font-size: large;">In questo libro accade qualcosa di sorprendente (e non è l'unica volta che ho vissuto questa esperienza). Jean Renoir, regista di fama, era pure figlio del celebre pittore. Decise, una volta tornato in convalescenza dai campi di battaglia della prima guerra mondiale, di scrivere dei suoi rapporti col padre ormai vecchissimo e quasi immobile, poiché ci fù di nuovo dialogo. L'intenzione del testo è di esaltare il padre, che per Jean era un genio. Quel che accade leggendo è esattamente il contrario. Il punto chiave è il 1877 quando Monet realizza la serie di opere "Gare saint Lazare". Ogni esposizione era un fallimento. Il pubblico reagiva male e anche i cosiddetti esperti. Monet realizzò quelle opere dal vivo alla stazione come reazione, per dimostrare il mondo visto dagli impressionisti esisteva .... e Renoir, più concreto propose di lasciar perdere le mostre organizzate nei caffè e ormai negli scantinati. i pittori dovevano dipingere e un gallerista doveva incaricarsi di vendere. Ecco la la fregatura fondamentale dell'epoca. Fin quando la nobiltà ebbe potere di scelta, questa casta che non stimo, ma che aveva tempo (la famosa noja creativa) per pensare e ripensare, di solito si trattava bene, e personaggi come Giorgione Raffaello e Tiziano, per esempio furono loro (più la nobiltà nera, ovvero il papato) scelti da loro. Quella nobiltà sceglie tutt'ora e vi faccio un esempio: Moetimer Menpes. Australiano, giunse a Londra e vi conobbe Wisthler. questi, che stimò immediatamente la sua tecnica sopraffina, lo presentò ai baroni Rotschild. Piacque e di riflesso a questi magnati dotati anche di Noja creativa e mania collezionistica, vide le sue opere attaccarsi ai muri di amici e amici degli amici. Il grande pubblico potrebbe, ma non è detto, scoprirlo solo ora perché, defunti coloro che lo acquistarono, e pure i figli, nipoti e pronipoti potrebbero non averli trovati interessati quanto il controvalore in pecunia che se ne può trarre ... anche per comprare altre opere ... poiché il gusto evolve. Nemmeno Raffaello era noto al popolo e forse nemmeno alla borghesia ai suoi tempi. Era "roba" per pochi, che, con lo sgocciolare degli anni e le generazioni, dai salotti son "caduti" nei Musei, che per ora sembra essere la loro tomba. </span></div>
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<span style="font-size: large;">Esisteva ed esiste una produzione pseudo artistica di massa. quella dura una stagione, poi il tempo fa la selezione e qualcosa, purtroppo non tutto, ora si riemerge. Il caso più eclatante per me è quello della letteratura in Italia. Questa nazione lievemente scalcinata, incapace di democrazia, bellissima e men che amorale, ha avuto per anni la massoneria che decideva chi valeva (esempio i Nobel a Carducci e Quasimodo per tacer del resto), poi seguì il periodo della sinistra che definisco "sinistrato" senza alcuna voglia di ridere, tutt'altro ... epoca questa nella quale, se eri allineato con loro, avevi vita facile, se non lo eri venivi dimenticato. Savinio e Flaiano messi in ombra e attualmente lusso sensibilissimo per pochi ... una Ortese che era si di sinistra ma non obbediva ... una tragedia insomma, e dall'Italia unita in poi, l'ho già scritto e non mi stancherò di ripeterlo, disponiamo di una antologia ridicola che dimentica i veri grandi che quindi nemmeno gli italiani conoscono.</span></div>
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<span style="font-size: large;">La medesima faccenda è per la storia. L'esempio che porto sempre è quello della spedizione dei mille. Com'è possibile, e me lo domandavo già a quattordici anni di mia età, com'è possibile che la gente creda che mille (sembra 1089) persone male armate e in troppi casi senza esperienza delle armi, approdi in Sicilia e sia in grado di sgominare un Regno che disponeva ... ovviamente ... di un folto esercito regolare e artiglierie pesanti! MA COM'E' POSSIBILEEEE! Me lo sono domandato per anni. ed ecco come accade che sia possibile. A scuola, per prendere un voto accettabile non devi ragionare, ma ripetere quel ce l'insegnante ti dice. Questi poi, non direbbe mai qualcosa di diverso (tranne in alcune scuole del sud ...) perché a suo tempo fu preso dal medesimo ingranaggio, ovvero ripetere per prendere il voto. Altro non sembra necessario. Ma ... mettere in dubbio e scoprire che i britannici ci misero lo zampino per avere il dominio navale del Mediterraneo oltre a poter sfruttare quasi a costo zero le miniere di zolfo siciliane (l'oro dell'ottocento!) accadrà mai? penso di no. Ormai quella propaganda che fece dei garibaldini degli eroi, la storia dei vincitori, si è fossilizzata nelle menti ... che non ragionano. </span></div>
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<span style="font-size: large;">Altro caso. Si studia, di solito in modo emotivo, il crollo del '29, ma nessuno vi parlerà mai del "PANICO DEL 1907" ... ora, nell'era di internet si può aggirare l'ostacolo e scoprire queste cosucce? troppo difficile. Noi cechiamo quel che sappiamo esistere. se io non so che è esistita una crisi del 1907 come posso cercarla e studiarla? e perché non la si studia? perché si capirebbero troppe cose. Quel Panico fu salvato da una persona sola ... Fu creata la commissione Pujo per comprendere e si scoprì, dati alla mano, che il movimento borsistico totale di New York del 1907 fu di 26 miliardi di dollari e di questi 24,5 ... appartenevano ad una persona sola. Deduzione non difficile .... allora negli USA, non esiste democrazia! Esattamente come al tempo dei Medici in Firenze la finzione era democratica, i fatti erano ... esattamente l'opposto. </span></div>
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<span style="font-size: large;">Se si prosegue in questo ragionamento del panico del 1907 ... si scoprirà la riunione di Jeckyll Island e la fondazione della Federal Reserve che è un ente privato creato dai più facoltosi per fare in modo che nelle prossime crisi a rischiare e pagare il prezzo siano solo massa e borghesia ... e se si prosegue su questa linea .... si potrebbe capire troppo del presente!!! e non va bene. decisamente no ... ma non per me, che ho bisogno di realtà per poi allontanarmi da essa poiché la mia piccola mano non può scalfire ... e le arti e l'affetto dei cani diventano così il centro del mio mondo.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Ma ... anche i libri di storia dell'arte degli ultimi due secoli son così imprecisi fino al ridicolo? si ...</span></div>
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<span style="font-size: large;">un esempio lo troverete leggendo "Renoir mio padre", ma l'esempio, questa volta veramente comico lo avrete con la lettura delle primissime pagine del seguente libro.</span></div>
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<span style="font-size: large;">La vedova di Pollock riceve la visita di B.H. Friedman che conobbe anche personalmente ma non in modo approfondito Pollock. L'intenzione era quella di farsi raccontare da lei "una vita" di questo artista. Si accordarono e si susseguirono gli incontri. Friedman termina il dattiloscritto e ne consegna una copia alla vedova che lo legge e lo approva. Giorni dopo lei ne parla con amici che leggono e dicono "ma non può uscire questa roba... lo sputtani!". Lei chiama Friedman per bloccare la pubblicazione ma l'editore si oppone e ... e niente, il mercante pubblicizzerà il suo prodotto senza tenere conto che a differenza della vendita di automobili pannolini e rasoi, cn la presunta opera d'arte entra in ballo anche la sensibilità. Chi legge questo libro apre gli occhi ... e chi non lo legge? solito meccanismo. L'ho studiato ... per il voto alle superiori o oltre e ... ormai plasmato in ripetitore che non pensa, non deve pensare!, negli anni più belli mi stampo nella mente questo autore e ... se qualcuno lo farà vacillare lo difenderò per due motivi: 1) se agisco criticamente devo distruggere le mie basi e ricostruire .in fondo una parte del mio io ... fatica immane 2) fa parte dell'età più bella, adolescenza e periodo universitario e guai chi mi tocca quel periodo che devo rendere sacro altrimenti mi rimane il presente e mi butto dalla finestra ...</span><br />
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<span style="font-size: large;">Si aggiungono scoperte recenti si Pollock ... </span><br />
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<span style="font-size: large;">Partiamo da lontano ma non troppo ... </span><br />
<span style="font-size: large;">Quando una cultura giunge all'apice tecnologico, solo successivamente, quando inizia la decadenza, arriva il risultato artistico di qualità. </span></div>
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<span style="font-size: large;">Medesimo discorso per le grandi stirpi. I primi sono cialtroni .... Cosimo il vecchio (de Medici, nonno di Lorenzo) era usuraio ... il secondo Rockefeller (John Davison) coi soldi fu un caimano assoluto; figlio di un imbonitore (William Avery detto Big Bill) che vagava per gli Stati Uniti nascenti truffando e vendendo intrugli per la crescita dei capelli e la guarigione del cancro a 25 dollari al flacone (il doppio dello stipendio di un operaio dell'epoca); dovette pure scappare con i cinque figli per stupro ad una sua dipendente ... </span><br />
<span style="font-size: large;">Vige la regola del tre ... dalla terza generazione (John Davison Junior) ecco che il tempo viene investito anche nella noja, quella creativa e non più nell'accumulazione piratesca. Il quarto dopo Big Bill, di fatto il terzo straricco, David Rockefeller, morto a più di un secolo di età nel 2017, nella camera dove stava di più, teneva un Picasso (quello in foto qui sotto) e non un Pollock o un Piero Manzoni o un Duchamp ... </span><br />
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<span style="font-size: large;">ma guarda un po' che strano!!! Solo alla terza quindi (Morgan altra famigliola terribile.... discende veramente dal pirata omonimo e ugualmente arrivò al gusto, ma con moooolta calma ....!) nascono a volte i Lorenzo de Medici che "capiscono" i Michelangelo ecc.</span><br />
<span style="font-size: large;">Ma se sei ricco e potente e non hai sensibilità artistica? Ecco che accadranno cosette orrende che la generazione successiva, non più suddita (perché il ricco è anche potente e guai a contrariarlo com'è accaduto involontariamente fra Lucian Freud e Murdoch), avrebbe il dovere di mettere in chiaro. Un esempio su una pseudo artista vivente ... Yoko Ono ... quel che fa in arte è sistematicamente ributtante (il vero nome del suo "lavoro" è mondanità), ma appare perché è ricca, paga e in più è vedova di uno che grande lo era davvero. Ricordo ancora con la pelle d'oca il primo ascolto dell' ellepi che contiene "woman", capolavoro di John Lennon ... ebbene ... una canzone era del genio, e una (così in alternanza, fino alla fine del disco) della moglie. Mai sentito, mai sofferto in vita mia un simile mix di genialità e schifezza ... ma chi la tocca Yoko Ono .... ufficialmente nessuno, di fatto appena si gira però sparlano ... com'è divertente la vita dell'arte\business nella Grande Mela ... bacata! un poco l'ho vissuta e tranne il business appunto, altri aromi non colsi.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Ora ... Gli USA con tecnologia e violenza hanno fatto i soldi, con i soldi hanno colonizzato tanto, troppo (leggere il primo capitolo di Alvi "Il secolo Americano"), ma a livello artistico comandava Parigi ... e qui entriamo in contatto con la fortuna di Pollock e anche con il "caro" Marcel Duchamp.</span><br />
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<span style="font-size: large;">E' forse il caso di domandarsi come ha fatto un certo Kandinskj a fare strada? e Duchamp? e Pollock e non solo? stesso discorso per John Cage e si tratta di musica e molti altri ... sì, io me lo domando, e parto da un presupposto. Pollock mi sembra di una banalità assoluta ... e com'è potuto accadere che la banalità ...</span><br />
<span style="font-size: large;">Duchamp non è stupido ma fa lo stupido ... perché nessuno lo smaschera? cosa lo rende intoccabile? </span><br />
<span style="font-size: large;">E Kandinskj poi. Non mi dice nulla ... com'è potuto accadere che abbi "trasmesso" qualcosa a qualcuno! e se glielo ha comunicato chi era e cosa ci trovava? Sono domande importanti, ma richiedono voglia di capire e tempo per indagare leggendo metri kubi di libri, ascoltando tutto e tutti senza distrarsi mai. </span><br />
<span style="font-size: large;">Un esempio che in proposito cito spesso, e che conferma che si tratta di una questione di metodo, è quel che amo definire "il caso periodo blu". Io, io personalmente, osservo quei quadri di Picasso e comprendo che mentre li fece stava soffrendo in modo indescrivibile. La mia domanda è stata di conseguenza ..."cosa lo ha fatto soffrire?". Dietro ad un'opera d'arte, dietro ad una vera opera d'arte, c'è un essere umano, un io incrinato che può girare solo intorno a se stesso ... Arrivai a delle deduzioni studiando e meditando e attesi la sorte che mi fece conoscere amici di Picasso ed ebbi una risposta ed una visione d'insieme, che non trovo su nessun libro purtroppo. Non mi vanto, mi lamento, perché ho fatto una faticaccia senza senso. Cosa ci voleva di geniale per farsi quella domanda! quel perché soffre!!! e ho capito che gli intellettuali, che non comprendono di essere in un bosco sacro, sapranno dirvi solo che tipi di alberi sono, e un artista invece, un altro artista quegli alberi li riconoscerà come sacri perché cantano ... una sofferenza.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">POLLOCK</span><br />
<span style="font-size: large;">Iniziamo con lui. Di recente si sono resi disponibili, desecretati, documenti che dimostrano quanto la sua opera fosse (probabilmente senza che l'autore lo sapesse) gestiti dalla intelligence USA per promuovere l'arte americana. Si scelse l'Espressionismo astratto (che amo chiamare espressionismo kastratto) per un motivo che non viene mai narrato. ho letto spesso che essendo i miliardari americani quasi tutti ebrei, essi scelsero quel movimento che aveva di fatto molti artisti di quella religione.</span><br />
<span style="font-size: large;">Troppo facile. Premetto che secondo me quando si diventa potenti la religione non conta più perché il potere è la droga più assurda e pericolosa per l'essere umano. Nel 1913 si fondala FED e da quel momento inizia il secolo breve. Il periodo secondo me più brutale della storia dell'uomo non è ancora terminato. E' semplice spiegare; Con la prima guerra mondiale gli Usa divengono economicamente egemoni dell'Europa e di gran parte del pianeta. Si simula la democrazia perché la dittatura non verrebbe tollerata dalle masse. Nel giro di poco però la redditività degli stati sudditi in forma democratica no basta agli affamati di potere, ed ecco che per esempio in occidente nascono ben undici dittature. Dietro ad Hitler c'erano i capitali di Ford che non era certo di Bagnacavallo e nemmeno di Berlino o un mistico tibetano, ma americanissimo e senza morale (si ricordi chela celebre modello T doveva durare per 100.000 kilometri e poi crollare solo per vendere vendere vendere e poi incassare incassare incassare). Definizione di partito di destra: quel gruppo politico che in modo chiaro o occulto si fa finanziare dagli industriali (il pd quindi è di destra). Definizione di estrema destra: quel gruppo politico che si fa finanziare dagli industriali e ritiene lecito usare la forza (fascismi ma anche Macron). Partito di sinistra: gruppo politico che si oppone agli interessi degli industriali. Partito di estrema sinistra: gruppo politico che si oppone agli industriali e ritiene lecito usare la forza. Regole necessarie e quasi sufficienti per comprendere la nostra epoca (dal 1913 in poi).</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Torniamo a Pollock ora che, spero, la situazione storica può essere meglio interpretata poiché non l'ha scritta né un perdente e nemmeno un vincitore, citando comunque prima un precedente verificabile (c'è pure uno scritto esplicativo su questo blog) ovvero il caso Mozart\Lucchesi. Ecco i fatti. Mozart comperò da Andrea Lucchesi, maestro di cappella a Bonn (Germania) le sinfonie Prager e Jupiter, raschiò la firma del vero autore e vi mise la sua. Gli originali sono in un fondo della Biblioteca di Modena. Medesima situazione per Haydn, che comperò le sinfonie Oxford prima di recarsi in quella cittadina per essere "laureato" dishonoris causa in musica altrui. Perché accadde? Perché la seconda rivoluzione industriale vide emergere Usa di là da mare oceano, e gli stati centrali (particolarmente Impero tedesco) in Europa. ed ecco una evoluzione storica che ho già spiegato. Come!!! noi in lingua tedesca siamo i più ricchi e potenti d'Europa e non abbiamo un ruolo trainante nell'arte che preferiamo che sarebbe la musica? Se non la abbiamo ... la comperiamo e la facciamo risultare nostra! </span><br />
<span style="font-size: large;">E sarebbe stato saggio attendere la generazione successiva in cui Beethoven (allievo di quel Lucchesi) e Schubert e Schumann ecc, tolsero la corona ad un'Italia che aveva si il talento ma una processo storico evolutivo in ritardo. Ma è saggio il potente? mai. é un malato incurabile che per placare momentaneamente, solo momentaneamente il suo disagio calpesta tutto e tutti.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Pollock quindi si trovò lanciato per interessi che non lo riguardavano, da due critici, Clement Greenberg e Harold Rosenberg. Questi due ... credevano in quel che dicevano? non lo so e non m'interessa. Anche uno stragista pensa di avere motivi validi, lo ascolto ma poi vado al sodo per altre vie. Ebbene ... per comprendere bisogna riempire un vuoto nei libri di filosofia.</span><br />
<span style="font-size: large;">Krishnamurti, Rudolf Steiner (antroposofia uguale tentativo di coniugare spiritualità e scienza, ma non solo) e Gurdijeff.</span><br />
<span style="font-size: large;">Perché (Giove passami uno strale!!!) non c'è traccia di questi filosofi sui libri di ... filosofia e nemmeno un accenno per certi artisti, in quelli di storia dell'arte!!!</span><br />
<span style="font-size: large;">E' presto detto. I filosofi sono una casta. Prima di tutto son "indocenti" universitari, poi hanno creato un linguaggio criptico che rende accessibili i testi solo agli addetti ai lavori (porcata immane che ha tolto alla filosofia un pubblico) e scelgono, decidono, chi è filosofo ... ovviamente altri colleghi universitari. Fare due colonne ... in uno i filosofi docenti e nell'altro i filosofi che non lo sono. In quest'ultima mi risulta che, comodo comodo ci stia solo Wittgenstein, che la docenza la rifiutò forse proprio perché faceva sul serio. Per lui la filosofia non era un mestiere, come non lo era per i tre che ho citato e che sui testi non esistono. </span><br />
<span style="font-size: large;">Perché non sono nei testi? forse perché contengono troppa spiritualità? Ma se la neghiamo non capiremo veramente un'epoca!!! Pollock ascoltò Krishnamurti e fu per lui un evento. Migliaia di persone all'aperto ... e là lontano, vestito di bianco, quasi evanescente, irreale, questo grande ... perché per l'epoca fu veramente un grande. Si mediti su un fatto. Gli studenti di filosofia vanno all'università, ascoltano, tornano a casa, studiano danno l'esame e si passano ... sono filosofi.</span><br />
<span style="font-size: large;">Quei tre che ho citato, come ai tempi di Platone e Aristotele e anche dopo durante il neoplatonismo, avevano delle scuole. Scuole filosofiche nel senso di scuole di vita e non di voto! perché la filosofia vuole dimenticare che la metà dell'ottocento e il novecento avevano fame di spiritualità? </span><br />
<span style="font-size: large;">Affari loro ... io l'ho scoperto, e non certo perché sono laureato anche in filosofia. Mi son dovuto arrangiare, che la cultura vera è arrangiarsi e umilmente chiedere e studiare meditando.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Veniamo ad un dato storico rivelatore: a fine ottocento e nei primi del novecento (fino agli anni trenta sicuramente), esisteva nel quartiere Westminster in Smith square (la medievale piazza dei fabbri) la Biblioteca Stead Borderland; di fronte all'Abbazia di Westmisnster invece (direi quindi in un luogo centrale e ben visibile) la libreria "Psychic bookshop" di proprietà di sir Arthur Conan Doyle e gestita personalmente da sua figlia.</span><br />
<span style="font-size: large;">I due centri collaboravano ... quindi per comprendere l'opera e la vita di sir Conan Doyle non basta ignorare certe materie ... poco scientifiche.</span><br />
<span style="font-size: large;">Cosa accadeva nella biblioteca Stead Borderland (tradurre...); fra le varie attività, si aiutavano le persone che avevano avuto un lutto recente facendo credere che i deceduti erano passati ad un altro tipo di esistenza. Erano possibili anche dei contatti. Non sistematici ma possibili. </span><br />
<span style="font-size: large;">Si mediti ... la religione non fa più presa su menti ormai troppo razionali, che necessitano di prove per convincersi. Avere fede, fidarsi, non basta più per lenire il dolore di una perdita ... Ecco quindi che lo spiritismo, e una certa spiritualità alternativa cerca di dare risposte con presupposti più concreti di un fidati ... te lo dicono gli apostoli e anche io che ho il saio. </span><br />
<span style="font-size: large;">Lo spirituale ... un mondo che la scienza e la tecnica e la fretta, annulla, ma che all'individuo, che non è l'uomo\macchina che i potenti vorrebbero, ritiene fondamentale, viene ridisegnato secondo i nuovi livelli di razionalità.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Dietro a Pollock c'è quindi un'epoca che esploderà nella massa e nei mass media con la moda beat per i santoni indiani, ma prima dei santoni degli anni sessanta settanta del novecento abbiamo per esempio un architetto come Wright che sposa una danzatrice di Gurdijeff e va spesso in ritiro dal "Maestro". Abbiamo Kandinskij che segue l'antroposofia ecc.</span><br />
<span style="font-size: large;">Credere che Pollock sia geniale per avere inventato una tecnica, il dripping, che di fatto io facevo in spiaggia con la sabbia bagnata da bambino e i bimbi tutti hanno praticato, equivale ad autonominarsi stupidi ed esserne fieri. C'era all'epoca la convinzione che la spiritualità nell'arte (ma guarda ... sembra il titolo di un libretto di Kandinskij!!! ma che strano!) fosse rappresentabile solo con un'agire pittorico non oggettivo. Si doveva giungere ad una rappresentazione che non portasse la nostra mente ad identificare negli sgorbi, linee, curve ecc, una forma che ricordasse un qualsiasi oggetto o persona. </span><br />
<span style="font-size: large;">Ecco Pollock ... ci ha provato e qualcuno lo ha santificato. Uno stato che aveva bisogno di sentirsi forte non solo con la tecnologia e le armi, e una tendenza dell'epoca a ricercare una speranza, uno spiraglio per un'umanità che aveva creato un periodo spaventoso ... dalla fondazione della FED nel 1913, perché li dentro si decideva tutto a vantaggio di pochissimi. e se qualcuno fra loro litigava ... eran morti e fame nel mondo.</span><br />
<span style="font-size: large;">Io osservo la "roba" di Pollock e la spiritualità non la "sento", quindi, nei confronti del mio io la sua opera è niente.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">KANDINSKIJ</span><br />
<span style="font-size: large;">Situazione semplice ma difficile da "recuperare"</span><br />
