Le meditazioni che qui propongo
si inseriscono in un contesto, riguardante questo autore, già da ma
ampiamente trattato. Potrebbe quindi venire utile, anche se non è
strettamente necessario, leggere anche il seguente post digitando: il
piacere di leggere e scrivere Simenon e il commissario Maigret.
Riassumo brevemente quella che
secondo me è la chiave di lettura di quasi tutta l'opera di questo
scrittore.
Fra la legge di natura e la
legge che gestisce le comunità umane, sia al tempo attuale che in
quello di Simenon (prima metà del novecento), se esiste anche una
minima incompatibilità, essa sfocerà nel dramma che prenderà le
forme della nevrosi o della violenza anche estrema.
Il testo che meglio rivela
questa struttura, lo troviamo ne “Maigret e il barbone”. E' stato
ucciso per annegamento il proprietario di un battello fluviale da
carico. Maigret ha capito chi è l'assassino, ma l'unico testimone,
un barbone, si rifiuta di parlare. L'assassinato era un ubriacone che
teneva sulla barca anche la figlia. Il mozzo si innamora di lei, ma
vivono succubi di questo padre padrone alcolizzato. La sua morte
permette ai due giovani di sposarsi e di mettere al mondo un figlio.
La scena che il barbone mostra al commissario nell'ultima scena è
proprio questa. La barca/casa, la madre, i padre e il bambino. Chi ha
ostacolato il corso della legge fondante della natura è stato
eliminato e per la natura è questo il colpevole e non chi lo ha
ucciso. Per la giurisprudenza occidentale, chi uccide è colpevole
sempre, tranne nei casi di legittima difesa …
Esistono poi delle situazioni
che divengono critiche in un ambito nel quale la giurisprudenza non
può agire. Una volta stabilite le leggi, ecco che si ha libertà di
agire rispettandole. Capita che in questo contesto che definisco
extra legale, si creino i presupposti del mancato rispetto della
legge di natura. Di questo tratta “Le signorine di Concarneau”.
Se il padre alcolista oppressore agiva in modo sanzionabile dalla
legge, ne “Le signorine di Concarneau”, abbiamo un comportamento
da parte delle due protagoniste, che la legge la rispetta, le
signorine del titolo non sono sanzionabili, ma di fatto distruggono
una vita, ostacolano il fluire della legge di natura.
Ora i personaggi e la trama …
Tre sorelle; Celine è la più
giovane, segue Marthe, la mediana, sposata con Emile Gloaguen e che
vive sempre a Concarneau (Bretagna) ma in un'altra casa e infine
Francoise, la più grande, anche lei zitella.
Abbiamo ora colui che sembra il
protagonista, Jules Guerec, che vive con le due sorelle zitelle.
Essendo morti presto i genitori, sono state Celine e Francoise ad
educarlo, e di fatto è un bambino di quarant'anni che si ritrova il
lavoro col capitale indiviso di famiglia (hanno due pescherecci e un
terzo un costruzione e al piano terra della residenza hanno una
mescita che funge anche da negozio di marinerie) ed obbedisce a
tutto. Celine ha un ascendente enorme su di lui. Non riesce a
nasconderle nulla, e anche la questione economica è maniacalmente
gestita dalle zitelle. Jules deve rendere conto giornalmente fino al
centesimo. Il romanzo breve infatti inizia con lui che non sa come
occultare cinquanta franchi che ha speso per una prostituta. E'
fresco di patente e sta rincasando. Teso per la guida, la sua mente
oscilla fra le difficoltà della guida e il pensiero dei cinquanta
franchi. Si deve aggiungere, per comprendere bene la trama, che
Simenon crea due figure femminili estreme e forse irreali. Celine e
Francoise, di fatto sottomettono il fratello più giovane e nel
frattempo è come se fossero asessuate. La narrazione dice
chiaramente che nonostante siano donne di fatto non lo sono poiché
nessuno le ha mai corteggiate. La sorella, Marthe, ha invece avuto
due spasimanti prima di sposarsi. La situazione è particolare ma
funzionale al testo. Due donne dunque che non attirano minimamente
gli uomini e non ne sono attirate. Per loro ha importanza solo la
meticolosa gestione incrementale del capitale. Non penso esistano
esseri simili. Semplicemente, in Europa ed USA particolarmente, da un
paio di secoli abbondanti, l'unica forma di stima del prossimo
consiste nella sua opulenza ed esistono particolarmente nei ceti
alti, persone che fanno una religione dell'accumulo di denaro case ed
oggetti trascurando ...la natura ed il cuore.
