giovedì 7 marzo 2019

Cappuccetto Rosso e l'astronomia


Questo scritto nasce dal voler rendere disponibile una interpretazione della favola forse più celebre al mondo, Cappuccetto Rosso che non è certo una mia scoperta. 
la sorpresa, quando la racconto, è talmente grande che vedo occhi sgranati e sento esclamazioni che mi hanno fatto pensare. Il problema per me si riduce al fatto che amo studiare, ma a differenza della tendenza della mia epoca, non mi limito ad un unico campo, per esempio la storia dell'arte, ma son curioso di tutto. questi viaggi trasversali spesso mi hanno mostrato la possibilità di soluzioni semplici che semplicemente giacevano in un cassetto, per esempio l'astronomia, che un archeologo o uno studioso di letterature antiche , potrebbe trovare decisamente fuori luogo, di nessun interesse per evolvere la sua materia. Herta von Dechend e Giorgia di Santillana per esempio, con "il mulino di Amleto", propongono la teoria che già nel Neolitico, gli umani fossero in grado di cogliete sia le fasi lunari inserite nel ciclo del sole fra i due equinozi, utili per gestire il raccolto e fissare appuntamenti (piccolo anno), che la precessione degli equinozi, detta anche il Grande anno poiché la durata è di circa 26.000 anni. 
si può aggiungere che ben si distinguevano le Stelle Erranti, ovvero quei pianeti che in un cielo che sembrava immobile, vedeva sfilare  cinque puntolini dotati di una luce meno glaciale e pulsante delle stelle vere e proprie, più la luna che rappresentava l'argento, e il sole che era l'oro. I due metalli non li ho messi per fare il saputello ... ma ... si mediti. L'oro non ossida, la sua eternità è attributo della divinità e il sole che dona la vita è divinità originaria. L'argento ossida e la Luna si fa scura, in un certo senso si ossida anche lei, non rimane se stessa e rappresenta la ciclicità che è ben diversa dall'eternità pura e semplice del sole che è si anche ciclico ma fondamentalmente immortale. 
Torniamo alle sette Stelle Erranti che secondo von Dechend e de Santillana erano già noti nel nell'età della Pietra ... e ora il linguaggio, quello più semplice e non certo aristocratico, ci serve da fonte archeologica. I giorni della settimana. Ecco il Sole, che sfugge al senso in italiano ma rimane per esempio nel tedesco e nell'inglese; segue la Luna con Lundi, Lunedì, Sunday e Montag (Mond Tag), poi Marte, Mercurio, Giove, Venere e Saturno. un'altra traccia archeologica dell'astronomia nella lingua? in italiano si dice Canicola per intendere il periodo più alto dell'estate; questo vocabolo designa la costellazione Del cane che in quel periodo è ben visibile. 
Per dimostrare poi l'utilità pratica del calendario lunare nella vita quotidiana, si provi ad immaginare un analfabeta che deve recarsi settimanalmente al mercato del paese più vicino e anche al mercato detto anche fiera del capoluogo che potrebbe avere avuto una cadenza stagionale oppure annuale. Ecco che la Luna diventava il fedele servitore poiché il suo ciclo è preciso e computabile, con pochi sguardi anche da chi non sa leggere e ... nemmeno contare. Si tenga poi conto che spesso il giorno di mercato era sotto la protezione del dio Hermes (Mercurio) quindi lo si svolgeva di Mercoledì e fino alla fine della seconda guerra Mondiale, negli stati europei prevalentemente agricoli, ecco che di mercoledì si preparava il carro con i prodotti della stalla e della terra e la pancia per una sbornia in compagnia. 