<span style="font-size: large;">La baronessa Hilla von Rebay, pittrice e seguace di antroposofia, arriva a New York. La moglie di Solomon Guggenheim (miniere), Irene Rothschild (curioso che quando vai su Wikipedia e digiti Solomon Guggenheim, risulta che ebbe fratelli genitori e figli ma non una moglie .... perché i Rothschild occultano? ... ja, quindi la fatica, quando si sfiora la loro regalità, diviene enorme) le chiede di fare un ritratto al marito (ricordare che Hilla era carina e nobile, due droghe per i ricchi) e lo stagionato Solomon perde la testa per lei. Se cercate Hilla von Rebay troverete poco o nulla. Ebbe la direzione artistica della fondazione ecc ... che dovette lasciare quando l'amante Solomon morì. Mi sembra ovvio, e si sa, che fosse odiata dalla signora Irene, forse perché in quel periodo non si usciva di casa senza un cappellino diverso al giorno e se hai le corna ... come metterlo? scherzo, ma sono i fatti. La antroposofa Hilla, porta il Salamon (errore...!) in Europa. per lei l'opera di Kandisnkij era l'espressione pura dello spirituale nell'arte. A Dessau lo conobbero, Salamon comprò un centinaio di tele ... le portò oltreoceano e ... Kandinskij divenne noto. Ma anche Kandinskij a me di spirituale non trasmette niente. Un singulto capriccioso di una amante amata da un milionario ed ecco che un pittore da poco diviene visibile. Io vidi i quadri e ne fui disgustato. lessi poi "punto linea e superficie" e risi copiosamente. E' sufficiente sottolineare quante volte usa la parola scientifico nelle prime dieci pagine per capire che tenta di convincere. Se è scientifico allora è vero\valido. Lo stesso metodo della pubblicità dei dentifrici. Perché il tipo che ce lo consiglia ha un camice? perché la "tonaca" della scienza rende indiscutibile quel che si afferma, quindi quel dentificio sicuramente allungherà anche la vita e purificherà gli organi interni.</span><br />
<span style="font-size: large;">Ecco come mai l'astratto fa irruzione nell'arte, grazie all'influenza di Steiner. qualcuno ve lo aveva mai detto? e secondo me quelle astrazioni non arrivano a trasmettere quella sacralità che vorrebbero. Vi sono ovviamente le linee futuriste italiana e russa, che di fatto propongono la religione del movimento come simbolo del progresso e sommando alla scoperta della fotografia (anche aerea per El Lissitrky e non solo) e alla semplificazione che per necessità di abbattere i costi di produzione l'industria impone, porteranno ad un'estetica così semplificata che, come disse Flaiano, Le fabbriche sembrano chiese (e anche le stazioni) e le chiese fabbriche. </span><br />
<span style="font-size: large;">L'Industria vuole la semplificazione e l'art nouveau, che è artigianato industriale, si modifica rapidamente in art decò, più facile da produrre. si propone poi un'estetica minimale (primo Christopher Dresser (morto nel 1904), alcune sue creazioni stupiscono per quanto erano avanti sui suoi tempi (osservare il decanter qui sotto, di fine ottocento), ma si trattava di semplificare per produrre a costo più basso in serie.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Tutto si semplifica e in più lo spirituale nell'arte chiede di essere reso visibile in arte e sceglie l'astrazione come linguaggio. </span><br />
<span style="font-size: large;">e poi accade che ormai viviamo nel presente e del perché accaddero certi fenomeni si perde traccia e volontà di conoscere. C'è l'astrattismo. Ok! arriva l'arredatore e ti cnsiglia un Mondrian con rossi dominanti perché sta bene col tuo divano ... Arte ... spiritualità? e in questo caos, chi ha una se pur minima possibilità di comprendere? chi ha annusato la fregatura e il caos, e cerca di mettere pazientemente in ordine.</span><br />
<span style="font-size: large;">Accade però che chi mette in ordine si stufa perché si rende conto che dall'avvento del marketing quel che romane, terminata un'operazione commerciale è la traccia di essa spesso spacciata per arte ... ma anche in storia ... l'ho spiegato, e li accade che la propaganda precedente si è fossilizzata ed è divenuta materia da studiare a scuola ... ma tutti sappiamo che la propaganda è una versione faziosa dei fatti!</span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">DUCHAMP</span><br />
<span style="font-size: large;">Il peggiore. La Rebay credeva in quel che faceva, Pollock anche. Semplicemente, secondo me non si "sente" il messaggio che loro intendevano creare e imporre (quel messaggio non andava oltre loro stessi e la loro cerchia, un po' come le interpretazioni alchemiche dei Giorgione, Tiziano e Balthus che sono fruibili al cento per cento solo dal loro ristretto circolo).</span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">Armory show. Siamo a New York nel 1913</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkcltJZ1nYCsRI3Lp8ZlckO2vL-5oE7JHOUG5R4f8DDAbBM_RgK2A3fSViBx1ft0qceZ0JCb0hZTIJbu9tKKRGxA23Y_TNF1YUkFFyyNbwe1c0ZkpS5JQC5-7FGQgxjwrc42BfcVZLoL0/s1600/AIC+Armory+Show.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="313" data-original-width="640" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkcltJZ1nYCsRI3Lp8ZlckO2vL-5oE7JHOUG5R4f8DDAbBM_RgK2A3fSViBx1ft0qceZ0JCb0hZTIJbu9tKKRGxA23Y_TNF1YUkFFyyNbwe1c0ZkpS5JQC5-7FGQgxjwrc42BfcVZLoL0/s400/AIC+Armory+Show.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-size: large;">Picabia Matisse e Duchamp, quest'ultimo con "nudo che scende le scale" che è una scopiazzatura in stile cubista presa dalle foto di Muybridge. </span><br />
<span style="font-size: large;">Duchamp fu presente di persona. Mentre i giornali deridevano queste opere, lui frequentava i salotti che contano. </span><br />
<span style="font-size: large;">La mostra nacque dall'idea di fare un confronto fra l'arte Usa e quella europea. La capitale dell'arte era Parigi e in quel periodo il cubismo scandalizzava e affascinava. </span><br />
<span style="font-size: large;">Lasciare Parigi per un inverno , per un'artista era un'eresia. Li nascevano l'arte e la moda, e in quel periodo nessuno si degnava di distinguere i due aspetti. Duchamp invece attraversò l'oceano. Ma chi era Duchamp all'epoca? Il campione di europeo di scacchi per corrispondenza non che un nobile ... due variabili esplosive per i salotti dei milionari americani. Il campione di scacchi oggi è si considerato un campione di intelligenza, ma all'epoca era il genio. Anche dopo la santificazione di Einstein, i campioni di scacchi godettero, più o meno fino agli anni novanta del novecento, del titolo di mente eccelsa. In più Duchamp aveva un talento che nella "recherche" Proust spiega minuziosamente. Sapeva stare in un salotto e parlare di nulla per una serata intera, ma con grazia.</span><br />
<span style="font-size: large;">Fece successo come persona, e tornò in Europa con la possibilità di spendere cifre colossali che questi milionari gli avevano messo a disposizione per arricchire le loro collezioni. </span><br />
<span style="font-size: large;">Ora immaginatelo che torna a Parigi. Io sono l'artista senza un becco di un quattrino e mi trovo davanti Duchamp. Secondo voi le studio tutte per sedurre il portafogli che lui rappresenta o lo mando... dove merita? ed ecco che questo tipo, che non aveva sensibilità artistica ma era indubbiamente intelligente, fece cose da intellettuale. L'artista non pensa ... ricordarlo sempre ... se non successivamente, per dare un ordina a quanto dalla mente gli è eruttato ... non direi sbocciato, è più un conato di sofferenza ... si pensi al periodo blu di Picasso o alle incisioni "I disastri della guerra" di Goya ...</span><br />
<span style="font-size: large;">Sulla torre circolare di un castello fece mettere delle rotaie, su queste misero poi una specie di auto, ci salì e la fece andare a tutta velocità. Voleva provare l'ebbrezza della velocità. Posso bestemmiare? devo perdere tempo cn questa roba?</span><br />
<span style="font-size: large;">Io dirigo la Biennale. Lei mi manda un orinatoio? basta ignorarlo.</span><br />
<span style="font-size: large;">Lui dice che ogni oggetto ha dignità artistica, dipende dal contesto ... e ti mette uno scolabottiglie in un museo ma io, io personalmente, quando lo vedo dico "cosa ci fa qui questo scolabottiglie!" perché quella forzatura non mi dice niente. L'arte come circo, l'arte che vuole stupire. C'è differenza fra Duchamp e quell' "artista" che si fa i clisteri di colore e li "spara" sulla tela? o al tipo in Germania che fa i ritratto usando il pene come pennello?. si, c'è ... ed è semplicemente una differenza di grado.</span><br />
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<span style="font-size: large;">Veniamo alla narrazione di un fatto occorsomi lo scorso anno al museo MAR di Ravenna. Arrivo e ci sono una quindicina di ragazzi di un Liceo artistico. La tipa incaricata di fare da guida chiede che i ragazzi facciano prima un giro da soli. Bella idea mi dico, e vado con loro. Apprezzano un paio di cose: l'unicorno di Drusciana Bravura (si può vedere su internet, non sono riuscito a scaricarlo) che mi dicono apprezzare per i materiali inusitati e la fantasia, una serie di uccelli esotici dei quali non ricordo l'autore, e la riduzione a mosaico di un quadro di Guttuso. Per il resto mi dicono che non capiscono come sperino di convincerli che quella "roba" sia arte. </span><br />
<span style="font-size: large;">Arriva la tipa e si inizia una seconda visita guidata. Chiede cosa ne pensano di questo e di quello e i ragazzi tacciono. Sono sorpreso e poi capisco. Sono più svegli di me. Io combatto contro i mulini a vento. Loro no. La lasciano dire. Ricordo inorridito una sua affermazione: "e di questo Burri che ne dite? pensate ragazzi a che a Città di Castello hanno appena terminato un museo per le sue opere che è così bello che mi viene voglia di essere artista!" ... ma si può dire una stupidata meno stupida? penso sia facilissimo!!! io mi metterei a fare l'artista perché quel museo è bello ecc? </span><br />
<span style="font-size: large;">Arriviamo davanti ad una "roba" di Emilio Vedova. Lei lo definisce geniale. Perché? le chiedono sorpresi ... perché è il mosaico estremo. Una macchia nera di colore che prima che si fosse rappresa si è vista piovere su una polvere di un altro materiale. Qualcuno dei ragazzi si è girato e ha riso mentre la tipa, fusa in un unico io con le sue certezza, ce la vendeva, la nostra incapacità di capire, come la distanza che si doveva compiere per giungere alla sensibilità artistica. </span><br />
<span style="font-size: large;">Avrei tanto altro da dire, ma da quei ragazzi ai quali per caso mi sono aggregato in questo giro fra "l'arte che arte non è" se non nello 0,1 per cento dei casi, quindi per caso ... da quei ragazzi dicevo, ho imparato a lasciar dire, a non farmi il sangue amaro.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">... E quando uno studente dell'Accademia mi chiede come può smontare Duchamp davanti al prof ... penso che l'arma migliore sia una risata ... ma a quei prof devi dare qualcosa, solo qualche parola sottile, ma non troppo perché altrimenti possono fare finta di non aver udito, qualche parola che riveli che il loro oro è falso, dopo aver fatto capire che sai, che hai studiato .... potrebbe starci </span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">Di più non so consigliare. </span><br />
<span style="font-size: large;">L'artista è solo per definizione. viene trasformato in prodotto commerciale come tutto nella nostra epoca perché non la scienza, ma il business è la vera religione.</span><br />
<span style="font-size: large;">Cacciare i mercanti dal tempio? si finisce crocefissi ...</span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">E' dura quindi. Rimane attualmente la possibilità della dimensione intima. Pochi amici veri, un piccolo gruppo che fa sul serio e, nel caso estremo l'immagine allo specchio o un cane. </span><br />
<span style="font-size: large;">Consiglio per concludere, la letture di un libretto: "Biologia come ideologia" di Lewontin. Aiuterà a comprendere che anche la religione laica dell'ottocento e dei primi del novecento fino alla bomba atomica, la scienza, spesso altro non è che azione commerciale mascherata .... da scienza. </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Nell'ultimo concerto de Andrè con un tumore in testa disse</span><br />
<span style="font-size: large;">"... e a voi tutti buonanotte e buona fortuna"</span><br />
<span style="font-size: large;">ero presente.</span><br />
<span style="font-size: large;"> Fu un brivido enorme. </span><br />
<span style="font-size: large;">Quasi tutto quel che fa chi sta morendo è memorabile</span><br />
<span style="font-size: large;">ma ... e se lo fa un artista fra i più grandi della sua epoca?</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;"> e tutt'ora mi accompagna spesso alle soglie del sonno il suo augurio</span><br />
<span style="font-size: large;">perché gli artisti grandi, gli artisti veri esistono</span><br />
<span style="font-size: large;">e quindi </span><br />
<span style="font-size: large;">a tutti</span><br />
<span style="font-size: large;">anche da me che son piccolo ma ho un cane ...</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Buonanotte e buona fortuna.</span><br />
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<span style="font-size: large;"><br /></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7TZy37TdbnKntauJtP_ww3606AUIlfNOR75dZA34pTeOlfiD6QlpNc7NNoYAySdk2EAE6nOehM1EKSfrRejpsJ_GxzOAZwunp34VneP7HmHGfRgUXwiaYycTaFLtYMIWvSjwtCCW_xYw/s1600/drusciana+bravura.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1" data-original-width="1" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7TZy37TdbnKntauJtP_ww3606AUIlfNOR75dZA34pTeOlfiD6QlpNc7NNoYAySdk2EAE6nOehM1EKSfrRejpsJ_GxzOAZwunp34VneP7HmHGfRgUXwiaYycTaFLtYMIWvSjwtCCW_xYw/s1600/drusciana+bravura.gif" /></a></div>
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<span style="font-size: large;"></span><span style="font-size: xx-small;"></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-41280442800531721392019-01-11T10:53:00.001-08:002019-01-12T05:11:59.350-08:00Wladimir Nabokov "UN MONDO SINISTRO"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisjhVh1fTRlToFnDhd1BYOD6KhfqV9S7bnNOVrK77QJ-mIHOC_Y6-D5OQCbgAPub0ScYOXGJNLOxGShfIG0Mh08nCJ1v667WcG7dUHYjNLPEfbDih9WibMDQ0QZh0OdLhxS5XAx8eEu20/s1600/nabokov.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="794" data-original-width="500" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisjhVh1fTRlToFnDhd1BYOD6KhfqV9S7bnNOVrK77QJ-mIHOC_Y6-D5OQCbgAPub0ScYOXGJNLOxGShfIG0Mh08nCJ1v667WcG7dUHYjNLPEfbDih9WibMDQ0QZh0OdLhxS5XAx8eEu20/s640/nabokov.jpg" width="401" /></a></div>
<br />
<span style="font-size: large;">Titolo mal tradotto. Tanto valeva lasciarlo in inglese. "Bend sinister", che sarebbe la banda diagonale dello stemma araldico con la parte alta a sinistra. Nell'introduzione, dell'autore, scopriamo che erroneamente, si riteneva che rappresentasse un'origine bastarda del casato. Medita Nabokov e aggiunge quanto segue: "Il titolo ha però l'inconveniente che il lettore serio e solenne, il quale si aspetta di trovare "idee universali" o storie di "interesse umano" (il che è all'incirca la stessa cosa) in un romanzo, può essere indotto a cercarle in quest'opera."</span><br />
<span style="font-size: large;">Aggiunge poi che "poche cose sono più tediose della trattazione di idee universali inflitta da un autore o da un lettore a un'opera narrativa".</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Penso che il lettore, sia quello degli anni quaranta quando il romanzo uscì, che quello attuale, da quelle parole esca assai destabilizzato e si domandò e si domanda ... "Ma allora ... un romanzo cos'è!"</span><br />
<span style="font-size: large;">Tentiamo di rispondere.</span><br />
<span style="font-size: large;">Prendo per esempio il giallo. Nacque con Poe (gli assassinii della rue Morgue) che mise in luce la, secondo lui, enorme possibilità della razionalità di sviscerare le situazioni. Poe era al di là del bene e del male, ma i bacchettoni di scuola wasp (White anglo saxon protestant) più gli inglesi, amanti della dicotomia bene/male, abbassarono il livello proponendo indagini nelle quali il male e il bene lottavano e ... ovviamente il bene, con l'arma della razionalità, vinceva sempre ... elementare Watson ...</span><br />
<span style="font-size: large;">E poi irrompono sulla scena Agatha Christie e Georgs Simenon che vanno oltre. Non ci interesserà più solo scoprire il colpevole (dopodiché il libro puoi anche gettarlo e sentirti gratificato se hai capito chi è l'assassino), mala descrizione di un mondo, di una mente ... quindi di un'epoca. Il giallo è cambiato nel tempo, ma quando non ci sono fenomeni come Poe Christie e Simenon ecco che torna ad essere un prodotto usa e getta di scarsa durata nella nostra mente ... e nel cuore. Aggiungo un aforisma di Wilde, del quale Borges disse che aveva sempre ragione ... "Un libro non è bello o brutto, ma scritto bene o scritto male", e sempre questa regola fa la differenza, ma io aggiungo che un libro è scritto bene non solo quando l'autore cura minuziosamente l'aspetto estetico del testo. Primo avere un'idea, un'idea vera, qualcosa che ci fa male e che dobbiamo espellere per sopravvivere ... a noi stessi, e poi ci sta essere semplici come colpi di accetta o raffinati come un Proust o un Dante Alighieri.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Ora il romanzo. Anch'esso tende ad essere dozzinale e degno di durare poco nella nostra mente, divenendo atemporale solo se una grande idea si cela alla base. </span><br />
<span style="font-size: large;">Quando Nabokov nega che nella sua opera si debba celare la "trattazione di idee universali", fa esattamente quel che faceva sempre Fellini, questo bugiardo infinito che le diceva talmente assurde che capivi immediatamente che era una balla e quale verità doveva venir fuori. </span><br />
<span style="font-size: large;">Questo testo ha un tema universale ed è la scoperta della paternità.</span><br />
<span style="font-size: large;">Sempre nella prefazione Nabokov ci fa sapere che "il libro è stato scritto per la maggior parte a metà degli anni quaranta. </span><br />
<span style="font-size: large;">Confrontiamo ora l'età del figlioletto dell'autore con quello del figlio del protagonista e il gioco è fatto.</span><br />
<span style="font-size: large;">Più avanti, sempre nella prefazione, contraddicendosi, lo ammette: "Il tema principale di Bend Sinister è, piuttosto, il palpitare del cuore colmo di amore di Krug" ... ecc.</span><br />
<span style="font-size: large;">Perché questa contraddizione.... secondo me per pudore. </span><br />
<span style="font-size: large;">La sua vita fu molto razionale sin nei più piccoli gesti della quotidianità. Solo due eventi gli entrarono nel cuore; l'amore per Vera Slonim e il divenire padre. </span><br />
<span style="font-size: large;">Per comprendere bene quel che intendo sarebbe necessario aver letto "II crollo della mente bicamerale" e non solo. Cerco quindi in modo molto semplice e, lo dico, di conseguenza inesatto, di spiegarmi. Nabokov "odiava" Freud perché forse e a ragione non lo trovava abbastanza razionale. Nel libro "Kafka Freud e Scholem", di Harold Bloom, questi definì Freud uno scrittore altamente autobiografico (e io aggiungo inconsapevole) ... ma Freud e Nabokov avevano più di qualcosa in comune: una grossa passione per le scienze, la completa indifferenza alla musica, la tendenza di giudicare senza vie di mezzo (della serie ... se non sei d'accordo con me ti decapito, ti annullo ti insulto, ti distruggo, ti uccido).</span><br />
<span style="font-size: large;">Veniamo ora al saggio di Freud sul Mosé di Michelangelo. vi invito a fare la seguente prova: prima osservate la statua, e per farlo prendetevi tutto il tempo ce volete, poi su un foglio descrivetela. vi chiedo semplicemente di descriverla ... sembra semplice vero? ebbene, io lo feci e poi lessi quel saggio. Prima di tutto mi colpì quanto lui vide e quanto non vidi io! una mente razionale a livelli notevoli e per me, credo, inaccessibili. Freud, quando dirigeva la sua capacità analitica verso un pensiero, un oggetto, un essere vivente, era comunque sorprendente, al di là del giusto o sbagliato che potesse essere considerato quel che poi deduceva perché era comunque uomo del suo tempo e certe visioni per noi ora un po' strane le aveva. Per chi ben vuol cogliere questo "essere calati nella propria epoca e plasmati in parte almeno all'inizio da essa", consiglio la lettura prima de "Il ramo d'oro" di Frazer. Vi sembrerà tutto bello e sensatissimo ... a questo punto leggete in un fiato (è piccolissimo) "Note al ramo d'oro" di Wittgenstein e comprenderete quel che non avete capito ... almeno quel che non avevo capito io.</span><br />
<span style="font-size: large;">Nabokov, Entomologo appassionato, direi esattamente farfallologo, al punto che ritenne la massima soddisfazione il fatto che una farfalla da lui scoperta prendesse il suo nome, viaggiava, educato da questa scienza, nella razionalità pura e operativa, come Freud nella medicina e poi nella psiche.</span><br />
<span style="font-size: large;">Abbiamo dunque due menti, razionali si, ma non come i teorici puri. La loro esistenza si concentrò sull'osservazione che alla fin fine ci trasmette un senso di certezza che non tollera discussioni. Kafka quindi per Nabokov diviene un genio e altri ... spazzatura. </span><br />
<span style="font-size: large;">Mi permetto comunque di dire che Kafka non lo capì. Il saggio a lui dedicato smonta e rimonta ma, non accettando l'idea di passare dal cuore, non poteva colpire nel segno. Lo stesso accade con Freud e una certa risposta di Romain Rolland sulla religione. Inaccettabile perché emotiva, e l'emozione per il momento, lo dice proprio Freud, non è affrontabile dal punto di vista scientifico.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Comprendiamo ora il pudore di Nabokov nell'ammettere che due emozioni hanno fatto breccia in modo devastate e positivo nella sua esistenza e quindi la bugia necessaria per non dover ammettere che la sua forma mentale era da rifondare? ridirezionare?</span><br />
<span style="font-size: large;">Ora l'altro aspetto: essere refrattari alla musica.</span><br />
<span style="font-size: large;">Terribile per me, ma penso anche che in futuro sia possibile che il fenomeno diventi meno raro. Una mente allevata, come attualmente capita troppo spesso, a musica che spesso è rumore ritmato un tanto al chilo che non appaga, potrebbe diventare ... più fredda. Cos'è il ritmo? ne ho parlato molto in molte sedi ... vi basti, per comprendere la vastità dell'argomento, meditare sulle cristallizzazioni di Masaru Emoto (acqua cristallizzata con musica di Bach o con rock duro per esempio e scoprire che con Bach i cristalli son più perfetti) alle quali aggiungo quel che contiene il cubico libro "Il crollo della mente bicamerale" che alla fin fine secondo me dimostra che diveniamo sempre più razionali a scapito della dimensione emotiva che mai si esaurirà completamente ma che ormai vive per molti in un monolocale di periferia con vista sulla discarica. Se Antonio Damasio ci dimostra in modo scientifico che emozione e razionalità agiscono in armonia e non sono due dimensioni opposte, ho comunque l'impressione appunto che l'essere razionali fino all'anaffettività, sia diventando un fenomeno comune a chi studia statistica, economia materie scientifiche ecc. </span><br />
<span style="font-size: large;">Freud e Nabokov sono due scienziati che sanno scrivere, ma Nabokov ha una marcia in più, e questo romanzo ce lo dimostra. L'irruzione del sentimento, dei due affetti della moglie e del figlio, lo portano a contraddirsi per salvare la facciata del suo modo di essere, scientifico fargallologo minuziosissimo ... ma alla fin fine cede e immagina questa opera che è esattamente come un sogno ... e potrebbe essere che da un sogno venga l'idea. </span><br />