I fatti:
Jules Guerec dopo una riunione
di lavoro, ha avuto un incontro con una prostituta. Mentre medita su
come nascondere l'ammanco di cinquanta franchi sta guidando con molta
difficoltà perché è un principiante. Accade la disgrazia. Passando
per una strada stretta, investe un bambino. Tempo che ha realizzato
cos'è accaduto, decide di svoltare per ritornare sul luogo del
misfatto. Quando arriva, pochissimo dopo, c'è gente e per terra non
c'è più nessuno. Non sa spiegare perché ma se ne va. Nei giorni
successivi viene a sapere che ha le gambe fratturate e qualcosa che
non va nell'intestino … e poi il bambino muore in ospedale.
Jules soffre ma nel frattempo
tace perché ha scoperto che gli spetterebbero tre anni di carcere.
Si interessa della famiglia e scopre che la madre, Marie Papin, ha
ventidue anni e un altro figlio di sei anni, gemello del defunto. Era
operaia ma da un po' disoccupata e sopravviveva lavando panni in
casa. Marie ha anche un fratello debole mentalmente ma buono. Jules
decide di assumerlo su una delle sue barche e così riesce ad
incontrare Marie e se ne innamora. Lei è fredda con lui che cerca
di spiegare in modo elementare quel che lo fa agire. Il bimbo morto
ormai è dimenticato, si è innamorato. La natura costruisce. La
fatalità ha portato all'incidente. Se si dovesse dar retta alla
legge lui sarebbe in galera e lei avrebbe solo il vantaggio di un
risarcimento. Jules, col suo comportamento NATURALE, va oltre la
giustizia facendo veramente giustizia. Vuole essere padre del bimbo
rimasto, ama la madre e ha deciso di vivere con lei. Riesce a
dirglielo ma nel frattempo Celine, la sorella piccola (la detective
maligna della situazione) ha capito tutto. Ha compreso anche che
l'incidente lo ha causato il fratello e lo affronta dicendogli che la
liquiderà con del contante. É la seconda volta che le sorelle
risolvono così, con l'unico dio che conoscono, gli amori del
fratello. Le dice chiaramente che se lei agirà dicendo tutto a Marie
Papin, lui se ne andrà per sempre. La sorella la mattina seguente
agisce e torna a casa con una ricevuta nella quale Marie dichiara che
si accontenta dei soldi e che non sporgerà denuncia. Lui reagisce,
schiaffeggia Celine, distrugge la mescita dalla rabbia e malmena
anche un avventore impiccione e si può dire che quella vita
fintamente equilibrata, nella quale come per Ippolito si era
trascurato di sacrificare ad Afrodite, quella vita crolla. La rissa è
nota a tutti e loro vendono e se ne vanno. Francoise, la sorella
maggiore, nel giro di un anno invecchia di dieci anni (ovvero sapeva
vivere solo così) e poi muore di polmonite. Jules lo ritroviamo che
Celine a Versailles a fare in perdita l'assicuratore. Vite annientate
… e nel frattempo Marie Papin si è sposata.
Il messaggio di Simenon è
chiaro ma chi legge potrebbe non coglierlo perché la bilancia
emotiva oscilla molto e a fine lettura essa potrebbe essere
considerata un appagamento sufficiente. Peccato fermarsi a questo
punto. Sarebbe come ridurre l'esistenza ai sensi. Un vero libro non è
semplicemente uno shacker per le emozioni … e rileggendo, ora che
l'emozione nel riviverla si affievolisce, la struttura potrebbe
apparire e impartirci una grande lezione per la vita. Rispetta sempre
la natura che è la legge sulla quale si fonda il tuo essere qui
sulla terra.
Amen
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