martedì 16 agosto 2016

Sulla poligamia nell'Islam (risposta ad articolo di Massimo Campanini del 15agosto 2016 pubblicato su "Il fatto quotidiano")

Buongiorno. Non sono musulmano e probabilmente nemmeno cattolico, le parlo da studioso.
Ho sofferto un poco leggendo il suo articolo e le spiego perché. 
Trovo che sarebbe stato interessante ed edificante per il lettore de "Il fatto quotidiano", comprendere il perché della poligamia, perché esistette.
Le ripeto cosucce che sicuramente sa bene, ma ritengo sia necessario che le sappia il lettore; comprendere equivale a tollerare anche in una dimensione evolutiva.
L'ebraismo era poligamo ad una precisa condizione (e di fatto lo è teoricamente tutt'ora). 

Se la moglie di mio fratello rimane vedova io la sposerò per dare un padre ai suoi figli. 
Questo era il comportamento consigliato e la sua motivazione risiedeva nel fatto che esisteva un vuoto normativo nei confronti della donna che rimaneva vedova e ancor più per tutelare i suoi suoi figli. La persona giuridica dei figli maschi prima del Bar mitzvah (circa 13-14 anni) era inglobata in quella paterna. Se mancava il padre giuridicamente si rasentava il nulla. Maometto visse questa tragedia. Lo si verifica facilmente osservando la storia della sua vita. Molti passi del Corano rappresentano per  l'epoca e per la cultura nella quale era inserito, un femminismo, nel senso che tutelando la donna in quanto madre si tutelava il figlio, figlio senza tutele quale lui fu con grande sofferenza. L'ebraismo deve parte della sua tradizione al periodo babilonese. La zona, che si potrebbe definire equidistante da Europa e India, si definiva su un canone interpretativo proprio. Nell'induismo il "problema della vedova" era risolto coll'invitarla a gettarsi nel rogo del marito (Yourcenar e non solo ...docet). 
Il punto è che ora quelle tutele si possono dare alle donne e ai figli quindi la motivazione profonda e originaria della poligamia si perde.
Essa ha comunque anche un altro senso. Ostentazione di ricchezza. La moglie, come altri beni, ha un valore commerciale calcolabile. E' così anche in occidente. Inutile negarlo. E' sufficiente indagare le motivazioni dei divorzi che son aumentati a dismisura in occasione della crisi economica in corso nel mondo europeo-americano. La donna dell'uomo benestante adduce spesso come motivazione il fatto che il marito non si può più permettere il tenore di vita precedente, che diventa quindi la causa per la quale si fece quella unione. La donna, nella nostra cultura opulenta, spesso, troppo spesso, accetta il ruolo mercificato, e l'uomo risponde con la medesima interpretazione. Questo secondo aspetto diviene poi poligamia di fatto poiché, quasi sempre, l'uomo della elite economica occidentale, ha di fatto un harem di amanti, e la donna non è da meno.

Domanda ... se  si ragiona senza ipocrisie, si deve ammettere che attualmente si tende verso una poligamia non legalizzata che coinvolge ambedue i sessi e nel rapporto di solito comanda chi ha più capitale. La ricchezza  dei ceti bassi è l'ideale, dei ceti alti potere e denaro che non sono sinonimi.

Accade anche in altre culture? si, da sempre. Quel motivo saggio che riabilitava la figura giuridica della vedova in fondo per tutelare e figli maschi, si è perso da anni.

Le porto un esempio italiano un poco datato. Il caro conte Ugolino era chiuso nella torre della fame insieme ai figli. Così dice Dante e così nel senso profondo del termine intendeva un'epoca. Ma ... noi sappiamo che eran figli e nipoti di lui, in quella torre! questo vuol dire che nella famiglia allargata dell'Italia medievale, i figli miei o di mio fratello eran considerati sempre figli. Se si spendeva il medesimo vocabolo era perché di fatto l'importante era appartenere al clan, in questo senso si intendeva la discendenza. All'epoca, in un contesto simile, l'origine della maternità, la sua autenticità, era secondaria. Non come nel caso della stanza porfirogenita dell'imperatore di Bisanzio. In questo caso essere porfirogeniti era un titolo fondamentale. Se Dio aveva dato a me il diritto di regnare, io potevo passarlo solo a mio figlio. Se per qualche motivo (le care ed eterne corna ...) il figlio non era mio, avevo disatteso ad un ordine divino e sarebbero stati anni neri per me e il mio popolo. Legittimità nella procreazione. e in quella stanza di porfido l'imperatore copulava con la moglie in presenza di testimoni. Essa veniva poi chiusa sottochiave e i suoi secondini erano eunuchi. Solo quando si rivelava fecondata poteva tornare libera. Anche in questo contesto, una volta assolto il sacro compito miriadi di relazioni occasionali o stabili, si realizzavano sia da parte maschile che femminile. La mentalità era la seguente: ho fatto il mio dovere nei confronti della divinità. Terminato il mio "orario di lavoro", faccio quello che mi pare. Funziona anche oggi, solo che i lavori che ci condizionano sono altri.

Via quindi le ipocrisie. La nostra società, ormai individualista all'estremo, e può radicalizzarsi ancora di più, tende verso una poligamia di fatto? no. nulla è cambiato, se non l'ingerenza della giurispudenza nel gestire la faccenda. Nella chiesa cristiana solo dal millecento il matrimonio divenne anche sacramento. Controllo della massa gestendo l'istinto erotico ....ineleganza che quel saggio di Betlemme mai consigliò ....
buone vacanze.

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