lunedì 4 febbraio 2013

Andrea Lucchesi, il genio trascurato.


manoscritto di Regensburg - T297, K297.
Il nome di "Luchese" è stato cancellato ;
il nome di Mozart è stato sovrascritto


Già quando ero un bambino, in quella Germania che mi crebbe, nel Wuerttenberg, ero molto legato alla musica classica. In casa si davano battaglia due fazioni. Mio padre che amava la musica senza parole, mia madre, italiana, che stravedeva per il melodramma. Papà andava al lavoro e Verdi and company, a un volume terribile, imperversavano. A sera, quando lui c'era, dopo cena, spesso una sinfonia, un quartetto, mi facevano compagnia in un'atmosfera più morbida, accogliente. Mio padre, quell'uomo che mio padre non era e che una malattia si portò via troppo presto … per permettergli di fare il padre, suonava il mandolino, sapeva disegnare bene e sapeva, secondo me, pensare. Ricordo quando toccavo affascinato la gobba curva dello strumento, in legno sottile, che sapeva di antico. Mai aveva la polvere che era il memento mori di Baschenis. Era un oggetto meraviglioso che veniva pizzicato con una rapidità che mi incantava e le melodie, che pensavo popolari le ricordo tutte ancora dopo un tempo che mi sembra millenni. Un giorno, già più che adulto compero un cd di Schubert. Brani che dalle sigle numeriche e dai nomi, non mi dicono niente. Già in macchina lo inserisco e parte un brano che mi commuove al punto che mi devo fermare. Leggo sulla custodia che si tratta del Souvenir de Paganini. Era il brano che spesso mi accompagnava nel sonno da quel magico mandolino e che apparteneva alla memoria delle feste dei boscaioli su in Tirolo, quando papà era un bambino. Io ero per il piano. Ero per la musica, ma papà, quel padre purtroppo quasi solo inventato, se non per i ricordi della musica e il dolore della malattia, se lo portò via un cancro che lo ridusse come un corpo dei campi di sterminio. Il pianoforte, che era entrato in casa noleggiato, per vedere se ci andavo d'accordo, era ripartito dopo un paio di settimane. Avevo sette anni. Ero un bambino. Mi fu tolta, dalla sorte, la via della musica. Mi son rimaste le parole. In quella casa grande, col mandolino ormai relegato in cima al mobile del salotto, la polvere di Baschenis, quella ditata leggera che nei suoi quadri, lasciata da un essere assente, voleva dire “ricordati che devi morire”, si era depositata e non avevo più il coraggio di prenderlo in mano, di farlo cantare.

In quella grande casa, ormai solo, la musica potevo solo ascoltarla. Furono i libri che divennero porte. Sapevo leggere. Mi inoltrai, e ora so, forse, solo scrivere.

Il legame con la musica rimase comunque forte. Era la mia arte, lo sentivo, lo desideravo. Per questo penso che, sempre mi sarà negata la perfezione. In più ora scrivo in una lingua che non è la mia prima. Nacqui nel tedesco, caddi nell'italiano. E ora accade che vivo e penso in italiano ma sogno in tedesco, e non ho più la sicurezza sufficiente per scrivere in questa lingua che mi ha visto nascere, che ha guidato i primi e più importanti passi del mio cervello. Sono fra due limiti. La vita dalla quale mi staccai inoltrandomi nei libri, e la fine che mi fugge, essendo la via dell'arte l'unica versione dell'eternità, nella quale le divinità tutte, ormai arrese, ancora credono. Non ci annientano solo perché come noi, godono del diamante di un'opera. Che sia in parole o colore o musica va sempre bene. Attendono il dono. Diversamente, quest'epoca da poco, non meriterebbe di meglio di un altro diluvio, senza avvisare un Noè, senza avvisare nessuno.

Se vi dico queste cose prima di accennare a Lucchesi, è per rendere chiaro che per me parlare di musica è una faccenda assai seria. Forse la più sentita, e ammetto che non mi sento all'altezza. Se parlo di questo signore veneto quasi sconosciuto, se non agli addetti ai lavori, è perché ho scoperto qualcosa che lo riguarda e che non deve, non può passare inosservato.

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Veniamo a quel periodo dell'infanzia durante la quale dovetti staccarmi dalla musica come aspirante mago e darmi alle parole ...

Distinguevo con facilità i vari compositori … ma avevo un problemino con Mozart e Haydn. Quasi sempre li confondevo. Non riuscivo a capire come fosse possibile. Vedete, è come confondere le voci di persone che si pensa di conoscere abbastanza bene. Mi incarognivo ad ascoltare e riascoltare quelle sinfonie cercando di mascherare la mia incapacità, memorizzando. Ebbene, dopo tanti anni ho scoperto che la mia mente era nel giusto. Quelle sinfonie erano della medesima persona. E quel che ho scoperto è enorme. Haydn esisteva come persona ma delle 256 sinfonie che risultano essere sue … nemmeno una lo è! Sono di Sammartini, e dal 1763 di Andrea Lucchesi … Le comprò il principe Estherazy che voleva dimostrare che l'Italia stava perdendo lo scettro della grande musica che così passava alla cultura di lingua tedesca. Da chi le comprava il principe Estherazy? Direttamente dai compositori, ma spesso da altri regnanti. Il signore di Bonn, che assunse Andrea Lucchesi come Maestro di Cappella si chiamava Max Fridrich. Intendeva sostituire il nonno di Ludwig van Beethoven che sembra fosse un disastro. L'altro concorrente all'incarico era il padre del celebre autore della Quinta …