Ora un esempio che sembra avere poca attinenza: le tecniche di memorizzazione più antiche, non dimenticando che l'analfabeta aveva molta più memoria di noi. Eccone un saggio. Immaginiamo cinque parole che desideriamo ricordare nell'ordine in cui le dirò (parole rigorosamente scelte a caso). verme, auto, cinque, gelato, sole. Se le avete lette e vi dedicate a qualcosa d'altro, quando tornerete a quei vocaboli vi accorgerete di ricordarne al massimo tre. Ebbene, esiste un metodo per ricordarli tutti cinque per molto più tempo ... trasformando le cinque parole in una storia. Eccola: Ho visto un verme che guidava un'auto. Si è fermato in una gelateria, ha mangiato ben cinque gelati e poi si è addormentato al sole. La storia si ricorda meglio se è sorprendente e questa lo è abbastanza. Ora che l'avete letta la ricorderete anche stasera e se domani deciderete di aggiungere altre tre parole, ma in forma di storia, e dopodomani altre tre, ecco che le ricorderete tutte. Se poi ci mettete la rima ... Pensateci. Dante per esempio usava l'endecasillabo e ti rendi conto, quando la riga che stai leggendo è troppo corta o lunga, ma solo se hai esercizio. In più sapevi sempre come terminava la riga successiva poiché la struttura imponeva qualcosa che avevi già letto che avesse in legame con quel che veniva dopo. ecco un esempio semplice: 

Nel mezzo del camin di nostra vita (già ora posso prevedere che non la seconda ma la terza riga, terminerà in -ita).

Se la poesia attualmente spesso mantiene il ritmo, non è più per necessità di ricordare più facilmente, ma per gioco intellettuale (che odio) o per puro senso ludico che adoro. 

Torniamo a Cappuccetto Rosso. E ... se fosse una memorizzazione di parole chiave? Se fosse una struttura narrativa con un compito preciso? il fatto stesso che sia molto antica, al tempo del re Sole fu "raccolta", messa per iscritto e si sa che apparteneva al popolo e il popolo, che era legato alla terra non viveva nel nostro tempo che è lineare, ma in quello ciclico della Luna e del Sole (la precessione era un lusso per le caste sacerdotali e per i regnanti). E' capitato ancora a me di conoscere anche in Italia persone che non si ricordavano la loro età e dovevano controllare sui documenti, poiché di fatto la rigorosa data di nascita, nella vita quotidiana non ci serve. è la burocrazya (una volta si scriveva con la i normale, ma viste le sue ultime degenerazioni decisamente patologiche, questa nuova versione con la y mi sembra più calzante) che invece la pretende ma ... al contadino interessa ben altro dal sapere
esattamente la propria età ecc.

Ora osserviamo questa opera:




Vi dico che è di Beato Angelico, (si trova a Berna) quindi scuola fiorentina del quattrocento ma per favore dimenticatelo subito e proviamo a ragionare diversamente. 
Osservate l'opera attentamente considerandola un manufatto di un'epoca nella quale l'agricoltura assorbiva il novanta per cento della forza lavoro umana. osservate senza proseguire nella lettura. Datevi cinque minuti di tempo e poi tornate da me ...

Fatto? 

ebbene ... il bambinello ... è a forma di luna, e avendo la curva a destra si tratta del primo quarto di luna nascente ...
ci siamo? 
Che il mantello azzurro fosse il cielo ci arriva pure Renzi e lo sapevano anche i coetanei dell'artista ma ... e e il vestito rosso? la risposta che si dava .., abito di dolore visto quel che sarebbe poi accaduto al Divin Figlio ... ma ... ascoltate un po' ... nei tempi andati, quando l'astronomia la si praticava solo ad occhio nudo (ultimo fu Ticho Brahe ad Uraniborg), si osservava all'alba o al tramonto. quindi la parte della luna che noi non vediamo, non veniva rappresentata come nera, ma rossa. 

Osserviamo ora:





Quattro opere che mostrano il Bimbo vestito di rosso.
Immaginiamo ora che il Bimbo nudo sia il primo quarto di luna che si mostra in cielo. Allora se il Bimbo è in rosso vuol dire che siamo nei tre giorni del novilunio, ovvero quando la Luna vecchia (vecchia!!! la nonna di Cappuccetto Rosso!!!) è sparita e la Luna nuova (Che sia Cappuccetto Rosso che "casualmente "ha un cappuccio rosso?).

