domenica 19 aprile 2020

W.G.Sebald - tre capolavori




Ho incontrato l'opera di Sebald per caso solo nel 2018 in primavera e questo mi rattrista. Se io, incallito lettore, ci son capitato davanti e in un mercatino dell'usato, incuriosito, lo ammetto, dal fatto che fosse tedesco, immagino la quasi impossibilità di queste opere di giungere alle mani di una persona che potrebbe aver la vita piena di altre faccende sensate e necessita di un qualcosa che seriamente elargisce consigli di lettura.
Presi in mano il libro, si intitolava Austerlitz, l'edizione era del 2002, aveva quindi diciassette anni. Lessi il poco che diceva la biografia, nato 1944, deceduto 2001, qualcosa di vago sui suoi studi a Norwich e decido, anche se non sono troppo convinto, di acquistarlo. I dubbi mi venivano dal fatto che ho pensato che si trattasse dell'ennesima descrizione-narrazione della celebre battaglia napoleonica. Le mie conoscenze storiche mi han dato la certezza che fra il narrato ufficiale anche dell'epoca, che è propaganda, e il fatto realmente accaduto, così come i miei studi me lo hanno rivelato (insisto du questo aspetto...), corresse un abisso. Non ero disposto a "spendere il mio tempo" in una ennesima versione di quel fatto. Fu comunque il prezzo, che aveva già subito un ribasso per mancanza di un interessato, come mi hanno detto che accade dopo due mesi di giacenza, fu il prezzo dicevo, a farmi pensare che per cinquanta centesimi potevo ben correre il rischio. Male che vada dopo poche pagine lo avrei relegato nello scatolone dei libri che poi porto a casa di un amico affetto da mania di accumulazione libresca non selettiva.
Arrivato a casa, del mucchio che avevo comperato, scelsi proprio questo "Austerlitz" per primo, perché ero già rassegnato all'idea che me ne sarei dovuto liberare in quanto saggio storico non interessante. Ma ... ho iniziato la lettura e ho capito subito che Napoleone e la battaglia non c'entravano per niente. Austerlitz è il cognome di un tipo che la voce narrante ha incontrato casualmente in varie occasioni in Belgio. Primo incontro ad Anversa nel 1967.  Le prime pagine erano interessanti e la descrizione della sua visita al nocturama di quella città, mi ha dato da pensare, come l'aggiunta di foto integrate col testo