All'epoca, di contratto, tutto quel che componeva il Maestro di Cappella doveva essere di proprietà del signore. Lucchesi riuscì ad ottenere una deroga parziale e vendette alcuni brani personalmente? Non lo so ancora. Accadde poi che Max Friedrich decise di morire e il successore, il Principe Elettore Max Franz d'Austria, voleva liberarsi di Lucchesi per dare il posto al coetaneo Mozart. Gli dimezzò lo stipendio, e forse ne combinò anche di peggio, ma poi desistette su “ordine” dell'Esterhazy, che temeva di perdere il flusso di opere che firmava Haydn. Mozart morì, sicuramente controvoglia, nel dicembre del 1791 e, guarda caso, Haydn inizia a produrre opere dette mozartiane proprio dopo quella data. Lucchesi, che defunse probabilmente per fare un dispetto a Esterhazy e al nobile Max Franz, permise ai falsari di dire, finalmente, che Haydn aveva smesso di comporre causa malattia. Si trattava di cerebrosclerosi, malattia che lo aveva reso completamente inabile a tutto da anni...
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Veniamo a Lucchesi.

Nacque a Motta di Livenza, in Veneto. Fu allievo di Giordano dei conti Riccati da Castelfranco. Il padre fu matematico, Giordano pure, ma anche specialista di teoria musicale e allievo di quel Francesco Antonio Vallotti , piemontese, che produsse teorie musicali eccellenti e innovative.

Giordano dei conti Riccati da Castelfranco, oltre a divulgare le teorie di Vallotti in un testo pubblicato nel 1762, si preoccupò di insegnare e Andrea Lucchesi imparò assai bene, talmente bene che lo chiamarono a Bonn nel 1771.

In quella città, di nonno e babbo Beethoven, un po' arrabbiati, si perde traccia. Si sa invece che il futuro grande Ludwig, accuratamente, da Lucchesi prese lezioni. Quando Lucchesi affrontò un viaggio di lavoro in patria, riconoscendo il valore di Ludwig, gli assegnò, fino al suo ritorno, a dodici anni, l'incarico di organista.

Un grande maestro e un allievo indiscutibilmente geniale. Con lui la musica varcò le Alpi, e poi vennero Schubert, Schumann, Brahms, Wagner eccetera eccetera.

Parte del materiale si trova nel cosiddetto “Fondo Lucchesi” presso la biblioteca di Modena.

Domanda:

Se lo so io lo sanno sicuramente i vari Muti, Abbado, Metha, Baremboim, Pappano e via dicendo. Ma oltre a fare i pavoni sui palcoscenici di tutto il mondo, non sarebbe carino mettere un po' di ordine in queste cose? Non ne posso più di vedere nei negozi la Pragher, la Jupiter e la Parisier sotto il nome Mozart per esempio!

Vedete, Per la griffe Haydn, comprava un principe straricco. Per Mozart comprava … Mozart che finì per questo, quasi sul lastrico. Lui, Mozart, qualcosa lo ha scritto, ma mi sembra il caso di fare ordine e di dare a Lucchesi quel che è di Lucchesi.

Altra domanda … se non è accaduto ancora nulla, se non si fa ordine, e fare ordine corrisponde da sempre a fare giustizia … se non è accaduto ancora nulla … mi sento nel giusto se deduco che non lo si fa perché non sembra ci sia business. Guadagno.

Sì, penso che la situazione sia questa. E quando non si rispettano nemmeno i morti …

morti che fanno un onore, una luce enorme, vuol dire che quella nazione nella quale è nato non esiste più …

ciao






3 commenti:

  1. Complimenti per l'articolo. A distanza di tempo ci sono stati sviluppi. è uscita una nuova biografia critica di Mozart intitolata Mozart la caduta degli dei che allarga la questione Luchesi. I plagi riguardano non solo lui. Mozart ha copiato parecchio scrivendo in mille stili diversi. Se può interessare lascio un link a un'intervista https://www.youtube.com/watch?v=oKJ4LzMpMPk

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  2. Mi scuso per il ritardo nella risposta ma dedico molto tempo allo studio e nel blog guardo poco. Non è corretto e cercherò di rimediare. La ringrazio per le informazioni. Ovviamente nel testo non ho messo tutto quel che so. Che copiassero anche da altri comunque è provato e ho anche i nomi. e comunque non esiti ad aggiornarmi per cortesia se si scopre qualcos'altro di interessante. grazie

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  3. Mi scuso per il ritardo nella risposta ma dedico molto tempo allo studio e nel blog guardo poco. Non è corretto e cercherò di rimediare. La ringrazio per le informazioni. Ovviamente nel testo non ho messo tutto quel che so. Che copiassero anche da altri comunque è provato e ho anche i nomi. e comunque non esiti ad aggiornarmi per cortesia se si scopre qualcos'altro di interessante. grazie

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