<span style="font-size: large;">Noi possiamo "girare" solo intorno a noi stessi. In modo consapevole (o inconsciamente) in un'opera letteraria o di qualsiasi tipo, e in modo sempre inconsapevole nel sogno.</span><br />
<span style="font-size: large;">Spesso ho incontrato sogni nei quali, chi ama profondamente, vive disavventure che feriscono o uccidono la persona amata.</span> <span style="font-size: large;">Secondo me accade perché la quantità di amore accumulata, che ci rende talmente emotivi che basterebbe vedere una foglia che si stacca da un albero per avere gli occhi lucidi, è divenuta insopportabile e, la sofferenza del sogno la consuma riportandoci all'equilibrio. </span><br />
<span style="font-size: large;">Nel romanzo la moglie muore per un intervento ai reni andato male. La descrizione di questo stato d'animo che poi sfocia nelle lacrime, è eccezionale. Il pianto può essere definito in termini scientifici, freddi, senza sfiorare il sentimento. Questo fa Nabokov. La descrizione della pozzanghera all'inizio e del paesaggio di fronte all'ospedale è per me identica al testo della canzone "Emozioni" nella quale una descrizione che sembra niente più che una descrizione ... con le parole finali .... "tu chiamale se vuoi emozioni", ci apre una crepina nel cuore dal quale, la luce lavica, antica, stupenda del sentimento, irradia il suo calore. </span><br />
<span style="font-size: large;">Il figlio invece viene per errore seviziato in modo orribile e così muore ... e cosa c'è per la mente umana di peggiore di sapere di un bimbo stuprato e massacrato fino alla dipartita!?!</span><br />
<span style="font-size: large;">La scelta di Nabokov è ovvia e potente. Il dolore poteva essere tollerato nel caso della moglie\madre morta a causa di un intervento, ma quel che accadde al figlio! il dolore si fa incontenibile e l'autore, Nabokov stesso irrompe in scena come una divinità e dona la follia a Krug perché "sente" come noi che quel tipo di dolore è umanamente insopportabile.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Se Freud fu quasi completamente anaffettivo, Nabokov scoprì e ammise in questo testo di non esserlo ... ma non accettò di mostrarsi nudo. Nego di esserlo e poi lo ammise e si godette in fondo a piene mani le luci dei due sentimenti che lo hanno reso vivo e non solo entomologo.</span><br />
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-21001722398864549382019-01-05T05:49:00.000-08:002019-01-12T05:08:01.614-08:00MEDITAZIONI dopo la lettura di "PASOLINI, UN OMICIDIO POLITICO"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgawajsbwomzHPx-YfSSuSz3mcMlq2cuPsCgWsBrqyRtP1SVFovrLX2iih7DEPQN1NkmkDG3J3dAujlkEciwIwx4VdgxyYdY3gkgQa5nH_KaemYCD60pRn3xDar9HxE-9Wp2VMlJn6un8E/s1600/pasolini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1423" data-original-width="1000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgawajsbwomzHPx-YfSSuSz3mcMlq2cuPsCgWsBrqyRtP1SVFovrLX2iih7DEPQN1NkmkDG3J3dAujlkEciwIwx4VdgxyYdY3gkgQa5nH_KaemYCD60pRn3xDar9HxE-9Wp2VMlJn6un8E/s640/pasolini.jpg" width="448" /></a></div>
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<span style="font-size: large;">Per me affrontare l'argomento Pasolini è sempre stato problematico. Il motivo è semplice. Per me non è un artista, e quando digito il suo nome su Google e appare sotto la scritta "poeta", mi innervosisco. Peste colga chi dice che è una questione soggettiva. Sfido qualcuno a dire che Dante non fosse veramente bravo o Shelley o Mandel'stam o ... e l'elenco potrebbe essere lungo ma non infinito! Così è nella grande musica; che si tratti di Sting o Beethoven, esistono talenti profondi, toccanti, indiscutibili ed essi sono per me, insieme al misterioso e incondizionato affetto dei cani, gli unici due motivoi per credere nell'esistere. Non sto giocando con le parole. Dico sul serio. Pasolini secondo me è stato una moda come una moda fu Joyce, al punto che quando Marylin decise di farsi fotografare con un libro in mano, scelse l'Ulisse (se qualcuno si permette di dire "come ti permetti di parlare così di Joyce"..., me la rido, poiché Borges fu ancora più lapidario e Mc Almon deliziosamente spietato ma mai quanto Elias Canetti). Ma le mode passano e quando accade che, una persona che non visse quella moda, decide di leggere un libro di Pasolini, (o uno dei suoi film), di solito non lo riprende. Io non sono probabilmente della medesima generazione degli autori di questo libro che non esito a definire ottimo; al tempo della dipartita di Pasolini avevo compiuto da poco undici anni. Ero un bambino che visse l'inizio del suo io all'estero e viveva ancora la delusione che l'Italia, per me terra del sole eterno e della bellezza, avesse un antipatico inverno e bellezza purtroppo quasi solo nei monumenti. </span><br />
<span style="font-size: large;">Il mio approccio a questo autore non fu comunque tardivo. Iniziai con le poesie e non mi piacquero per niente e si tenga presente che all'epoca avevo già assaggiato senza interventi esterni tipo scuola o genitori, Borges, Neruda e Pound solo per citare i tre migliori, imparando a memoria alcuni brani che per la loro bellezza e densità di senso, penso e sono convinto, abbiano cambiato in meglio la mia esistenza. Passai poi ai romanzi e la reazione fu ancor più sgradita per terminare col cinema che proprio mi trasmise un'idea di incapacità che mi ferì molto perché mi fece comprendere che, se mai vessi avuto talento, in un mondo che promuoveva quella "roba", per me ci sarebbe stato il deserto.</span><br />
<span style="font-size: large;">Il destino volle che successivamente mi fosse dato l'onore e l'onere di conoscere alcuni grandi del cinema che proprio con Pasolini avevano collaborato e che non esitarono a parlarmene sistematicamente male e sempre rigorosamente a quattr'occhi. Tonino Guerra per esempio mi raccontò quando, in compagnia di Francesco Rosi, si recò a Roma per vedere "Salò". Mi disse che uscirono in silenzio e che Tonino, dopo essersi fermati in un bar per bere qualcosa, disse : "secondo me non dobbiamo parlarne ora, c'è qualcosa che non siamo in grado di comprendere". Rosi negò, e disse che era semplicemente sgradevole. Quando con Rosi (per chi non crede a queste mie conoscenze ricordo che abitava in via Gregoriana sul lato sinistro, non ricordo più il civico, e aveva un cameriere filippino gentilissimo) ripresi quell'episodio, sorrise e mi disse che sì, per lui gli scandali e l'aura magica e quella mostruosa (sfera sessuale) facevano di lui un divo nero che si andava a vedere e sentire più o meno come oggi si può guardare schifati un programma della de Filippi anche per un ora proprio per stupirsi del nulla che offrono. </span><br />
<span style="font-size: large;">Ma Pasolini non era un nulla. Già lo sapevo e stimavo profondamente quel che ebbe il coraggio di scrivere e dire su quanto stava accadendo in Italia. </span><br />
<span style="font-size: large;">Racconto un altro particolare che deve farci meditare sull'aura non esclusivamente maledetta che velava l'immagine di questo personaggio. Non solo Rosi, mi raccontò di un aspetto della sua esistenza del quale non ho trovato traccia nei testi ... Una persona che abitava a ridosso della scalinata di Trinità de' Monti aveva la gatta che stava partorendo. Era sera, la bestiola, rifugiatasi nello sgabuzzino, si lamentava forte. Non sapevano che fare e qualcuno disse "chiamiamo Pasolini!" Lui venne, si chiuse nello sgabuzzino da solo con la micia e ne uscì all'alba che era sgravata e tranquilla.</span><br />
<span style="font-size: large;">Stupendo, non trovate? per me magnifico. Pensare che quell'uomo, che aveva un sacco da fare si fosse mosso per una gatta che soffriva è per me più così forte e tenero da rendere degno di rispetto chi ha osato senza vergogna alcuna .... questa grande e piccola prova d'amore. </span><br />
<span style="font-size: large;">Borges disse, mi sembra in una prefazione, che un artista, da Byron in poi, fa due opere; la vita e l'opera. e Pasolini, inconsapevolmente produsse una vita assai dura da digerire per la sua contemporaneità (e il marketing dietro a tanti pseudo artisti attuali crea finte esistenze). </span><br />
<span style="font-size: large;">Questo secondo me è un aspetto fondamentale che il libro di Speranzosi e Bolognesi non considera ... e invece fu ed è una variabile fondamentale per giudizio che si creò intorno a lui e al suo operato.</span><br />
<span style="font-size: large;">"Il 27 agosto del 1949 alla sagra di Santa Sabina a Ramuscello, Pasolini pagò tre minori per dei rapporti di masturbazione". Parole prese da Wikipedia ... la voce arrivò ai carabinieri e la famiglia propose cento mila lire ad ogni ragazzo per mettere a tacere il tutto. Invece si procedette e ci fu una condanna a tre mesi e la sospensione dall'insegnamento. Nell'autunno del '44 già ebbe un chiamiamolo amore, con un suo allievo ... ecco. Questi fatti, ieri non meno di oggi, segnano non tanto la fedina penale di una persona, ma la stima che di lui possiamo aver acquisito per altre vie. Aggiungo una testimonianza da Casarsa. Quanto segue mi è stato raccontato dalla figlia della persona che visse e trasmise alla figlia, che appunto conosco, quanto segue.</span> <span style="font-size: large;">La signora in questione fu ragazza nel periodo in cui Pasolini, già consapevole dei suoi gusti sessuali, imperversava a Casarsa e dintorni. "Mia madre mi disse che mai potè uscire la sera, nemmeno accompagnata da coetanei perché Pasolini, con un'auto lunga e il pellicciotto girava e cercava le sue avventure". Feci presente che lei, in quanto donna non correva evidentemente alcun rischio. Mi fu risposto che era vero, ma i genitori non ne volevano sapere di questa coerenza. Fuori accadeva qualcosa di sporco e allora non si poteva uscire. La testimone mi disse che sua madre per un pezzo non uscì la sera per questo motivo e che quando lei, sicuramente per ripicca alla madre, decise di leggere di nascosto i romanzi di Pasolini, disse poi alla madre che non capiva questo divieto assoluto di leggerlo che le aveva imposto. Non erano belli ma non ci trovava niente di così negativo. La risposta della madre rivelò quell'adolescenza senza uscire per colpa di quell'uomo che vagava di notte in modo equivoco e da tutti risaputo. </span><br />
<span style="font-size: large;">Ora ... siamo nel 2019 ... e immaginiamo che accada un fatto simile a quello a quello di Ramuscello e che io venga "beccato" ecc. Anche oggi non ci farei una bella figura e non per l'omosessualità che attualmente secondo me non è più così mal vista come allora. Si tratta di tolleranza, non ancora di rispetto per una diversità. Ma ci sono dei minori! C'è il pagare per una prestazione! Cose che a me repellono. Non mi sento all'antica nel dire che nella mia dimensione etero, mai ho nemmeno pensato di pagare qualcuno per avere in cambio sesso. Lo trovo avvilente. Se non si ha la pazienza e l'arte sedurre (secondo me l'aspetto più bello del rapporto) si è men che bestie! Questo penso. Rispetto, anzi tollero, chi invece pensa che la prostituzione sia qualcosa di normale, ma ... con dei minori? Qui la situazione si fa complessa. E' vero che esistono minori che sono tali solo sulla carta d'identità ma sembrano in tutto e per tutto adulti\e, ma men che raramente mi è capitato di non comprendere l'età appena aprivano la bocca. Il punto è che se ci si relaziona solo per il rapporto sessuale allora si può prendere un abbaglio, diversamente secondo me siamo, nel 99,98 dei casi, in grado di capire.</span><br />
<span style="font-size: large;">Pasolini propose sesso pagando e a dei minori secondo me consapevolmente. Me lo dimostra un'altra testimonianza. "Alberto Moravia ogni tanto si riempiva le tasche di soldi e spariva per minimo una settimana" e io "e dove andava Carmen?" "sui colli romani a ragazzini ..." Penso abbiate capito di ci sto parlando. Lei non ne fa mistero, e cose simili a Tonino Guerra le raccontò Elsa Morante, genio mai abbastanza compreso della letteratura italiana.</span><br />
<span style="font-size: large;">Nell'ambiente era un segreto di pulcinella. nessuno ne parlava ma tutti sapevano.</span><br />
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<span style="font-size: large;">A questo punto racconto un fatterello che sembra poco attinente ... ma secondo me.... Un giorno, mentre in treno da Milano mi stavo recando a Pennabilli da Tonino Guerra e non solo, mi ritrovai a dialogare con una signora che risultò essere una prof del Dams indirizzo cinema di Bologna. Fu un libro che stava leggendo che favorì il dialogo. Si passò a parlare di cinema italiano e, quando la corressi per alcune cose che disse di Fellini, mi chiese come facevo a sapere. Le feci presente che certa gente l'avevo conosciuta e che, per esempio, mi stavo recando da uno di loro in casa del quale avrei trovato Danelia e non solo. Sembrò impazzire. A tutti i costi voleva essere "introdotta" come diceva lei. Ero sbalordito. "Quindi" le chiesi "lei ha scritto di artisti spesso ancora viventi senza nemmeno conoscerli?", Confermò e le feci presente che non contava l'intervista ufficiale. Ogni persona di successo ha una maschera, recita se stessa; è necessario riuscire a fare il salto di qualità e veder la maschera che sparisce. </span></div>
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<span style="font-size: large;">Questo accadde decisamente troppo spesso e questi studiosi che non cercano di conoscere gli artisti, la loro cerchia e chi rimane dopo la loro dipartita ... mi fanno tenerezza. </span></div>
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<span style="font-size: large;">Per esempio porto un altro fatto che ho vissuto. Entrai in amicizia con Franco Passoni, critico d'arte che fu amico di Picasso (amico anche senza maschera). Dopo vari incontri, un giorno a pranzo a casa sua mi decisi a fare la fatidica domanda che da tanto tempo mi friggeva dentro. Sì, mi disse, Picasso era gay. Gli feci notare che questo spiegava molte cose della sua opera, lui negò e, in quel salotto pieno di quadri di d'Orazio che non amo, ci demmo battaglia in un modo passionale e spontaneo che ... e rimpiango quel credere nell'arte con irruenta onestà. Alla fine della tenzone, mi disse "prendi la scala ... appoggiala lì" ... In quel punto del corridoio c'era una specie di grata che sembrava quella del condizionatore. mi disse di aprire, mi fece prendere una certa tela ... Era uno dei Picasso che Picasso gli aveva regalato. </span></div>
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<span style="font-size: large;">Morale ... Oltre all'aver conosciuto un artista senza la maschera, serve uno sforzo notevole di meditazione, ma a Milano non è facile. Ricordo che Roberto Sanesi, altro amico di Picasso e grande traduttore dall'inglese oltre che poeta, ricordo che Roberto mi disse davanti a certe mie considerazioni su Savinio dettegli da me medesimo al bar Giamaica nel quale spesso ci incontravamo e che Savinio stesso frequentò, ... mi disse che lui da moltissimo non aveva più tempo per studiare e mi raccontò che tuttora, e aveva i capelli bianchi, viveva di rendita con quel che aveva studiato mentre si laureava: "Milano è così, ti prende e non c'è più tempo" ... e Milano è così, devi scappare per ritrovare te stesso e il piacere di scoprire. Stessa cosa dissi a Daverio mentre si usciva dal Poldi Pezzoli visitato insieme ... "vivi troppo e hai poco tempo per pensare, per questo in Passepartout hai detto quella corbelleria su quel quadro di Balthus !"</span></div>
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<span style="font-size: large;">Torniamo a Pasolini. Speranzosi e Bolognesi "dimenticano" questo aspetto della biografia ed è un peccato perché all'epoca tutti sapevano. La morale sessuale da sempre è assai vincolante sul giudizio che ci facciamo su una persona! Secondo me da quando Cecchi Paone qualche anno fa fece auting in diretta televisiva, la situazione per l'omosessualità non è più così tabù. A questo giornalista la maggioranza dell'Italia rispose con un chissenefrega perché in molti ora pensano e son convinti che quel che fai a letto sono affari tuoi ... in molti ma non tutti ...</span></div>
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I<span style="font-size: large;">o sono fra quelli del chissenefrega. Quel che mi turba è il fatto dei minori e della prostituzione. Sicuramente sono fatto a modo mio, sarà un limite, ma ritengo che la consapevolezza non solo emotiva dei propri limiti abbia un senso ... per questo ritengo fondamentale che in uno scritto, chi scrive si metta in gioco e non si consideri il freddo punto zero della situazione. Se apprezzo la dimensione "micia gravida", sono negativamente colpito da questi altri aspetti.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Domanda: ma questa incompatibilità morale deve ripercuotersi sul giudizio del valore artistico? </span></div>
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<span style="font-size: large;">No, non deve ... e infatti l'opera di Pasolini non mi piace a prescindere da queste faccende.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Un esempio. Trovai in un mercatino dell'usato a prezzo di un caffè "Scomparsa d'Angela" di Alessandro Pavolini. Sapevo chi era e lo lessi con meraviglia ... e poi ebbi un'idea. Feci delle fotocopie senza la copertina e le diedi a Tonino Guerra chiedendogli cosa ne pensava e che solo successivamente gli avrei detto chi le aveva scritte. La volta dopo mi disse che erano dei racconti veramente belli ... Quando gli feci il nome dell'autore, lo ricordo come fosse ora, nel salottino di fianco alla grande gabbia da uccelli vuota e di fronte alla tivù senza volume, raddrizzò la schiena e "digrignò le mani", nel senso che le chiuse inconsapevolmente a pugno fin quasi a farsi male. Era la prova che da un po' cercavo nelle nostre discussioni perché io asserivo che un'opera interessante poteva essere prodotta anche da una persona moralmente assai discutibile.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Pavolini uguale morale sociale azzerata, uso della forza, imporsi ecc</span></div>
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<span style="font-size: large;">Pasolini uguale morale sessuale che non condivido.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Ma anche con questa attenzione, l'opera di Pasolini non mi prende. </span></div>
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<span style="font-size: large;">Un esempio. Lessi su un testo che tuttora possiedo, l'analisi di alcuni fotogrammi di "Le mura di Sana'a". Il regista spiegava che cercava la vicinanza delle antiche case con le nuove costruzioni ecc. tutto quel che raccontava io non l'avevo colto. Sarò una testa dura? Forse, ma secondo me un'opera d'arte deve parlarti da sola e solo in tre casi serve un aiuto esterno: 1) se il fruitore è di un'altra epoca 2) se il fruitore è di un'altra zona 3) se il fruitore è contemporaneamente di un'altra epoca e di un'altra zona.</span></div>
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<span style="font-size: large;">In questi casi sarebbe utile riempire un vuoto che considero fondamentale per comprendere. Quando invece un autore della nostra epoca e del nostro luogo per essere compreso ha bisogno di "sottotitoli per non capenti" allora non ci siamo nel senso che non si tratta di un artista ma di un intellettuale. </span></div>
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U<span style="font-size: large;">n esempio a memoria (traduzioni mie):</span></div>
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<span style="font-size: large;">La vecchiaia</span></div>
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<span style="font-size: large;">questo è il nome che gli altri le danno</span></div>
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<span style="font-size: large;">potrebbe essere un periodo stupendo</span></div>
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<span style="font-size: large;">Morto l'animale</span></div>
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<span style="font-size: large;">o quasi è morto</span></div>
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<span style="font-size: large;">restano l'uomo e l'anima</span></div>
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<span style="font-size: large;">...</span></div>
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<span style="font-size: large;">Ca po la vo ro ! Jorge Luis Borges</span></div>
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<span style="font-size: large;">Non esiste problema di tempo e di luogo ...</span></div>
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<span style="font-size: large;">Phillydula è magrissima ma amorosa</span></div>
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<span style="font-size: large;">per questo gli dei le hanno concesso di ricevere</span></div>
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<span style="font-size: large;">in amore, molto più di quanto possa dare.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Se questo non crede una fortuna che cambi religione!</span></div>
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<span style="font-size: large;">Ezra Pound </span> </div>
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<span style="font-size: large;">In questo caso si suda un po' perché quella svogliata della de Rachelwitz (la figlia) o non sa o se la tira troppo per scendere fra noi mortali. Ricordo che in un suo intervento pubblico, io ragazzo di poco più di vent'anni, le chiesi indietro i soldi che mi eran costati i Cantos nell'edizione Meridiani pagati un botto e che all'ultima pagina ci delucidava così: "il miglior libro è quello che te ne fa aprire altri mille per essere compreso". Alla carriola ragazza! vattene dal Bosco Sacro! Sei figlia di poeta. Non poeta!!!</span></div>
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<span style="font-size: large;">E<span style="font-size: medium;"> la mia rabbia ora la stempero poiché da solo compresi quel che mancava. Immaginate una ragazza, magra, fragile, nervosa a Delfi che chiede ad Apollo "cosa sarà di me in amore". Ecco cosa mi mancava! .... e quelle poche righe sono la risposta stupenda dell'oracolo.</span></span></div>
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E<span style="font-size: large;">cco due esempi di poesia ... e ci metto pure Neruda in una cosina brevissima ma perfetta</span></div>
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<span style="font-size: large;">Farei con te</span> </div>
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<span style="font-size: large;">quel che la primavera</span></div>
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<span style="font-size: large;">fa ai ciliegi</span></div>
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<span style="font-size: large;">Infinito. La primabera/Neruda, non si limita a far fiorire, ma anche a rendere madre. </span></div>
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<span style="font-size: large;">questa è poesia ... e de Andrè e Vecchioni e molto de Gregori e ...</span></div>
