Qualche giorno fa, per caso, sono inciampato in una ventina di secondi di un programma di Philippe Daverio. Vivo senza televisione ma si sa che ce ne sono di accese ovunque. Nei caffè come ormai anche per strada.
In quel frammento ho visto sfilare qualche opera accompagnata appena da un paio di parole. Ma bastano per tentare di spiegare? Non credo.
Mi sono comunque imbizzarrito quando ho visto per un attimo una tela di Balthus e Daverio si è lamentato che quell’opera, che “è l’utopia erotica di Balthus” non fosse presente in quella esposizione.
UN’UTOPIA EROTIKA!!!! Tu Philippe, afere krossi problemen se fetere utopia erotika in Kuatro intitolaten “Alice dans le miroir”!
Esiste un libro edito da Marsilio nel quale un suo scritto e uno mio si fanno compagnia. Ci siamo conosciuti e ci stimiamo, ma …. Qualcosina non va se, nel quadro che potete ammirare più sotto Daverio ci vede l’utopia erotica di qualcuno. Osservare per credere.
E il peggio è ipotizzare che Balthus potesse pensare quella femmina terribile come u t o p i a e r o t i c a!
Vidi l’originale alla mostra che Venezia dedicò al pittore pochi mesi dopo la sua inaspettata dipartita. Si sperava che avrebbe potuto presenziare di persona, ma il destino ha voluto diversamente.
Ebbene, quest’opera fu di proprietà del poeta Pierre Jean Jouve. La teneva in camera da letto.
Dalla sua raccolta “Proses” trascrivo quanto segue:
“Il Quadro. In quel periodo della mia vita, si trovava accanto al mio letto, in fondo a una camera rivestita di legno, il grande quadro di un giovane maestro che spaventava i miei visitatori. Immaginate una giovane donna dagli occhi bianchi, che indossa una corta camicia e si pettina le chiome con mano ferma, mentre alzando una gamba su una sedia volgare esibisce sfacciatamente il sesso. La strana compagna era naturalmente quella delle mie notti, intendo dire che assisteva al mio sonno e poteva così insinuar visi. No, il suo seno sinistro, troppo pesante e le cosce quasi maschili non facevano nascere gli oscuri desideri, figli del passato, che forse avrebbe destato se si fosse intonata meglio tutta alle scarpe azzurre portate senza calze.”
Spaventava gli ospiti ….. e infatti io, a Venezia, davanti a quegli occhi glauchi, a quella immagine a grandezza naturale mi sentii fortemente a disagio. Si trattava con ogni evidenza di un essere dotato di una immensa carica ferina. Impossibile avvicinarla con la gentilezza. Potevi solo sfidarla e nella lotta chi soccombe, lo senti, è annientato.
….. Utopia erotica di Balthus …… " Alice dans le miroir" del 1933? axurdo....
È importante rendersi conto dell’effetto che fa il quadro nel formato grande che Balthus gli diede.
Com’è stato possibile che Daverio abbia potuto dire una simile ……Biiiiiiiiiip…… di questo quadro?
Sommo ora un ricordo di qualche tempo fa. A casa di un’amica, ora di pranzo, la tivù mostra una passeggiata di Daverio in Biennale. La distrugge. Dice più o meno, vado a memoria, che si tratta di una via di mezzo fra una fiera di paese e una mostra. Passa poi a mostrarci una carrellata di opere che ritiene degne di attenzione. Liquida il loro valore col semplice denominatore comune che “hanno un silenzio….”. E i quadri sfilano. Li vediamo per tre? Quattro secondi? Nulla ha il tempo di sedimentarsi in noi, di diventare una massa concreta di pensiero. Sfioriamo solo le immagini e il loro senso.
Penso che il primo problema sia della televisione. Essa non è fatta per pensare. Per farlo ci vuole tempo fra uno stimolo e il successivo e lì invece, con una continuità aberrante, si susseguono calpestandosi le sollecitazioni.
E come spiegare che Daverio possa aver detto una simile ……Biiiiiiiip? Non ha più tempo per pensare. Vive di rendita di se stesso. È vero che dispone di un immenso capitale di cultura e anche di sensibilità, ma la sua mente ha smesso di vivere e si limita a “pescare” nella memoria. Troppi impegni. Quando la notorietà ti sfiora ne diventi schiavo. Ricordo quando leggeva personalmente le e mail. Ora ha chi gliele legge. Tutto è filtrato, selezionato, ma non da lui. Da orologio eccellente è diventato sveglia da Far West, per la quale è sufficiente non confondere l’alba col tramonto….
E c’è anche da dire che quel mondo è fatto così. O dentro, e ci sei dentro fino al collo, o fuori e stai fuori del tutto.
Mai arrestare il pensiero. Meglio fermare il tempo, scendere, accomiatarsi da chi spinge e in un giardino di pensiero tentare di fiorire ……
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