manoscritto di Regensburg - T297, K297.
Il nome di "Luchese" è stato cancellato ;
il nome di Mozart è stato sovrascritto
- questa immagine è tratta da http://www.italianopera.org/luchesi/luchesijupiter.html
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Già quando ero un bambino, in quella Germania che mi crebbe, nel Wuerttenberg, ero molto legato alla musica classica. In casa si davano battaglia due fazioni. Mio padre che amava la musica senza parole, mia madre, italiana, che stravedeva per il melodramma. Papà andava al lavoro e Verdi and company, a un volume terribile, imperversavano. A sera, quando lui c'era, dopo cena, spesso una sinfonia, un quartetto, mi facevano compagnia in un'atmosfera più morbida, accogliente. Mio padre, quell'uomo che mio padre non era e che una malattia si portò via troppo presto … per permettergli di fare il padre, suonava il mandolino, sapeva disegnare bene e sapeva, secondo me, pensare. Ricordo quando toccavo affascinato la gobba curva dello strumento, in legno sottile, che sapeva di antico. Mai aveva la polvere che era il memento mori di Baschenis. Era un oggetto meraviglioso che veniva pizzicato con una rapidità che mi incantava e le melodie, che pensavo popolari le ricordo tutte ancora dopo un tempo che mi sembra millenni. Un giorno, già più che adulto compero un cd di Schubert. Brani che dalle sigle numeriche e dai nomi, non mi dicono niente. Già in macchina lo inserisco e parte un brano che mi commuove al punto che mi devo fermare. Leggo sulla custodia che si tratta del Souvenir de Paganini. Era il brano che spesso mi accompagnava nel sonno da quel magico mandolino e che apparteneva alla memoria delle feste dei boscaioli su in Tirolo, quando papà era un bambino. Io ero per il piano. Ero per la musica, ma papà, quel padre purtroppo quasi solo inventato, se non per i ricordi della musica e il dolore della malattia, se lo portò via un cancro che lo ridusse come un corpo dei campi di sterminio. Il pianoforte, che era entrato in casa noleggiato, per vedere se ci andavo d'accordo, era ripartito dopo un paio di settimane. Avevo sette anni. Ero un bambino. Mi fu tolta, dalla sorte, la via della musica. Mi son rimaste le parole. In quella casa grande, col mandolino ormai relegato in cima al mobile del salotto, la polvere di Baschenis, quella ditata leggera che nei suoi quadri, lasciata da un essere assente, voleva dire “ricordati che devi morire”, si era depositata e non avevo più il coraggio di prenderlo in mano, di farlo cantare.
In quella grande casa,
ormai solo, la musica potevo solo ascoltarla. Furono i libri che
divennero porte. Sapevo leggere. Mi inoltrai, e ora so, forse, solo
scrivere.
Il legame con la musica
rimase comunque forte. Era la mia arte, lo sentivo, lo desideravo.
Per questo penso che, sempre mi sarà negata la perfezione. In più
ora scrivo in una lingua che non è la mia prima. Nacqui nel tedesco,
caddi nell'italiano. E ora accade che vivo e penso in italiano ma
sogno in tedesco, e non ho più la sicurezza sufficiente per scrivere
in questa lingua che mi ha visto nascere, che ha guidato i primi e
più importanti passi del mio cervello. Sono fra due limiti. La vita
dalla quale mi staccai inoltrandomi nei libri, e la fine che mi
fugge, essendo la via dell'arte l'unica versione dell'eternità,
nella quale le divinità tutte, ormai arrese, ancora credono. Non ci
annientano solo perché come noi, godono del diamante di un'opera.
Che sia in parole o colore o musica va sempre bene. Attendono il
dono. Diversamente, quest'epoca da poco, non meriterebbe di meglio di
un altro diluvio, senza avvisare un Noè, senza avvisare nessuno.
Se vi dico queste cose
prima di accennare a Lucchesi, è per rendere chiaro che per me
parlare di musica è una faccenda assai seria. Forse la più sentita,
e ammetto che non mi sento all'altezza. Se parlo di questo signore
veneto quasi sconosciuto, se non agli addetti ai lavori, è perché
ho scoperto qualcosa che lo riguarda e che non deve, non può passare
inosservato.
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Veniamo a quel periodo
dell'infanzia durante la quale dovetti staccarmi dalla musica come
aspirante mago e darmi alle parole ...
Distinguevo con facilità
i vari compositori … ma avevo un problemino con Mozart e Haydn.
Quasi sempre li confondevo. Non riuscivo a capire come fosse
possibile. Vedete, è come confondere le voci di persone che si pensa
di conoscere abbastanza bene. Mi incarognivo ad ascoltare e
riascoltare quelle sinfonie cercando di mascherare la mia incapacità,
memorizzando. Ebbene, dopo tanti anni ho scoperto che la mia mente
era nel giusto. Quelle sinfonie erano della medesima persona. E quel
che ho scoperto è enorme. Haydn esisteva come persona ma delle 256
sinfonie che risultano essere sue … nemmeno una lo è! Sono di
Sammartini, e dal 1763 di Andrea Lucchesi … Le comprò il principe
Estherazy che voleva dimostrare che l'Italia stava perdendo lo
scettro della grande musica che così passava alla cultura di lingua
tedesca. Da chi le comprava il principe Estherazy? Direttamente dai
compositori, ma spesso da altri regnanti. Il signore di Bonn, che
assunse Andrea Lucchesi come Maestro di Cappella si chiamava Max
Fridrich. Intendeva sostituire il nonno di Ludwig van Beethoven che
sembra fosse un disastro. L'altro concorrente all'incarico era il
padre del celebre autore della Quinta …
All'epoca, di contratto,
tutto quel che componeva il Maestro di Cappella doveva essere di
proprietà del signore. Lucchesi riuscì ad ottenere una deroga
parziale e vendette alcuni brani personalmente? Non lo so ancora.