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<span style="font-size: large;">e accadde ... dialogando con un (in)docente universitario proprio di Pasolini, che davanti al mio dire che i romanzi e i film proprio non mi piacevano, mi disse "però la poesia è bella" . Risposi che quella risposta la si usava spesso perché quasi nessuno la conosceva, ma io l'avevo letta e anche quella secondo me mancava di ... poesia.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Nel cinema l'aspetto che mi infastidisce di più lo spiego facendo un paragone con "le quattro giornate di Napoli del 1962" di Nanni Loy. Dalla cinematografia russa migliore viene l'idea di utilizzare i prim'attori di mestiere e le comparse o alcuni ruoli decisamente secondari con persone che non hanno mestiere ma sono in sintonia col ruolo. Per esempio Visconti ad Acitrezza utilizzò veri pescatori per il ruolo di ... pescatori in "La terra trema" ecc. Nanni Loi in quest'ottica fece il capolavoro. Il film citato non merita solo per questo motivo e comunque, attori veri supportati da Napoletani autentici in Napoli, fu un mix riuscitissimo.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Non si dimentichi che il cinema è una finzione in due dimensioni che per funzionare, per sembrare reale, necessita di una certa capacità di fingere che all'attore professionista viene insegnata. Se l'attore di Pasolini non ne ha un'idea, il risultato è penoso. </span></div>
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<span style="font-size: large;">Non è diversa la situazione di un pittore che non sa dipingere, ma visto qual che accade nell'arte da più di un secolo forse è meglio andare sul pesante è parlare di musica. Mettete al piano uno che non lo sa suonare e ditemi quanto resistete! Il fastidio sale e ve ne andate o protestate perché ... a voi trovare un motivo.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Torniamo al Libro di Speranzoni e Bolognesi.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Storicamente è importante. Quando leggiamo la deposizione di Pelosi, che "misteriosamente" va subito sui giornali, col senno di oggi non esitiamo a comprendere che è falsa! Questa immagine che trasmette, di un essere che non sa resistere alla pulsione erotica e poi dice che ha intenzione di ucciderlo e il resto ... oggi ci stupisce. Ma come hanno fatto a credere a quelle panzane! Ed immediatamente siamo dalla parte degli autori. Pasolini è stato ucciso non certo a causa di un diciamo raptus sessuale!</span></div>
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<span style="font-size: large;">Si prosegue la lettura con estremo interesse e l'apparato di documenti originali è interessantissimo ... peccato non aver usato la tecnologia. Sebald per esempio aprì un blog nel quale i riferimenti testuali erano elaborati ecc, e questo escamotage ora possibilissimo avrebbe potuto permettere di far vedere i documenti originali e non solo delle scarne riproduzioni. </span><br />
<span style="font-size: large;">E poi ... ricordiamoci sempre che per chi non ha vissuto quelle vicende da adulto, esse sono da scoprire, quindi indirizzare verso un sito che mostra e racconta le stragi di Brescia e Bologna, il caso Pinelli ecc, lo vedo a dir poco necessario per le prossime edizioni.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Ritengo sia anche necessario aggiungere quell'aspetto di Pasolini che ho raccontato e certo non da omofobo. Questo permette di comprendere la rabbia che ovviamente non condivido, delle cellule trivenete di Ordine Nuovo (mi costa fatica mettere le maiuscole ...) quando arrivava un film di Psolini a Venezia al Festival. Alcuni erano friulani e sapevano per testimonianze dirette ecc.</span></div>
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<span style="font-size: large;">E<span style="font-size: medium;"> si ricordi che molta gente andava a "vedere" Pasolini posservare il mostro, perché per molti questo era, colui che osava una sessualità tabu e che non la nascondeva ... e per quel che accadde è evidente che non si trattava solo di una azione pasoliniana in favore dell'emancipazione dei Gay. Quel che qui spiego, il voler vedere e osservare il mostro da vicino, ben ce lo spiega Musil ne "L'uomo senza qualità"; il mostro si chiama Moosbrugger e i suoi delitti a sfondo sessuale portarono ad un processo nel quale non vi erano dubbi sulla sua colpevolezza, essendo questi pure reo confesso. L'aula del tribunale era sempre colma, inventa Musil, proprio per vedere il mostro, per cercare di capirlo ecc. Quindi come spiegazione trovo che la mia on sia così assurda poiché tuttora accade ce ... si vada per vedere il mostro. </span></span><br />
<span style="font-size: large;">In più, mi sembra giusto aggiungere che prima di Pasolini, d<span style="font-size: medium;">i Fatto Proust e Gide avevano già scritto senza ambiguità sull'omosessualità e la Yourcenar che invece non ebbe il coraggio di dischiararsi, mascherò la sua omosessualità femminile in quella maschile narrandoci i "Colpo di grazia" di un uomo che lascia la moglie perché si scopre Gay e di Adriano e Antinoo in "Le memorie di Adriano". Ma Pasolini non incarnava solo la figura del gay ....</span></span></div>
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<span style="font-size: large;">E' importante questa sfumatura. Pasolini secondo me non era semplicemente una possibile bandiera dell'emancipazione sessuale perché i suoi precedenti rivelavano qualcosa di irrimediabilmente intollerabile e che anch'io, come ho cercato di spiegare, ancora in questo 2019, non riesco ad accettare.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Un ultimo aspetto del libro.</span></div>
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<span style="font-size: large;">In esso e nei suoi due autori, "sento" una generazione che non è la mia</span> <span style="font-size: large;">che tutt'ora soffre enormemente. Si devono purtroppo rendere conto che l'orologio cammina inesorabilmente e che quel che per loro è un vissuto che brucia, per chi non le ha vissute queste cose, quelle ferite sono storia ... storia recente ma dei libri, e che la si accetta così, con le sue domande nobili che non ebbero risposte. </span></div>
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<span style="font-size: large;">Anche per me questo libro è prima di tutto storia. Ringrazio per la chiarezza, poiché molti libri son scritti per chi già sa, per un ambiente che ha un gergo che esclude come il filosofese e il politichese per tacer dell'economichese. </span></div>
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<span style="font-size: large;">Libro chiaro, scritto da gente che tutt'ora soffre, e un narrare che nella figura di Cefis quando ai cadetti di Modena il 23 febbraio 1972 (pagina 117) accenna alle multinazionali, entra nel presente che stiamo "non vivendo2 ma soffrendo copiosamente introducendo lo spettro delle multinazionali. </span></div>
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<span style="font-size: large;">Questa è la cerniera che collega che rende vivo il tutto. Da materia che per lettori giovani è solo storia, ecco apparire chi opprime oggi, e scoprire che già accadeva allora, sparge l'odore di bruciato della bomba della Banca dell'agricoltura di Brescia e della strage di Bologna ecc. fin nella stanza solitaria di un ragazzo di vent'anni che immagino leggere questo libro ed essere approdato a quella pagina 117 così scottante in questo istante.</span></div>
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<span style="font-size: large;">Quando la storia si inoltra nel presente allora si fa interessante per chi oggi soffre e non ha ancora ben chiaro perché, nonostante tutta la fatica e l'impegno spesi, al 18 del mese ha finito i soldi ... ed ecco che i gilet gialli non sembrano più così diversi da quelle persone che negli anni sessanta e settanta iniziarono a manifestare ai primi segni di carenza di democrazia. Ed ecco che, l'Italiano che si sta trasformando in consumatore gestito dai media, si è fatto realtà e quel che Pasolini disse da Intellettuale e Flaiano da artista (per esempio il secondo racconto in "Una e una notte"), diviene realtà, la nostra realtà, che invece, per l'indolente italiano non ancora pronta per la democrazia, ormai cerca di arrangiarsi ma in piazza non ci va. L'italia è fatta, non gli italiani. essi cercano ancora le raccomandazioni per fare carriera e queste prevedono una gerarchia con qualcuno più potente che elargisce. Leggere libri come "Pasolini, un omicidio politico" potrebbe essere una vera spinta verso quella democrazia che secondo me l'Italia non ha ancora ben compreso nei suoi vantaggi di umanità e rispetto dell'altro.</span></div>
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<span style="font-size: large;"></span><br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-44663847327839483142018-12-29T09:51:00.000-08:002018-12-29T09:51:05.820-08:00Matteo Fantozzi detto Fant<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrsU9seS4Kl7UBeDv94rT7hYd01-CU1ftNj4Bb8ujL9qdGnOCg76QElRLBITfbWP8uXDJuY0oykzJTu8lKTgel_wQyJE710RLi-hOGvlTIpIIVcU5emEyH9pHU5sn7no0nc1fjKLXoVL8/s1600/IMG-20181220-WA0014.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="491" data-original-width="434" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrsU9seS4Kl7UBeDv94rT7hYd01-CU1ftNj4Bb8ujL9qdGnOCg76QElRLBITfbWP8uXDJuY0oykzJTu8lKTgel_wQyJE710RLi-hOGvlTIpIIVcU5emEyH9pHU5sn7no0nc1fjKLXoVL8/s320/IMG-20181220-WA0014.jpg" width="282" /></a></div>
<br />
<span style="font-size: large;">Matteo Fantozzi....</span><br />
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<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjYcia4d6QDQLu_jaHyDmwn7740QEzkjmJIyJwTNVHSKpZfweUxZlCooWHn_rT4VTaAc8OoBtHZbTB0M7pVoVuKIqIW_rNu43Yo1r4__2NvIKDoMTP2ue59xwb0Hk4RpzjxuEo88F5YKQ/s1600/IMG-20170115-WA0014.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjYcia4d6QDQLu_jaHyDmwn7740QEzkjmJIyJwTNVHSKpZfweUxZlCooWHn_rT4VTaAc8OoBtHZbTB0M7pVoVuKIqIW_rNu43Yo1r4__2NvIKDoMTP2ue59xwb0Hk4RpzjxuEo88F5YKQ/s400/IMG-20170115-WA0014.jpg" width="225" /></a><span style="font-size: large;">diplomatosi lo scorso giugno (2018) in un liceo della penisola italica, ora sguazza nella palustre e nebbiosa accademia di belle (belle?) arti di Bologna. si lamenta. Mi dice "almeno all'ultimo anno di liceo con qualche prof c'era un dialogo" ...</span></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<span style="font-size: large;">E ripenso ad una sua opera che da molto mi gira fra nervi e mente:</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">questo viso .... sovrappensiero lo stava realizzando con la tavoletta grafica al pc. Gli chiedo "hai litigato con la ragazza?" </span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">F: "si ... chi te lo ha detto?"</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">io: "tu da quell'immagine ... è conclusa o ci devi lavorare ancora?"</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">F: "non è conclusa, ma non mi viene da aggiungere altro ..."</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">io: "allora vuol dire che quel che ti premeva mettere nell'opera è già presente ... il non finito spesso è non finito solo per gli esseri semplicemente razionale, che poi sarebbero coloro che negano l'esistenza di una parte inconscia in noi che comunque ci guida e ci rivela a noi stessi. da quell'inconscio spesso riceviamo messaggi importanti ... ti racconto un fatterello ... ero in università. come sai iniziai per motivi pecuniarii a 29 anni ... capitò che a lezione, in una bella aula legnosa a forma di anfiteatro, sempre, una graziosa donzella si sedesse vicino a me e appoggiasse il braccio sulla mia spalla e cosette simili. Io mi illusi immediatamente ... pensai piaccio! e poi un sogno mi fece comprendere qualcosa. lei aveva testa di serpente, un serpente nero, e mai nel sogno mi guardava negli occhi. Mi sveglio e vado a lezione. sono sconcertato. Attesi in disparte ... di solito entravo fra i primi per accaparrarmi un posto in prima fila per sentire meglio. Lei entrò e si sedette vicino ad un altro . Con lui utilizzò il medesimo comportamento che teneva con me. Non mi vide entrare e la osservai da lontano. dopo un paio di volte compresi. Era interessata solo agli appunti. Quell'altro studente prescelto e io avevamo in comune ... solo la nitidezza degli appunti. Ecco Matteo cosa si può ottenere da un'opera, poiché un sogno in fondo è un'opera nostra nella quale l'io al completo quindi conscio e inconscio, rivelano te a te stesso ... se ti impegnerai a studiare ... la tua opera"</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">F: " e qui cosa ci vedi?"</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">io: "dimmi prima se secondo te veramente non ti viene più da aggiungere altro"</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">F: "sono fermo ... non riesco a proseguire"</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">IO: "e allora non devi. vuol dire che, come immaginavo, vi è già tutto. vedi ... spesso ci facciamo sopraffare dalla razionalità, da un certo senso del pudore, chiamiamolo così, e davanti ad un non finito, forse per dovere estetico o chissà che altro ... tendiamo a concludere, ma se non abbiamo più niente da dire, quel che aggiungerai diventerà una fastidiosa incrostazione. i capelli per esempio. quella massa scura così poco definita ... è sufficiente così, perché di quel particolare il senso profondo che viene fuori, non ha alcun bisogno. ora guarda ...</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<img border="0" data-original-height="332" data-original-width="900" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigdH7oFBP55a7yvBEOsV9z3w-_46ZAJUTe0vT6YK46IjYSqgY8w_Ah0q2MDqk1WMaIO6Y9mwOjmBbZNQH_qf-NNloVDUPt3h5DXVxnhQIJVjITzNDnmchX6Fz70ndl96LjYStp7i5Sg-I/s320/IMG-20170115-WA0014.jpg" width="320" /></div>
<div>
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">quegli occhi ... sono diversi. uno guarda e l'altro quasi glauco, incompiuto, sembra nemmeno altrove ... un mistero, ma la somma di quei due occhi crea il mostro. si farebbe così uno zombie ...</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">ora ...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjhbllIJxRRRfAs1mEveF1ohdITaCGxTAHICNgrA5uwQmHcDofUGgdo6w4glqiOeZ40pKiJxaS1VlRGVEzkYmv32IuHemDMnS_0ZUiZCboiJSq4ITHl5XsMjYqbwbfMixUc95sdWM40lk/s1600/IMG-20170115-WA0017.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="113" data-original-width="194" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjhbllIJxRRRfAs1mEveF1ohdITaCGxTAHICNgrA5uwQmHcDofUGgdo6w4glqiOeZ40pKiJxaS1VlRGVEzkYmv32IuHemDMnS_0ZUiZCboiJSq4ITHl5XsMjYqbwbfMixUc95sdWM40lk/s400/IMG-20170115-WA0017.jpg" width="400" /></a></div>
</span></div>
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<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
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<span style="font-size: large;">le ombre sotto il naso e sotto il labbro inferiore ... la forma del naso e del mento ... te le ho viste fare in un attimo ... questo vuol dire che hai una mano felice nel senso che oltre a saper fare è direttamente collegata con l'inconscio ... ogni tanto la mano dall'inconscio disegna ... e l'emotività, che spesso domina l'arte attuale insieme all'intellettualismo, giocattolo necessario per chi vorrebbe essere artista ma non sa lasciarsi andare ... e ... dicevo, l'emotività e l'intellettualismo, disarmati giacciono inermi. Nel loro silenzio, dovuto al fatto che non sanno comprendere quel che bolle nel profondo ... nel loro silenzio ecco che tu puoi osservare e udire la mano dell'inconscio che prende la tua mano e la guida. </span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">ecco che ti riveli a te stesso ...</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">Quella crepa ... pensaci. Quella crepa si è creata perché lei ha urlato. Lei è andata oltre la normalità e il suo viso si è crepato ... quindi crollerà perché urlerà ancora. </span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">Sommaci i due occhi diversi, e la sensazione sgradevole di potenziale aggressività che rivelano ... non è la prima volta che si arrabbia ... e il tuo io profondo ti dice che sarà lei a crollare, non tu .... forse perché del motivo delle sue esplosioni non ti senti responsabile ..."</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">F: "è gelosissima ..."</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">io: "un poò di gelosia fa bene all'amore, è erotismo, possesso, gioco ... ma se è in eccesso rappresenta una instabilità, un problema in lei che non è detto che tu possa risolvere nemmeno con la massima dedizione .... "</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">F: "si ... è così ... è da un po' che cerco di rispettare tutte le sue regole, ma aumentano e lei ..."</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">io: "e lei si riempie di crepe e tu ti senti impotente ...</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">hai capito ora cos'è l'arte? tu puoi girare solo attorno al tuo io e una parte di esso non lo conosci. Pochi, Kafka, Fitzgerald, Bulgakov, Bacon ecc, sono arrivati ad una elevatissima consapevolezza del loro io e di dove tendesse la loro esistenza. Io penso che l'arte attuale non sia altro che questo. Comprendere se stessi attraverso l'opera ... e l'opera la facciamo, sentiamo l'esigenza assoluta di farla, proprio perché desideriamo comprendere in noi. </span></div>
<div>
C<span style="font-size: large;">he sia una relazione esterna, come in questo caso a rivelare qualcosa, può accadere, anche il mio sogno/racconto te lo dimostra. Il risultato maggiore comunque è quando l'io si rivela a se stesso senza l'ausilio del mondo esterno. Ti faccio un esempio: leggi "il cacciatore Gracco" di Kafka. Non sembra ma è tutto semplice, tremendamente semplice. non è semplicemente un'idea originale ...</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">Un cacciatore, cacciando nella selva nera, muore cadendo dalle rocce mentre insegue un cervo. mette l'abito bianco e sale sulla barca dei morti che però sbaglia strada e quindi è destinata a vagare nel mondo, fra i vivi. La lettura inizia a Riva del Garda. La barca arriva, la salma viene prelevata dalla barca appena ormeggiata e portata nella casa del sindaco della cittadina. Dialogano e il lettore razionale va in corto circuito, mentre quello compulsivo commerciale apprezza l'idea e il piccolo pugno allo stomaco che spesso prova ma ..... ecco cosa c'è dietro. Kafka scopre di essere irrimediabilmente malato ... è fra i vivi quindi, ma è come se fosse morto. Chi sa che deve morire non è più vivo come gli altri... non so se mi spiego ... ecco la sensazione che prova chi ha appena saputo dallo specialista che gli rimangono pochi mesi da vivere ... vivere ... non è più vita. Immediatamente comprendi che il possesso degli oggetti per esempio, attività nella quale ci siamo accaniti per anni, non ha più alcun senso ... e comprendiamo che di fatto ne ha solo se si è eterni ... eccetera eccetera eccetara. Kafka quindi ha potuto decifrare uno stato d'animo che forse si rivelò al primo impatto come una angoscia insopportabile ... poi l'angoscia ... Angst ... divenne parole e comprendendo mi si potrebbe dire che in fondo non cambia nulla, ma non è vero. In barba alla razionalità ... quando confidi un dolore ad un amico, non ad uno psicologo, questi volgari amici a pagamento ... quando ti confidi con un amico ecco che stai meglio. é come se il peso ora lo si reggesse in due ... per un vero artista scrivere, dipingere, comporre, ovvero creare un oggetto che contiene il dolore, equivale ad allontanarlo almeno per un po', a trasferirlo. Come le pastiglie per il mal di testa l'effetto è limitato, è vero, ma almeno qualche attimo, di più all'uomo non né concesso, la leggerezza torna insostenibile a guidarci. </span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">Ritengo comunque che la grande consapevolezza che "sento" ne "Bartleby lo scrivano", ne "Il cacciatore Gracco", "La morte della Pizia", "Come le mosche d"autunno", "La tragedia dell'infanzia", "Parliamo tanto di me", "il Maestro e Margherita", "La morte e la fanciulla" nell'andante, La scena finale sulla spiaggia di Mastrojanni con la adolescente ne "La dolce vita", tutto Tarkovskij, la Kreisleriana di Schumann, lo studio op 8 n 12 eccetera, ritengo che la grande consapevolezza che queste opere e non solo queste rivelano, donino ai loro creatori una tranquillità, una sintonia col tutto che rende la morte, l'estremo tuffo come un evento fra tanti. Un io forte non sente il timore di disgregarsi davanti per esempio al fatto che il corpo si dimetta. c'è una sensazione di eternità in premio a chi umilmente ha rinunciato alla corsa delle glorie mondane e, cercando di comprendere se stesso, con umiltà rinuncia a se stesso.</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">In fondo tutte le religioni lo enunciano se rinunci al tuo io non ti annulli ma diventi parte del tutto ... l'arte è quindi la nostra religione individuale e come per il miracolo è inspiegabile. Pensaci ... se ora ti accadesse qualcosa di incredibile, ne usciresti cambiato ... ovviamente lo racconteresti ma nessuno ti crederebbe. Il miracolo cambia solo chi lo vive in prima persona ... e l'arte, quella vera, è il miracolo dell'io che nella consapevolezza totale ... assai difficile da raggiungere come la santità nel cristianesimo, </span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">e nella consapevolezza totale di te ... ecco che a te stesso puoi rinunciare perché per te sei diventato evidente, semplice, un limite, e solo nell'andare oltre l'io continuerai ad esistere."</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
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<span style="font-size: large;">Molte di queste cose non le dissi a Matteo. </span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">Gliele consegno ora sulla carta come attestato di stima. raramente vale la pena parlare con qualcuno ma tu, Matteo, sei un talento e vivi in un'epoca nella quale esserlo non interessa che a pochissimi che incontrerai raramente ....</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">Ma serve a te ... E' comunque vero che serve anche al mondo ... ma ora, nella mediocre quotidianità hai altro a cui pensare ....</span></div>
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<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbqPvAXRepPSg1si0H2_BydNEkxBUarq0TPcjkpBdcmyY4ywqDzMKSZSr_I_xGiON_6sQP4skJqKi_zqcUTLh-UrqcopA091mXtPygKYOM24moS8vIEEO1lgWpVXQe0ZnUIwMoTViHhDM/s1600/IMG-20170705-WA0005.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbqPvAXRepPSg1si0H2_BydNEkxBUarq0TPcjkpBdcmyY4ywqDzMKSZSr_I_xGiON_6sQP4skJqKi_zqcUTLh-UrqcopA091mXtPygKYOM24moS8vIEEO1lgWpVXQe0ZnUIwMoTViHhDM/s640/IMG-20170705-WA0005.jpg" width="640" /></a></div>
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<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
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<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
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<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
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<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-52815623551725972032018-07-02T03:00:00.001-07:002021-02-26T11:06:40.852-08:00L'opera di Luciano Ventrone<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkWyF7cAe_NR6HfAHQDlgxAUAxxL8o9p3t7Td-66cfEdwKB91Mr0tLrE_AH7kRXNAfeeBjf24mBS_jUAebBjav1dlEKrsimcTLqDFFkLstcGDNFNDmMR5OZF-T6E2WVGD17zziPxcSS3g/s1600/luciano_ventrone+canestro+di+frutta.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="486" data-original-width="684" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkWyF7cAe_NR6HfAHQDlgxAUAxxL8o9p3t7Td-66cfEdwKB91Mr0tLrE_AH7kRXNAfeeBjf24mBS_jUAebBjav1dlEKrsimcTLqDFFkLstcGDNFNDmMR5OZF-T6E2WVGD17zziPxcSS3g/s320/luciano_ventrone+canestro+di+frutta.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Mercoledì 20 giugno del
2018 su “La Stampa” è apparso un dibattito secondo me
interessante. Sembra che l'opera del pittore Luciano Ventrone dia
molto fastidio e il giornalista Maurizio Assalto. Dopo aver
presentato la natura della polemica, affida la parola a due
personaggi; Francesco Bonami, qualificato come critico d'arte e
Vittorio Sgarbi definito, critico e storico dell'arte.
