Consiglio prima la lettura
del post “Simenon e il commissario Maigret” del 10 aprile
2013. Questo scritto prosegue la meditazione su una mia versione
interpretativa dell'opera di Simenon.
Non sono in grado di dare
informazioni precise sulla stesura del testo. La mia copia è una
prima edizione Mondadori dell'aprile 1961. Ho terminato la lettura
per la prima volta alle ore 17.20 e immediatamente mi son messo a
scrivere. Trovo importante precisarlo. Questo diventa il quinto testo
analizzato ma il primo che non ha avuto una meditazione lunga e
sedimentata. Quel che scrivo è quindi contemporaneamente pensato per
la prima volta.
Invito il lettore di questo post a mettersi personalmente in gioco. Che legge il libro provi a valutare prima da solo se è in sintonia con la mia teoria. Solo dopo aver spremuto un poco se stessi, penso che la lettura di quanto segue possa farsi particolarmente interessante.
Come ho precedentemente
spiegato, il fulcro gira intorno o a una donna in dolce attesa,
oppure ad un ragazzino.
Veniamo ai fatti: abbiamo
tre fratelli:
Leonard Lachaume è il più
grande. Dirige un'antica azienda di biscotteria. Viene ucciso da un
colpo di pistola sparato a bruciapelo e trovato nel suo letto in casa
sua.
Era sposato ad una
ereditiera, Marcelle Donat, morta da anni. È nato un figlio che al
momento dei fatti ha dodici anni. Dopo l'omicidio lo mettono in
collegio. Sulla scena non appare mai. Egli è quindi orfano di
entrambi i genitori. Ha due nonni che son da badante, uno zio malato
e la zia acquisita.
Segue Armand Lachaume,
fratello di sette anni più giovane. Malato. Sposato con Paulette
Zuberski. Ricca. Non hanno figli ma ci hanno provato.
Veronique, di
trentaquattro anni, sorella più piccola. È andata via da casa da
anni e non ha più contatti con la famiglia.
Paulette Zaberski non ha
avuto figli dal matrimonio. Dichiara di essere affezionata al
nipotino.
Abbiamo due figure
femminili che possono essere proiettate in un futuro prossimo col
ruolo di madri di Jean Paul. Veronique è descritta da
Maigret-simenon come molto positiva. Paulette è con ogni evidenza
una donna che non ha vissuto ma sta ponendo le basi per riuscirci,
ovvero un divorzio.
Sia Paulette che Veronique
sono intenzionate ad accasarsi con la medesima persona: si tratta di
Arthur Baquet. “...è un giornalista. Si occupa di pubblicità
cinematografica ...ha avute tante stelline del cinema quante ne ha
volute, ma succede che anche loro vivano soprattutto in albergo e
mangino al ristorante. Così ha cominciato a pensare a una donna come
(me)”
Veronique, chiacchierando
con lui, rivela che Paulette è ricca. Arthur, che sul lavoro si fa
chiamare Jacques Sanival, inizia la “caccia” all'ereditiera per
accasarsi e arriva ad un passo dal colpaccio. Paulette sta preparando
le carte per il divorzio ma …. Leonard, fratello del marito, viene
ucciso e l'operazione rimandata.
Arthur, detto Jacques non
è altro che un'altra versione di quel personaggio ricorrente che ho
chiamato “impuro innocente”. Questo è sicuramente meno innocente
di altri, ma si immagini il futuro: Pauline sposata con Arthur. Lei è
una figura positiva e con istinto materno. Jean Paul, ormai orfano e
con solo uno zio malato e dei nonni mummificati sarebbe certamente
andato con lei. Ricordiamocelo. Questo è il futuro possibile che la
divinità-Maigret, che trama contro le leggi dell'uomo in favore di
quelle di natura, potrebbe considerare in alternativa a Veronique
madre.
Perché Maigret questa
volta fatica tanto? Perché non è più libero di agire.
Esiste una porticina
simbolica … “(Maigret) aveva la chiave della porta a vetri dalla
quale si passa nel Palais de Justice dalla P.J., e che viene chiusa
con cura dopo che un detenuto se ne servì per evadere.”
E' la medesima porta a
vetri che ritroviamo in “Cecile è morta” …
Essa, che ora è chiusa,
rappresenta la separazione ormai avvenuta fra il palazzo di Giustizia
e la P.J., polizia giudiziaria. Vi ricordo il mio schemino. La
polizia giudiziaria ha in sé qualcosa di sacro. In essa le colpe
vengono comprese e certi destini, guidati. In questo ambito la
divinità naturale a nome Maigret, tutelerà e avvierà alla
giustizia puramente umana solo gli “sterili”. In questo libro
Maigret, la divinità, è invecchiata. I magistrati che son giovani e
“pieni di diplomi” non lo lasciano più agire liberamente. Essi,
gestiscono ora anche la ricerca del colpevole. Prima si limitavano a
prenderlo e condannarlo in base a quanto aveva ottenuto Maigret con i
suoi uomini.
“... Col povero Camileau
(un vecchio giudice) che per tanto tempo era stato il suo nemico
personale, c'era una battaglia aperta. La vecchia lotta mai
confessata ma sempre latente tra Parquet (palazzo di giustizia) e il
Quai des Ofevres (polizia giudiziaria). Altri giudici lo lasciavano
agire a modo suo e spettavano con pazienza che portasse loro un
dossier completo, con annessa, di preferenza, la confessione del
colpevole.”
Maigret ci mostra in vari
punti come questi siano inesperti.
Ecco un esempio:
“...Propendo per l'ipotesi di rapina...” Maigret taceva …
valeva la pena di spiegarsi, di far capire al magistrato ciò che …
aspettava delle domande precise. “Voi che ne pensate” gli chiese
finalmente.”
