sabato 26 ottobre 2013

Poesie 2011/2012




A Sophie

( mia splendida cockerina nera. Era notte fonda. Morì il giorno dopo. Scritto il quattro settembre 2011)


Consegnerò tutto al nulla

qui di fronte.


Nel caos di tanti addii

perderò anche te

ma non ho paura.


Raccoglierò me stesso

in un punto,

lo farò esplodere in un lampo


e avrà la nostra forma ...

di quando

fianco a fianco

annusavi il sole

e l'acqua

e l'erba.


Consegnerò tutto

al nulla


è giusto così


vai...


è il tuo momento.





25 agosto 2011. Dedicato a Mohr Njang



Quando ero piccolo

a casa,

disse Mohr,

vedevo passare le nuvole.

Mi raccontavano che erano

di acqua soffice

che passa

e va a sfilacciarsi al nord


in pioggia.


E che ci sono i cimiteri delle nuvole

che sono i laghi

che poi si assottigliano in fiumi.


Ed eccomi ora,

a quarant'anni,

definitivamente lontano

dal mio Senegal


davanti a questo lago

che raccolse anche,

ne sono certo,

le nuvole della mia giovane fantasia.


...e ora so che è acqua buona

che va e torna

dagli occhi dei miei figli

che ho

per leggerezza

attaccati

alle mammelle

del tempo.





L'ultima lezione


Il primo gennaio del 2012, Tonino Guerra era in Ospedale a Forlì. Nel pomeriggio Lora, la moglie, essendo presenti l'infermiera e io, decise di “fare un salto” a casa per lavarsi e prendere qualche cambio di pigiami e altro. Tonino stette male. Malissimo. Seduto sul letto, la schiena più che curva, affaticato, mi teneva le mani e mi diceva che stava perdendo il controllo di se stesso. Tutto gli girava intorno sempre più forte e stava diventando un gorgo fatale. Poco tempo prima mi aveva raccontato della fine di suo padre. Era sempre stato una roccia, e poi un giorno, la mattina, non si alzò da letto. tutti capirono e il Padre disse al Figlio "Guarda e impara"..... Tonino se ne andò 1l 21 marzo di quell'anno)


Le parole rotte in bocca

sgranate dall'urto del respiro

come un rosario distrutto

di semi di rosa


e nebbia nel cuore

che batte

come un orologio rotto.


È vero Tonino

i tuoi anni

li hai mangiati di gusto

e sei cresciuto

inconsapevole

di essere poeta.


…. e ora,

come sempre da allora,

tuo padre si è fermato

all'improvviso

e raccoglie il corpo nel letto

ultimo.


Tu lo guardi

e tremi dentro.


Non sai che fare

e con gli occhi chiedi:

“papà, come posso esserti utile”


e il Padre disse

“taci adesso ...

guarda

… e impara ...”


e io

ora

in questo gennaio

di freddo e sole

ti osservo

disorientato.

Non hai più voce

… ti stai allontanando …

e penso

“Tonino, cosa posso fare ...”


E nel silenzio

ha compreso.


Ha alzato lo sguardo

e ha detto con la voce a pezzi 

“... è l'ultima lezione”.

Ma è andata bene.


Lezione rimandata...







maggio 2012


Esistere era un dovere.

Ora è qualcosa di più.

Ora devo capire

qualcosa deve cedere

in me

e sta accadendo.

La poesia

l'arte

la letteratura

la musica

si stanno sciogliendo ...

non più montagne da scalare

ma acqua

un cui sciogliersi

per

finalmente

esistere.





10 giugno


Niente dialogo

solo sfruttamento.


Svuotano anche lo specchio

e io

alle soglie del tempo

non me la sento

e invecchio.


Raccolgo sassolini

e li getto

all'immagine sull'acqua

che per un attimo

si annebbia

e la smette di chiamarmi.

Solo questa pace

so darmi

ora.





15 giugno 2012 – mattino -


Da anni ho cinque vasi

colmi di buona terra.


Non semino.

Seminerà

se vuole

il vento

o il suo lento amico

il tempo.


Ed ecco che ...

in questa convulsa primavera

nascono germogli.


Uno solo è senza

e penso

ma è un sogno ...

… come sempre


che rivela.


Lei lo sfiorò

quella sera …



era sera.

E anche la terra

ne rifiuta il ricordo.


( Ho davvero quei cinque vasi. E veramente solo uno, dopo anni, non ha germogliato nulla.

Di notte, a letto. Insonnolito. Direi quasi addormentato. Ho capito. Era il vaso, il più bello, nel quale tenevo la pianta di basilico. Io identifico l'italianità, quella genuina, con la moka Bialetti, (quella sfaccettata), e con questa piantina. Apparve improvviso il ricordo. Io alzai il vaso per farle annusare le magiche foglioline. Lei le toccò e di sfuggita volle concedere alle sue dita sottili, la sensazione scabra che da un vaso di terra cotta … )




















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