Premesso che non mi interessano le etichette, non m'incutono alcun
rispetto … (si possono comprare... e ognuno di noi non esaurisce il
suo io in esse ...) veniamo ai fatti.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><u>Prefazione di Maurizio
Assalto</u></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Titolo in neretto: “<span style="text-decoration: none;"><b>Se
questa è arte</b></span>”.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Domanda lecita … trovo
comunque che il titolo sia triste poiché fa il verso a “Se questo
è un uomo”, opera per me sacra, espressione di un dolore infinito,
inestinguibile, che non può essere spesa così a buon mercato.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il brano inizia
chiedendosi che ne è dell'arte ora che, nell'era della
riproducibilità tecnica ha perso la sua aura. Assalto cita, e nomina
chiaramente, Walter Benjamin e il suo testo del 1930. Si sappia che
chiunque sfiori anche minimamente l'arte del novecento viene
costretto a questa lettura, pena l'esclusione dai dialoghi da salotto, e considerato ignorante. Non si tratta solo di averlo letto,
quel libro. Si deve anche essere d'accordo … e io non sono
d'accordo con Benjamin. L'era della riproducibilità per esempio non
è cosa del novecento; è iniziata secoli fa. Quando Raffaello
dipinse la “Madonna del Popolo”, immediatamente Marcantonio
Raimondi produsse delle incisioni. Al Papa l'originale, al mondo le
copie. La diffusione fu così vasta che una di queste fu trovata a
Vladivostok. Deduzione possibile: ogni epoca ha cercato di riprodurre
l'originale. Il fatto che con l'avvento della fotografia sia divenuto
più facile riprodurre il soggetto, ha semplicemente specializzato
ancor di più l'arte pittorica che, si potrebbe dire, non deve più
perdere tempo per riprodurre alcuni aspetti della realtà. Un
ritratto aveva uno scopo pratico, non diverso dai dittico in avorio
che ogni console romano faceva fare quando gli veniva assegnato un
incarico. Biglietti da visita, ricordi, dimostrare al mondo il ruolo
che in esso si ha ... oppure che ha avuto un antenato ... in un'epoca nella
quale un antenato decente poteva essere fondamentale. Il ritratto
aveva un ruolo decisamente funzionale. Ora è appannaggio della
fotografia che fino ad una ventina d'anni fa era prerogativa di un
tecnico o di un dilettante comunque edotto, ed ora è riproducibile
da tutti.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Se la fotografia ha tolto
all'arte una fatica, le sono grato ma non ha eliminato completamente
i ritratti pittorici un po' perché gli artisti amano farli e un po'
perché i membri di una casta spesso pensano di nobilitarsi con
quell'oggetto. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Un altro esempio. I
botanici spesso sapevano disegnare ed acquerellare. Ogni spedizione
esplorativa che partiva dall'Inghilterra per esempio, disponeva di
uno scienziato e di un artista che riproduceva piante, paesaggi ed
animali. Osservare quei fogli è affascinante e quel che ci colpisce
non è certo (o comunque non solo) l'apprezzamento per la capacità
tecnica. La rappresentazione, all'interno del foglio rettangolare
bianco, ha di solito due armonie, una compositiva ed una cromatica,
che appartengono alla personalità dell'artista e non sono
semplicemente una oggettività. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">E' comunque certo che la
nostra epoca sia attratta, affascinata da una abilità tecnica
sopraffina. Che si tratti di una nostalgia che si sta estinguendo,
poiché molti fruitori sono ancora nativi artigianali più che
digitali? E' possibile. Penso sia facile trovare persone che
ricordano l'epoca per nulla distante nella quale gli abiti te li
faceva il sarto. Ora è un vezzo elitario che comunque sopravvive
bene, ma la stragrande maggioranza compera il pret a porter, il
pronto da mettere che, diviso in taglie, non è mai perfetto ma è
accettabile perché il rapporto qualità e prezzo lo rende
acquistabile quasi da tutti… ma non è solo questo. Se sei una
persona del popolo comperi in negozio e i sarti ti sembrano un
anacronismo ma, se il tuo livello sociale aumenta, ecco che scopri
che farsi fare le cose dal sarto o dallo stilista di grido, è status
symbol non meno dell'avere molti figli, la macchina inutilmente
capace di fare i trecento e l'orologio meccanico ... in sé ormai un
anacronismo visti gli oggetti precisissimi e a basso coso che si
riescono a produrre oggigiorno. Ora … anche per l'arte come per la
sartoria, esiste quel livello che richiede all'arte di essere costosa
perché spendendo molto dimostri di essere arrivato più in alto. Se
certe opere costano molto e rivestono, offrono, un livello simbolico
e di significato alto, ma tecnicamente si fanno in un attimo come i
tagli di Fontana o le sgocciolature di Pollock o le antropometrie di
Klein, accade che tuttora parte degli acquirenti di arte, siano legati alla
capacità tecnica, e non ci vedo un anacronismo, la sopravvivenza di
un dinosauro nell'epoca della riproducibilità tecnica (che di fatto
esisteva già, come ho accennato prima, anche se meno capillare,
all'epoca di Raffaello).</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Io non mi nutro solo di
libri e di dialoghi fra specialisti (anzi, che pensano di esserlo).
Dialogo molto con le persone, le ascolto, e ho scoperto che a molti
interessa il saper fare perché se, per esempio compero un Renoir, ho
di fatto acquistato non solo un'opera che dà lustro al mio salotto e
al mio nome, ma anche le ore che l'artista ha impiegato per farlo. E'
mio non solo l'oggetto, ma anche il tempo che colui che considero
grande, ha impiegato. Lui ha toccato quella tela, vi ha messo il
colore … ecc. lo “sentite” il viaggio certamente fantastico ma
per me interessante che può celarsi dietro ad un'opera? Un simulacro
del sacro?</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Un altro esempio; un
giorno, mentre passeggio col cane, vedo scendere dai sedili
posteriori di una Rolls, due bimbetti quasi decenni. Accompagnati
dal padre entrano in una cartoleria. Quando escono con quaderni e
matite, i bambini si fermano incantati ad uno stand rotante che
espone occhiali da sole dozzinali. Ne scelgono un paio a testa e
tutti fieri li indossano e salgono sull'utilitaria … si,
utilitaria, perché per chi è nato nella ricchezza, essa è ovvia, e
l'occhiale non importa sia di Fendi o Tom Ford, ma che piaccia, cosa
che invece non accade a chi ancora sente il bisogno di mostrare in
queste piccole cose, uno status. Se una persona di questo tipo si
invaghisce dell'opera, secondo voi quale criterio usa? Tutti e
nessuno: l'investimento solo se il prezzo è in grado di destare
attenzione, la stima per l'artista, il significato, anche come può
stare in salotto, e... perché no … la relazione quasi mistica,
sognante, con colui che l'opera l'ha creata. È come se essa fosse un
medium per una relazione, un dialogo personale che ci lega. Io per
esempio dico, e so di non essere l'unico, che fra i migliori amici
oltre ai cani annovero Kafka, Borges, Isherwood e non solo. Sono
morti? Lo è il loro corpo, e questo ci porta al quasi feticistico
mercato di manoscritti, autografi e oggetti, appartenuti ai grandi.
Philip Roth ha fatto carte false per avere qualcosa di scritto da
Kafka, Stefan Zweig ne “Il mondo di ieri”, racconta la sua
passione per gli originali degli scrittori e compositori che più
amava e la sua collezione era fra le più belle della sua epoca.
Tutt'ora esiste una caccia non esattamente all'autografo, ma a
qualche parola vergata personalmente da un grande. Mi fa sorridere la
recente disputa che stava per diventare fatale quando ci si rese
conto, in un kibbutz in Israele, che quella vecchia spazzola era
oltre ogni dubbio, appartenuta a Kafka … è il sacro che si sposta,
che esce dalla religione che, delegittimata dalla razionalità,
richiede uno sforzo ormai incomprensibile per essere vissuta. Se ad
Istanbul al Topkapi, si può vedere una impronta del Profeta e la si
rispetta e la si vorrebbe toccare, è perché quel che un grande o un
divino ha toccato, potrebbe essere un talismano, potrebbe infondere
la serenità che ci manca. Penso alle reliquie dei santi e
all'agognato contatto con esse che appaga il fedele perché spera
nella trasmissione della sua santità nella propria piccola esistenza
…</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Nell'arte sta accadendo
questo. A livello popolare è sufficiente un autografo, un oggetto
che un attore o un cantante ha toccato o indossato … ma nel popolo
l'emotività fagocita l'esistenza che è quasi animale. Se si accede
ad un livello economico più alto e si comprende che i soldi comprano
sì oggetti ma soprattutto il tempo, allora si crea la possibilità
di poter evolvere lo stadio emotivo in meditazione che non sarà solo ed
esclusivamente razionale, ma si staccherà dalle reazioni pavloviane
elementari che dominano purtroppo troppe esistenze inconsapevoli. Non
è il “penso quindi sono” di Cartesio. Non si è se si pensa, ma
se si raggiunge uno stadio di armonia col tutto che per essere
percepito richiede di andare oltre il razionale. Già Damasio ci ha
spiegato che l'emozione è parte della funzione selettiva della
razionalità. Noi nella vita quasi mai passiamo ai fatti in grazia di
un semplice sillogismo, c'è di più. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Se per il lettore i soldi
sono la possibilità di comprare il tempo e dedicarlo a tentare di
comprendere e comprendersi, ecco allora che una via che tende al
sacro si rivela, e se con continuità riusciremo a non distrarci da noi
stessi, a non ricadere nell'azione reazione compulsiva che fa sì che
attualmente, nei casi estremi, si allenti una tensione interiore
facendo shopping …se si riesce, ci si sente meglio. </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Tutta questa predica per
dire che l'abilità tecnica se poi richiede pure un sacco di tempo, è
un attributo positivo che in arte sarà duro a morire. Benjamin si è
dimenticato del sacro … se un'opera ha richiesto un mese per essere
conclusa, essa diviene l'oggetto che rappresenta un rito, che
rappresenta il medesimo sforzo che compie colui che, senza fretta,
malattia della nostra epoca, cerca di inoltrarsi in sé stesso.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Maurizio assalto si
domanda; “l'abilità tecnica conserva un valore o è fine a sé
stessa?”. Penso di avere risposto anzi, di avere dato la mia
versione del problema.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">In Indonesia capita di
vedere una persona che per mesi si dedica, nel tempo libero, a
cesellare minuziosamente un pezzo di legno. Quando ha terminato, noi
occidentali proponiamo di acquistarlo e capita che ci riesca ad
entrarne in possesso per una cifra ridicola … perché noi
monetizziamo il tempo e invece per quella persona quel pezzo di legno
da limare era un supporto concreto alla meditazione, non diversamente
dal rosario per un cattolico. Concentrarsi sul fare, questo esercizio
del corpo, crea un ritmo, un'abitudine, un automatismo
nell'esistenza. La stanchezza causata al corpo, lo calma, e la
ripetitività delle giornate permette alla mente di andare oltre sé
stessa. Provare per credere. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Scopro poi, dal pezzo di
Assalto, che un'opera di Ventrone è stata censurata da facebook.
L'articolo la mostra, una donna nuda seduta su un pavimento bianco.
E' di schiena ha una lunga collana di perle. I glutei sono
invisibili poiché è seduta e del seno si vede una traccia minima.
Bonami, uno dei due critici coinvolti del dibattito, risulta che
l'abbia definita una forma di “pornografia artistica”. Mi vien da
ridere. La pornografia prevede l'atto sessuale, questo è
semplicemente un nudo, che nemmeno osa, ed è pure molto bello.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Bellezza …. parola che i
critici amano ed odiano.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">In Italia la bellezza è
fondamentale. Si guardi un Cristo crocefisso di Cimabue e si noti
l'eleganza di quel corpo che è di fatto una curva elegante. Si
guardi ora, dell'altare di Isenheim il Cristo dilaniato, massacrato.
Per alcuni popoli il contenuto può essere rappresentato anche senza
bellezza. Per l'italiano no. Fatevi una passeggiata nella via dello
struscio di un qualsiasi paesino italiano e vedrete il popolo più
bello del mondo! Al sud questo effetto è ancor più accentuato.
Questo non vuol dire che gli italiani abbiano i corpi più belli,
tutt'altro! L'italiano sa vestire, sa farsi bello, sa diventare bello
e non per niente nella moda domina. Chi dice queste cose non si
considera italiano quindi penso mi si possa concedere una certa dose di obiettività … </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ebbene, il mistero della
bellezza! I nudi di Ventrone secondo me piacciono, e non poco, perché
incarnano non la bellezza come ideale assoluto che di fatto non
esiste, ma la bellezza come la considera il nostro tempo e in questo
luogo che è l'Italia. Il qui e ora in arte è fondamentale! </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Veniamo ora all'articolo a
firma Francesco Bonami</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Frase d'esordio; “Della
bellezza nell'arte, a differenza della libertà nella vita, se ne può
anche fare a meno. Anzi, se l'arte non avesse a volte abbandonato
l'idea di bellezza ….” ne ho già parlato. Si osservi il corpo
della Sibilla Cumana di Michelangelo oppure le opere dell'ultimo
Botticelli. Stridono, la loro non bellezza parla. Ma se l'arte può
fare a meno della bellezza, è comunque libera di usarla se lo
desidera. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">il pittore Ventrone con
la sua sua maestria pittorica … non spinge lo spettatore oltre ciò
che vede”. Non sono d'accordo. Ventrone è definito iper realista
perché non rappresenta la realtà com'è, ma in un modo che ci
sembra più preciso del reale. Vedere il suo canestro di frutta, le
sue ciliegie, le sue angurie, è un'esperienza notevole per l'occhio,
poiché per la prima volta vede quegli usuali frutti in modo direi
così perfetto. È la luce che infonde nella tela che fa la
differenza. Potrei definirla frutta del paradiso, qualcosa che a noi
umani è concesso grazia a Ventrone, di vedere almeno per un attimo? </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">All'arte non va chiesto
com'è fatta, va chiesto cosa sa tentando di dirci”.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Immagino Bonami al
ristorante. Si ritrova qualcosa di indecifrabile nel piatto, un
“assaggino della casa” e … vediamo se non chiede cosa c'è
dentro! Si può obiettare che il cibo entra nel corpo … e io
aggiungo che l'opera entra nell'occhio e forse nella mente e forse …
anche oltre … Se non è fondamentale sapere com'è fatta un'opera
si provi a resistere a questa curiosità. Io non ci riesco. Vista
un'opera di Ventrone, secondo me è raro trovare qualcuno che non
voglia vedere l'artista all'opera, cercare di capire come fa a fare
quello che ci conquista. E non si tratta di stupore un tanto al chilo
o di spettacolarità circense. Insisto, quei quadri con frutta, sono
oltre la realtà. Se a tanta gente basta vedere il virtuosismo, ad
altri può piacere vedere il gesto semplice, antico e sicuro, che
crea l'opera. Io sono affascinato dai vasai. Vedere il tornio che
gira e quelle mani che modellano … un'ipnosi. E il vaso è sia
l'oggetto finito, che anche la somma di quella manualità che mi
affascina. Questa idea dell'opera contemporanea, che solo il
significato simbolico conti, mi sembra una forzatura che fa comodo al
mercato. Se un gallerista rappresenta un artista che lavora con una
tecnica lenta, potrebbe averne danno. La logica della nostra epoca è
massimizzare il guadagno al di là di ogni morale. Se l'artista piace
e io gallerista ho settecento richieste, ma l'artista è in grado di
fare un'opera al mese, il guadagno immediao sfuma. Posso creare nel
tempo un'operazione che puntando sulla rarità dei pezzi manda il
prezzo nell'empireo, ma di fatto piace di più il guadagno immediato.
Pollok, Mirò, Vedova ecc erano figure ideali per il mercante. Erano
in grado di produrre tutte le opere che venivano richieste ed erano
riconoscibili da lontano! Guai all'artista che non si mantiene
altamente riconoscibile, egli è un trade mark, un marchio
commerciale, prima di essere un artista, e ora se il mercato ti
sceglie l'operazione, che è standard, ti rende artista polivalente
anche se non lo sei. Cosa c'entra Folon, un uomo sottile composto di
sorriso e musica di Mozart, leggero come i suoi acquerelli con il
bronzo che pesa? Nulla, e me ne parlava ridendo. Cosa c'entra Botero
con le fonderie? Idem con patate. Si pensi a Keith Haring … Anche
Cesar, mentre si dialogava al Lutetia, sorrideva delle compressioni e
aggiungeva serenamente che “piacciono al mercato … e mi aiutano
a vivere decentemente”.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Alla fine dell'articolo,
Bonami dice: “l'ossessione del sapere e del saper fare <u>impedisce</u>
alla fine il saper dire.”... quest accade di solito all'intellettuale. Saper
fare con le parole … e ci si sente scrittori, saper fare con le
mani , ovvero artigianato, e credersi artisti. Non credo sia il caso
di Ventrone che secondo me coniuga il saper fare con alcuni messaggi:
la sua idea di bellezza e una visione paradisiaca degli oggetti
quotidiani. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Per quanto io non
condivida le idee di Bonami anzi, i suoi dubbi, apprezzo la sua
scrittura, abbastanza semplice per un quotidiano, poiché non viene
letto solo da menti eccelse e mi piace pensare che anche chi si pensa
digiuno di arte possa inoltrarsi in questi dilemmi come ho fatto io e
cercare la sua risposta.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">L'articolo di Sgarbi …
già alla prima riga la parola “aporia”, quindi immagino tanti
lettori che si allontano davanti ad un testo che immediatamente
ostenta il professorese. La prima frase è un doppio carpiato che
approda a terra frantumandosi, non rimane nulla. Per trovare la forza
di proseguire devo costringermi, farmi violenza. Nonostante il
linguaggio assai poco invitante, dice cose interessanti. Non approvo
quel suo sbeffeggiare Bonami. Bonami pensa, esprime dei dubbi e ci
sta un dibattito, ma ritenere di essere nel giusto in senso assoluto,
infastidisce non poco.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Bonami si deve
rassegnare; l'arte non è come vuole lui, ma come gli artisti, a loro
modo la interpretano. Il critico deve prenderne atto”</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">giusto. Diciamo che non è
Bonami a doversi rassegnare, ma un'epoca. Già al tempo del primo
dopoguerra, l'arte era in mano ai galleristi. Se si legge il volume
“Renoir mio padre” di Jean Renoir si scoprirà che gli
impressionisti non sfondarono fino a quando non decisero di dare
l'esclusiva della loro produzione a Durand-Ruel … se non mi si
crede che parlino i fatti storici. Diciamo che mediamente, dagli
impressionisti in poi l'arte, la qualità in arte, viene decisa da
qualche miliardario e dai galleristi. E sui miliardari spesso si può
fare affidamento, esempio positivo Menpes amato dai Rotschild e dal
re d'Inghilterra, esempio negativo Kandinsky. La storia in un flash.
Solomon Gugenheim era sposato Rotschild. Sua moglie conobbe la
baronessa Rebay, pittrice, bella e fan di Rudolf Steiner, e le chiese di
fare il ritratto al marito. Andò oltre e divenne l'amante del
vecchio Solomon imponendole i suoi gusti. Lo portò a Dessau a casa
di un altro devoto di Steiner e lo spinse a comperare, per amore …
150 tele di questa persona … ne so altre di cosucce divertenti che
riguardano lo strano successo di cose e persone che, come disse Borges, sono
della storia dell'arte ma non sono arte. Il gallerista ovviamente è
un commerciante e per nobilitare le sue fandonie ha bisogno di … un
docente, di un intellettuale, che con belle parole spesso
incomprensibili o che girano a vuoto, ma comunque belle, aiuta …
l'operazione commerciale. Se questo è il mondo dell'arte, tranne
qualche rara nicchia sana quasi invisibile, se questo è il mondo
dell'arte, ecco che non si ascolta più l'artista, ma il critico e su
questo aspetto c'è da ridere per non piangere. Chi è di fatto,
concretamente, il critico d'arte? Colui che viene pagato per parlare
bene di te. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Sgarbi fa poi presente che
l'arte non è necessariamente progressiva, e certi artisti sembrano
in un cero senso, tornare indietro. “in arte non ci sono solo gli
innovatori”. Vero, perché se l'aspetto fondante è il contenuto e
non la tecnica, il concetto di progresso non ha senso. Io individuo
che mi esprimo, in arte ho un messaggio, conscio o inconscio che sia
che mi spinge a fare. Non è un mestiere! Tante persone dipingono o
scrivono anche se non hanno un successo materiale e questo accade
perché nella nostra epoca, secondo me da metà ottocento in poi, si
fa, in arte come in letteratura ecc, perché non se ne può fare a
meno. Scrisse Fitzgerald nei taccuini: “non si <u>scrive</u> per
dire qualcosa, lo si fa solo se si ha qualcosa da dire”, e a quel
<u>scrive</u></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">posso aggiungere, compone,
dipinge ecc, senza comprometterne il significato per me
profondissimo. C'è un motivo che spinge l'artista a fare e quello
bisogna cercare di comprenderlo. Spesso l'artista medesimo non ne è
consapevole se non in parte, oppure non sa spiegare a parole …
perché sa dirlo con il pennello o lo scalpello.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Capire l'artista …
secondo me viene bene solo ad un'altra persona dotata di sensibilità
artistica. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">In arte non ci sono
solo gli innovatori: altrimenti Angelo Morbelli o Giovanni Boldini
non sarebbero artisti perché percorrono una strada diversa da quella
dei futuristi.” perfettamente d'accordo. Aggiungo che non mi
piacciono gli -ismi, sono operazioni strane, spesso fatte a tavolino.
