lunedì 15 aprile 2013

Simenon: "Maigret a scuola"




Prima di affrontare questo scritto consiglio di leggere il post “Simenon e il commissario Maigret” in data 10 aprile 2013. in esso spiego la mia idea generale sul nucleo inconscio che regge la sua opera. Segue un altro post in data 15 aprile 2013 con titolo “Maigret e i testimoni reticenti”. Seconda istruzione necessari: aver letto “Maigret a scuola”...

Questo libro venne scritto nel 1953 e venne pubblicato in Francia l'anno dopo. Non posso far a meno di lodare … manca una erre … lordare, quel raffinatissimo imbecille che ha speso ben tre righe di una presentazione che ne totalizza venti per comunicarci una notizia “succosa”. Premetto che prima ci rende noto che un giornalista si recò a casa dello scrittore per cinque giorni e produsse uno scritto di 13 pagine. Quel che l'essere immondo incaricato dei scatenare la sua genialità in queste venti righe … ci fa sapere … è che -“Simenon rivela ad esempio che un racconto di Natale, scritto in due giorni, gli ha fruttato qualcosa come 30.000 dollari”-. Dato influentissimo per valutare la caratura di un grande artista! Se si ragiona veramente così finisce che Pupo potrebbe risultare migliore o pari a de Andrè....

Ma mi domando... in quelle tredici pagine, il giornalista ha scritto solo robaccia di quello spessore? Torniamo a noi. Mi son sfogato, nel mondo non cambierà nulla, ma sto meglio!

La trama ha del divertente. La strega del paese, Leonie Birard, viene uccisa da un proiettile ridicolo sparato da un fucile da ragazzini. Colpita ad un occhio, muore sul colpo. Aveva sessantasei anni, era in pensione da un po' e non usciva più di casa perché era malmessa fisicamente. Aveva tenuto il paese in pugno per anni. Lavorava all'ufficio postale e si teneva delle lettere. Sapeva i fatti di tutti e li sbeffeggiava pubblicamente. Era veramente odiata. Ora che non usciva di casa, dalle finestre, dalle quali teneva continuamente sotto controllo tutto il vicinato, proseguiva la sua attività sgradevole. I bambini, e forse non solo loro, rispondevano a insulti e sberleffi e si scatenavano in scherzi. Dalla mala riuscita di uno di questi nasce la disgrazia. Un ragazzino trova un ferro di cavallo per strada. È con un amico; decide di scavalcare il recinto della megera e di tirarglielo in casa, al primo piano, ma viene da lei sentito quindi scappa e torna sulla strada. È sera e viene investito. Si rompe una gamba. Rimarrà a letto per un mesetto. La strega ha visto tutto e sbeffeggia continuamente padre e ragazzo mostrando il ferro dalla finestra. Loro abitano li vicino e devono subire, oltre gli sberleffi, anche il timore che lei riveli quel che veramente è accaduto all'assicurazione. Il padre del ragazzino ferito e allettato, è Marcellin il macellaio. Accanito bevitore e perseguitato dalla sfortuna, ha un furgoncino sempre rotto e non gliene va bene una. Sappiamo che ha affittato dei terreni per pascolo ma c'è stata la siccità per qualche anno. Si tratta insomma di uno scalognato naturale. Preferirei pensarla così. La sfortuna ha un suo percorso, un suo ciclo e poi se ne va. Se qualcuno “dà una mano” per allontanarla …. tanto di guadagnato.

Come ho spiegato precedentemente, per prima cosa si devono trovare o donne in dolce attesa oppure ragazzini preadolescenti. Qui di preadolescenti ne abbiamo tre e sono tutti potenzialmente validissimi ma con qualche nota stonata nel destino. Uno è appunto il figlio del macellaio. Ci viene descritto così: “...dei tre ragazzini era senza dubbio il più bello, quello che più sembrava sano, senza problemi” esaminiamo come l'apparizione di Maigret nel suo destino, crea cambiamenti. Sappiamo che è stato il padre ad uccidere, anche se non intenzionalmente la “gentildonna”. Sembra negativo il fatto che debba andare in carcere? Direi di no. È la sua salvezza. Sappiamo dal medico del paesino che se continua a bere così, entro tre mesi si assisterà al suo funerale. Allontanarlo e chiuderlo in carcere equivale a salvarlo. Sappiamo anche che Maigret ha promesso che non rivelerà niente della truffa all'assicurazione. Accadrà quindi che ci saranno i soldi per il furgone nuovo. Il padre lo desiderava perché così poteva allargare il raggio dei clienti. Vediamo quindi che l'apparizione di Maigret in questa esistenza, pone le basi per la sconfitta della sfortuna.

Veniamo al secondo ragazzo. È il maestro e segretario comunale del paesino che si chiama Saint Andre sur Mer (Charente). Due abitanti non sono originari del posto. Il medico e lui, ma il primo ha accettato la mentalità del luogo che vanta varie scorrettezze; per esempio solo medico e maestro pagano le tasse e tutti gli allevamenti di ostriche e cozze, e sappiamo che tutti in paese ne hanno, sono in nero. Così è pure per certificati, pensioni di varia natura eccetera. Quando la strega muore, il paese concentra la sua tensione sul più disinserito che è già odiato per il fatto di non accettare di firmare tutto quel che gli si propone e poi … è di fuori...

Si chiama Joseph Gastin. Quando capisce che lo arresteranno, scappa a Parigi e chiede aiuto a Maigret che accetta. Ha una moglie che ha un senso di colpa enorme che pesa sulla famiglia. Secondo me Maigret, che è un protettore di ragazzini e donne gravide, ha ammirato il fatto che il maestro, dopo quel che aveva combinato la moglie, non avesse reagito con un divorzio, distruggendo quindi la famiglia. È il primo caso che incontriamo nel quale “l'innocente impuro” è una figura femminile.

Come salva il futuro del secondo ragazzino? Semplice, dimostrando l'innocenza del padre.

Terzo ragazzino. Si chiama Marcel Sellier. È il caso più difficile da cogliere. È il figlio del lattoniere e guardia campestre. Sappiamo che il padre è un arrivista assoluto. Questa malattia si ripercuote sul figlio che deve essere esemplare in tutto. Infatti è bravo a scuola ed è pure chierichetto. È importante la sua relazione con le bugie, con la morale. Le dice, ma poi corre a confessarsi, non resiste e poi deve dire la verità. La lezione che riceve dalla bugia che dirà, legata a questa morte, bugia detta per salvare l'amico figlio del macellaio, che crede colpevole, lo aprirà definitivamente ad una via morale coerente col suo sentire.

Immaginiamo la generazione successiva del paese. Quelle sono le tre menti. Uno onestissimo, uno laico e assai metodico e il terzo intuitivo e intelligente.

Abbiamo occasione di vedere all'opera una realtà di paese decisamente corrotta e sgradevole. Tutti fregano tutti quando possono e ciò che è esterno e distante, ovvero stato e assicurazioni, sistematicamente si mungono. I figli vengono mandati a scuola malvolentieri eccetera.

Più che mai, in questa opera si va oltre il giallo. La lezione è di vita, ma può sfuggire appunto se si considera semplicemente il tutto come un giallo. Qui, di nuovo, non ci si limita a scovare il colpevole, ma anche a raddrizzar destini che, come capiterà spesso, ormai è dimostrato, son di ragazzini preadolescenti o divite che stanno per nascere.

amen

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