Immaginiamo ora Un ragazzino che nel quattrocento entra a bottega per imparare il mestiere del dipintore. Il maestro, dopo anni di ramazza e macinatura di colori lo metterà a dipingere e l'allievo ormai diciottenne chiederà "perché Maestro" il Bimbo lo devo mettere sempre a sinistra della Madonna?" e il Maestro risponderà "per tradizione!" che equivale a dire un bel "non lo so" che di fatto equivale ad un "nessuno nella nostra epoca si ricorda più". Noi comunque sappiamo qualcosa della ritualità religiosa. Essa deve rispettare perfettamente la tradizione perché altrimenti il rito non produrrà l'effetto desiderato. per esempio. Perché mi passi l'Influenza devo dire cinquanta Ave Maria tenendo in mano il rosario e guardando questo ritratto del Bimbo luna ... passa la vicina che è uno splendore, non resisto e la guardo ed ecco che non ho rispettato rigorosamente la tradizione e mi tengo consapevolmente l'influenza con in aggiunta la consapevolezza che è colpa mia che non ho saputo resistere ad una tentazione della carne. La metto sul ridere ... ma era veramente così.
La tradizione imponeva delle rappresentazioni precise e il presente storico dell'epoca, il cristianesimo di scuola romana, cercava ovviamente di gratificare con un nuovo significato quel che ormai non lo aveva più. Ci si pensi ... il Natale è in fondo una festa astrologica, si tratta del solstizio d'inverno, e se Dicembre di fatto è il dodicesimo mese e non il decimo che la parola Dicembre ci dice, è perché il tempo, il loro tempo ... era diverso dal nostro. L'anno nuovo, nella Firenze del Beato Angelico corrispondeva all'Equinozio di Primavera. Solo su imposizione burocratica divenne il primo Gennajo che astronomicamente non ha alcun senso.

Si pensi ora ad un celebre passo di Cappuccetto Rosso.

Prima fase lunare: Nonna! che orecchie grandi che hai
Seconda fase lunare: Nonna! che occhi grandi che hai
Terza fase lunare: Nonna! che bocca grande che hai
Quarta fase lunare: e poi la mangia (ovvero ultimo quarto fino alla totale sparizione)

Veniamo al Lupo. io amo definirlo "una fetta di notte che ha preso vita".
La prima versione scritta di scuola francese, termina con il lupo dopo aver mangiato la nonna si mangia pure Cappuccetto Rosso.
Questo finale crea angoscia astrologica. LA domanda è: si ripeterà il ciclo lunare? se ci si pensa è la medesima angoscia degli Aztechi nei confronti del sole ... sarebbe tornato? e via sacrifici spaventosi.
Il cacciatore, che ritroviamo anche in cielo in forma di costellazione, e una delle sue forme occidentali è Ercole e quella indiana si chiama Krsna ecc, e il cacciatore dicevo, apre la notte, recupera la luna e permette alla vita di vivere un altro ciclo.

Quel "Nonna che orecchie grandi che hai" lo sentite che è un bisogno di memorizzare il fatto che la Luna deve essere interpretata come se fosse suddivisa nella sua vita mensile, in quattro blocchi?
ma ... se una lunazione è 
28 giorni, diviso per quattro viene sette, quindi quattro settimane ... 12 mesi per 28 giorni ed ecco che ho 336 giorni ... mancano 29 giorni ai nostri 365/6 ... cosa vuol dire? vuol dire che esiste un tempo senza tempo. Un'angst, un'angoscia di fine anno quando si arriva al solstizio d'inverno (notte più lunga e giornata più corta) con la sensazione che la notte si mangi tutto il giorno se ... non interviene di nuovo un Dio a ristabilire il ciclo. 
Ok, ma ... perché dodici cicli lunari non sono 365/6 giorni come l'anno che conteggiamo oggi?
Astronomia alta, roba da sacerdoti. Il popolo capiva la Luna, Per capire il Sole serviva più preparazione  e comprendere che il ciclo solare, cioè da equinozio di primavera ad equinozio di primavera, era di 365/6 giorni era un ordine che veniva dall'alto, di solito dal Papa o comunque dai capi delle varie religioni. Se dodici lunazioni e l'anno solare fossero state identiche come durata sarebbe stato tutto più semplice. Così invece accade che la ciclicità si sposti. provate a verificare. Fate finire l'anno dopo 336 giorni e poi ricominciate. Vi ritroverete la feste del raccolto che in ogni anno sarà in un mese diverso ecc.