Il Surrealismo per esempio sembra di Breton ma ..., egli ammise che erano
tutte idee di Savinio quelle che mise nel manifesto (e aggiungo che
Savinio ammise che era vero ma che non lo avevano ben compreso). Di
solito dietro ad un -ismo c'è una mente e un branco di pecore che si
accoda … del futurismo mi piace “La città che sale” di
Boccioni , e qualcosa di Balla e poco altro.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Morbelli e Boldini invece
li stimo notevolmente. Su quest'ultimo mi permetto di dire che non è
stato ancora compreso. Dopo quella frase di Sgarbi che ho appena citata, egli prosegue con esempi di artisti che sembrano esclusi da
una visione (per me assurda come per lui) di progresso in arte. Fra
questi nomi spunta Balthus, e qui mi imbizzarrisco perché posso
affermare che non solo Sgarbi, ma tutti coloro che hanno scritto di
lui, hanno tenuta nascosta, e consapevolmente, la chiave di lettura
delle sue opere. Io mi domando … che senso ha “spingere” un
artista, promuoverlo, e non dare al pubblico gli strumenti per
comprenderlo! E davanti a questo fatto son costretto a concludere
perché la situazione si dimostra talmente insensata da non meritare
altre parole.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Capisco i dubbi di Bonami,
più vittima di un'epoca, che protagonista in essa, non capisco, di
Sgarbi quel promuovere senza spiegare, che in Balthus diventa
evidente fino al ridicolo, anche se approvo determinati ragionamenti
alla base come l'assenza di progresso in arte, termine questo, il
progresso, inventato dall'illuminismo per definire la illusoria
sensazione di viaggiare all'interno di miglioramenti continui. Un
artista va compreso e divulgato con chiarezza. Certi autori sono
indubbiamente difficili e criptici, come Domenico Gnoli … e leggere
quel che ne ha scritto Sgarbi non aiuta purtroppo a capire.
Promuovere ha senso se viene fatto in certi modi, con certi scopi, se
dietro all'agire vi è una morale chiara.....Balthus invece non è
difficile. I suoi simboli sono culturali e non inconsci. Da quale
cultura provengono? Inizi il lettore ad osservare “La Patience”.
Vedrà un quadro del quale prenderà atto, ma non saprà cosa
rappresenta, a meno che non venga aiutato. Offro una traccia. La
ragazza indossa tre colori, verde, bianco e rosso. Si passi ora ai
“Tre filosofi di Giorgione” e si notino i tre colori più l'oro
nell'abito dell'anziano … e ora la parola che nessuno dice …
alchimia. Le tre fasi del processo alchemico. Verde (o nero), bianco,
rosso e l'oro del filosofo. Non proseguo, ma invito chi parla di
artisti a dire le cose come stanno e non a presentare Balthus come un
grande e a non spiegare il suo pensiero.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Di Ventrone … secondo me
ci offre una versione della bellezza femminile che ci ammalia. Borges
diceva che “la bellezza oggi è comune” ed è vero. Riuscire a
definirne una specie che sia in grado di colpirci non è poco in
un'epoca di chirurgie estetiche e mode che cambiano ad ogni batter di
ciglio. Pochi volti, e fisionomie, reggono il giudizio della bellezza
per tempi lunghi. Solo Cleo de Merode, mi sembra resistere …</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Le nature morte … brutta
espressione che contiene qualcosa di negativo. Per l'Italia conviene tradurre Still
life, natura silenziosa. C'è silenzio nelle still life di Ventrone,
come in quelle di Morandi che però si sfarinano nel nulla. In lui
c'è la visione dell'archetipo, della perfezione impossibile di un
frutto, di un dono primordiale e nutriente della natura. Se Eva mi
avesse dato un frutto di Ventrone non avrei saputo rifiutarlo e Dio avrebbe perdonato perché avrebbe capito che anche per Lui sarebbe
stato impossibile resistere. La tecnica sopraffina? Vi spiego come la
penso; quando mi hanno chiesto di collaborare all'organizzazione
della personale di un artista, mi son sempre raccomandato che
mettesse qualcosa che dimostrasse il suo “saper fare”. Se sai
fare ed osi una cosa semplice, ti rispetto, ma se fai una robina da
bimbi e di te non so niente, mi viene il dubbio che non sai fare altro che cosine da bimbi!
Anche per Balthus accadde. Nessuno spiegò alla mostra di Palazzo
Grassi … nessuno, ma davanti a certi disegni a matita la gente,
capì che l'artista aveva una mano eccezionale, rassegnandosi a non
comprendere perché chi di dovere, per motivi che conosco, tacque. </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-24912338474711394612018-06-23T04:23:00.002-07:002021-02-26T11:15:28.628-08:00Mosè di Michelangelo: una interpretazione <div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Caro lettore, ti
consiglio, se vai di fretta, di iniziare da dopo l'immagine del Mosè,
poiché la parte che precede e che è immediatamente qui sotto,
riguarda le solite recriminazioni che non val poi tanto la pena di
leggere perché … se minimamente pensi e non vivi solo di emozioni
…. già le conosci …</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">--------------------------------------------------------------------------------</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Iniziai l'Università
molto tardi, a 29 anni; non fui io a scegliere ma la vita. Arrivai
alla prima laurea, in Storia dell'arte, per passione. Per me, che non
avevo mai smesso di studiare le materie che amavo da quando ero un
bambino, si trattò più che altro di mettere un po' di ordine in un
cervello-crogiolo che conteneva un po' di tutto ma in un modo che all'epoca consideravo assai disordinato. Mi resi conto che il mio caos apparente
era di fatto retto da principii esistenziali che col tempo mi si son
fatti sempre più chiari. Alla fine, ammisi a me stesso con
tristezza, che quel che avevo fatto e che continuo a fare da solo,
conta molto più di quel che questa rigida istituzione, offre. Un
pezzo di carta per un lavoro … e non sempre. Ormai non è altro. E
le mie arti, letterature e storie di varie epoche ... e filosofie, son
tornate completamente al mondo morale nel quale credo e son tornate a vivere. Secondo me, senza principii, nulla
nella dimensione umana, sia individuale che sociale, ha un valore.
Vediamo per esempio l'economia com'è ridotta ... e rabbrividii quando lessi e sentii dire che
Stalin aveva fatto fare un salto notevole alla industrializzazione russa …
dimenticando i più di quaranta milioni di vite umane che costò. La medesima
faccenda per una persona (….persona?) che fa master per gestione
d'impresa e parla di “materiale umano” come se fosse senza
sentimenti sia lui che quel materiale … e la filosofia poi! Da Kant
in poi sei filosofo se sei docente, se appartieni quindi ad una
cosca. Solo Wittgenstein rifiutò e andò ad insegnare in una scuola
elementare … lui che mai dimenticò che la filosofia è parte dalla
vita e non solo elucubrazioni di gente isolata in un inferno
autoreferenziale e che crede sia l'empireo. Si sono chiusi in un
linguaggio tecnico … il filosofese. Vidi il filosofo Paolo Rossi
lodare uno studente che parlava in un modo comprensibile solo agli
addetti ai lavori; a quattr'occhi, con calma riuscii a farglielo
notare ... quel ragazzo era come certe donne bellissime esteriormente ma che hanno speso tutte loro stesse in quell'apparenza … . Linguaggio
tecnico e forse un contenuto striminzito in centinaia di pagine … e
la filosofia non ha più un pubblico. Si inventano i festival della
filosofia per rimediare. Che tenerezza. E del novecento su nessun
libro trovate nemmeno citati quei veri filosofi (che hanno fatto un'epoca) che come al tempo di
Platone aprirono delle scuole ed ebbero discepoli ma non ebbero a che fare se non casualmente con gli atenei. </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Un esempio di come la
situazione universitaria sia triste la trovate in questo scritto sul
Mosè. Quel che spiego lo scoprii alle superiori per conto mio (son
diplomato in chimica …). Capitò che un amico, terminati gli studi, mi
donò i suoi libri di storia dell'arte sapendo di farmi cosa gradita.
Li divorai trascurando gli studi ufficiali e da solo mi inoltrai in
letture di arte offerte dal caso e da rari consigli ricevuti. Quando
approdai all'università più vecchia al mondo che la più vecchia
non è, poiché il record, se mai ha un senso fregiarsene, appartiene
alla Schola Medica di Salerno, quando vi approdai dicevo, mi resi conto che
del Mosè si dicevano cose che non corrispondevano a quel che avevo
maturato per conto mio. Sempre da ragazzo, avevo letto i “saggi
sull'arte, la letteratura e il linguaggio” di Freud, libro che contiene il bellissimo e onestissimo saggio su quella scultura di Michelangelo. Questo testo aveva innescato la mia mente portandomi agli esiti che mi appresto rapidamente a
narrarvi. Questo scritto avrà quindi una prefazione inutile e lunga
ed un testo breve ma forse utile. Se non dissi nulla ai docenti è
perché compresi rapidamente che la proprietà del risultato ottenuto, sarebbe
passata a loro. Ogni docente è in grado di produrre immediatamente uno scritto
che rende ufficiale il fatto che quella scoperta l'ha fatta lui e fui rapidamente messo in guardia su queste rapine culturali.
Conosciamo una marea di casi simili. Ricordo per esempio Oliver Sacks
che racconta nella sua autobiografia quel che gli toccò subire in
proposito. Si sa che gli studenti vengono munti con facilità nelle
loro scoperte perché nell'età nella quale la passione vince sulla
razionalità, farli fessi è un attimo....</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">-------------------------------------------------------------------------------------------------------</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">IL MOSE' di MICHELANGELO</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrSCja4o6AMZfA0cpqUb3v3tFsprjoHNVmYzZYv0WwaSZHxx24tmSGtfC7HWKu5LMQZoMR-lK68aCC7YKIRjTj8MWKaCI4X58P9BcasxAcECXa4SIK2JeZ7xQuuFOGSmADNU9CmkFw9rU/s1600/Michelangelo_Mose.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="333" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrSCja4o6AMZfA0cpqUb3v3tFsprjoHNVmYzZYv0WwaSZHxx24tmSGtfC7HWKu5LMQZoMR-lK68aCC7YKIRjTj8MWKaCI4X58P9BcasxAcECXa4SIK2JeZ7xQuuFOGSmADNU9CmkFw9rU/s320/Michelangelo_Mose.jpg" width="197" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Nel saggio di Freud
dedicato a questa statua, l'autore si arrende ammettendo di non
riuscire a comprenderla completamente. Chiude lo scritto ipotizzando
che in futuro qualcuno troverà opere intermedie di epoche precedenti
o contemporanee al grande scultore che ci permetteranno di capire di
più.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Sappiamo che: il Mosè si
è appena girato e sta per alzarsi. Sembra che abbia visto qualcosa
di sconvolgente.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Miei ragionamenti: chi è
Mosè, un profeta. Le “corna” della statua lo dimostrano. Esse
rappresentano il raggio-pensiero di Dio. Il profeta riceve visioni,
quindi la visione non tratta di qualcosa di reale, ma appunto di una
profezia e quindi un evento futuro.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Domanda che faccio a me
stesso: chi sono gli artisti preferiti di Michelangelo? Vari testi mi
rispondono … i fratelli Pisano, e si sa che andò a vedere le sue
opere a Pisa. Cerco semplicemente su un testo delle superiori e già
trovo quel che mi interessa. Si osservi del Pulpito di Pisa la
crocefissione. </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfYUzGLwC70P2jS5-E-Zg72IcQogSvaqQzCiGYzQ16OUYSVLGbi8hzqe1ZNo_ect7iiVsOhbBaCp8gBvW98H1FBvK9WSnUg5iTxv7HvO3wmKvF_Em-3THMyxUqs3PBGUoA9B9TlULHb_g/s1600/nicola+pisano.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="617" height="248" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfYUzGLwC70P2jS5-E-Zg72IcQogSvaqQzCiGYzQ16OUYSVLGbi8hzqe1ZNo_ect7iiVsOhbBaCp8gBvW98H1FBvK9WSnUg5iTxv7HvO3wmKvF_Em-3THMyxUqs3PBGUoA9B9TlULHb_g/s320/nicola+pisano.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Alla sinistra di Cristo stanno i cattivi (alla destra
per noi che guardiamo il bassorilievo). Eccolo il medesimo
personaggio con la mano nella barba e l'altra sul ventre (questa mano
rappresenta un gesto antico, quel tenere la toga che Michelangelo
riutilizza). </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEja320pGyG4IOcj0nNTuovh7qoNjpQ19-ICFH9UuDIMJelMcbakJXuBYnwdowoo2SU94YJOza1deuE5Zg_-2foX4xL2SrhaP2RgMu-b7uLD996LfE9mAUODqbV43p5xi9Zv6N203sTj32c/s1600/142051.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="467" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEja320pGyG4IOcj0nNTuovh7qoNjpQ19-ICFH9UuDIMJelMcbakJXuBYnwdowoo2SU94YJOza1deuE5Zg_-2foX4xL2SrhaP2RgMu-b7uLD996LfE9mAUODqbV43p5xi9Zv6N203sTj32c/s320/142051.jpg" width="233" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Esito: Il Mosè di
Michelangelo ha appena avuto la visione della morte e resurrezione di
Cristo. Ne è sconvolto e nella statua di Michelangelo abbiamo il
momento successivo alla visione, quando si è ormai girato e cerca di
resistere alla forte emozione. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Si tenga conto che
Michelangelo frequentava gli ebrei e fu da essi aiutato per
“comporre” gli affreschi della sistina. Ci sta quindi il rispetto
per loro, ma anche la consapevolezza di Michelangelo che il
Cristianesimo corrisponde ad una crescita del messaggio divino che
culmina con la “sconfitta della morte”. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-40471510458545374722018-03-02T13:38:00.003-08:002018-03-02T13:38:32.951-08:00Vladimir Nabokov "La gloria"<div class="separator" style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-DkuG9aR7IvSaN15zQORruv6Gqymvs1yrhJSlvcvAheNR7pLXIhafblkfn9uOMy5eHjGpswal-mq3Wyw3wyPAt5nVj74chx-J_9zHsXGFnZk3x5n4YfcLSiUjjcqaRBK0AZ8FQouR6P4/s1600/IMG_20180302_221711.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1204" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-DkuG9aR7IvSaN15zQORruv6Gqymvs1yrhJSlvcvAheNR7pLXIhafblkfn9uOMy5eHjGpswal-mq3Wyw3wyPAt5nVj74chx-J_9zHsXGFnZk3x5n4YfcLSiUjjcqaRBK0AZ8FQouR6P4/s320/IMG_20180302_221711.JPG" width="240" /></a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ci sono due scritti che
amo produrre: i racconti e la presentazione di opere. I racconti non
vengono su ordinazione. Se son pensati valgono poco o nulla. Roba da
intellettuale, categoria (“avvoltoio”, vedi omonimo racconto di
Kafka) che si nutre di quel che il vero artista ( “Cervo bianco”
… vedi poesia di Pound in Personae) produce. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">La presentazione di opere
va per me dal quadro o ad una serie di essi, al brano musicale e al
libro, solo se si tratta di un'opera che mi ha toccato. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Recentemente Joshua Singer
con “La famiglia Karnowsky”, accuratamente riletto già tre
volte, e poi Zavattini con “Parliamo tanto di me”, Sebald con
“Austerlitz” e Migrazioni”, hanno meritato la mia emozione. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Quest'ultima è di due
tipi, di pancia per esempio; ci basti pensare ai bambini all'asilo.
Uno piange e gli altri senza sapere il perché si aggregano al
solista e fanno un concerto. Accade anche col riso. Vi è mai
capitato di aver a che fare con due persone che ridono a crepapelle e
non sapete per quale motivo? Glielo chiedete, ma mentre dimostrate di
voler sapere siete già come loro con il volto deformato in positivo.
L'altra emozione, quella che mi fa decidere che vale la pena esortare
alla lettura … quella è rara. Nasce da un punto inesistente posto
fra cuore e cervello. Il suo modo di presentarsi è imprevedibile. A
volte rapido come uno tsunami oppure lento come una carie, ma quando
arriva al culmine della luminosità sentiamo che la realtà ha
allentato la presa, che la realtà non è abbastanza vera … che se
posso provare questa emozione allora …. e poi la vita quotidiana
torna col suo tic tac di doveri banali ma necessari e quella mània,
quella sana follia che si sta aprendo in noi, recede e rimane solo un
sentore di ebbrezza della quale incolperemo lo stato di salute, una
birra, qualsiasi cosa … e ci crediamo che sia tutto lì ...
finiamo con l'esserne convinti … e non conosco altra morte che
questa, dalla quale comunque con uno sforzo di volontà si può
resuscitare.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">In un periodo indaffarato
... ora ... appena conclusa la lettura di “La gloria” di Nabokov,
il desiderio di scrivere mi prude le mani. Questo accade perché il
libro mi risulta uscito nel luglio del 2017 e quindi è probabile che
sia ancora facilmente reperibile. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">É vero che male che vada
esistono le biblioteche ma, se mai non sono in grado di comprendere
la mania di possesso della nostra epoca (e forse anche delle
precedenti ma non c'ero …) legata a roba che luccica, vestiti,
auto, amori … tutto con un prezzo definibile e sproporzionato al
sangue che ci costano i soldi, lo sconcertante divario tra il valore
commerciale di un buon libro e l'oro che come in questo caso
contiene, rende lecito possedere semplicemente per rendere più
facile l'operazione fondamentale della rilettura. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">La Gloria” è del
1932. la data in questo caso non è importante. L'ho appena scritta e
quindi la lascio ma è ininfluente. Quel che il libro ci narra vale
per tutti gli io e per tutte le epoche.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il protagonista, Martin
Edelweiss. I genitori si separano quando lui era ancora un bimbetto
ed era di poco più grande quando giunse la notizia della sua morte.
Niente tragedie. Il tutto fu digerito con controllata malinconia. Una
guerra interviene e nel loro stato scoppia la guerra civile. Devono
fuggire e finiscono in Svizzera da un cugino del padre che pagherà
al ragazzo gli studi di letteratura (quella del paese in cui è nato
e dal quale poi è fuggito) a Cambridge e infine sposerà la vedova.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Nabokov poi ci farà
sapere che la separazione fra i coniugi Edelweiss avvenne nel
medesimo anno nel quale fu assassinato l'Arciduca. Sappiamo anche che
la guerra è la prima mondiale e che lo stato dal quale son fuggiti
causa rivoluzione è la Russia, ma questo è pane per povere menti
che si appagano nel capire cose solo intelligenti, un po' come
colorare diligentemente un'immagine secondo le istruzioni della
“Settimana Enigmistica” e poi riuscire ad essere appagati da
un'operazione carnale, automatica, per la quale siamo stati
addestrati. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">All'inizio dell'opera,
capitolo due, l'Autore ci descrive un quadro posto sopra il letto del
bambino vicino al ritratto-icona di un santo. Un acquarello di un
boschetto con un sentiero che vi si inoltra. La madre ha appena letto
una favola nella quale un bambino si incammina in un quadro simile
dando inizio a meravigliose (per un bambino) avventure (irreali per
un adulto). </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il bambino è consapevole
di disporre anche lui di un quadro come quello della favola. E'
proprio lì, sul letto, e teme che la madre lo porti via. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ora abbiamo la morte del
padre che è anestetizzata dalla distanza, la rivoluzione e la fuga.
In quest'ultima il ragazzo scopre il fascino dei paesaggi notturni e
rimane incantato dalle lucine che vede in fondo al paesaggio che gli
corre davanti. Ogni manciata di luci, come la possibilità di
passeggiare nel quadro, è una possibilità, una traccia, una via,
per inoltrarsi in un'altra realtà. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il ragazzo diviene
studente universitario. S' innamora di Sonja Zilanov che però
amoreggia con Darwin, il suo migliore amico e compagno di studi.
Questi è artistoide e per questo stimato in università fino al
punto che gli vengono perdonate le piccole infrazioni che compie
all'etichetta obbligatoria dei college. Dopo tre anni terminano gli
studi; Sonja ha rifiutato la proposta di matrimonio di Darwin e si
trasferisce a Berlino. Il nostro Edelweiss persevera nel sentimento a
va a trovarla spesso. Non riesce a fare breccia e nel frattempo lei
ha un'altra “storia” con Bubnov, artista che pubblica ed è assai
apprezzato. Anche lui viene rifiutato. Nel frattempo, dopo essersi
visto rifiutato il nostro eroe decide di viaggiare e prende l'amato
treno. Di notte scende improvvisamente perché ha visto la medesima
manciata di lucine della sua infanzia. La stazione è piccola,
attende il giorno e chiede delle luci che ha visto e gli dicono che
si tratta del paese di Molignac, che dista quindici chilometri e non
esistono mezzi per raggiungerlo. Si inoltra a piedi, arriva e si
ferma in una locanda. Si offre come bracciante in una fattoria e qui
resta, ritrovando la serenità. Per lui è tutto così semplice e
bello che quando vede una casa in vendita decide di scrivere a Sonja
per chiederle la mano. Lei rifiuta e lui lascia la fattoria.