Accadde poi che Max Friedrich decise di morire e il successore, il
Principe Elettore Max Franz d'Austria, voleva liberarsi di Lucchesi
per dare il posto al coetaneo Mozart. Gli dimezzò lo stipendio, e
forse ne combinò anche di peggio, ma poi desistette su “ordine”
dell'Esterhazy, che temeva di perdere il flusso di opere che firmava
Haydn. Mozart morì, sicuramente controvoglia, nel dicembre del 1791
e, guarda caso, Haydn inizia a produrre opere dette mozartiane
proprio dopo quella data. Lucchesi, che defunse probabilmente per
fare un dispetto a Esterhazy e al nobile Max Franz, permise ai
falsari di dire, finalmente, che Haydn aveva smesso di comporre causa
malattia. Si trattava di cerebrosclerosi, malattia che lo aveva reso
completamente inabile a tutto da anni...
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Veniamo a Lucchesi.
Nacque a Motta di Livenza,
in Veneto. Fu allievo di Giordano dei conti Riccati da Castelfranco.
Il padre fu matematico, Giordano pure, ma anche specialista di teoria
musicale e allievo di quel Francesco Antonio Vallotti , piemontese,
che produsse teorie musicali eccellenti e innovative.
Giordano dei conti Riccati
da Castelfranco, oltre a divulgare le teorie di Vallotti in un testo
pubblicato nel 1762, si preoccupò di insegnare e Andrea Lucchesi
imparò assai bene, talmente bene che lo chiamarono a Bonn nel 1771.
In quella città, di nonno
e babbo Beethoven, un po' arrabbiati, si perde traccia. Si sa invece
che il futuro grande Ludwig, accuratamente, da Lucchesi prese
lezioni. Quando Lucchesi affrontò un viaggio di lavoro in patria,
riconoscendo il valore di Ludwig, gli assegnò, fino al suo ritorno,
a dodici anni, l'incarico di organista.
Un grande maestro e un
allievo indiscutibilmente geniale. Con lui la musica varcò le Alpi,
e poi vennero Schubert, Schumann, Brahms, Wagner eccetera eccetera.
Parte del materiale si
trova nel cosiddetto “Fondo Lucchesi” presso la biblioteca di
Modena.
Domanda:
Se lo so io lo sanno
sicuramente i vari Muti, Abbado, Metha, Baremboim, Pappano e via
dicendo. Ma oltre a fare i pavoni sui palcoscenici di tutto il mondo,
non sarebbe carino mettere un po' di ordine in queste cose? Non ne
posso più di vedere nei negozi la Pragher, la Jupiter e la Parisier
sotto il nome Mozart per esempio!
Vedete, Per la griffe
Haydn, comprava un principe straricco. Per Mozart comprava … Mozart
che finì per questo, quasi sul lastrico. Lui, Mozart, qualcosa lo ha
scritto, ma mi sembra il caso di fare ordine e di dare a Lucchesi
quel che è di Lucchesi.
Altra domanda … se non
è accaduto ancora nulla, se non si fa ordine, e fare ordine
corrisponde da sempre a fare giustizia … se non è accaduto ancora
nulla … mi sento nel giusto se deduco che non lo si fa perché non
sembra ci sia business. Guadagno.
Sì, penso che la
situazione sia questa. E quando non si rispettano nemmeno i morti …
morti che fanno un onore,
una luce enorme, vuol dire che quella nazione nella quale è nato non
esiste più …
ciao
Complimenti per l'articolo. A distanza di tempo ci sono stati sviluppi. è uscita una nuova biografia critica di Mozart intitolata Mozart la caduta degli dei che allarga la questione Luchesi. I plagi riguardano non solo lui. Mozart ha copiato parecchio scrivendo in mille stili diversi. Se può interessare lascio un link a un'intervista https://www.youtube.com/watch?v=oKJ4LzMpMPk
RispondiEliminaMi scuso per il ritardo nella risposta ma dedico molto tempo allo studio e nel blog guardo poco. Non è corretto e cercherò di rimediare. La ringrazio per le informazioni. Ovviamente nel testo non ho messo tutto quel che so. Che copiassero anche da altri comunque è provato e ho anche i nomi. e comunque non esiti ad aggiornarmi per cortesia se si scopre qualcos'altro di interessante. grazie
RispondiEliminaMi scuso per il ritardo nella risposta ma dedico molto tempo allo studio e nel blog guardo poco. Non è corretto e cercherò di rimediare. La ringrazio per le informazioni. Ovviamente nel testo non ho messo tutto quel che so. Che copiassero anche da altri comunque è provato e ho anche i nomi. e comunque non esiti ad aggiornarmi per cortesia se si scopre qualcos'altro di interessante. grazie
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