domenica 2 luglio 2017

Simenon: "Le signorine di Concarneau"




Le meditazioni che qui propongo si inseriscono in un contesto, riguardante questo autore, già da ma ampiamente trattato. Potrebbe quindi venire utile, anche se non è strettamente necessario, leggere anche il seguente post digitando: il piacere di leggere e scrivere Simenon e il commissario Maigret.
Riassumo brevemente quella che secondo me è la chiave di lettura di quasi tutta l'opera di questo scrittore.
Fra la legge di natura e la legge che gestisce le comunità umane, sia al tempo attuale che in quello di Simenon (prima metà del novecento), se esiste anche una minima incompatibilità, essa sfocerà nel dramma che prenderà le forme della nevrosi o della violenza anche estrema.
Il testo che meglio rivela questa struttura, lo troviamo ne “Maigret e il barbone”. E' stato ucciso per annegamento il proprietario di un battello fluviale da carico. Maigret ha capito chi è l'assassino, ma l'unico testimone, un barbone, si rifiuta di parlare. L'assassinato era un ubriacone che teneva sulla barca anche la figlia. Il mozzo si innamora di lei, ma vivono succubi di questo padre padrone alcolizzato. La sua morte permette ai due giovani di sposarsi e di mettere al mondo un figlio. La scena che il barbone mostra al commissario nell'ultima scena è proprio questa. La barca/casa, la madre, i padre e il bambino. Chi ha ostacolato il corso della legge fondante della natura è stato eliminato e per la natura è questo il colpevole e non chi lo ha ucciso. Per la giurisprudenza occidentale, chi uccide è colpevole sempre, tranne nei casi di legittima difesa …

Esistono poi delle situazioni che divengono critiche in un ambito nel quale la giurisprudenza non può agire. Una volta stabilite le leggi, ecco che si ha libertà di agire rispettandole. Capita che in questo contesto che definisco extra legale, si creino i presupposti del mancato rispetto della legge di natura. Di questo tratta “Le signorine di Concarneau”. Se il padre alcolista oppressore agiva in modo sanzionabile dalla legge, ne “Le signorine di Concarneau”, abbiamo un comportamento da parte delle due protagoniste, che la legge la rispetta, le signorine del titolo non sono sanzionabili, ma di fatto distruggono una vita, ostacolano il fluire della legge di natura.
Ora i personaggi e la trama …
Tre sorelle; Celine è la più giovane, segue Marthe, la mediana, sposata con Emile Gloaguen e che vive sempre a Concarneau (Bretagna) ma in un'altra casa e infine Francoise, la più grande, anche lei zitella.
Abbiamo ora colui che sembra il protagonista, Jules Guerec, che vive con le due sorelle zitelle. Essendo morti presto i genitori, sono state Celine e Francoise ad educarlo, e di fatto è un bambino di quarant'anni che si ritrova il lavoro col capitale indiviso di famiglia (hanno due pescherecci e un terzo un costruzione e al piano terra della residenza hanno una mescita che funge anche da negozio di marinerie) ed obbedisce a tutto. Celine ha un ascendente enorme su di lui. Non riesce a nasconderle nulla, e anche la questione economica è maniacalmente gestita dalle zitelle. Jules deve rendere conto giornalmente fino al centesimo. Il romanzo breve infatti inizia con lui che non sa come occultare cinquanta franchi che ha speso per una prostituta. E' fresco di patente e sta rincasando. Teso per la guida, la sua mente oscilla fra le difficoltà della guida e il pensiero dei cinquanta franchi. Si deve aggiungere, per comprendere bene la trama, che Simenon crea due figure femminili estreme e forse irreali. Celine e Francoise, di fatto sottomettono il fratello più giovane e nel frattempo è come se fossero asessuate. La narrazione dice chiaramente che nonostante siano donne di fatto non lo sono poiché nessuno le ha mai corteggiate. La sorella, Marthe, ha invece avuto due spasimanti prima di sposarsi. La situazione è particolare ma funzionale al testo. Due donne dunque che non attirano minimamente gli uomini e non ne sono attirate. Per loro ha importanza solo la meticolosa gestione incrementale del capitale. Non penso esistano esseri simili. Semplicemente, in Europa ed USA particolarmente, da un paio di secoli abbondanti, l'unica forma di stima del prossimo consiste nella sua opulenza ed esistono particolarmente nei ceti alti, persone che fanno una religione dell'accumulo di denaro case ed oggetti trascurando ...la natura ed il cuore.