Curiosamente alla fine di quel capitolo il controllore del treno gli
dirà che quelle luci non possono essere di Molignac (pag 202-203)
poiché dal treno il paese non si vede.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Fate caso, lo rimarco,
come ogni nome di città, ogni data non hanno senso. Possiamo
modificarle e spostare questa avventura nell'antica Grecia o nel
Giappone medievale … cambieranno nomi, costumi e tradizioni, la la
favola universalmente valida resta ...</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">E ora il finale. Il
ragazzo torna dalla madre in Svizzera, medita di andare fino in
Lituania e passare in Russia ma decide, poiché passare quel confine
è pericolosissimo, di dire che intende tornare a Berlino. La madre
pensa che sia per Sonja e approva poiché il ragazzo ha detto che poi
tornerà. Se e quando torna gli tocca un lavoro che il patrigno gli
ha già rimediato. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">A Berlino desidera
salutare i genitori di Sonja e anche Darwin, l'amico, che per una
piacevole coincidenza si trova lì in qualità di giornalista di una
testata importante. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Va a casa della ragazza
quando questa dovrebbe essere in ufficio e invece la trova perché
non sta bene. Varie vicende e scopriamo che ha lasciato Bubnov che è
assai sofferente. Edelweiss riesce finalmente ad incontrare il
compagno di studi, manca un'ora alla sua partenza per la Lituania e,
dopo una iniziale emozione e un breve raccontarsi le proprie vicende,
inizia per il lettore, ma non per tutti, il mistero. Quel che dice,
quel dire sospeso di Edelweiss a Darwin, Sconcerta. Se tu lettore non
comprenderai cosa vuol fare il protagonista, allora devi meditare su
te stesso. Sei forse come Darwin? Che dopo aver condiviso sogni per
tre anni col Edelweiss, si fa travolgere dalla vita e solo alla
concretezza dell'esistenza sa dare un significato?</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Se il ragazzo che scende
dal treno perché è rimasto affascinato da una manciata di stelle ti
sembra romantico ma stupido … se una persona che preferisce
lavorare in una fattoria e rimandare un incarico dirigenziale offerto
dal patrigno e anche non fare caso all'opportunità di conoscere
pezzi grossi per diventare giornalista che gli offre l'amico, se una
persona del genere ti stupisce … quel che ti dice Nabokov si fa
duro, incomprensibile. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il bambino davanti al
quadro, la manciata di stelle in fondo al paesaggio notturno, passare
il confine con coraggio (e questo è un ritorno alle origini, un
ricominciare veramente da zero e non dalla Svizzera del patrigno) e
ricominciare sono sensati se della vita non ti basta saziare le
apparenze. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Io spero che il lettore
affronti questo mio scritto solo dopo aver letto il romanzo. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Lo immagino diviso in due
gruppi. Uno sparuto, quasi inesistente, di persone che hanno capito e
sorridono. Un altro, una folla imponente (che così numerosa nemmeno
Dante pensava che morte potesse aver disfatta …) che con sua
sorpresa non ha capito e non sa che pesci pigliare. La via più
semplice: lo scrittore è una schiappa … ma la storia e la fama che
dura nel tempo e il rispetto che ha accumulato, dimostrano che invece
è un grande … allora che abbia sottinteso troppo? E si scoprirà
solo rileggendo che il quadro e la manciata di stelle son la chiave
di un inoltrarsi in luoghi nei quali non solo l'apparenza si può
appagare. Facilissimo sarà essere sconfitti, ma la vita raramente,
quando la si valuta retrospettivamente con onestà, si scoprirà di
averla spesa degnamente.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il nostro protagonista
sperimenta la paura, impara a controllarla, e quell'avventura montana
che si risolve in un consapevole atto di coraggio, è tutta simbolo.
C'è lo strapiombo, l'unica via percorribile è stretta, friabile e
non certa. Ma questa è la vita, stretta, friabile e incerta, e
l'abisso, la morte, verrà comunque ma ci si allena a non averne
paura. Se la paura è ostacolo a scelte importanti, vivremo meno di
un decimo di quel che potrebbe essere possibile!</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Immagino quel lettore che
non comprende il finale e dirà che il libro è brutto e non
ammetterà facilmente di non avere capito. Fortunatamente questi
ragionamenti, se sarà umile li farà a botta calda con se stesso, e
perplesso cercherà di andare oltre, ovvero dimenticare, oppure si
informerà. Un altro tipo di lettore, lo spaccone sgraziato, si
divertirà a screditare quel che non ha capito. Accade in due
occasioni, quando non si ha capito e non si ha l'umiltà di lottare
per crescere o quando non si conosce e non lo si vuole ammettere.
Ricordo una persona che mi disse che Beethoven gli faceva schifo
(testuali parole). Compresi che la sua esistenza, forse tortuosa o
forse troppo semplice, non era mai passata nemmeno per caso nei
pressi dell'opera di quel genio. Gli regalai qualcosa e non ebbe più
il coraggio di umiliare se stesso … con dichiarazioni assurde.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Un ultimo appunto.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Chi ha dipinto
l'acquerello del bosco col sentiero che si inoltra? La nonna del
protagonista. Questo particolare è strettamente autobiografico. Il
quadro è della famiglia (in senso non solo concreto, ma atemporale)
e inoltrarsi in esso equivale a mantenersi in stretta coerenza con le
proprie radici. Alla fine il protagonista torna alla madre Russia,
alle radici, per ricominciare? Non solo. Per essere. Le radici vanno
rispettate. Uno sradicato, anche se inconsapevole, no cercando di
capire se stesso, affronterà la vita a caso. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">E qui è la nostalgia
struggente di Nabokov che fa capolino, la vera causa che spesso mosse
la sua penna. Se l'amore no basta mai per dare senso all'esistenza
(Sonja che infrange cuori ma non li appaga), la coerenza, il rispetto
dell'origine all'interno della stirpe per Nabokov è la sacra
angoscia, l'oro originario del quale è stato privato … si scrive
perché cc' qualcosa che ci fa male ed esternarlo anche se in modo
criptato (pudore) aiuta a stare meglio per qualche ora, per qualche
attimo, e poi l'artiglio riemerge dalle acque scure e ferisce … per
sempre.</span></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-62332277076241867252017-07-14T05:32:00.004-07:002017-07-14T05:32:45.504-07:00Paul Auster ... una chiave di lettura<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Di
recente, in uno dei rarissimi casi nei quali con un umano si riesce a
discorrere in modo vero, causa la richiesta di qualche consiglio di
lettura, l'argomento ha riguardato anche Paul Auster. Il caso ha
voluto che fra alcuni libri esposti ce ne fosse anche uno suo. L'ho
caldamente consigliato facendo presente una serie di titoli. Dal mio
preferito che è “Mr Vertigo” ad altri che meritano la nostra
meditazione. Ho poi accennato ad un testo che di fatto Auster non
scrisse di suo pugno e che considero fondamentale comunque per
comprendere la radice profonda, inconscia, ovvero sconosciuta anche
all'autore medesimo. Quando mi capita di far presente che il
significato principale è un mistero anche per l'autore e che
dovrebbe egli stesso essere il primo e più accurato lettore di se
stesso per auto-comprendersi e quindi fare dei passi avanti, ecco che
mi si osserva con diffidenza. Questa operazione ho avuto occasione di
renderla evidente in scritti riguardanti per esempio Simenon, e si
possono trovare su questo blog, ma anche ad esempio per quel che
riguarda artisti (intendo il padre delle idee e non il regista che
spesso è quasi solo colui che ha gli agganci col produttore), autori
di film o video musicali ecc. Con Bruno Bruni per esempio questo tipo
di approfondimento ha portato alla pubblicazione di due testi d'arte.
Un'analisi simile l'ho fatta per tre film di Tornatore ( Baaria, La
migliore offerta e La corrispondenza), Per un video di Lady Gaga, LA
filmografia di Quentin Tarantino e di Refn, per i bronzi di Cristiano
Alviti e le tele di Suo fratello Patrizio e anche in questo caso ne
son scaturiti vari testi … ebbene, per comprendere il nocciolo
profondo, quello che irradia calore e vita a tutta l'opera di Auster,
l'operazione più semplice consiste nel meditare sul libro intitolato
“Ho pensato che mio padre fosse Dio”.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVn-AzhNDxW_unSDPCes540nstEFTZaGeWFTZaQUEiC94c8-0m2vo-kDNuTYPG28IxnBz3xX7heKcAIhjQKwvVUUJ85Jyq2Gx2QkfnwSIuf8Bgjiq6gw4JFOD6x46B0rJKCsdzXYBNDhg/s1600/DSC_0150.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="983" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVn-AzhNDxW_unSDPCes540nstEFTZaGeWFTZaQUEiC94c8-0m2vo-kDNuTYPG28IxnBz3xX7heKcAIhjQKwvVUUJ85Jyq2Gx2QkfnwSIuf8Bgjiq6gw4JFOD6x46B0rJKCsdzXYBNDhg/s320/DSC_0150.JPG" width="196" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Si
tratta di una raccolta di racconti non scritti da Auster ma da lui
scelti fra quattromila che gli sono arrivati. Ecco la storia che ha
portato al testo: Daniel Zwerdling, intervista nel maggio del 1999
Paul Auster all'interno del programma radiofonico “Weekend All
Things Considered”. Al termine della chiacchierata Zwerdling chiede
ad Auster se può essere interessato ad una collaborazione, per
esempio un appuntamento al mese nel quale racconta una storia agli
ascoltatori. Ad Auster l'idea non piace. Il motivo è che scrivere,
se lo fai seriamente, richiede tutto te stesso, ed ogni impegno che
ti offrono diventa di fatto un ostacolo. E' una faccenda quasi
incomprensibile per chi non scrive … appunto con ambizione di
verità, di profondità. Serve una quantità di tempo ininterrotto
che è come una scala verso l'alto o il basso, verso l'abisso o il
cielo, fino ad arrivare al punto quasi irraggiungibile nel quale i
due percorsi di toccano … Ogni gradino è uno sforzo che, se ti
fermi, se la vita in qualche modo ti distrae, si smagnetizza, perde
la sua aura che sei riuscito a scorgere; devi quindi tornare ai tuoi
passi precedenti, spesso molti gradini più indietro e ricominciare.
Per questo è fondamentale lasciare che un artista vero gestisca i
tuoi tempi. Il mercato, il mercante, il gallerista, il produttore,
l'editor (che sarebbe il cretino che pensa di saper distinguere
l'opera dalla spazzatura e non ha l'umiltà di comprendere che solo
un artista può darti il consiglio giusto...) hanno fretta; per loro
il tempo è denaro ma comprendere questo genere di valori è compito
della sensibilità, non dell'intelligenza ….. Per l'artista il
tempo si annulla, diviene circolare, sferico, inspiegabile. Tornerà
dai suoi “viaggi” al di là del tempo, con l'opera, e non va
condizionato mai mai mai. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Ebbene,
Paul Auster per questi motivi era diffidente. Giunto a casa ne parla
con la moglie, Siri che risponde così: “Non è necessario che sia
tu l'autore dei racconti. Affida questo compito al pubblico. Se gli
ascoltatori scrivessero le proprie storie e te le mandassero, tu
potresti leggere le migliori alla radio. E se ci sarà una buona
partecipazione, potrebbe nascerne qualcosa di straordinario”.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Ho
citato pari pari dalla introduzione scritta dall'autore. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Di
solito, quando decido di leggere un testo letterario, la prefazione
la tengo per ultima. Zero influenze. Ho bisogno di comprendere cosa i
racconti dicono a me, al mio io profondo. Se c'è una mediazione, la
nostra capacità di lasciarci andare, di diventare sensibili e non
solo intelligenti, si riduce. Nel libro ogni racconto riporta il nome
di chi l'ha scritto, la città e lo stato USA di provenienza. Si
comprende quindi anche senza la lettura della prefazione che si
tratta di una raccolta. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">La
sensazione che ne ho tratto nell'insieme è stata notevole e ho
intuito (quindi non compreso razionalmente) che vi aleggiava
un'esigenza mistica. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Arrivarono
al programma circa quattromila brani e Auster ne ha selezionati 126
per la pubblicazione del libro. Prima considerazione semplice e
fondamentale. Nello scegliere l'io di Auster, che è guidato da
esigenze profonde, prediligerà certi argomenti. Terminata la mia
lettura l'indice del testo era pieno di note e piccole considerazioni
a matita e spesso in rosso. Mi ero accorto della prevalenza di un
certo argomento, ma questo aspetto non era messo in rilievo
dall'indice che era suddiviso in modo per me strano, freddo, a questo
punto, dopo quel che avevo intuito, proprio insensato. I racconti
erano divisi nei seguenti capitoli argomenti: animali, oggetti,
famiglie, comiche, sconosciuti, guerra, amore, morte, sogni,
meditazioni. Dieci divisioni che secondo me avevano un senso solo di
superficie. Trascrissi alcuni dati su due cartoncini bianchi che
allego in fotografia e misi così in evidenza che esiste una
categoria occulta che contiene da sola trenta racconti, quindi il
23,809 % del materiale del testo.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Nel
primo foglio giallo il titolo dato alla selezione dei 30 racconti è
“COINCIDENZE”.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj954b-pQLmcb7M2q8t6_oYI24pV3aDzRIlUTxxvm5amlQXMJOZZLXkbUU-zsIPPXnZIumC4ijZiTtzComEnHHP3kfOMlex9UC8q26Zx-I0Es6_eZt3KT6GLXY9cAtLwab_XBNSimsTM34/s1600/DSC_0151.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1212" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj954b-pQLmcb7M2q8t6_oYI24pV3aDzRIlUTxxvm5amlQXMJOZZLXkbUU-zsIPPXnZIumC4ijZiTtzComEnHHP3kfOMlex9UC8q26Zx-I0Es6_eZt3KT6GLXY9cAtLwab_XBNSimsTM34/s320/DSC_0151.JPG" width="242" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Ecco
l'elenco dei racconti:</span></div>
<ol>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">La
farfalla gialla</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">la
storia del coniglio</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">cieli
azzurri</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">zingaro
alla radio</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">storia
di una bicicletta</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">porcellane
della nonna</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">il
basso</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">la
mia sedia a dondolo</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">il
monociclo</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">la
penna a righe (desiderio di una coincidenza)</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">la
bambola (coincidenze mistiche)</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">la
videocassetta (coincidenza miracolo)</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">legami</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">la
terra perduta salvata da Dio</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">50
anni dopo</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">il
fuoriclasse</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">l'ultima
mano</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">coincidenze</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">ho
pensato che mio padre fosse Dio</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">tavolo
per due</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">il
biscotto della fortuna</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Harrisburg</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">qualcosa
su cui riflettere</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">partita
a carte col morto</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">il
fantasma</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">la
lettera</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">il
sogno di mio padre</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">vite
parallele</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">riflessioni
sul coprimozzo</span></div>
</li>
</ol>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Ai
brani 10, 11 e 12 ho aggiunto all'epoca della mia prima lettura,
un'aggiunta che non mi sembra trascurabile.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">A
questo punto un calcolo ci offre il dato del 23,809 %:</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">126
racconti totali STANNO a 100 COME trenta racconti STANNO a X</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">che
in matematichese si esprime così: </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">126
: 100 = 30 : X</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">30
. 100</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">X
= --------------- = 23, 809 % che per comodità arrotondo</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">126
per ottenere ¼ ovvero</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">il
25% dei racconti.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Se
i racconti sono parti individuali che contengono i significati più
disparati, una mente che ne sceglie 126 da quattromila, agisce in
base a quel che è in essa più importante.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">A
Paul Auster premono le <u>coincidenze</u>
…...</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Ebbene
… si tratta ora di capire cosa sia una coincidenza non in senso
generale ma nello specifico del pensiero di chi ha fatto la selezione
dei racconti.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Ecco
cosa ne pensa il vocabolario:</span></div>
<ol>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">concorso
di fatti o circostanze fortuite</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Lungo
una linea di servizi di trasporto (aerei treni ecc), corrispondenza
fra l'arrivo di un mezzo e la partenza di un altro, per la
prosecuzione di un itinerario.</span></div>
</li>
</ol>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Da
Wikipdia : la coincidenza (termine derivato da “con” e dal latino
“incidere”, “cadere insieme”) è un fatto accidentale e
casuale. Oltre ad essere a congiunzione di un evento ad altri, deve
avvenire in maniera accidentale ed inaspettata. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Sempre
da Wikipedia è interessante anche quanto segue: Aspetto statistico:
dal punto di vista statistico, le coincidenze risultano inevitabili e
meno casuali di quanto appaiono all'intuito. Per esempio nel
“paradosso del compleanno” la probabilità che due persone
condividano la data di nascita raggiunge il 50% in un gruppo di
appena 23 individui.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">---------------------------------------------------------------------------------------</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Quel
che si coglie è la volontà di mantenere la coincidenza in un ambito
razionale. Ma … nella vita quotidiana, la coincidenza è ben altro.
Se il “paradosso del compleanno” sembra allontanare la
possibilità di altri significati, accade invece che la razionalità
si trasformi nella prima irruzione del sacro.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">I
motivi sono tanti. L'impossibilità di rendere sensata la morte
nonostante lo sforzo delle religioni e la scontentezza del quotidiano
che viviamo che prima o poi si riveste di monotonia oppure di
angoscia nella lotta per soddisfare le esigenze fondamentali (casa,
caldo cibo) sono in assoluto le spinte irrazionali principali. La
scienza, particolarmente dall'illuminismo in poi, non esita a rendere
tutto coerente, e questa sensatezza onnicomprensiva, che annulla il
sacro, non può bastare particolarmente all'uomo americano? Direi che
prima di tutto non basta a Paul Auster. É lui che ha selezionato 126
racconti da quattromila e la sua opera tende mediamente in questa
direzione. “Mr Vertigo” per esempio narra di un ungherese (ebreo
chassidico) in grado di ottenere qualcosa che va oltre il razionale:
la levitazione di una persona, che nel caso specifico deve essere un
bambino accuratamente istruito. Potere che con la pubertà sparisce.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Fateci
caso all'importanza della levitazione come prova che esiste qualcosa
che va oltre il razionale e quindi dimostra il sacro! Per esempio nel
film “Youth” firmato Sorrentino ma di idee di ben altra mente che
ama rimanere nascosta. Altri casi le varie arti hanno espresso di
recente in questa direzione … e il significato è il medesimo: la
vita attuale è insoddisfacente, non basta, crea alienazione e la
causa di questa celebre sensazione parte da un'assenza di senso, di
finalità nell'esistenza quotidiana. La cultura USA e non solo, ha
l'etica dell'arrivismo che si esprime a livello popolare col
guadagno, nei ceti alti con l'acquisizione di potere. Quel che accade
in chi accumula denaro per esempio, è di avere una vita intensa nel
realizzare quell'obiettivo. Potrebbe accadere che ti ritrovi che son
passati vent'anni in un attimo e tranne l'accumulazione di pecunia …
cos'hai? Se questa corsa sfrenata avrà una sola pausa anche breve,
ci si accorgerà che non ha senso e si è mangiata la tua vita.
Questa situazione esistenziale riguarda tutti, non solo chi è
riuscito ad accumulare. Colui che lotta quotidianamente con per
sopravvivere non soffre di meno né di più ma, sente ugualmente alla
radice dell'esistenza l'assenza di un senso. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Accade
allora a tutti di aver vissuto coincidenze spesso ben più forti di
quella del “paradosso del compleanno” … spesso, quando
umanamente si diventa consapevoli di aver raccolto quasi niente, ci
si accontenterà anche di situazioni che non sono nemmeno coincidenze
… è l'urgente bisogno di senso che manipola la realtà per evitare
un suicidio virtuale o concreto. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Ma
a chi non sono capitate situazioni veramente al limite!ricordo per
esempio a New York di avere incontrato quattro volte nell'arco di una
settimana la medesima sconosciuta. La prima volta in un museo e la
notai per la sua eleganza, la seconda in un ristorante dozzinale, la
terza a teatro e l'ultima, per me stupefacente … in chiesa. Ero
entrato per il silenzio, per sedermi un attimo in un ambiente senza
tempo e lei era li davanti a me, seduta, solo lei … come non
dubitare della razionalità, come non supporre che le risposte che
gli eventi possono offrirci siano indizi di qualcosa d'altro … e
questo qualcosa è il sacro. Io con quella donna non parlai mai. Ma
già il vederla una seconda volta, in una città formicaio mi turbò,
ma non accettai il responso del cuore perché due volte è possibile.
