Prima di affrontare questo
scritto consiglio di leggere il post “Simenon e il commissario
Maigret” in data 10 aprile 2013. in esso spiego la mia idea
generale sul nucleo inconscio che regge la sua opera. Segue un altro
post in data 15 aprile 2013 con titolo “Maigret e i testimoni
reticenti”. Seconda istruzione necessari: aver letto “Maigret a
scuola”...
Questo libro venne scritto
nel 1953 e venne pubblicato in Francia l'anno dopo. Non posso far a
meno di lodare … manca una erre … lordare, quel raffinatissimo
imbecille che ha speso ben tre righe di una presentazione che ne
totalizza venti per comunicarci una notizia “succosa”. Premetto
che prima ci rende noto che un giornalista si recò a casa dello
scrittore per cinque giorni e produsse uno scritto di 13 pagine. Quel
che l'essere immondo incaricato dei scatenare la sua genialità in
queste venti righe … ci fa sapere … è che -“Simenon rivela ad
esempio che un racconto di Natale, scritto in due giorni, gli ha
fruttato qualcosa come 30.000 dollari”-. Dato influentissimo per
valutare la caratura di un grande artista! Se si ragiona veramente
così finisce che Pupo potrebbe risultare migliore o pari a de
Andrè....
Ma mi domando... in quelle
tredici pagine, il giornalista ha scritto solo robaccia di quello
spessore? Torniamo a noi. Mi son sfogato, nel mondo non cambierà
nulla, ma sto meglio!
La trama ha del
divertente. La strega del paese, Leonie Birard, viene uccisa da un
proiettile ridicolo sparato da un fucile da ragazzini. Colpita ad un
occhio, muore sul colpo. Aveva sessantasei anni, era in pensione da
un po' e non usciva più di casa perché era malmessa fisicamente.
Aveva tenuto il paese in pugno per anni. Lavorava all'ufficio postale
e si teneva delle lettere. Sapeva i fatti di tutti e li sbeffeggiava
pubblicamente. Era veramente odiata. Ora che non usciva di casa,
dalle finestre, dalle quali teneva continuamente sotto controllo
tutto il vicinato, proseguiva la sua attività sgradevole. I bambini,
e forse non solo loro, rispondevano a insulti e sberleffi e si
scatenavano in scherzi. Dalla mala riuscita di uno di questi nasce la
disgrazia. Un ragazzino trova un ferro di cavallo per strada. È con
un amico; decide di scavalcare il recinto della megera e di
tirarglielo in casa, al primo piano, ma viene da lei sentito quindi
scappa e torna sulla strada. È sera e viene investito. Si rompe una
gamba. Rimarrà a letto per un mesetto. La strega ha visto tutto e
sbeffeggia continuamente padre e ragazzo mostrando il ferro dalla
finestra. Loro abitano li vicino e devono subire, oltre gli
sberleffi, anche il timore che lei riveli quel che veramente è
accaduto all'assicurazione. Il padre del ragazzino ferito e
allettato, è Marcellin il macellaio. Accanito bevitore e
perseguitato dalla sfortuna, ha un furgoncino sempre rotto e non
gliene va bene una. Sappiamo che ha affittato dei terreni per pascolo
ma c'è stata la siccità per qualche anno. Si tratta insomma di uno
scalognato naturale. Preferirei pensarla così. La sfortuna ha un suo
percorso, un suo ciclo e poi se ne va. Se qualcuno “dà una mano”
per allontanarla …. tanto di guadagnato.
Come ho spiegato
precedentemente, per prima cosa si devono trovare o donne in dolce
attesa oppure ragazzini preadolescenti. Qui di preadolescenti ne
abbiamo tre e sono tutti potenzialmente validissimi ma con qualche
nota stonata nel destino. Uno è appunto il figlio del macellaio. Ci
viene descritto così: “...dei tre ragazzini era senza dubbio il
più bello, quello che più sembrava sano, senza problemi”
esaminiamo come l'apparizione di Maigret nel suo destino, crea
cambiamenti. Sappiamo che è stato il padre ad uccidere, anche se non
intenzionalmente la “gentildonna”. Sembra negativo il fatto che
debba andare in carcere? Direi di no. È la sua salvezza. Sappiamo
dal medico del paesino che se continua a bere così, entro tre mesi
si assisterà al suo funerale. Allontanarlo e chiuderlo in carcere
equivale a salvarlo. Sappiamo anche che Maigret ha promesso che non
rivelerà niente della truffa all'assicurazione. Accadrà quindi che
ci saranno i soldi per il furgone nuovo. Il padre lo desiderava
perché così poteva allargare il raggio dei clienti. Vediamo quindi
che l'apparizione di Maigret in questa esistenza, pone le basi per la
sconfitta della sfortuna.
Veniamo al secondo
ragazzo. È il maestro e segretario comunale del paesino che si
chiama Saint Andre sur Mer (Charente). Due abitanti non sono
originari del posto. Il medico e lui, ma il primo ha accettato la
mentalità del luogo che vanta varie scorrettezze; per esempio solo
medico e maestro pagano le tasse e tutti gli allevamenti di ostriche
e cozze, e sappiamo che tutti in paese ne hanno, sono in nero. Così
è pure per certificati, pensioni di varia natura eccetera. Quando la
strega muore, il paese concentra la sua tensione sul più disinserito
che è già odiato per il fatto di non accettare di firmare tutto
quel che gli si propone e poi … è di fuori...
Si chiama Joseph Gastin.
Quando capisce che lo arresteranno, scappa a Parigi e chiede aiuto a
Maigret che accetta. Ha una moglie che ha un senso di colpa enorme
che pesa sulla famiglia. Secondo me Maigret, che è un protettore di
ragazzini e donne gravide, ha ammirato il fatto che il maestro, dopo
quel che aveva combinato la moglie, non avesse reagito con un
divorzio, distruggendo quindi la famiglia. È il primo caso che
incontriamo nel quale “l'innocente impuro” è una figura
femminile.
Come salva il futuro del
secondo ragazzino? Semplice, dimostrando l'innocenza del padre.
Terzo ragazzino. Si chiama
Marcel Sellier. È il caso più difficile da cogliere. È il figlio
del lattoniere e guardia campestre. Sappiamo che il padre è un
arrivista assoluto. Questa malattia si ripercuote sul figlio che deve
essere esemplare in tutto. Infatti è bravo a scuola ed è pure
chierichetto. È importante la sua relazione con le bugie, con la
morale. Le dice, ma poi corre a confessarsi, non resiste e poi deve
dire la verità. La lezione che riceve dalla bugia che dirà, legata
a questa morte, bugia detta per salvare l'amico figlio del macellaio,
che crede colpevole, lo aprirà definitivamente ad una via morale
coerente col suo sentire.
Immaginiamo la generazione
successiva del paese. Quelle sono le tre menti. Uno onestissimo, uno
laico e assai metodico e il terzo intuitivo e intelligente.
Abbiamo occasione di
vedere all'opera una realtà di paese decisamente corrotta e
sgradevole. Tutti fregano tutti quando possono e ciò che è esterno
e distante, ovvero stato e assicurazioni, sistematicamente si
mungono. I figli vengono mandati a scuola malvolentieri eccetera.
Più che mai, in questa
opera si va oltre il giallo. La lezione è di vita, ma può sfuggire
appunto se si considera semplicemente il tutto come un giallo. Qui,
di nuovo, non ci si limita a scovare il colpevole, ma anche a
raddrizzar destini che, come capiterà spesso, ormai è dimostrato,
son di ragazzini preadolescenti o divite che stanno per nascere.
amen
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