I fatti:
Jules Guerec dopo una riunione di lavoro, ha avuto un incontro con una prostituta. Mentre medita su come nascondere l'ammanco di cinquanta franchi sta guidando con molta difficoltà perché è un principiante. Accade la disgrazia. Passando per una strada stretta, investe un bambino. Tempo che ha realizzato cos'è accaduto, decide di svoltare per ritornare sul luogo del misfatto. Quando arriva, pochissimo dopo, c'è gente e per terra non c'è più nessuno. Non sa spiegare perché ma se ne va. Nei giorni successivi viene a sapere che ha le gambe fratturate e qualcosa che non va nell'intestino … e poi il bambino muore in ospedale.
Jules soffre ma nel frattempo tace perché ha scoperto che gli spetterebbero tre anni di carcere. Si interessa della famiglia e scopre che la madre, Marie Papin, ha ventidue anni e un altro figlio di sei anni, gemello del defunto. Era operaia ma da un po' disoccupata e sopravviveva lavando panni in casa. Marie ha anche un fratello debole mentalmente ma buono. Jules decide di assumerlo su una delle sue barche e così riesce ad incontrare Marie e se ne innamora. Lei è fredda con lui che cerca di spiegare in modo elementare quel che lo fa agire. Il bimbo morto ormai è dimenticato, si è innamorato. La natura costruisce. La fatalità ha portato all'incidente. Se si dovesse dar retta alla legge lui sarebbe in galera e lei avrebbe solo il vantaggio di un risarcimento. Jules, col suo comportamento NATURALE, va oltre la giustizia facendo veramente giustizia. Vuole essere padre del bimbo rimasto, ama la madre e ha deciso di vivere con lei. Riesce a dirglielo ma nel frattempo Celine, la sorella piccola (la detective maligna della situazione) ha capito tutto. Ha compreso anche che l'incidente lo ha causato il fratello e lo affronta dicendogli che la liquiderà con del contante. É la seconda volta che le sorelle risolvono così, con l'unico dio che conoscono, gli amori del fratello. Le dice chiaramente che se lei agirà dicendo tutto a Marie Papin, lui se ne andrà per sempre. La sorella la mattina seguente agisce e torna a casa con una ricevuta nella quale Marie dichiara che si accontenta dei soldi e che non sporgerà denuncia. Lui reagisce, schiaffeggia Celine, distrugge la mescita dalla rabbia e malmena anche un avventore impiccione e si può dire che quella vita fintamente equilibrata, nella quale come per Ippolito si era trascurato di sacrificare ad Afrodite, quella vita crolla. La rissa è nota a tutti e loro vendono e se ne vanno. Francoise, la sorella maggiore, nel giro di un anno invecchia di dieci anni (ovvero sapeva vivere solo così) e poi muore di polmonite. Jules lo ritroviamo che Celine a Versailles a fare in perdita l'assicuratore. Vite annientate … e nel frattempo Marie Papin si è sposata.

Il messaggio di Simenon è chiaro ma chi legge potrebbe non coglierlo perché la bilancia emotiva oscilla molto e a fine lettura essa potrebbe essere considerata un appagamento sufficiente. Peccato fermarsi a questo punto. Sarebbe come ridurre l'esistenza ai sensi. Un vero libro non è semplicemente uno shacker per le emozioni … e rileggendo, ora che l'emozione nel riviverla si affievolisce, la struttura potrebbe apparire e impartirci una grande lezione per la vita. Rispetta sempre la natura che è la legge sulla quale si fonda il tuo essere qui sulla terra.

Amen



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