Ora noi, anzi voi ... leggete la data sul calendario e l'ora sull'orologio. Immaginate per favore un paesino dell'ottocento della campagna italiana. Il mezzodì lo decide il campanaro ma ... lo chiamano in osteria e si distrae ... suonerà dieci minuti più tardi e per tutti sarà mezzogiorno a mezzogiorno e dieci. Non esisteva il nostro tempo inesorabile e rigido. I minuti servivano a poco. E anche le ore non erano tutte lunghe allo stesso modo come le nostre. Le ore del buio venivano divise per dodici e quelle del giorno pure, quindi d'Inverno un'ora, un dodicesimo della giornata, durava meno delle nostre ore di oggi dettate dalla esigenza di razionalizzare per massimizzare il guadagno ... l'aspetto materiale dell'esistere. Per l'anima, per le stelle ormai c'è poco posto.

Osserviamo ora questa immagine:

Statuetta di Iside e Toth e di fianco Madonna con Bambino. 
Penso ci sia poco da aggiungere. Si coglie immediatamente che la "struttura", Bimbo a destra ecc, è la medesima, solo che si va indietro di qualche annetto ... circa tremila ... e la faccenda si fa interessante. Per trovare l'immagine basta digitare su Google
Iside e Toth Madonna con Bambino
e troverete un sito che mi sembra farneticante ... ma in fondo sto folleggiando anch'io ...

Ora ... la Utet ha pubblicato nella collana Strenne Utet, un bel libretto con una ventina e forse più versioni di Cenerentola del Tibet .... Anche questa favola è astrologica ... e non solo questa. Se certe narrazioni si assomigliano in tutto il mondo è perché in fondo descrivevano le medesime situazioni. e poi ... si pensi ai popoli dell'Oceania. Navigavano su barchette di "carta" con una precisione misteriosa ... ma non per loro che il cielo lo conoscevano minuziosamente.
Consiglio poi la letture de "La Luna nel bosco" di Giuseppe Sermonti che ho scoperto di recente. Pensate, una fatica per arrivare a scoprire queste cose ... e comprendere che non ho scoperto niente! ho sorriso con piacere. Ho usato la mente, ho capito qualcosa oppure mi son costruito un qualcosa che ha una leggere coerenza e me la faccio bastare ... chissà ... Anche Newton Pensava di avere ragione poi è arrivata Una Pietra (dal tedesco Ein Stein ..) e ora la realtà è sua ... per quanto? e chi lo sa ...
Ma non m'interessa. è troppo bello pensare, amare, ogni tanto mangiare ... morire ... dormire forse ... disse Hamlet. e se morire fosse svegliarsi? e l'oppio del divagare, del pensare e pensarsi procede stupendo ... ma ora tocca al cane ... ha i suoi diritti e vi lascio per la sua passeggiata. 