 ... la sensazione era di profondità, ma non immediatamente abissale. La dimensione "sensibile" era stata appena sfiorata, la tempesta emozionale o quant'altro fosse nella mente dell'autore era stata scansata, ma ebbi la sensazione di un semplice rinvio. Si immagini una sonata in cui un tema già all'inizio viene appena accennato; una volta che abbiamo intuito che ha possibilità espressive interessanti, l'attenzione si fa totale.
Avevo tempo e per me un libro di 315 pagine, se merita, è questione di un giorno di immersione ... ed ecco che a pagina 133 inizia un crescendo irresistibile ... sono concentrato al massimo, vibro, mi lascio coinvolgere, poi travolgere e ... a pagina 151, arrivato al punto con le seguenti parole ... "... per così dire alla vigilia della morte." mi resi conto che ero commosso al massimo grado. Chiusi il libro, diedi un po' di cibo al cane e poi con lui m'inoltrai nel bosco. Ero agitato, soddisfatto, stremato. Avevo letto qualcosa di eccezionale e quando mi capita per un po' di tempo il cervello si blocca e non posso far nient'altro che esistere fisicamente. Ho camminato così, sospeso anche da me stesso, per un'oretta e poi, una volta rincasato, ho guardato quel libro con un rispetto tale che per quel giorno non son più riuscito a toccarlo. Non ero in grado di pensare, di elaborare, ma agii e telefonai al mio libraio di fiducia. In "bottega" non  aveva nulla di Sebald, e ordinò qualche titolo. La mattina seguente, dopo la rituale passeggiata canina, decisi di ricominciare da capo la lettura e di andare più lentamente. Da quando internet è diventato facilmente raggiungibile, il mio modo di leggere è cambiato. Quando si cita qualcosa che non  conosco, un monumento, un evento, un personaggio, ecco che sospendo la lettura e mi informo. Ho iniziato osservando la stazione di Anversa, che viene accuratamente descritta, poi quella di Luzern con immagini dell'incendio che la voce narrante racconta di aver visto, eccetera. Passai poi al tribunale di Bruxelles e a tanti particolari che mi fecero comprendere meglio la situazione ... fino alla Liverpool Station di Londra. Rivissi la salita emozionale che inizia a pagina 133 e di nuovo mi arenai in quel punto di pagina 151 ... ma ora, poiché si trattava di una rilettura, la mia reazione fu più contenuta e colma di un'ammirazione che per autori recenti ho provato raramente, ed esattamente con: Coetzee ("Vergogna"), Auster ("mr Vertigo", "Ho creduto che mio padre fosse Dio"), Paola Capriolo ("Una luce nerissima"), Sebastiano Vassalli (Un infinito numero").
La lettura completa fu portata a termine in serata e ad oggi che son passati dieci mesi da quella prima volta, Austerlitz l'ho letto quattro volte perché penso che un capolavoro deve essere letto e riletto per esse interiorizzato. La prima volta si scopre la trama e si vive la grana grossa di un'emotività scomposta, poi ci si muove fra sensi e sfumature fino a "sentire" non tanto la struttura, che comunque è un piacere ma di natura intellettuale, fino a "sentire" dicevo, il motivo profondo che ha spinto l'autore e scrivere l'opera.
La vera arte non è commerciale. Fai l'opera, che sia letteraria o musicale o pittorica nulla cambia, fai l'opera dicevo, perché è impellente per TE la necessità di liberare quella parte di TE che ti pesa, che non ti lascia in pace. Quando sento parlare di arte commerciale (Andy Wahrol conió questo non sense) rido amaramente. L'arte non ha nulla a che fare col commercio. Se poi in un secondo tempo accadesse che l'opera fosse in grado di arricchire editori e autori, ben venga, non guasta, ma è un effetto secondario come la neve in un giorno di primavera ad Osaka mentre passeggio fra ciliegi in fiore ... quella neve ci sta, rende tutto più ... completo, ma lo sappiamo che sono i ciliegi in fiore il motivo che ci ha portato li nella speranza godere, di comprendere una sensazione antica.

Lo scorso anno (2019), seduto in una serata estiva assai torrida a Panicale, con conoscenti provenienti da vari stati nordici, e fra i quali i tedeschi abbondavano, quando mi chiesero, come spesso accade, cosa avessi letto di bello di recente, al mio nominare Sebald, mi guardarono sorpresi. Non sapevano niente di lui. Diedi tre titoli: "Gli anelli di Saturno", "Migrazioni" ed "Austerlitz". Mi dissero che erano veramente sorpresi e li comprendevo. Sapevo che molti di loro erano lettori seri ed affidabili. E vien da pensare con stupore ... com'è possibile che gente attenta alle arti, di Sebald non sappia niente!
E questa domanda me la son fatta non solo per Sebald ma anche per gli autori che ho citato prima, ovvero, Coetzee, Paul Auster, Paola Capriolo e Sebastiano Vassalli. Il primo mi risulta che sia letto all'estero e molto lo deve a quel propulsore commerciale che si chiama Nobel. Paul Auster è indubbiamente letto negli USA dove abita, ma forse dovrebbero leggerlo di più, e in Italia per esempio, mi son reso conto che è quasi sconosciuto.  
Vassalli, in grazia di un premio Strega assegnatogli anni fa, è noto per un'opera gradevole ma che non è la sua migliore e, vittima della sua morte, attualmente è nell'oblio. La Capriolo mi risulta sia viva e schiva, ma quasi completamente sconosciuta.
Come può accadere che la qualità nasca e nessuno ce la offra? e nessuno ci dica guarda che si tratta di un gioiello? ma ... la critica, l'editoria ... sono impazziti? non si rendono conto che la qualità, quella vera, quando si mette in moto, se un poco la aiuti rende veramente tanto e ci rende veramente,  ma veramente migliori ... più sensibili? Si pensi al mio solito esempio, al solito Franz Kafka. Kurt Wolff, il suo editore, pubblicò le sue prime cose. Tirature da mille copie che non furono nemmeno esaurite ... ma, chi aveva i suoi diritti ... quanto è ingrassato nel novecento! Saper cogliere la qualità dovrebbe essere un vantaggio per il commercio, una vera rendita e, per me prima di tutto e per gli individui tutti, un'occasione rara di crescere in sensibilità. Spesso mi son sentito dire che la nostra epoca non ha più grandi scrittori ... impossibile. Manca l'onestà di chi sceglie e che ritiene che, se si è potenti o ricchi (non sono sinonimi ... la ricchezza è il potere dei poveri, il potere dei veri potenti è stabilire le leggi) qualsiasi cosa che farai sarà considerata saggia. Ma per esempio Lorenzo il Magnifico ... era un'eccezione, non la regola. Per comprendere un artista serve ... un altro artista e Lorenzo lo era. L'epoca d'oro della Einaudi per esempio, terminò con Pavese. Coloro che coprirono successivamente il suo ruolo non valevano un suo dito ... eccetera.