Al terzo incontro il mio stupore produsse un silenzio che non voleva
dare la stura a considerazione di alcun tipo. Alla quarta volta
l'irruzione del sacro si è fatta concreta e rompendo gli argini, con
l'aggiunta della bellezza di lei, della graziosità del suo stile …
e mi son sentito invaso da un senso di armonia, da una consapevolezza
che nonostante ble difficoltà che stavo vivendo qualcosa, qualcuno,
non sa spiegare, stava vegliando e guidando fuori dall'apparente caos
della vita, i miei passi.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Questo
è solo un esempio di quel che può accadere in grazia di certe
coincidenze. E quando penso a “Uomo nel buio”e “Sunset Park”,
a queste descrizioni di vite senza soluzione, e poi a “Vertigo”,
deduco che individualmente in Paul Auster l'esigenza del sacro è la
chiave, la ricerca di una vita. Un sacro che appartenne alle sue
radici ebraiche, non per niente l'ungherese che sa far lievitare i
bambini viene da un mondo antico ma suo, nel suo sangue, nel passato
delle sue origini. Si tratta di un bisogno di recuperare qualcosa che
si sente che ci è appartenuto e che per nostra incapacità,
insensibilità, non si riesce più a cogliere … e le coincidenze
rappresentano il primo passo, secondo l'inconscio di Paul Auster
verso la possibilità di un recupero che potrebbe anche naufragare
nella sconfitta.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 21.3333px;">Altre meditazioni tratte dai miei appunti</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">-------------------------------------------------------------------------------------------</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEjc0feuHGKGwrF-jYHMXOGcGofMEuEwCbZCX6BkMLRlnPAsRY6jfsz3A7KeV8NrWc5YfgPJdeuxC4FICdmXO5ZxNb5z6J7QtBCrmm8g6aMhAJhJluyk4NXrNUcFDY5LDsmHvtH3vIdIE/s1600/DSC_0152.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1338" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEjc0feuHGKGwrF-jYHMXOGcGofMEuEwCbZCX6BkMLRlnPAsRY6jfsz3A7KeV8NrWc5YfgPJdeuxC4FICdmXO5ZxNb5z6J7QtBCrmm8g6aMhAJhJluyk4NXrNUcFDY5LDsmHvtH3vIdIE/s320/DSC_0152.JPG" width="267" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
questo è il foglio 1/b degli appunti presi qualche anno fa.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
si vedono elencati i dieci capitoli così come sono stati presentati dalla pubblicazione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
la prima colonna riporta il numero totale di racconti per capitolo, la seconda i racconti che trattano di coincidenze. ho cerchiato di arancione i tre capitoli che hanno fornito più materiale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
all'inizio del foglio si legge "effetto Mishima", mi spiego. Ne la tetralogia del mare dell fertilità si ha un annullamento di tette le forme illusorie di fiducia in qualcosa che va oltre il razionale. La monaca nel finale per esempio nemmeno ricorda di quel vecchio che dice di essere stato in gioventù il suo grande amore. L'annientamento dell'io risiede anche nel fatto che l'altro, e non un altro a caso, non ci ricordi più. Sempre nella tetralogia anche i segni che rappresentano la trasmigrazione dell'anima di una persona cara in un altro corpo, risultano illusorie. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La ricerca di coincidenze è presente anche nel fatto che si affidi alla presenza di qualche neo esattamente posizionato sul corpo di un altra persona, come era in quella che ci è venuta a mancare. In questo caso la <span style="color: red;">coincidenza</span> apre alla certezza della trasmigrazione dell'anima, al fatto che la morte non esiste e che la persona scomparsa è di nuovo a noi anche sensorialmente. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questa considerazione permette di aggiungere altri due racconti all'elenco delle coincidenze: "Sospensione per pioggia" e "e se ...". In questo modo la statistica centrerebbe esattamente il 25% dei racconti selezionati.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMHL4KjiBJcNFTsHR8F_VKKHjhRlz2MIsgZJ0JHHgBW5BqwA4FOVlVpAQIB1YfUx-SUbGUxBxScEqmXPP-_W-cWBCu7lvCN0GjZWb3SjFAi5NrvNAcmwpuzXRmzPNSItL6DSG0eyJ5em4/s1600/DSC_0153.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1182" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMHL4KjiBJcNFTsHR8F_VKKHjhRlz2MIsgZJ0JHHgBW5BqwA4FOVlVpAQIB1YfUx-SUbGUxBxScEqmXPP-_W-cWBCu7lvCN0GjZWb3SjFAi5NrvNAcmwpuzXRmzPNSItL6DSG0eyJ5em4/s320/DSC_0153.JPG" width="236" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questo foglio dimostra la non trascurabilità di un'altra categoria. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il capitolo della morte contiene 14 racconti e lo troviamo segnato nella parte bassa del foglio (morte 14). a destra in alto, con inchiostro color ruggine, si legge "morte sparsa"; i numeri sottostanti, 2, 3,2,4,6 (più un uno che dopo anni non capisco più quindi elimino dal computo), totalizzano altri 17 racconti che parlano di morte dei quali sei sono espressamente riguardanti la "premonizione di morte", ovvero venir a sapere di una morte per vie non razionali. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A questo punto la morte dispone in questa selezione di 126 racconti, di 18 racconti nel capitolo che le è espressamente dedicato, e 11 in ordine sparso sotto altre voci. Il totale reale è quindi 29 che corrisponde al 23% dei brani che Auster ha selezionato.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
II 23% in un capitolo inconscio, occultato in parte sparpagliando il materiale in categorie più di superficie, riguardante la morte, sommabile a un 25% legato alle coincidenze che permettono di ipotizzare un senso superiore dell'esistenza. siamo così al<span style="color: red;"> 47% di racconti</span> che rivelano molto, prima di tutto di Paul Auster e poi degli USA e secondo me di tutto l'occidente industrializzato. Morte come possibile momento di senso sacralizzato, coincidenza come prova dell'esistenza del sacro ovvero di Dio .... e non per nulla, non penso sia un caso che il termine Dio, accuratamente in minuscolo sia nel titolo, un titolo che ha in Dio-padre (anche questo termine è presente) un'accezione arcaica meravigliosa. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La morte nella cultura agricola, si inseriva in un senso di ciclicità che, sommato al fatto che era vissuta come un evento collettivo, riusciva a renderla spesso sopportabile (l'esempio assolutamente più bello e profondo che io conosca è nell'inizio del film "Terra" del regista ukraino Dovshenko che consiglio assolutamente di guardare per capire cosa intendo dire (lo si trova su youtube). La cultura post agricola ha trasformato la morte in un enigma che diviene quindi terreno per estrarre sensi profondi. la chiave per me è la seguente. Non esiste nulla di più umiliante, di più tragico che morire in solitudine. Penso al giorno che seduto ad un caffè, noto un signore non anziano, seduto da solo, che si guarda attorno con una certa agitazione, la sua agitazione mi fa sentire a disagio e decido di allungargli il quotidiano che non ho ancora terminato di leggere. Sorride e lo accetta ma ha uno sguardo ... che mi faceva male. "tutto bene?" ... "no ..." un attimo di silenzio e aggiunge "... c'è che sto morendo ... e non se ne accorge nessuno ...". </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La coincidenza in relazione di morte si chiama la premonizione. Nel mio foglio di appunti in fondo vediamo una sequenza di numeri: 1,2,3,4,5,9 poi una freccia e la scritta 6 su 10.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questo sta ad indicare quanto nella morte dell'altro quella coincidenza che ci fa capire in modo non razionale che la falce sta tagliando, sia importante. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Se sommiamo i racconti contenenti la premonizione di morte che sono 6, alla categoria coincidenze che mi sembra le appartenga di diritto e che ha già 30 racconti, arriviamo a quota 36 che corrisponde al <span style="color: red;">28,57% di racconti che puntano sulla coincidenza come evento che può destabilizzare l'esistenza razionale ed aprire una via individuale, incomunicabile, verso il sacro.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: red;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Un terzo scarso dei racconti in quella direzione ... penso sia sufficiente per poter supporre che questa sia la chiave di lettura prevalente di Paul Auster prima di tutto e forse degli USA, ma non si dimentichi che la realtà è una finzione che spesso gli artisti ci offrono poiché essendo immersi nella nostra medesima melma che si chiama presente del tempo, cercano una salvezza che può venirci utile. Auster secondo me non ha rivelato la realtà morale nella quale si sta dibattendo la sua epoca. Paul Auster, da grande scrittore, da grande anima sofferente, sta dando alla sua nazione una versione dell'esistenza che può rendere la vita sensata e quindi sopportabile.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Amen</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-65027127279062616892017-07-10T12:10:00.005-07:002021-03-21T16:47:22.607-07:00La tempesta di Murakami Haruki<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Ieri,
dieci luglio,alle nove e quarantuno di mattina una persona mi manda
via whatsapp la seguente immagine. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhi2YffH50hzEvvxxuyZBn_woj6nBjCAslrdLqBhAQwDsY91OrSO872EiTTTih2icERhfZKHPnRNArwRg0CppPfR2czdw-SOUm_gfXVIG4P75iQj6_xFNvE_WFaFsZ1u4z9035H4SBtLSI/s1600/kafka+sulla+spiaggia+testo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="684" data-original-width="720" height="304" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhi2YffH50hzEvvxxuyZBn_woj6nBjCAslrdLqBhAQwDsY91OrSO872EiTTTih2icERhfZKHPnRNArwRg0CppPfR2czdw-SOUm_gfXVIG4P75iQj6_xFNvE_WFaFsZ1u4z9035H4SBtLSI/s320/kafka+sulla+spiaggia+testo.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Non
sa che di Murakami Haruki ho letto non tutto ma molto. Medito sulla
frase e la trovo bella, sicuramente bella, ma imperfetta … manca in
essa una possibilità esistenziale, la più diffusa. Entrare nella
tempesta ed uscirne, come Dante che entra nella Selva e poi “grazie
a Dio” si salva, ti cambia, è vero, ma la stragrande maggioranza
di noi si sveglia alla vita che è nella tempesta … a questo ho
pensato. Alla fine questa bella frase descrive l'eccezione che, si
sa, conferma la regola.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Ed
ecco la mia risposta sempre su whatsapp e il resto di questa breve ma
secondo me profonda comunicazione:</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: 16pt;">Sbaglia
Haruki</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Se
nasci nella tempesta non conoscerai altro.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Se
accadesse, ed è rarissimo, che il fortunale termini, il piccolo
essere sarà sorpreso e preoccupato come accade per ogni cambiamento.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Verso
l'ignoto … e poi … se successivamente </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">apparisse
il sole nel cielo azzurro … sarebbe terrore.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Solo
il caso esiste e ci illudiamo di poterlo governare …</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Il
sole nell'azzurro potrebbe essere stupendo solo se da cucciolo te
l'hanno raccontato … e con nostalgia.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">E
comunque, tra immaginarlo e trovarcisi dentro, in quel cielo azzurro,
c'è un abisso. E potresti annegarci in quel blu leggero, perché non
hai saputo riconoscerlo”</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: 16pt;">Scusa
… non ti seguo … almeno non completamente … troppi i pensieri
intrecciati ...”</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: 16pt;">E'
semplice invece … mai leggere una cosa vera, o che ambisce di
esserlo con umiltà, una sola volta”.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Attendo
un minuto e aggiungo </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: 16pt;">Il
mio sangue non è acqua ma fiele, e ti farà guarire”</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">risponde
“questa mi piace”</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: 16pt;">Mi
piace … il piacere è <span style="font-family: "times new roman" , serif;">sensualità</span>
… si deve raggiungere il pensiero e poi proseguire … oltre il
pensiero esiste una forma di comprensione che sembra divina e forse lo
è”</span></div>
<h2 class="western">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;">Non
è facile seguirti, ma stimolante”</span></span></span></h2>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;">"Grazie"</span></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;">"da che canzone è la citazione?"</span></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;">"Non mi ricordo ..."</span></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;">"Scalo a Grado. Film Bianca"</span></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;">"Si ... ho fatto Scalo a Grado la domenica di Pasqua</span></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;">... gente fintamente assorta ..."</span></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;">e risponde con una faccina sorridente.</span></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 16pt;">Mi
manda poi un fiore di girasole senza sapere che è tra i miei preferiti e
fine dello scambio mattutino di messaggi.</span></div>
<br />
<br />
<br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;">Ho
letto e riletto il dialogo. Mi piace, ma con queste soluzioni
informatiche si comunica e nulla o quasi si conserva. Quanto di
Whatsapp a volte, secondo me potrebbe essere poetico. Non questo
caso. Si tratta di meditazione. La poesia è di più, è oltre.</span></span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;">Per
questo l'ho trascritto. Per conservarlo che, come disse Borges, oggi
la bellezza è comune e si nota solo quel che merita di essere
ricordato.</span></span><br />
<br />
<br />
<br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;">Altra
notazione. Nella mia risposta all'immagine utilizzo un termine
arcaico, quasi in disuso. Non accade per atteggiamento. Non me la
tiro. Porto un esempio che mi è caro. Anni fa veniva spesso a
trovarmi un tipografo. Un gigante barbuto e buono che amava quel che
scrivevo. Appena in casa guardava sulla mia scrivania e leggiucchiava
mentre scambiava due chiacchiere. C'era una poesia che non ho
conservato perché non ne valeva la pena. In essa lui notò l'uso
della parola barman e mi fece notare che era un atteggiamento. Negli
anni novanta del novecento il barman era in locali chic che il
destino incrociava di rado e nella popolazione lo si conosceva grazie
al cinema americano e a Bogart che era quasi sempre al bancone di un
bar. Cerchiai di rosso quella parola che, usata da me, era un peccato di
narcisismo. Non l'avevo vissuta. In essa mi atteggiavo, rappresentavo
al lettore un frammento di vita che non avevo vissuto. </span></span>
<br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;">La
lezione la imparai allora e cerco di stare ben attento all'uso dei
termini.</span></span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;">E
quel “fortunale” come si spiega? Termine che solo i vecchi
conoscono e io a quella soglia non ci sono ancora. </span></span>
<br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;">Lo
devo a Zorzi da Castelfranco detto Giorgione e al suo quadro
erroneamente chiamato “La tempesta”</span></span><br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWgmMAzXj01Sbp4UcW15dOBCNe_SVIgaeUgv6voyn9ZmxjbOR9P8DqHhkDAZ7sFpMT-bIg6eucFGWMcvsMbNmktTkIRmYxSMWZx5xRrgc5f7uwgiY-1-70ygL64_sBfeQ-OqDHFojzJUc/s1600/tempesta+giorgione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="919" data-original-width="853" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWgmMAzXj01Sbp4UcW15dOBCNe_SVIgaeUgv6voyn9ZmxjbOR9P8DqHhkDAZ7sFpMT-bIg6eucFGWMcvsMbNmktTkIRmYxSMWZx5xRrgc5f7uwgiY-1-70ygL64_sBfeQ-OqDHFojzJUc/s320/tempesta+giorgione.png" width="297" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;">Purtroppo
circolano delle interpretazioni parziali e spesso veramente orride.
Titolo vero … </span></span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><u>fortunale.</u></span></span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;">
Questo vocabolo contiene la </span></span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;"><u>fortuna</u></span></span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;">
che anticamente aveva il significato di destino (oggi di cose che
vanno bene) e di tempesta. Nel quadro essa effettivamente
sopraggiunge. Si vede un fulmine. Arriverà Thunor detto anche Thor,
il dio col martello che attualmente si è laicizzato e si chiama
tuono. Arriverà un attimo dopo che abbiamo iniziato ad osservare il
quadro e scoperto il fulmine. Sta quindi per giungere la
tempesta/destino … su chi? Su un soldato a destra e una cingana
(attualmente zingara) a sinistra. Sono fuori dalla città, quindi
dalla vita civile. Anticamente zingari e soldati condividevano per
certi aspetti un destino simile. Per motivi diversi vagavano, ed
erano i più esposti alle scosse del destino. Loro, i più provati, i
più allenati alla fortuna/destino, sono tranquilli. Ed ecco che
sento il collegamento con la frase di Haruki. Anche lui parla di
tempesta. Di tempesta che giunge in una vita che prima era serena. Io
conosco troppe vite che son nate al buio e che se vedessero la luce
avrebbero paura, la considererebbero un'altra forma della sofferenza.
Per questo la frase di Haruki non mi basta. L'eccezione ha visto la
luce riconoscendola come positiva. La farfalla notturna vive un
giorno, vede il lampione illuminato e all'estasi di chissà quale
fantasia, si brucia … e se ti bruci è per sempre. </span></span>
<br />
<br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 16pt;">Ecco
perché in quella risposta ho messo un termine obsoleto come
fortunale, Perché l'ho vissuto anche in arte.</span></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2262356045085229887.post-57193159859960523232017-07-02T13:52:00.003-07:002017-07-02T13:52:41.151-07:00Simenon: "Le signorine di Concarneau"<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWAWMsELEJasTcUSjE2oPchw_GgQE0nL8RIMWWr8eGM6WL0znc2Jv-hHYDpze3Cxigo3nE7nI24Fbw4zP8gh2zQkuzIYdAq-LLX4hvNIJEOLdS9Q-oxrkLNhaGcJDIFAcC1rC_vZsFvvY/s1600/Concarneau.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="943" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWAWMsELEJasTcUSjE2oPchw_GgQE0nL8RIMWWr8eGM6WL0znc2Jv-hHYDpze3Cxigo3nE7nI24Fbw4zP8gh2zQkuzIYdAq-LLX4hvNIJEOLdS9Q-oxrkLNhaGcJDIFAcC1rC_vZsFvvY/s320/Concarneau.jpg" width="203" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Le meditazioni che qui propongo
si inseriscono in un contesto, riguardante questo autore, già da ma
ampiamente trattato. Potrebbe quindi venire utile, anche se non è
strettamente necessario, leggere anche il seguente post digitando: il
piacere di leggere e scrivere Simenon e il commissario Maigret.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Riassumo brevemente quella che
secondo me è la chiave di lettura di quasi tutta l'opera di questo
scrittore. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Fra la legge di natura e la
legge che gestisce le comunità umane, sia al tempo attuale che in
quello di Simenon (prima metà del novecento), se esiste anche una
minima incompatibilità, essa sfocerà nel dramma che prenderà le
forme della nevrosi o della violenza anche estrema. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Il testo che meglio rivela
questa struttura, lo troviamo ne “Maigret e il barbone”. E' stato
ucciso per annegamento il proprietario di un battello fluviale da
carico. Maigret ha capito chi è l'assassino, ma l'unico testimone,
un barbone, si rifiuta di parlare. L'assassinato era un ubriacone che
teneva sulla barca anche la figlia. Il mozzo si innamora di lei, ma
vivono succubi di questo padre padrone alcolizzato. La sua morte
permette ai due giovani di sposarsi e di mettere al mondo un figlio.
La scena che il barbone mostra al commissario nell'ultima scena è
proprio questa. La barca/casa, la madre, i padre e il bambino. Chi ha
ostacolato il corso della legge fondante della natura è stato
eliminato e per la natura è questo il colpevole e non chi lo ha
ucciso. Per la giurisprudenza occidentale, chi uccide è colpevole
sempre, tranne nei casi di legittima difesa …</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Esistono poi delle situazioni
che divengono critiche in un ambito nel quale la giurisprudenza non
può agire. Una volta stabilite le leggi, ecco che si ha libertà di
agire rispettandole. Capita che in questo contesto che definisco
extra legale, si creino i presupposti del mancato rispetto della
legge di natura. Di questo tratta “Le signorine di Concarneau”.
Se il padre alcolista oppressore agiva in modo sanzionabile dalla
legge, ne “Le signorine di Concarneau”, abbiamo un comportamento
da parte delle due protagoniste, che la legge la rispetta, le
signorine del titolo non sono sanzionabili, ma di fatto distruggono
una vita, ostacolano il fluire della legge di natura.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Ora i personaggi e la trama …</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Tre sorelle; Celine è la più
giovane, segue Marthe, la mediana, sposata con Emile Gloaguen e che
vive sempre a Concarneau (Bretagna) ma in un'altra casa e infine
Francoise, la più grande, anche lei zitella.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Abbiamo ora colui che sembra il
protagonista, Jules Guerec, che vive con le due sorelle zitelle.
Essendo morti presto i genitori, sono state Celine e Francoise ad
educarlo, e di fatto è un bambino di quarant'anni che si ritrova il
lavoro col capitale indiviso di famiglia (hanno due pescherecci e un
terzo un costruzione e al piano terra della residenza hanno una
mescita che funge anche da negozio di marinerie) ed obbedisce a
tutto. Celine ha un ascendente enorme su di lui. Non riesce a
nasconderle nulla, e anche la questione economica è maniacalmente
gestita dalle zitelle. Jules deve rendere conto giornalmente fino al
centesimo. Il romanzo breve infatti inizia con lui che non sa come
occultare cinquanta franchi che ha speso per una prostituta. E'
fresco di patente e sta rincasando. Teso per la guida, la sua mente
oscilla fra le difficoltà della guida e il pensiero dei cinquanta
franchi. Si deve aggiungere, per comprendere bene la trama, che
Simenon crea due figure femminili estreme e forse irreali. Celine e
Francoise, di fatto sottomettono il fratello più giovane e nel
frattempo è come se fossero asessuate. La narrazione dice
chiaramente che nonostante siano donne di fatto non lo sono poiché
nessuno le ha mai corteggiate. La sorella, Marthe, ha invece avuto
due spasimanti prima di sposarsi. La situazione è particolare ma
funzionale al testo. Due donne dunque che non attirano minimamente
gli uomini e non ne sono attirate. Per loro ha importanza solo la
meticolosa gestione incrementale del capitale. Non penso esistano
esseri simili. Semplicemente, in Europa ed USA particolarmente, da un
paio di secoli abbondanti, l'unica forma di stima del prossimo
consiste nella sua opulenza ed esistono particolarmente nei ceti
alti, persone che fanno una religione dell'accumulo di denaro case ed
oggetti trascurando ...la natura ed il cuore. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">I fatti:</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Jules Guerec dopo una riunione
di lavoro, ha avuto un incontro con una prostituta. Mentre medita su
come nascondere l'ammanco di cinquanta franchi sta guidando con molta
difficoltà perché è un principiante. Accade la disgrazia. Passando
per una strada stretta, investe un bambino. Tempo che ha realizzato
cos'è accaduto, decide di svoltare per ritornare sul luogo del
misfatto. Quando arriva, pochissimo dopo, c'è gente e per terra non
c'è più nessuno. Non sa spiegare perché ma se ne va. Nei giorni
successivi viene a sapere che ha le gambe fratturate e qualcosa che
non va nell'intestino … e poi il bambino muore in ospedale.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Jules soffre ma nel frattempo
tace perché ha scoperto che gli spetterebbero tre anni di carcere.
Si interessa della famiglia e scopre che la madre, Marie Papin, ha
ventidue anni e un altro figlio di sei anni, gemello del defunto. Era
operaia ma da un po' disoccupata e sopravviveva lavando panni in
casa. Marie ha anche un fratello debole mentalmente ma buono. Jules
decide di assumerlo su una delle sue barche e così riesce ad
incontrare Marie e se ne innamora. Lei è fredda con lui che cerca
di spiegare in modo elementare quel che lo fa agire. Il bimbo morto
ormai è dimenticato, si è innamorato. La natura costruisce. La
fatalità ha portato all'incidente. Se si dovesse dar retta alla
legge lui sarebbe in galera e lei avrebbe solo il vantaggio di un
risarcimento. Jules, col suo comportamento NATURALE, va oltre la
giustizia facendo veramente giustizia. Vuole essere padre del bimbo
rimasto, ama la madre e ha deciso di vivere con lei. Riesce a
dirglielo ma nel frattempo Celine, la sorella piccola (la detective
maligna della situazione) ha capito tutto. Ha compreso anche che
l'incidente lo ha causato il fratello e lo affronta dicendogli che la
liquiderà con del contante. É la seconda volta che le sorelle
risolvono così, con l'unico dio che conoscono, gli amori del
fratello. Le dice chiaramente che se lei agirà dicendo tutto a Marie
Papin, lui se ne andrà per sempre. La sorella la mattina seguente
agisce e torna a casa con una ricevuta nella quale Marie dichiara che
si accontenta dei soldi e che non sporgerà denuncia. Lui reagisce,
schiaffeggia Celine, distrugge la mescita dalla rabbia e malmena
anche un avventore impiccione e si può dire che quella vita
fintamente equilibrata, nella quale come per Ippolito si era
trascurato di sacrificare ad Afrodite, quella vita crolla. La rissa è
nota a tutti e loro vendono e se ne vanno. Francoise, la sorella
maggiore, nel giro di un anno invecchia di dieci anni (ovvero sapeva
vivere solo così) e poi muore di polmonite. Jules lo ritroviamo che
Celine a Versailles a fare in perdita l'assicuratore. Vite annientate
… e nel frattempo Marie Papin si è sposata. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Il messaggio di Simenon è
chiaro ma chi legge potrebbe non coglierlo perché la bilancia
emotiva oscilla molto e a fine lettura essa potrebbe essere
considerata un appagamento sufficiente. Peccato fermarsi a questo
punto. Sarebbe come ridurre l'esistenza ai sensi. Un vero libro non è
semplicemente uno shacker per le emozioni … e rileggendo, ora che
l'emozione nel riviverla si affievolisce, la struttura potrebbe
apparire e impartirci una grande lezione per la vita. Rispetta sempre
la natura che è la legge sulla quale si fonda il tuo essere qui
sulla terra.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 16pt;">Amen</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
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