E Maigret smonta in un
attimo la “intuizione” del magistrato che rimane “imbarazzato e
sorpreso” ad ascoltare.
Ecco un altro passaggio: “
… “chi vi ha imposto di tacere e di lasciar credere ad un furto?”
“Nessuno in particolare”. Perbacco! L'avevano riempito di teorie
ed era la verità che doveva piegarsi alle teorie, entrare in questa
o quella categoria.”
In questo caso il pensiero
di Maigret mette in evidenza il problema insito nel modo di agire
della nuova generazione. Essa è troppo intellettuale e così non può
funzionare quando si agisce sull'umano.
Appare poi anche una
critica alla freddezza. Siamo alle battute finali del libro.
Esattamente penultima facciata: “Credo che non abbiate più bisogno
di me signor giudice”. E Maigret si avviò lungo il corridoio,
verso la piccola porta che dava sulla P.J.. Se l'interrogatorio fosse
stato condotto da lui le cose sarebbero andate diversamente”.
E' appena accaduto che il
marito di Pauline, dietro alla porta chiusa del magistrato, si è
sparato un colpo in bocca. Il nuovo metodo della giustizia ha pure
sulla coscienza una vittima … che col metodo di Maigret forse …
si sarebbe salvata.
Vedete, in fondo la via è
spianata per la nuova famiglia, composta come sempre da una brava
donna e un uomo imperfetto, e per il ragazzo orfano si apre la via
della salvezza che è possibile solo con una famiglia, ma rileggete
il finale di “Maigret e il porto delle nebbie” e fate tesoro
dell'atmosfera positiva che dilaga una volta che il caso è risolto!
Pensate a Grand Louis che per aver legato Maigret eccetera verrebbe
punito da quel giudice …
Fate caso poi al modo di trattare il ladro di appartamenti, che riceve rispetto dalla Polizia Giudiziaria nonostante quel che ha fatto, mentre è ammanettato e annientato dall'attesa davanti al rappresentante dl Palazzo di Giustizia! Questo personaggio, il Canonico, non avrebbe alcun senso nella trama del giallo. Per Simenon è invece fondamentale per dimostrare una differenza di umanità che si sta perdendo.
Il giudice dice: ”...
“continuate signora” … Paulette non aveva l'abitudine di
parlare davanti a uno stenografo che prendeva nota di ciò che
diceva. La cosa la impressionava. Cercava le parole e, parecchie
volte, Maigret dovette farsi forza per non intervenire.!
Poco più avanti leggiamo:
“... Non poteva più stare seduta. In piedi, continuava, volgendosi
non più verso il giudice ma verso Maigret.”
Com'è evidente. Il
giudice, il Palazzo di Giustizia, manca di umanità, è glaciale e
Pauline si rivolge a Maigret, parla con lui. A questo punto il nostro
commissario non ce la fa più...:
“... Maigret aggrottò
la fronte. Indifferente alla gerarchia disse: “Permette, giudice?”
Non aspettò risposta e
continuò ...”
Ora Maigret gestisce la
situazione. Torna l'umanità e ... la legge di natura può agire.
Ricordiamoci che è
evidente che Maigret preferisce Veronique come madre …
Il loro primo dialogo si
conclude con una promessa che corrisponde ad una complicità. Maigret
la terrà informata e una donna del genere se informata … agisce.
Tutto in lei gli risulta gradito poiché è se stessa con schiettezza
e senza falso pudore.
Ecco le ultime righe del
libro: “...Ma il commissario aveva già afferrato il telefono per
chiedere il numero di Veronique, in rue Francois I. Quella là,
mentre aspettava di farsi una ragione, aveva il diritto di essere
tenuta al corrente.”
L'opera è terminata, ma
come al solito si delinea un futuro che non è difficile intuire.
Lui, il giornalista,
tornerà da lei, Veronique, e il nipote dodicenne avrà quella
famiglia.
Ognuno dei cinque libri
analizzati prepara una situazione futura non descritta ma che si può
cogliere. Diversamente questo finale non sembrerebbe altro che una
chiusura buttata li senza troppa fantasia. Sembra in effetti quasi
tronca. Ma come fa ad essere accettabile qual finale con il
commissario che telefona alla tipa! Ma tutto è e deve essere in
funzione del significato e solo interpretando così quel finale è …
un finale sensato.
Una considerazione:
Maigret è rimasto in
bilico fra due potenziali madri. Pauline è stata da lui annullata
nel momento della morte del marito. Se la morte del cognato rientra
nella legittima difesa, quindi pone Pauline sullo stesso piano di
Veronique, e vediamo la bilancia pendere lievemente verso
quest'ultima diciamo, per simpatia, la morte del marito la macchia.
Lui non si è sparato un colpo in bocca solo per lo scandalo del
fratello che disonorava la sua blasonata famiglia, e nemmeno per la
fine della fabbrica di ciambelle … la fine sua la sento nella
consapevolezza del legame definitivamente interrotto con la moglie.
Un legame per il quale non era all'altezza.
Ognuna delle due candidate
madri adottive, ha qualche scheletro nell'armadio. Per la legge di
natura, che guida le scelte di Maigret, quale è meno colpevole o più
innocente? Con la seconda morte che Pauline, e non solo il tribunale,
poteva tentare di evitare, definitivamente vince Veronique che viene
quindi avvisata e messa nella condizione di agire. Lei ora sa com'è
il suo uomo. È consapevole dei suoi limiti e lui pure, quindi
accadrà e … colui che andava salvato, il nascente alla vita, il
fulcro della mente di Simenon, è accasato.
ciao
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