Brano terminato alle ore 14:00
dopo la passeggiata con Lolita (i malpensanti sappiano che è un cane ...) mi è venuto in mente che qualcosa invece, l'ho scoperto e riguarda il Beato Angelico. Nulla di eccezionale e comunque la situazione della "scoperta" merita di essere narrata. 
L'Università italica è nota nel mondo per il suo sistema di raccomandazioni che la sociologia ama definire familismo amorale. Ero a lezione per Fenomenologia degli stile, da un certo Renato Barilli, temutissimo dagli allievi non per stima ma perché (non si dice ma perché ma a me piace ...)lunatico e con un caratterino che la rosy Bindi in confronto è una rosellina di maggio. Ebbene ... Ad una lezione , dopo aver spiegato che il non finito non era caratteristico solo della pittura, ci disse, nella aula ad anfiteatro del 33 di Zamboni street, che per esempio uno dei più grandi scrittori del novecento aveva scritto tre romanzi e li aveva lasciati appunto incompiuti. Ci chiese se sapevamo dire chi fosse. Silenzio. Premetto che io ero un trentenne che aveva già studiato parecchio (Giolitti je t'aime!) e comunque avevo zero timore reverenziale nei confronti di chi sembra ma non è ... ebbene ... Il prof si dimostrò offeso della nostra ignoranza e ci disse che ci dovevamo vergognare ecc. Non ne posso più e alzo la mano: "dica"
"Franz Kafka". Lui con sguardo irritato: "Ma se lo sapeva perché non lo ha detto subito!" ... e io: "perché c'è un problema ... Kafka i romanzi li ha conclusi...". Il professore emanò un Ah! assai sonoro, ci fu un attimo di silenzio e poi cambiò argomento. 
Con questo personaggio accadde anche quanto segue con argomento il Giudizio Universale del Beato Angelico che si trova al Monastero di San Marco in Firenze.



Barilli ci stava spiegando che in questa opera si poteva cogliere la transizione fra due epoche. Si poteva cogliere la composizione medievale e anche un tocco di modernità con la prospettiva delle tombe nella parte bassa. Ormai consideravo quelle lezioni un dovere ma non una cosa seria e poiché mi ero accorto di un particolare chiesi.... "Ma prof, di solito nei Giudizi Universali ci deve essere anche il piccione! . Lui mi corresse facendomi notare che era una colomba e risposi fra l'ilarità della aula colma, che si trattava di umorismo e comunque li invitavo a dare la caccia al piccione. Tutta l'aula inizia a cercarlo ma non lo trovano. Mi chiede di indicarla e io rispondo che la mostrerò se mi da il suo posto. Mi resi conto che stette al gioco perché ormai rispettava la mia cultura e anche una certa mia stravaganza (infatti il giorno dopo mi chiese di fare una tesi con lui sul rapporto arte letteratura ... ma rifiutai) e mai gli mostrai il piccione. Lo faccio ora anche se immagino che molti ci siano già arrivati da soli---
Le tombe sono la pinna caudale, il Cristo in mandorla è la testa. i due appuntiti cieli laterali sono le ali.  Eccolo il medioevo, con i suoi simboli immensi, che tiene testa alla descrizione della realtà che fa irruzione laicamente con la prospettiva. ecco lo Spirito Santo, immenso che è tutto il Creato.

buona notte

No, un'altra meditazione ho dimenticato. Se fino a più o meno il 1470 predominò la composizione della Madonna col Bambino a destra (per chi guarda), l'avvento del pensiero laico, della magia naturale che divenne poi scienza, rese lecito negli artisti farsi delle domande e reagire quando la risposta era "lo vuole la tradizione". ed ecco che il Sacro Bambino sarà messo a sinistra o al centro ecc. Una particolare composizione, che emula la famiglia imperiale di Bisanzio, vuole la madonna col Bambino centrale in grembo, poiché l'opera rappresentava contemporaneamente la regina madre con l'erede e Maria con Cristo. Ma dalla rinascenza serba, reazione periferica ma potente all'Iconoclastia che si irradiò sia ad oriente che ad occidente ... della Serbia. La tradizione mantenne manto blu, la veste rossa e il bambino-Toth a destra di chi guarda ed instaurò una poco imperiale dimensione affettiva fra madre e figlio ... e finalmente anche l'affetto ebbe spazio nell'arte sacra, per approdare allo sposalizio mistico si santa Caterina del Correggio che mostra una madre sorpresa e gioiosa per la maternità.

e ora definitivamente a nanna!


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