Propongo ora brevemente una chiave di lettura. Per comprenderla è necessario aver letto tutti i tre testi visibili nella foto che apre questo scritto.
Si immagini una persona immortale. Per essa tutto è transitorio. Impossibile legarsi ad una persona, ad un luogo. Tutto sarebbe un incessante divenire ... intollerabile, e i legami, col territorio, con una casa e anche solo con un oggetto, e pure con una persona, divengono insensati. La vita umana, causa la sua brevità, sembra esclusa da questa sgradevole sensazione che io interpreto come la solitudine estrema. Ma ecco che Sebald ci dimostra che anche nel tempo della vita di un essere umano, questo divenire che lui addensa nel vocabolo "distruzione" e che siamo soliti non percepire, è invece tangibile e altamente destabilizzante. Non la morte diviene il problema esistenziale, ma questo divenire che accade tramite distruzione e rinascita continui, che si tratti di una città, di una vita individuale, di un paesaggio. Un passo notevole è in "Gli anelli di Saturno" a pagina 276, cercare su internet "great storm of 1987" e si rimarrà colpiti da quel che accadde. La voce narrante alla finestra della sua casa in East Anglia. Si alza un vento fortissimo. I vetri sembrano non resistere. Chiude gli occhi e ... dopo poco quando li riapre, tutti gli alberi davanti al suo sguardo oltre il vetro indenne, e poi, scoprirà, nella regione, son caduti, silenziosamente sradicati, piegati pian piano, senza tonfi, senza rumori drammatici ... senza dramma. Il caso mi offrì una coincidenza ben strana. Lessi quelle pagine pochi giorni dopo la caduta degli alberi sulle alpi venete e trentine. Era il primo novembre del 2018 ... Vissi sia dal vero nel mio tempo presente, che nella letteratura, quella sensazione di fragilità direi cosmica, che Sebald descrive come parte costituente ormai consapevole dell'umanità e del pianeta. Tutto cambia incessantemente... l'assenza di un minimo di stabilità, sia nella natura che nelle costruzioni dell'uomo che questi tre libri descrivono, (come la cattiveria dell'Uomo raccontata e non giudicata nella disavventura di Roger Casement che equivale alla continua distruzione di un mondo moralmente accettabile), tutte queste insicurezze ... e pur si vive, ... e pure ... Sebald ebbe il coraggio di diventare padre ... nonostante la sua sensazione angosciante di un divenire distruttivo ebbe il coraggio di esistere con una consapevolezza, con un senso della vita, assai arduo da sopportare. 



... e Sebald, che pure è morto troppo presto, scivola via e apparterrà ai pochi che avranno dalla loro la incomprensibile legge del caso.

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